14 agosto 2007

Domani il Papa celebra la S. Messa dell'Assunta. Presente anche il fratello, Mons. Georg Ratzinger


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Il parroco Valdemar: "Grande gioia per nostra comunità"

Città del Vaticano, 14 ago. (Apcom) - Messa nella Parrocchia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, e Angelus dal Palazzo apostolico della residenza estiva: giornata intensa quella di domani per Benedetto XVI che, come è consuetudine per la Solennità dell'Assunzione di Maria, alle 8 incontrerà i parrocchiani di castello nella chiesetta di padre Valdemar Niedziolka, parroco di S. Tommaso. "E' un momento di grande gioia per tutti noi - afferma ad Apcom il parroco, di origini polacche - un momento particolare per la nostra comunità di Castel Gandolfo. Partecipiamo sempre all'Angelus, ma quella di domani sarà proprio una visita alla nostra comunità".

Alla celebrazione ci sarà anche monsignor Georg Ratzinger, fratello del Papa, che in questi giorni si trova con l'illustre fratello nella residenza estiva di Benedetto XVI per qualche momento di riposo. Ci saranno anche il segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, il segretario personale del Pontefice, don Georg Gaenswein, rientrato dalle ferie in Germania.

Parteciperanno alla solenne celebrazione anche il Sindaco di Castel Gandolfo, Maurizio Colacchi e l'intera giunta comunale. "Ci sarà tutta la comunità di castello - prosegue il parroco - nella Chiesa saranno presenti circa 250 fedeli, ma la piazza sarà piena, pronta ad accogliere e a salutare il Pontefice".

Al termine della messa, dopo aver salutato i fedeli presenti in piazza, il Papa si affaccerà dalla finestra del Palazzo Apostolico della cittadina per il consueto Angelus dell'Assunzione. Per l'occasione, il Papa rivolgerà anche un saluto ai partecipanti ad un pellegrinaggio giovanile al Santuario di Mariazell, in Austria, in vista dell'850esimo anniversario della fondazione e della visita di Benedetto XVI in terra austriaca, dal 7 al 9 settembre.



Un giorno di gioia che mostra la vittoria dell’amore di Dio sulla morte: il pensiero del Papa sull’Assunzione di Maria. Alla vigilia della festa mariana, la riflessione di padre Toniolo

Domani, Festa dell’Assunta, Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa nella parrocchia di San Tommaso di Villanova a Castel Gandolfo, alle ore 8. A mezzogiorno, il tradizionale appuntamento dell’Angelus, nel cortile Palazzo Apostolico della cittadina laziale. In tale contesto, il Santo Padre rivolgerà un saluto ai partecipanti ad un pellegrinaggio giovanile al Santuario di Mariazell, in Austria, in vista dell’850.mo anniversario di fondazione e della visita del Papa in terra austriaca, dal 7 al 9 settembre prossimi. Alla vigilia della solennità dell’Assunzione in Cielo della Beata Vergine Maria, riproponiamo dunque alcuni pensieri di Benedetto XVI dedicati a questo giorno di gioia in cui la Madonna ci indica la via per trovare la vera felicità. Il servizio di Alessandro Gisotti:

L’Assunzione in cielo di Maria è un “segno di sicura speranza” per tutti i cristiani nel loro pellegrinaggio terreno: così, il 15 agosto del 2005 a Castel Gandolfo, il Papa mette l’accento sul significato profondo della solennità. Per la prima volta, Benedetto XVI celebra la Festa dell’Assunta e all’Angelus invita i fedeli a meditare sull’esempio offerto da Maria nella prospettiva dell’eternità:

“Cari fratelli e sorelle, è il Cielo la nostra definitiva dimora. Da lì Maria ci incoraggia con il suo esempio ad accogliere la volontà di Dio, a non lasciarci sedurre dai fallaci richiami di tutto ciò che è effimero e passeggero, a non cedere alle tentazioni dell’egoismo e del male che spengono nel cuore la gioia della vita”.

Prima della recita della preghiera mariana, il Papa celebra la Santa Messa nella parrocchia di San Tommaso di Villanova. Con parole di incoraggiamento, esorta i cristiani ad affidarsi a Maria, che è nel Cielo ma si fa anche prossima al cuore di ognuno di noi:

“Proprio perché è con Dio e in Dio, è vicinissima ad ognuno di noi. Conosce i nostri cuori, può sentire le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna e ci è data – come è detto dal Signore – proprio come Madre che ci sente sempre, ci è sempre vicina e, essendo Madre del Figlio, partecipa al potere del Figlio. Alla sua bontà, possiamo sempre affidare tutta la nostra vita, a questa Madre che non è lontana da nessuno di noi”.

Tutta dedicata all’invocazione alla pace è la Festa dell’Assunta dell’anno scorso. Il Papa è vicino alle popolazioni del Libano, della Terra Santa, dell’Iraq e dello Sri Lanka, sconvolte dalla guerra. Maria, sottolinea nella Messa a Castel Gandolfo, ci mostra che non l’odio, ma l’amore di Dio vince nella storia e, con questo amore, prevale la pace. Poi, all’Angelus, chiede ancora una volta alla Madonna il dono della concordia tra gli uomini:

“Alla Regina della pace, che contempliamo nella gloria celeste, vorrei affidare ancora una volta le ansie dell’umanità per ogni luogo del mondo straziato dalla violenza”.


Per una riflessione sul significato della solennità dell’Assunta, Giovanni Peduto ha intervistato padre Ermanno Toniolo dei Servi di Maria, docente della Pontificia Facoltà Teologica Marianum:

R. – La festa dell’Assunzione di Maria al Cielo ha tanti risvolti: è, per così dire, come il coronamento di tutto il progetto di Dio, della storia e della salvezza umana. E’ Dio anzitutto, Dio che è amore, il quale vede coronato in Maria il suo sogno sull’uomo, un uomo che non è fatto solo ad immagine e somiglianza Sua sulla Terra, ma che deve diventare immagine e somiglianza glorificata in cielo ad immagine del Figlio Suo primogenito tra molti fratelli. La Vergine, dunque, è la realizzazione del progetto di Dio, o come direbbe Bulgakov - il grande pensatore russo – la Vergine e Cristo sono l’immagine primordiale di Dio sull’uomo e sulla donna, nella loro più alta bellezza glorificata, secondo il disegno dell’amore del Padre. Questo, dunque, il significato per Dio. In secondo luogo, quale significato per Maria? Per Maria è il compimento di tutto un itinerario di servizio, un servizio d’amore fatto nelle piccole cose e nelle grandi sofferenze ed ora continuato in cielo, perché anche lassù in cielo continuerà glorificata il suo servizio a favore di tutta la famiglia umana, fino a quando – dice il Concilio – tutti non saremo introdotti nella patria beata.

D. – Come farci accompagnare da Maria nel cammino di fede?

R. – Penso che ci siano molte strade. La prima strada è certamente quella della contemplazione. Papa Giovanni Paolo II ci ha additato in questo millennio la contemplazione del volto di Gesù, ma possiamo aggiungere anche la contemplazione del volto di Maria. Guardare a Lei è segno di sicura speranza per tutto il pellegrinante Popolo di Dio ed è insieme guardare alla meta verso la quale tendiamo, meta indubitata, perché segnata dalla fedeltà di Dio e dal suo amore. Un cammino di fede, dunque, ma sostenuto dalla speranza ed infiammato da un amore che ci fa non estranei, ma presenti al mondo di oggi, proprio come Dio è presente ad ognuno e Lei – la Madre - è presente ad ogni suo figlio sulla terra.

D. – La teologia non ci dice se Maria sia morta o meno prima dell’Assunzione: in Oriente si parla di dormizione. Qual è il suo pensiero al riguardo?

R. – Anzitutto nella tradizione antica non si parla mai di morte di Maria, ma di dormizione, cioè di sonno, di un addormentarsi - per un istante o per tre giorni - per tornare a riavere quel corpo, non più mortale e corruttibile, ma immortale, incorruttibile e glorioso. Allora la glorificazione dell’anima di Maria, attraverso questa breve separazione, misteriosa, dal corpo che ha lasciato incorrotto quaggiù, precede quella del corpo; ma poi tutta la sua persona umana, avvolta anche negli splendori del suo corpo glorificato, viene assunta in Cielo, dove – ripeto – è l’icona della nostra realtà futura voluta da Dio Padre, che è amore. Perciò Maria, dopo essere passata attraverso le tribolazioni della terra, anche Lei si è addormentata come Gesù, anche Lei per così dire è morta, o meglio si è addormentata nel sonno e si è risvegliata alla Vita vera: Prima Discepola e Madre soave, per l’amore e la potenza dello Spirito Santo, glorificata per sempre in cielo. Lasciarci, dunque, prendere per mano da Maria vuol dire crescere nella fede in ogni parola di Dio, nel cammino del Santo Vangelo e di ogni percorso che il Signore vuole da noi e nella speranza verso quei beni che ci attendono, la grande speranza, riposta per noi nei cieli, di cui Maria è – insieme – il segno luminoso e la garanzia.

Radio Vaticana

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