17 settembre 2007
Ieri l'Angelus del Papa in ricordo dell'11 settembre. Nuovo appello ecologica.
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Il Papa: «L’amore di Dio è più forte di ogni male»
Nel ricordo dell’11 settembre un invito al perdono
— CASTELGANDOLFO —
«I TRAGICI AVVENIMENTI dell'11 settembre 2001 oscurarono l'alba del terzo millennio». Lo ha sottolineato Benedetto XVI ricordando prima dell'Angelus le parole di Papa Wojtyla che, in quella drammatica situazione, «invitò i cristiani e gli uomini di buona volontà a credere che la Misericordia di Dio è più forte di ogni male, e che solo nella Croce di Cristo si trova la salvezza del mondo». «Nel nostro tempo — ha continuato Papa Ratzinger — l'umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio». Una «urgenza pastorale», che, per il suo successore, «l'amato Giovanni Paolo II intuì in modo profetico». Papa Wojtyla, infatti, ha rilevato il nuovo Pontefice, «è stato un grande apostolo della divina Misericordia: al Padre misericordioso dedicò la sua seconda Enciclica, e lungo tutto il suo pontificato si fece missionario dell'amore di Dio a tutte le genti». «La Vergine Maria, Madre di Misericordia, che ieri abbiamo contemplato Addolorata ai piedi della Croce, ci ottenga — ha invocato Benedetto XVI — il dono di confidare sempre nell'amore di Dio e ci aiuti ad essere misericordiosi come il Padre nostro che è nei cieli». Nel breve discorso rivolto ai pellegrini che gremivano questa mattina il cortile della residenza estiva di Castelgandolfo, il Papa teologo ha ricordato tre parabole del Vangelo che spiegano la Misericordia di Dio, quella della pecora smarrita, quella della moneta perduta e la terza, più «lunga, articolata, quella del Padre misericordioso, detta abitualmente del figliol prodigo».
© Copyright Quotidiano Nazionale, 17 settembre 2007
CASTEL GANDOLFO
Nuovo appello del Papa «Chiedo un'alleanza tra l'uomo e l'ambiente»
Luigi Accattoli
CASTEL GANDOLFO — Per la terza volta in due settimane il papa è tornato ieri a battere sull'ecologia, esortando a realizzare un'«alleanza tra l'uomo e l'ambiente».
Il 5 settembre aveva fatto un appello per la «difesa dell'Artico», il 2 settembre a Loreto aveva invitato i giovani a battersi per l'ambiente e l'acqua come fattori decisivi per il «futuro del pianeta». Il monito di ieri era motivato dal «ventesimo anniversario» dell'adozione del «Protocollo di Montreal» sulle sostanze che «impoveriscono lo strato di ozono» provocando gravi danni all'ecosistema ».
«Negli ultimi due decenni — ha detto Benedetto XVI, dando una valutazione generosa di quanto si sta facendo — grazie a un'esemplare collaborazione nella comunità internazionale tra politica, scienza ed economia, si sono ottenuti importanti risultati, con positive ripercussioni sulle generazioni presenti e future ». Questo è stato l'appello: «Auspico che, da parte di tutti, si intensifichi la cooperazione, al fine di promuovere il bene comune, lo sviluppo e la salvaguardia del creato, rinsaldando l'alleanza tra l'uomo e l'ambiente, che dev'essere specchio dell'amore creatore di Dio». Un accenno alle questioni ecologiche Benedetto XVI l'aveva fatto anche domenica scorsa durante l'omelia nel duomo di Vienna («a causa dei nostri interventi umani la creazione sembra esposta a molteplici pericoli»), il 16 giugno scorso durante la visita ad Assisi in riferimento all'amore di Francesco per «ogni creatura» e il 22 luglio dal Cadore. Insomma non c'è occasione propizia che il papa tedesco non colga per denunciare lo «strato massiccio di sporco» con cui noi uomini abbiamo ricoperto — come ebbe a dire il giorno di Pentecoste del 2006 — la «creazione buona di Dio».
© Copyright Corriere della sera, 17 settembre 2007
«L'11 settembre oscurò il millennio»
Il Papa: ma il figliol prodigo indica la via del perdono Nuovo appello ambientalista, il secondo in pochi giorni
CASTEL GANDOLFO Solo Dio «è più forte di ogni male» e con lui «si trova la salvezza del mondo». Papa Benedetto XVI, nell'Angelus domenicale dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, si è soffermato ieri sulla parabola del «Figliol prodigo», che la liturgia ha riproposto odierna ripropone e invita a seguire la via dell'amore, del perdono e della misericordia.
«Nel nostro tempo – scandisce il Pontefice durante la recita al Palazzo apostolico – l'umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio». Ratzinger ricorda «l'amato Giovanni Paolo II, che è stato un grande apostolo della divina Misericordia. Al Padre misericordioso – sottolinea il Pontefice – dedicò la sua seconda enciclica, e lungo tutto il suo pontificato si fece missionario dell'amore di Dio a tutte le genti».
«Dopo i tragici avvenimenti dell'11 settembre 2001, che oscurarono l'alba del terzo millennio – prosegue il Papa rivolgendosi alle migliaia di fedeli radunati nella piazza di Castello – egli invitò i cristiani e gli uomini di buona volontà a credere che la Misericordia di Dio è più forte di ogni male, e che solo nella Croce di Cristo si trova la salvezza del mondo».
«Nel nostro tempo – ha continuato Papa Ratzinger – l'umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio». Una «urgenza pastorale», che, per il suo successore, «l'amato Giovanni Paolo II intuì in modo profetico».
«La vera religione – spiega Ratzinger – consiste allora nell'entrare in sintonia con questo Cuore "ricco di misericordia", che ci chiede di amare tutti, anche i lontani e i nemici, imitando il Padre celeste che rispetta la libertà di ciascuno e attira tutti a sè con la forza invincibile della sua fedeltà. Questa è la strada che Gesù mostra a quanti vogliono essere suoi discepoli: "Non giudicate e non condannate. perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato". Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro: in queste parole troviamo indicazioni assai concrete per il nostro quotidiano comportamento di credenti».
Ma da Papa Bendetto è arrivato anche un nuovo appello ambientalista, il secondo nel giro di pochi giorni. Al termine della recita dell'Angelus, il Pontefice ha ricordato che proprio ieri cadeva il ventesimo anniversario dell'adozione del «Protocollo di Montreal» sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono «provocando – dice nei saluti in lingua italiana – gravi danni all'essere umano e all'ecosistema».
«Negli ultimi due decenni, grazie ad una esemplare collaborazione nella comunità internazionale tra politica, scienza ed economia – afferma il Papa Ratzinger – si sono ottenuti importanti risultati, con positive ripercussioni sulle generazioni presenti e future. Auspico che, da parte di tutti, si intensifichi la cooperazione, al fine di promuovere il bene comune, lo sviluppo e la salvaguardia del creato, rinsaldando l'alleanza tra l'uomo e l'ambiente, che dev'essere specchio dell'amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino».
© Copyright L'Eco di Bergamo, 17 settembre 2007
Benedetto XVI ricorda la tragedia del 2001
Il Papa: l'11 settembre oscurò l'alba del nuovo millennio
Castelgandolfo «I tragici avvenimenti dell'11 settembre 2001 oscurarono l'alba del terzo millennio». Lo ha sottolineato Benedetto XVI ricordando prima dell'Angelus le parole di Papa Wojtyla che, in quella drammatica situazione, «invitò i cristiani e gli uomini di buona volontà a credere che la Misericordia di Dio è più forte di ogni male, e che solo nella Croce di Cristo si trova la salvezza del mondo».
«Nel nostro tempo – ha continuato Papa Ratzinger – l'umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio». Una «urgenza pastorale», che, per il suo successore, «l'amato Giovanni Paolo II intuì in modo profetico». Papa Wojtyla, infatti, ha rilevato il nuovo Pontefice, «è stato un grande apostolo della divina Misericordia: al Padre misericordioso dedicò la sua seconda Enciclica, e lungo tutto il suo pontificato si fece missionario dell'amore di Dio a tutte le genti».
«La Vergine Maria, Madre di Misericordia, che abbiamo contemplato Addolorata ai piedi della Croce, ci ottenga – ha invocato Benedetto XVI – il dono di confidare sempre nell'amore di Dio e ci aiuti ad essere misericordiosi come il Padre nostro che è nei cieli».
Nel breve discorso rivolto ai pellegrini che gremivano questa mattina il cortile della residenza estiva di Castelgandolfo, il Papa teologo ha ricordato tre parabole del Vangelo che spiegano la Misericordia di Dio, quella della pecora smarrita, quella della moneta perduta e la terza, più «lunga, articolata, quella del Padre misericordioso, detta abitualmente «del figliol prodigò».
«In questa pagina evangelica – ha spiegato – sembra quasi di sentire la voce di Gesù, che ci rivela il volto del Padre suo e Padre nostro. In fondo, per questo Egli è venuto nel mondo: per parlarci del Padre; per farlo conoscere a noi, figli smarriti, e risuscitare nei nostri cuori la gioia di appartenergli, la speranza di essere perdonati e restituiti alla nostra piena dignità, il desiderio di abitare per sempre nella sua casa, che è anche la nostra casa». «Le tre parabole della misericordia – ha aggiunto Papa Ratzinger – Gesù le raccontò perché i farisei e gli scribi parlavano male di Lui, vedendo che si lasciava avvicinare dai peccatori e addirittura mangiava con loro».
© Copyright La Gazzetta del sud, 17 settembre 2007
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