16 settembre 2007

Messa tridentina: ostruzionismo e tante domande senza risposta (di Raffaella)


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Cari amici, vorrei dividere con voi alcuni dubbi. Questo non e' un post di affermazioni ma di domande.
Speravo che il motu proprio Summorum Pontificum trovasse piena attuazione ma, purtroppo, non e' stato cosi' a causa della resistenza di molti sacerdoti e vescovi.
E' un dato di fatto...
Credevo che le tensioni si sarebbero esaurite dopo la pubblicazione del documento ma, al contrario, e soprattutto in Italia, si sono aggravate.
Mi auguravo che tutto si risolvesse a partire da venerdi', quando il tempo delle polemiche doveva lasciare il posto alla collaborazione, ma non e' stato cosi'. Ancora oggi, 16 settembre, qualcuno mette in discussione il motu proprio e, con esso, l'autorita' del Pontefice.
Da questi dati di fatto, penso incontestabili, partono alcune domande a cui non so dare una risposta.
Innanzitutto l'atteggiamento dei sacerdoti: perche' trattano male i fedeli che chiedono la celebrazione della Messa tridentina? Ho provato anche io a chiamare alcune parrocchie e istituti e mi sono sentita quasi ridere in faccia.
Mi sarei aspettata un altro atteggiamento. In fondo non stavo chiedendo di essere accontentata ma desideravo solo qualche informazione. Perche' nessun sacerdote mi ha spiegato perche' non poteva accontentarmi? Avrei capito ed accettato ogni tipo di risposta ma ad atteggiamenti rigidi e poco gentili non ero abituata.
Durante la Santa Messa nessun sacerdote ha spiegato il significato del motu proprio, quasi che, facendo finta che non esista, si possano prevenire eventuali richieste.
Eppure una bella omelia sulla liturgia e sulle differenze fra i due Messali mi sarebbe piaciuta molto. Avrei, ovviamente, ascoltato tutte le opinioni, favorevoli o contrarie all'antico ordinamento.
Perche' questo silenzio?
C'e' poi l'atteggiamento dei vescovi: alcuni si sono detti apertamente contrari, altri hanno impedito celebrazioni legittimamente richieste secondo il motu proprio, altri ancora hanno taciuto, chi per ignorare il problema, chi nascondendosi dietro cavilli giuridici.
Siccome l'argomento mi interessa anche dal punto di vista della corretta interpretazione canonica, penso di chiedere alla Commissione Ecclesia Dei se il motu proprio si applichi solo al rito romano e non anche a quello ambrosiano.
Per pura e semplice curiosita'...
Ma chi sono i fedeli che chiedono di poter assistere alla Messa tridentina? Anziani e vecchiette? Certo ma non solo!
Ci sono molti giovani che amano la tradizione perche' hanno assistito personalmente al rito, oppure perche' un nonno o un padre gliene hanno parlato, oppure perche' pensano che possa esserci piu' raccoglimento e preghiera nel vecchio ordinamento.
Perche' questi giovani non possono assistere ad una Messa tridentina? Che cosa c'e' di male se si accostano a questa celebrazione? A chi fanno paura? Perche'?
Se nessuno da' loro la possibilita' di vedere soddisfatta, ove possibile, la loro richiesta, non c'e' forse il pericolo che si allontanino dal Pastore per convinzione o per partito preso? Non c'e' forse il pericolo di una incomprensione con il proprio vescovo?
Non basta affermare: qui non si tengono Messe tridentine! Oppure: noi siamo ambrosiani e non romani! Oppure: voi non potete chiedere nulla perche' non l'avete fatto prima! Oppure: nessuno sa il latino e non si capisce nulla!
Occorre argomentare bene e spiegare altrettanto bene altrimenti, ed e' un dato di fatto, i fedeli non comprendono!
Personalmente sono nata dopo la fine del Concilio. Non conosco e non mi interessano le ideologie che hanno permeato la Chiesa nel postconcilio: progressisti, conservatori, tradizionalisti...
Queste "sciocchezze" non mi riguardano, come non interessano la maggiorparte dei fedeli!
Essendo estranea a queste dinamiche, posso guardare con serenita' il motu proprio e che cosa vedo? Un atto di liberalita', di democrazia, di unione, di affetto e di conforto verso TUTTI.
La liberalizzazione dell'antico messale non toglie nulla alla riforma conciliare! Anzi! E' un arricchimento e una grande apertura verso tutti.
Esso "premia" chi non ha mai accettato di aderire a comunita' scismatiche e mira al recupero di chi ha rotto la comunione con il Papa.
Che cosa c'e' di piu' bello di tutto questo? E' la realizzazione del Vangelo di oggi: il Pastore che va alla ricerca della pecorella. Chi glielo fa fare? Ha tante altre pecore! Eppure lascia tutto e va a recuperare il piccolo animale perche' lo ama come gli altri (non piu' degli altri!).
E che cosa c'e' di piu' meraviglioso di un Padre che accoglie a braccia aperte un figlio che aveva perduto? Ha anche un altro figlio (buono, bravo, bello, ubbidiente). Eppure fa una gran festa perche' ha recuperato un figlio che pensava perduto per sempre. Quanta gioia nel Padre e anche nel figlio! E il fratello maggiore? Si lamenta, mugugna! Bellissima descrizione della storia attuale...
Vi dico la verita': non capisco questo ostruzionismo e questa sorta di denigrazione per chi semplicemente chiede qualcosa che il Papa gli ha permesso di chiedere.
Bellissimo l'articolo di Alessandro Gnocchi e la sua metafora: Molti pastori e intellettuali non riescono o non vogliono capirlo.
E vengono scavalcati da questo Papa teologo nel rapporto con il popolo. Mentre loro si attardano in sacrestia a capire chi si gioverà della ricaduta ecclesiologica del motu proprio, Benedetto XVI è già in chiesa a parlare con il suo gregge. E più parla chiaro, più il suo gregge lo comprende e lo ama. Come quando discute dei principi non negoziabili
.

E veniamo ad un'altra domanda che mi faccio da venerdi': come mai le televisioni cattoliche (sat2000 e telepace) ignorano completamente il motu proprio? Non c'e' stata una trasmissione dedicata alla Messa tridentina! Nessuno ha pensato di illustrare ai telespettatori le differenze fra i due messali. Perche'?
E perche' non si e' pensato di trasmettere in diretta la Messa del cardinale Castrillon Hoyos?
Si aveva forse paura che a qualcuno potesse interessare a tal punto la celebrazione da recarsi nottetempo a bussare al portone della cattedrale?
E' inutile: sono tante, troppe, le domande che mi pongo e mi viene un dubbio: forse si spera che non parlando del motu proprio i fedeli si rassegneranno e non chiedano piu' nulla?
Oppure si crede che, facendo finta di nulla, passeranno i tre anni previsti dal documento papale destinato all'insuccesso? Questo periodo serve a monitorare la situazione ma solo nel caso in cui il motu proprio venga applicato! Troppo comodo fare finta che non esista!
In definitiva: penso che l'ostruzionismo sia sotto gli occhi di tutti. E' inutile negarlo...
Mi auguro, pero', che i Vescovi, da buoni pastori, sappiamo accogliere tutte le pecorelle, anche quelle che si sono allontanate! Compito del pastore e' anche quello di prevenire che le sue pecorelle si allontanino perche' non sufficientemente accolte, consolate e...amate!
Buon pomeriggio a tutti
:-)
Raffaella

40 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava Raffaella, con questo commento mi hai fatto passare un po’ di quel voltastomaco che mi ha preso da stamattina. Non mollare, continua così che sei nel giusto. Siamo tutti al tuo fianco!!!

francesco ha detto...

cara raffaella
non c'è ostruzionismo, né resistenza dei Vescovi... c'è che il Summorum è una decisione marginale nella vita ordinaria delle parrocchie e delle diocesi... c'è che la piega che sta prendendo è quella di aggiungersi alle diverse critiche alla Chiesa (qui sono i Vescovi contro il Papa: una chicca per l'anticlericalismo devoto) ... c'è che un prete che esibisce la propria obbedienza e sottilmente insinua quella del proprio vescovo diventa un eroe e non un esempio di dubbia ecclesialità... c'è che questo è il modo migliore per non raggiungere gli scopi del documento (una riconciliazione ecclesiale) ma per rafforzare l'idea che quelli che vogliono la messa in latino sono degli esaltati e fissati...
e anch'io leggo con poco disagio questo disinvolto attaccare preti e vescovi... bene fanno i media cattolici a non dare spago a questo indecoroso e poco cattolico modo di presentare le cose...
meglio, in questo caso, il passare sopra...

Anonimo ha detto...

Dicite iusto quoniam bene!
Cara Raffaella, hai pienamente ragione!!!
Sai cosa sperano alcuni?? Che nessuno si accorga del motu proprio, che cada nel dimenticatoio.
Non si rendono conto che dopo 40 anni di tambure e chitarre la gente non sa nemmeno cosa sia il rito antico, e se non gli si da la possibilità di vederlo non lo potranno nemmeno conoscere (ed eventualmente scegliere).
In altri casi (come in una diocesi della mia regione di provenienza) assistiamo invece ad autentici atti scismatici: un vescovo ha pubblicato un decreto che va contro il decreto del Papa (non parlo degli ambrosiani). Chiamiamo le cose col loro nome: scisma.
Penso che francesco abbia due belle fette di prosciutto davanti agli occhi! Non c'è ostruzionismo?? Nella città in cui vivo, il Rev. Ordinario (per carità cristiana non ne dirò il nome) ha fatto arrivare 45 minuti in ritardo l'unico presbitero che ha avuto il coraggio il 14 settembre di celebrare una Messa nella forma extraordinaria. Appuntamento h21.00, per non ostacolare altri impegni della diocesi e... Dove'è don Giuseppe?? Con 45 minuti di ritardo (chissà che importanti cose avevano da dirgli in curia alle 21.00...!) finalmente è arrivato.
E' orribile: non si tratta di essere nostalgici, a 23 anni non ho l'età per esserlo.
Il motu proprio Summorum Pontificum ha modificato il rito romano, che piaccia o no. Decisione marginale?? Sembra che il Papa non ti abbia chiesto il parere... Pazienza, bisognerà dirgli la prossima volta di stare più attento!

Ignazio

Anonimo ha detto...

Caro don Francesco, confesso che non sempre riesco a capire la sua “posizione” …, a volte mi viene da abbracciarLa, altre da…!!! Don Francesco i fatti sono fatti e sotto gli occhi di tutti. Un no è un no e un rifiuto a un invito del Santo Padre, rientra solo tra questi, per cui trovo assolutamente inutile e fuori luogo, cercare di dare giustificazioni “bizantine” a tali scorretti e assurdi atteggiamenti. Sia lodato Gesù Cristo!!!

Anonimo ha detto...

Anche io ho notato che nella mia parrocchia e in quelle circostanti non si è fatto il minimo accenno al Motu proprio, nè nel giorno della pubblicazione, nè nell'entrata in vigore. D'altra parte non mi sono stupito più di tanto perchè non ho mai sentito nelle chiese che frequento citare il papa. Credo che parlare dell'attività del Papa, delle sue decisioni e della chiesa intera ai fedeli delle parrocchie non sia un male, anzi si amplifica il senso della cattolicità. Se io non leggessi questo blog e i discorsi stessi del papa, non saprei nulla del papa e mi sarei perso una buona via per accrescere la mia fede.

E' indubbio che c'è paura da parte dei vescovi, si fa di tutto per non parlarne. Rimane l'interrogativo: perchè?? Perchè non provare a parlarne, a discutere? Perchè non spiegare ai fedeli? Forse siamo troppo "bassi" per capire?

Concludo dicendo una cosa: oggi ho incontrato un mio amico seminarista che mi ha raccontato che la settimana scorsa è andato a Roma e all'udienza ha salutato il papa che gli ha fatto i complimenti e auguri per il suo cammino e l'ha benedetto. Ha detto che è stato un momento molto bello. Poi è stato nel negozio dove fanno gli abiti al papa per farsi preparare la talare su misura e gli hanno fatto vedere la mozzetta tutta bianca in ermellino che stanno preparando per il papa che indosserà la settimana dopo la pasqua.

Ciao a tutti! Marco

Anonimo ha detto...

Io intanto, da ex atea convertita da GPII e BXVI, non verserò più l'8x1000. Questi ultimi exploits hanno potuto, dove non poterono tanti biechi attacchi. Mi spiace solo per i pur tanti buoni pastori.
Ho l'impressione che stiamo entrando in un dolorosissimo e chissà quanto lungo, tempo di purificazione. Che Dio aiuti la Chiesa Cattolica.

Anonimo ha detto...

caro francesco,
non sono sicuro di capire il tuo ragionamento: se il Summorum è marginale, perché il Vescovo di caserta di scomoda a proibirne l'applicazione?
E perché la critica al parroco che esibisce la propria obbedienza? Che cosa doveva fare? Disubbidire? Forse poteva, giacché la proibizione del Vescovo è contraria al diritto e, perciò, illegittima. Ma per amore dell'unità ha preferito sottomettersi.
Quanto al modo di presentare le cose, potrebbe essere indecoroso se fosse falso. Lo è? Non è vero che il Vescovo ha proibito la celebrazione? Può darsi benissimo, come può darsi benissimo che non abbia pronunciato parole irrispettose contro l'uso del latino della liturgia. Perché, se l'avesse fatto, avrebbe offeso non solo chi ama il rito di san Pio V, ma anche chi celbra in latino con il Messale di Paolo VI. Le abbiamo ascoltate tutti le Messe in latino celebrate a San Pietro da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, no?

mariateresa ha detto...

cara amica,le domande sono tante,io non ho tante risposte.
Dal mio modesto punto di vista dico che questa volta Francesco dice una cosa saggia. Non dare troppo risalto alle resistenze può essere un atto di saggezza. Guardate che al giorno d'oggi qualsiasi tensione all'interno della Chiesa, alla fine normale e infine segno di vitalità,viene enfatizzata come fosse uno scisma. Ma non è così,almeno io non lo credo.
Qualcuno ha forse fatto indagini quando si è applicato il messale di Paolo VI? Guardate che mica tutti erano contenti,anzi.
Anche in questo caso non prendiamo troppo alla lettera i giornali che mescolano nel torbido su tutto, potevano trattenersi in un'occasione come questa?
Insomma, mi sembra veramente presto,dopo 48 ore, per fare dei bilanci.Io dico che bisogna attendere e applicare a tutto il filtro della critica intelligente.
Poi,sono la prima a dire che certi episodi fanno dispiacere, ma non mi sento ancora di andare oltre,nel mio giudizio. Nella mia città si dice questa messa in tre posti.
E' tutto tranquillo.Nella Chiesa dove sono stata stamattina si celebra e con successo.
Diamo tempo al tempo.
Resistenze, dubbi ,sarcasmi sono normali, la Chiesa nostra madre è fatta così.Ma il Signore è più grande di tutte le nostre piccole beghe umane e sono sicura che la sta ancora guidando con amore.
E, non so perchè,sono convinta che papa Benedetto è il più tranquillo di tutti.

Anonimo ha detto...

caro sig. Francesco,
si vede che lei è solo un modernista che, come tutti gli altri, sminuisce la portata di questa decisione papale. E' chiaro, lo fate perché avete paura, altrimenti: che problema ci sarebbe a concedere a quattro gatti (come credete che siano coloro che desiderano il rito tridentino) una S. Messa? Se sono pochi e se non hanno alcun peso, a che pro ostacolarli? E perché un sacerdote dovrebbe obbedire ad un vescovo che esercita arbitrariamente la propria potestà disciplinare, in contrasto con la somma autorità della Chiesa, ossia il Papa? Non è che voi guardate solo una faccia del problema? Non è che vi attaccate ai vescovi (soprattutto italiani) perché in essi trovate degli alleati?
O forse si riconosce in quegli pseudo-conservatori che ritengono che obbedire, a qualunque costo, al diretto ed immediato superiore, sia sempre l'unica cosa buona per evitare gli scandali? Noi altri preferiamo ancorarci al soglio di Pietro, unico vero garante della Tradizione e della Fede.

Luisa ha detto...

Francesco...Francesco...Francesco.... dunque secondo lei non c`è nessun ostruzionismo nè resistenza dei vescovi....l`ho vista con argomenti più sottili che raramente condividevo,ma che sempre ho letto con interesse e che talvolta mi hanno persino fatto riflettere.....ma negare l`evidenza....fare come se non si vedesse, non si sentisse e non si potesse o dovesse parlare ( le 3 scimmie....) .
Chi sta creando problemi? Chi sta dando la triste immagine di una Chiesa dove vescovi si
permettono di disubbidire al Santo Padre ? Chi occupa i media, chi si esterna? Chi prende la parola o scrive per dire che questo Motu Proprio a loro non interessa ? Chi da questo indecoroso spettacolo di insubordinazione? Chi?
La realtà è sotto gli occhi di tutti ...e mi permetta di dirle che i fissati se non esaltati, sono appunto questi vescovi che credono avere il diritto di rifiutare ai fedeli cio che il Santo Padre ha concesso loro.
E i fedeli dovrebbero tacere? Accettare?
Lei dice che si dovrebbe passare sopra... passare
sopra che cosa?
Per favore non sono i fedeli ad attaccare i vescovi ...sono certi vescovi che chiudono il loro cuore di pastori, rifiutando di accogliere l`invito di Benedetto XVI e questo è grave.
Per favore non intervertiamo i "ruoli".
E perchè i media cattolici non ci parlano di quelle parrocchie dove tutto funziona, dove il Motu Proprio è applicato ?
Posso capire che non diano spazio ai vescovi ribelli, per questo c`è la stampa laica alla quale questi vescovi si rivolgono,ma perchè non consacrare qualche servizio intervistando fedeli, parroci,vescovi che con serenità applicano il Motu Proprio?
Sono felice di poter dire che qui in Svizzera tutto procede con ordine e serenità. e mi sembra anche in Francia.
L`assistere anche se da lontano a queste resistenze in Italia mi rattrista .

Anonimo ha detto...

Non ho mai assistito a uno spettacolo più indecoroso di vescovi che si permettono di deridere un atto del papa.
La chiesa è spaccata e lo è da tempo solo che ora Ratzinger ci ha svegliati.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, condivido come sempre quello che hai scritto. Ti posso dire che a questo proposito ho scritto una lettera ad Avvenire l'altro giorno, ma dubito che la pubblicheranno. Ho criticato proprio questa forma di ostruziosimo; ho anche spiegato che molti fedeli come me desideravano proprio questo provvedimento del Papa perchè arcistufi dell'approsimazione di certe celebrazioni che non hanno più il sapore del sacro tanto sono state "stravolte" dall'approssimazione dei celebranti. Ripeto: sono sicura che non la pubblicheranno. Ciò nonostante sono convinta che noi laici dovremmo alzare la voce: pensa che bello se per esempio ad Avvenire giungessero tante lettere di protesta per questo stesso motivo! Sarebbe un altro canale praticabile. Dimostrerebbe che una buona parte del laicato, o una parte consistente di esso, oltre ad appoggiare in tutto il Papa e a condivederne ogni singolo passo è nauseato da chi, anche all'interno della Chiesa, pensa solo a remare contro. Che ne dite?
Alby

euge ha detto...

Carissimi, innanzi tutto complimenti Raffaella e ricordati che avrai sempre il nostro sostegno come sempre lo deve avere senza riserve Papa Benedetto soprattutto in questo momento....!
Don Francesco lei non cambierà mai ma, nessuno mai lo chiederà stia tranquillo; continui pure serenamente se la sua coscenza lo permette, e dire ad alta voce che i vescovi non fanno ostruzionismo e che il problema dell'applicazione del Summorum pontificum nelle parrocchie è un proble marginale. Non credo che il rispetto e l'osservanza delle disposizioni del Papa sia un problema marginale. In questo documento, si da la possibilità ai fedeli di conoscere il rito tridentino che a lei sta tanto sullo stomaco ( chissà perchè poi )ed è giusto che i fedeli lo conoscano e lo apprezzino ;lo vuole capire una volta per tutte oppure no che fa parte della tradizione della chiesa e che il Concilio Vaticano II che lei sbandiera a sproposito non lo ha mai abolito ne vietato???????? La chiesa caro Don Francesco se è vista ed intesa come il corpo mistico di Cristo non può e non deve dividersi su questi argomenti ed i signori Vescovi devono l'obbedienza al Papa quanto lei e più di lei. La sua presunzione di sapere senza dubbio cosa è giusto e cosa no sinceramente ora sta passando il limite almeno per quanto mi riguarda. Anche in un'altro post ha avuto parole di critica verso Mons. Fisichella non le sembra di esagerare un tantinello??????? Sono sicura che tra un pò sarà capace di rimproverare anche Sua Santità Altro che prosciutto sugli occhi lei ha dei paraocchi mostruosi dati dalla sua arroganza che non le permettono di condurre un dialogo sereno seza offendere, criticare ed imporre il suo pensiero. Si ricordi che chi desidera la messa tridentina, non è a tutti costi un lefevriano ne un pazzo fanatico esaltato è soltanto un fedele che vuole conoscere questo rito e ne ha il diritto di farlo. Lei che si sente tanto al passo con i tempi, e sostenitore di una falsa figura del Concilio Vaticano II, ha la mente più chiusa ed è più intollerante di un tradizionalista Doc. Eugenia

paola ha detto...

cara Raffaella,in effetti non si capisce perchè questo motu proprio faccia tanta paura e sopratutto perchè vescovi si ribellino apertamente nonostante la paterna lettera di accompagnamento del documento.Personalmente apprezzo tantissimi frutti del concilio ed io stessa animo col canto e la chitarra la liturgia eppure penso che questa decisione del Papa venga a ricucire tanti strappi e possa portare una grande dignità alla liturgia e recuperare la sublimità del gregoriano.Per motivi anagrafici non ho nessun ricordo della messa in latino(mio padre ne era un nostalgico ed oggi avrebbe gioito)perciò mi piacerebbe parteciparvi,ma mi è stato risposto dal sacerdote che non avverrà mai,perchè sarebbe
voler negare il concilio.E' assurdo dal momento che il giovane Ratzinger il concilio l'ha vissuto tutto ed in prima persona come consulente teologico del card.Frings.Credo anche che la Chiesa sia piena di fratelli maggiori ipocriti,tanto per rimanere al tema del Vangelo di oggi,e che l'allora card.Ratzinger sia stato un vero profeta denunciando la sporcizia della chiesa durante la via crucis,Paola

Luisa ha detto...

Per chi legge il francese, mi permetto di riportare qui il comunicato dei vescovi svizzeri che annunciano le direttive di applicazione del Motu proprio.

Motu Proprio „Summorum Pontificum“

La Lettre apostolique en forme de Motu Proprio « Summorum Pontificum » entre en vigueur le 14 septembre 2007. Pour répondre à l’autorité qui leur est confiée et à la responsabilité qui est la leur vis-à-vis de la liturgie, rappelées par le Pape Benoît XVI dans son Motu Proprio, les six évêques diocésains et les abbés de St-Maurice et d’Einsiedeln ont édicté des directives pour son application. Celles-ci doivent aider chaque croyant attaché à la forme liturgique antérieure à pouvoir suivre des messes qui se déroulent selon la forme extraordinaire (appelée souvent jusqu’à présent « Messe de St-Pie V »), autant que possible dans le cadre des possibilités existantes Ces directives seront publiées ces prochains jours par les autorités compétentes à l’intention des Eglises locales, et entreront immédiatement en vigueur.

Chiaro, semplice e efficace.

Anonimo ha detto...

Il nostro Papa sta facendo chiarezza su tante situazioni che credevo idilliache ed invece erano solo in un limbo. Ratisbona sullo stato del dialogo interreligioso, ed il M.P. sullo stato della Chiesa, sinceramente non pensavo che vescovi arrivassero a tanto, posso dirlo?...mi vergogno... e preghero' intensamente per la barca di Pietro....piena di tarli del legno.. saluti

francesco ha detto...

e offese personali, ovvio, non rispondo
alle questioni poste dico solo che un atteggiamento seriamente cattolico mi spinge a guardare all'unità dei vescovi col Papa anche quando questo sembra non esserci... sapendo che si pongono su livelli diversi di autorità: l'una è universale l'altra è la sua "traduzione" locale che deve tener conto dei problemi propri di una zona, di un gruppo di fedeli ecc.
ora posso comprendere che alcuni Vescovi (per mancanza di sensibilità o di prudenza? per problemi seri che non possono stare a spiegare all'opinione pubblica? per altri motivi? non possiamo giudicare) possano prendere decisioni che possono deludere le attese di chi voleva assistere ad una Messa col rito del '62... e senza essere contro il Papa, ma nella legittima potestà (e dovere) che deriva dal loro ministero
allora apprezzo più chi coglie questa continuità (si potrebbe parlare di ermenutica della riforma o - del rinnovamento nella continuità a livello sincornico e locale) che quelli che reggono il gioco della divisione interna della Chiesa
al posto del mons. di Caserta sapete cosa avrei fatto? avrei scritto o parlato al mio vescovo in forma privata, chiedendo i motivi e le ragioni della proibizione... ai fedeli avrei detto: "il nostro Vescovo non ritiene che ci siano ancora le condizioni necessarie per la celebrazione a norma del motu proprio aspettiamo ancora e preghiamo perché siano tolti gli ostacoli"
così, mi pare, si ami la Chiesa, si serva l'unità al suo interno e si difenda dagli attacchi esteriori...

Anonimo ha detto...

Il vescovo di Caserta ha detto che la messa in latino è una distorsione dal fatto religioso e che stordire i fedeli con immagini sacre è coreografia, teatrino, cornice estetica.
Se ha detto veramente queste cose deve dimettersi.
Il prete di Sant'Anna ha fatto bene a denunciare il vescovo che vuole che si obbedisca senza discutere ma lui è esentato da questo obbligo-

sg ha detto...

Complimenti a Raffaella per le sue riflessioni, le condivido in pieno.

A Francesco: in tutta franchezza, cercare come sta facendo lei di dare la colpa "al prete che esibisce la propria obbedienza e sottilmente insinua quella del proprio Vescovo", mi pare un volersi arrampicare sugli specchi.

Lei pare suggerire che ad attizzare la discordia sarebbe chi chiede il rispetto di ciò che il Papa, Supremo Legislatore della Chiesa, col Motu Proprio ha sancito, e non chi impedisce e contrasta l'applicazione delle chiarissime norme in esso contenute: mi sembra che siamo al rovesciamento della realtà.

'Summorum Pontificum' sancisce la liceità di celebrazione in forma pubblica con il Messale del'62 per ogni sacerdote, senza richiesta di permesso ulteriore ad alcuno se non al parroco (per le messe private non serve neanche questo).
Al parroco, non al Vescovo: un Vescovo che proibisce (come già è accaduto in questi 2 giorni) una celebrazione in forma straordinaria non esercita, come sostiene lei, una sua "legittima potestà", bensì commette un sopruso palese contro la volontà del Santo Padre chiaramente espressa nel Motu Proprio.

E' più che legittimo lamentarsi dell'immagine divisa della Chiesa che ne esce, e che come dice lei fa il gioco degli anticlericali (anche se, le confesso, quello che gli anticlericali possono sostenere non è la mia primaria preoccupazione: ciò che mi sta a cuore è l'integrità della Chiesa sic et simpliciter).
Lamentiamocene con quei Vescovi di cui stiamo parlando.

Anonimo ha detto...

Pontificia Commissione Ecclesia Dei
Pontificia Commissio Ecclesia Dei
Palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede, Piazza del Sant'Uffizio, 11 - 00193 Roma
Tel. (06) 69.88.52.13 - 69.88.54.94 - Fax 69.88.34.12 - posta elettronica: eccdei@ecclsdei.va

Presidente: Sua Em. Rev.ma Cardinale Darìo Castrillòn Hoyos (Piazza della Città Leonina, 1, 00193 Roma - tel. 68.30.70.88)
Segretario: Rev.mo Mons. Camille Perl (Via di Porta Angelica, 63 - 00193 Roma - tel. 687.48.30)

francesco ha detto...

caro cornelio...
il Summorum permette la celebrazione privata non quella pubblica...
la disciplina di questa è legata ad alcune condizioni e, chiaramente, alle disposizioni degli Ordinari... male ha fatto un prete a usare un documento del Papa per manifestare forse del risentimento verso il suo Vescovo... non mi pare arrampicarsi sugli specchi...
io capisco che ormai nella Chiesa sembra che siamo tutti uguali, ma appunto la Chiesa è gerarchica e ha diversi luoghi dove si struttura... il Papa ha un''autorità" universale, ma sono i Vescovi, successori degli apostoli, che hanno il dovere concreto della legislazione ecclesiastica nella propria diocesi... a livello pratico la fedeltà va prima al proprio Vescovo e poi al Papa... se uno pensa che le decisioni del proprio Vescovo non siano giuste o addirittura contro quelle universali ha gli strumenti dei ricorsi alle Congregazioni pontificie... sinceramente questo mettersi a giudicare i Vescovi non aiuta la serena applicazione del motu proprio e rischia di farne un boomerang proprio per chi si auspica una maggiore diffusione della liturgia del 1962...
francesco

Anonimo ha detto...

Consiglio a francesco di rileggersi il motu proprio: forse quando il 7 luglio l'ha letto schiumava di rabbia e si è perso qualche passaggio.
"il Summorum permette la celebrazione privata non quella pubblica" ??????? Forse abbiamo letto due testi diversi.
"la disciplina di questa è legata ad alcune condizioni e, chiaramente, alle disposizioni degli Ordinari" NOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! L'ha capito o no che -visto che molti eminentissimi Ordinari hanno fatto di testa loro per anni- il Papa ha revocato a sé (trasmettendola ai parroci, senza passare per i Vescovi) la decisione di utilizzare il Messale del '62 (non per capriccio, ma se un gruppo di fedeli lo richiede) ?????????
Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. Si vada a rileggere il motu proprio, la lettera di accompagnamento e i discorsi del Card. Castrillón (che in questa materia ha una certa autorità..) degli ultimi mesi.
Se non è convinto scriva al Papa per protestare, però se vuole dialogare lo faccia partendo da fatti oggettivi, non da libere -distorte- interpretazioni personali

Ignazio

Anonimo ha detto...

Non condivido le idee di francesco, ma non condivido neppure gli attacchi dell'anonimo che lo accusa di modernismo.
Effettivamente, il modo di seminare divisioni è proprio questo: invece di discutere serenamente il punto specifico in questione, l'anonimo accusa genericamente l'interlocutore di eresia.
Non vedo traccia di modernismo nelle argomentazioni specifiche di francesco.
Vedo invece una lettura inadeguata del motu proprio. Il sacerdote celebrante non ha bisogno di chiedere il permesso del Vescovo per celebrare con la forma straordinaria, cioè col Messale del 1962, né in pubblico né in privato. In pubblico sorge, è ovvio, la necessità di coordinare le celebrazioni per non costringere nessuno a seguire la forma straordinaria.
Al Vescovo compete vigilare per garantire il diritto dei fedeli ad accedere alle ricchezze della forma ordinaria o di quella straordinaria della liturgia. Non gli compete decidere se è opportuno o no concedere l'uso del Messale del 1962. L'uso è già stato concesso dal Papa. Non gli compete proibire la Messa col rito straordinario a un gruppo di fedeli convenuti allo scopo.

Anonimo ha detto...

caro francesco,
pur apprezzando il tuo tono pacato, muoverei un appunto alle tue parole: se scrivi che "male ha fatto un prete a usare un documento del Papa per manifestare forse del risentimento verso il suo Vescovo", non fai forse un processo alle intenzioni? Nelle parole del prete in questione non vedo accuse al vescovo, né tanto meno vedo che il risentimento sia il suo movente.
Se evitassimo di fare processi alle intenzioni, penso che la discussione guadagnerebbe in profondità.

Anonimo ha detto...

Dico semplicemente due cose diverse tra loro.
1. Il sacerdote ha obbedito al suo Vescovo. Mons. Nogaro non sa che che oltre ad esigere, giustamente, obbedienza la deve anche lui al Papa?
2. Lo sapevate che è arrivato durante la Settimana Liturgica del CAL il perentorio ordine di non trattare del Motu Proprio?

sg ha detto...

Francesco,
è sorprendente che lei continui a sostenere che la fedeltà sarebbe dovuta prima al Vescovo, e poi al Papa: prima, cioè, all'Autorità particolare, poi a quella generale. E', in realtà, ben noto il principio giuridico che vede la legge generale prevalere sempre su quella particolare: questo vale, ovviamente, anche per quanto riguarda il diritto canonico.

Il problema principale della sua impostazione è che, con quello che sostiene, lei parrebbe così limitare l'Autorità del Papa (perché la virgoletta?) a un generico primato morale e di riferimento, lasciando l'esercizio pratico del potere ai Vescovi, creando sì, a questo punto, le premesse per un contrasto ed una divisione nell'esercizio di tale potere, che invece è uno solo: spero si renda conto dell'enormità fuorviante dell'idea che così insinua.

Il Papa è Autorità Suprema della Chiesa, anche da un punto di vista legislativo: e la fedeltà è dovuta alla Sua persona, e a quella dei Vescovi che esercitano la loro autorità *in unità col Papa*. Perché, come le ricorda anche don Marco, è curioso il suo richiamare al principio gerarchico quando si parla dei Vescovi, sorvolando su chi, tra tali Vescovi, sembra scordarsene, quando si parla del Papa, a loro evidentemente superiore gerarchicamente, e da cui gli stessi Vescovi derivano la loro legittimità gerarchica.

Il concetto generale mi pare chiaro, e suscettibile di proficue riflessioni, a proposito dei miseri fatti di cui stiamo parlando.

Quanto al caso particolare: le hanno già risposto chiaramente in tanti, per ultimo Claudio. 'Summorum Pontificum' cambia la precedente disciplina dettata da 'Ecclesia Dei' proprio nel fatto che toglie ogni necessità di indulto vescovile sulla celebrazione secondo il Messale del '62.
E questo, con sua buona pace, sia per quanto riguarda la celebrazione privata che per quella pubblica: la sola cosa dovuta, solo per quest'ultima forma, è ovviamente il permesso del parroco, e ripeto, del parroco soltanto.
Lo vogliamo capire che dal 14 settembre le 2 forme, ordianria e straordinaria, dell'unico Rito Romano hanno pari dignità, legittimità e liceità di celebrazione? E che nessuno si sognerebbe - giustamente - di tirar fuori pareri vescovili a proposito della forma ordinaria? Perché, allora, tanta ritrosità per quella straordinaria?
Ognuno si risponda a queste domande come meglio crede, ed esamini se la risposta è consonante con la chiara volontà del Papa. Di più, non mi sembra si possa dire.

euge ha detto...

Grazie Cornelio per il tuo post completo ed articolato però il vero problema e che tutto quello che tu hai esaurientemente spiegato e che sappiamo, in certi casi anzi in molti casi non viene recepito ma, non perchè non si comprende l'argomento ma, perchè c'è una volonta a non comprenderlo oltre a questo ovviamente c'è anche la volontà di creare divisione proprio sotto il Pontificato di Benedetto XVI ( guarda caso!!!!!!) vedi la continua insubordinazione di certi vescovi e di qualche cardinale!!!!!!
Eugenia

Caterina ha detto...

Salve,ho letto con molto interesse i vari post e vorrei portare la mia testimonianza di parrocchiana di Milano centro.La situazione,a dir poco , e' desolante!
Vi sono alcune chiese dove i fedeli sono molti perche' vi sono preti in gamba,altre dove c'e' il deserto,come quella della mia parrocchia,dove e' giunto un prete (non parroco,come tiene a precisare lui)che ha allontanato i fedeli in tutti modi.Quale e' stato il risultato? E' stata assegnata la nostra chiesa parrocchiale ai polacchi e la restante chiesa praticamente ai filippini che sicuramente avevano bisogno di un luogo dove trovarsi,ma in questo modo si e' creata una scissione razziale e linguistica.Che c'entra col Motu proprio? C'entra eccome!Se la Messa fosse celebrata in latino,tutti potrebbero assistervi anche di nazionalita' diverse e non si creerebbero la chiesa dei filippini,dei polacchi ecc.
Ho avuto molta speranza quando ho appreso del MP ed attendevo il 14 settembre.Quale non e' stata la mia delusione quando ho letto cio' che ha detto
l'Arcivescovo!Incredibile ed inaccettabile in questo mondo globalizzato!
Purtroppo Milano mi pare sostanzialmente indifferente di fronte a tutto questo.Vorrei tuttavia dire alla Curia milanese che non e' affatto vero che a nessuno interessa la Messa in latino.Non contero' nulla,ma a me,si!

Anonimo ha detto...

Cara Caterina, dal 30 di agosto - data del post accusatorio di un certo Giovanni nei confronti di Crismon sul blog di Tornielli - mi sono incuriosito e collegato tutti i giorni per vederci chiaro e toccare con mano come San Tommaso. Ho avuto modo così di appurare che le accuse mosse da Giovanni erano più che infondate e di leggere tutti i tuoi post - compreso quello di oggi delle 11,52 - che mi sarebbe piaciuto condividere pure in questo blog. Ho seguito anche i preparativi al fatidico 14 settembre e, credimi, mi è spiaciuto molto apprendere che tutto sia andato in fumo. Comunque spero solo che l’ostilità di certi vescovi al M.P. del Santo Padre, si riveli un bel boomerang con tutte le conseguenze del caso!!!

francesco ha detto...

che il vescovo Nogaro non abbia obbedito al Papa è tutto da dimostrare... ha semplicemente esercitato una sua legittima (e forse anche doverosa) potestà...
l'atteggiamento del suo presbitero mi pare provocatoria e poco "comunionale": conoscendo il modo di agire dei miei confratelli è facile leggere dietro l'obbedienza una forma di discredito dell'autorità episcopale... come ho detto meglio avrebbe fatto a chiarire a tu per tu col suo vescovo le ragioni del diniego senza fare rumore pastorale e mediatico...
nella Chiesa l'autorità del Papa e suprema, ma è anche universale (a meno che non intervenga Egli stesso esplicitamente in questioni locali o particolari)... chi ha la responsabilità - come pastore proprio dice il Codice - è il Vescovo, anzi perfino il parroco... ora mi pare che solo l'ignoranza del diritto ecclesiale possa far leggere il Summorum come una sorta di superamento dell'indulto di Giovanni Paolo II: in realtà il Papa si affida all'autorità propria dei parroci nel discernimento delle situazioni che rendono possibile (dunque anche non possibile) l'uso della forma extra ordinaria del rito romano... ma l'autorità dei parroci, a differenza di quella dei vescovi che è originaria, sebbene sia propria è comunque soggetta alle decisioni episcopali...
magari Raffaella potrebbe chiarire meglio, se lo sa, queste questioni giuridiche la cui ignoranza rischia di fare del motu proprio un annullamento della dimensione gerarchica della Chiesa...
facendo diventare fondate le perplessità di alcuni Vescovi... che si vincono precisamente restando pienamente nelle logiche della struttura gerarchica della Chiesa...
sinceramente sono abbastanza preoccupato (e addolorato) di sentire parlare son sufficienza e "male" di mons. Tettamanzi o di altri presuli... e forse anche Benedetto XVI lo sarà...

Anonimo ha detto...

Se il Summorum Pontificum non e' un superamento dell'indulto di Giovanni Paolo II, che cos'e'?
Non a caso, nell'ultimo articolo del motu proprio si stabilisce che tutte le norme precedenti sono abrogate. Nel caso di Caserta c'era un gruppo di fedeli, c'era un sacerdote idoneo ma tutto cio' non e' bastato.
Mi pare che il vescovo, pastore di anime, sia chiamato a risolvere i conflitti fra fedeli e parroco. Puo' un vescovo impedire la celebrazione secondo il rito tridentino quando c'e' un sacerdote e ci sono dei fedeli? E' mio parere che si vada oltre la lettera del motu proprio e infatti penso che la commissione Ecclesia Dei fara' gli straordinari.
Nel caso di Caserta non e' stato il parroco a chiamare i giornali, ma uno dei fedeli che ha mandato una mail ai giornali.
Che scelta aveva, del resto, questo sacerdote? Probabilmente i fedeli avranno chiesto spiegazioni e giustamente egli ha risposto.

sg ha detto...

Francesco,
la ringrazio per averci spiegato che 'Summorum Pontificum' non è un superamento dello stato di cose precedente: evidentemente, lei è il solo ad aver capito come stanno le cose, e tutto il resto del mondo sta discutendo sul nulla da 2 mesi.
Mi pare chiaro che lei ha delle opinioni preconcette sul Motu Proprio, che le impediscono, come ormai evidenziato da più interventi, di cogliere persino la lettera di 'Summorum Pontificum'.
Che dire? Continui pure la sua battaglia: quanto a me, ritengo superfluo proseguire in una discussione la cui inutilità è ormai evidente.
Continui a preoccuparsi di sentir parlar male di taluni Vescovi: che io preferisco preoccuparmi di sentir parlar male del Papa.

Anonimo ha detto...

Caro don Francesco, quello che Le avrei detto io, lo ha scritto chiaramente e molto bene Cornelio.
Sia lodato Gesù Cristo!

francesco ha detto...

anche a me pare che la discussione giunga ad uno stand by
vorrei solo chiarire la questione del superamento che è da intendersi all'interno della questione dell'autorità... il Summorum non scavalca i vescovi per dare un permesso ai preti, in tal senso non è un superamento della Ecclesia Dei, ma fa riferimento in maniera chiara alla doverosa responsabilità e corresponsabilità dei vescovi e dei parroci... ed è questo che non si coglie e che rischia di dare un'interpretazione democratizzante ad una disposizione chiara e lineare del Papa, che non ha in nulla inteso sostituirsi all'autorità degli Ordinari...
ma mi sembra che c'è chi ha preso questo motu proprio come fosse un nuovo dogma di fede... e non riesce a comprendere che ci sono delle legittime e - aggiungo sempre - doverose prese di distanza in ragione delle situazioni locali

Anonimo ha detto...

caro francesco,
non capisco perché ti accanisca contro il sacerdote che voleva celebrare la Messa con il rito di san Pio V, attribuendogli intenzioni opposte all'obbedienza. Per non incorrere in giudizio temerario dovresti citare parole o atti di disobbedienza del sacerdote in questione, non di obbbedienza. Non mi basta che citi come fonte la tua conoscenza del modo d'agire dei confratelli. Non mi sembra corretto sottrarsi all'onere della prova ricorrendo a una generalizzazione gratuita, che getta indiscriminatamente discredito sui tuoi confratelli. Non era proprio quello che dicevi di voler evitare?

brustef1 ha detto...

Nel riaffermare, con dispiacere, quanta mancanza di carità -nel senso più ampio del termine- si ravvisi in vescovi come Nogaro (lo chiamo così perché immagino ritenga "coreografico" il titolo di monsignore), che avrebbe rifiutato esequie cristiane ai Caduti di Nassyria, noto con altrettanto dolore che anche nella prassi pastorale di alcuni "operatori ecclesiologici" -meno famosi del vescovo di Caserta perché meno adusi a utilizzare i media come megafono- vi sia la quasi totale mancanza della Virtù cristiana, oltre che di umana delicatezza. Un esempio. Tre mesi fa moriva improvvisamente e prematuramente una mia carissima amica, fervente cattolica e grande benefattrice (lo si è scoperto dopo) dei poveri e della propria parrocchia. Il parroco, celebrando la Messa esequiale, ha annunciato agli esterrefatti presenti che non avrebbe benedetto la tumulazione della salma, per un motivo che non ho capito, ma che partiva dalla considerazione che il cimitero è "comunale". Ha anche aggiunto con sarcasmo: "qualche vecchio prete lo farà ancora, io no". Conoscendo la devozione della mia amica, animatrice, tra l'altro, di gruppi di preghiera e promotrice di pellegrinaggi, ho provato un dolore altrettanto grande di quello per la sua morte. Avrei voluto scrivere al vescovo, ma mi sono trattenuto perché così, a caldo, mi sarebbe sembrata una delazione. Ora però, anche per scongiurare la replicazione dei Nogaro, lo vorrei fare. Sarò grato di ricevere qualche consiglio in merito dagli amici del blog.

euge ha detto...

Per Cornelio grazie per la tua risposta ma, devi sapere che con Don Francesco, questa disputa dura da quando fu annunciato il Summorum Pontificum. In quell'occasione basta andarsi a rileggere i post più vecchi, non solo egli parlò di un Papa pressato dai conservatori ( cosa assai grave perchè Benedetto XVI non è il tipo di lasciarsi piegare), ma addirittura di sse che forse questa decisione che già Francesco vedeva di malavoglia, potesse essere simile ad una tentazione o ad un tranello teso magari da satana o da chissà quale demone. Questi sono stati i livelli di discussione in passato. Più di una volta, abb9iamo spiegato con somma pazienza che però ora è terminata, che non tutti i fedeli desiderosi di assistere alla celebrazione con il Messale del 62 sono da considerarsi invasati o seguaci lefreviani ma, come vedi a nulla è servito. Non è servito a nulla, neanche far notare a Francesco che dovrebbe saperlo, che il rito tridentino non è mai stato ne abolito ne vietato da quel Concilio Vaticano II ( molto male interpretato ed usato a sproposito contro il Papa prima da Politi e poi da Melloni) che assomiglia più ad un 68 clericale, che non ad un miglioramento in linea con la tradizione e con la continuità. Per giunta la sua arroganza di voler imporre il proprio pensiero è talmente inaccettabile, che è quasi impossibile come tu hai notato, discutere serenamente con lui. Papa Benedetto XVI, ha dato questo Motu Proprio, per l'unità della chiesa non per la sua divisione semmai chi divide sono tutti quei vescovi che non aspettavano altro che creare problemi a Benedetto XVI magari sono gli stessi che lo criticavano quando era ancora il Cardinale Joseph Ratzinger. Caro Francesco mi dispiace moltissimo che lei continui in questo suo atteggiamento di ostilità non solo verso il Motu Proprio ma, di riflesso, verso chi lo ha dato ai vescovi ed ai fedeli tutti con tutto l'amore e attenzione possibile. Eugenia

Caterina ha detto...

Perdonate la mia ingenuita' ma continuo a non capire come si possa,con motivazioni opinabili,disattendere cio' che ha chiesto,peraltro in modo estremamente flessibile e non perentorio il Papa!
Non ci saranno motivazioni ideologiche dietro questo modo di procedere???
Perche' i Vescovi ed il mio, per quanto molto poco visibile e soprattutto incisivo e' Mons.Tettamanzi(mi dispiace per chi ha detto che e' stanco di sentirne parlare male....io non ne sento parlare proprio!),perche' non ha fatto un'indagine per capire le opinioni e il pensiero dei fedeli milanesi?
Perche' poi fare distinzioni fra rito romano ed ambrosiano,ponendo l'accento sulle differenze:questo te lo gestisci tu (romano),quello(ambrosiano) me lo gestisco io...
Assurdo,soprattutto se si considera che,a 500 metri da una chiesa che segue il rito ambrosiano ce n'e' una che segue quello romano!
Suvvia,siamo seri,qui non si tratta di critiche alla Chiesa,ma di perplessita' di fronte a certi comportamenti!

Anonimo ha detto...

Caro Brustef1, ho provato a mettermi nei tuoi panni, ma con tutta sincerità, non sono arrivato a nessuna conclusione. Da cristiano, mi viene da suggerirti il perdono, poi vedi un po’ tu. Magari, se ce l’hai, parlane con sacerdote di tua fiducia che sicuramente saprà consigliarti meglio di chiunque altro!

brustef1 ha detto...

Ringrazio Gianpaolo per l'attenzione e per il consiglio. Però, al di là del perdono e della doverosa preghiera per l'"operatore ecclesiologico" in questione (chiamarlo sacerdote mi sembra improprio, visto che non si è preoccupato di amministrare "scandalosamente" il sacro -di fronte al laicismo imperante non c'è nulla di più scandaloso del sacro-, bensì di essere "politicamente corretto"), riterrei più opportuno che facesse un altro mestiere.