17 settembre 2007
Strano articolo di Ignazio Ingrao (Panorama): una fronda di cardinali contesta il Papa in accordo con i Protestanti
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Leggiamo insieme questo articolo di Ingrao per Panorama. Seguira' il mio commento.
R.
È partita in Transilvania la fronda anti Ratzinger
IGNAZIO INGRAO
sante opposizioni Nel cuore della Romania, all’assemblea delle Chiese cristiane, ortodossi, protestanti ma anche cattolici contro la linea di Benedetto XVI.
Arriva dal cuore dell’Europa la nuova sfida a Papa Ratzinger. In questi giorni a Sibiu in Romania, capitale della cultura europea per il 2007, si ritrovano oltre duemila delegati di tutte le Chiese cristiane del continente. Sono cattolici, evangelici, riformati, anglicani, ortodossi, valdesi, pentecostali, per un totale di circa 300 diverse denominazioni confessionali. Sono riuniti fino al 9 settembre per l’Assemblea ecumenica europea, organizzata dal Ccee (Consiglio delle conferenze episcopali europee), che riunisce i 34 episcopati cattolici del Vecchio continente, e dalla Kek (Conferenze delle Chiese europee) a cui fanno capo 125 Chiese ortodosse e protestanti. Sono arrivati il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, e il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I; il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, Wolfgang Huber, il metropolita Kirill, inviato del patriarca di Mosca, Alessio II, e il presidente della Commissione europea Manuel Barroso.
Eppure l’atmosfera è molto diversa da quella che si respira in Vaticano in simili occasioni. Decisamente più rilassata e informale: poche cerimonie e tanta voglia di conoscersi e dialogare. Per ospitare i lavori, invece di un auditorium gli organizzatori hanno preferito un immenso tendone. Ridotti al minimo i saluti e le relazioni ufficiali. Gran parte dell’assemblea si articola in forum di discussione su nove temi che spaziano dalla teologia alla politica: si parla di unità dei cristiani e spiritualità, ma anche di costruzione dell’Europa e tutela dell’ambiente. Ci sono poi una miriade di incontri informali tra i diversi rappresentanti delle Chiese: al Caffè Ruth si discute del ruolo della donna nella Chiesa; a Casa Teutsch i giovani progettano le prossime iniziative ecumeniche; i francescani aprono la loro chiesa per confrontare la spiritualità cattolica con quella ortodossa e protestante. E ancora: mostre, film, spettacoli e concerti a tema. «Dopo essersi combattuti per secoli, i cristiani europei si ritrovano insieme, vincendo pregiudizi e paure, per affrontare le grandi sfide di oggi: il dialogo con le altre religioni e culture, la secolarizzazione, il terrorismo, il degrado ambientale» spiega monsignor Aldo Giordano, segretario generale del Ccee.
Ma questo «ecumenismo di popolo» fa paura a Benedetto XVI che vede coagularsi a Sibiu una pericolosa «fronda antiromana», composta anche da autorevoli cardinali. Tra i relatori dell’Assemblea ecumenica c’è infatti il cardinale Jean-Pierre Ricard, presidente dei vescovi francesi. Strenuo oppositore del Motu proprio del Papa sulla Messa tridentina, nel febbraio scorso Ricard ha difeso con forza il concetto di Chiesa comunione, aperta all’incontro con le altre confessioni, contrapposto a quello di Chiesa istituzione, arroccata a presidio della propria identità.
Per rispondere a Ricard, il Papa ha chiesto alla Congregazione per la dottrina della fede di emanare una nota dove si ribadisce che l’unica vera Chiesa è quella cattolica. Un documento che ha fatto infuriare i protestanti ed è piaciuto poco agli ortodossi.
A Sibiu il cardinale Kasper ha ammesso pubblicamente di essere rimasto «colpito» da questo testo per «il dolore e la sofferenza» che ha provocato nelle altre comunità cristiane.
L’elenco dei relatori dell’assemblea ecumenica prosegue con il cardinale Dionigi Tettamanzi e il fondatore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, strenui difensori del Concilio Vaticano II e fermi oppositori del ritorno all’antico rito della Messa tridentina. Ed è presente anche il cardinale Cormac Murphy O’Connor, che nelle scorse settimane ha contestato al Papa di voler espropriare i vescovi della loro autorità in campo liturgico. Uno schieramento trasversale che trova molti punti di contatto soprattutto con le frange più moderate del mondo protestante e ha scelto le montagne della Transilvania per potersi esprimere liberamente. Criticata anche la scelta di Benedetto XVI di voler imprimere al dialogo ecumenico due velocità: più spedita con gli ortodossi, giudicati più vicini ai cattolici dal punto di vista spirituale e teologico, più lenta con i protestanti. «Prima di parlare di dialogo a due velocità dovremmo decidere dove vogliamo arrivare con il cammino ecumenico» osserva con una certa asprezza il segretario generale della Kek, l’anglicano Colin Williams. L’elenco dei «temi scottanti» che dividono il «popolo ecumenico» da Roma è molto lungo, osserva il pastore battista Luca Negro: matrimoni misti, etica sessuale e familiare, bioetica, ruolo della donna. «Nelle realtà locali sono molti i cattolici che non seguono le indicazioni del magistero papale anche in tema di matrimoni misti e comunione eucaristica, oltre che sull’etica sessuale» rileva lo storico Alberto Melloni. Getta acqua sul fuoco Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, anch’egli relatore a Sibiu: «Se qualcuno progetta di alimentare una fronda antiromana non andrà molto lontano. La sfida della secolarizzazione chiama in causa tutte le Chiese cristiane ed è una delle priorità del pontificato di Benedetto XVI». Ma c’è chi osserva come, in contemporanea con l’assemblea ecumenica, Ratzinger abbia scelto di recarsi in Austria, distogliendo l’attenzione dei media dal grande incontro dei cristiani europei. Così, mentre a Sibiu il pastore Thomas Wipf denuncia «l’uso strumentale» della religione nella costruzione dell’Europa, a poche centinaia di chilometri di distanza il Papa si prepara a pronunciare uno storico discorso sul ruolo delle radici cristiane dell’Europa nel santuario di Mariazell.
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Cari amici, resto sempre piu' basita dal comportamento di Ingrao che scrive per Panorama, un settimanale che fa capo al gruppo Berlusconi. Questa e' l'ennesima dimostrazione che il Papa non e' ne' di destra ne' di sinistra. Infatti per Panorama scrive Ingrao, sempre ipercritico (quasi fino agli attacchi personali) nei confronti del Papa, mentre per l'Espresso (piu' vicino alla sinistra) scrive l'ottimo Magister.
Sono mesi che notiamo che Ingrao ha una sorta di antipatia personale verso il Papa. Ricordate i resoconti sul viaggio in Brasile? Non e' la prima volta che assume posizioni discutibili, ma questa volta si e' spinto un po' troppo in la' perche' fa i nomi ed i cognomi di cardinali che avrebbero costituito una fronda antipapale. Tutto cio' sarebbe gravissimo, se fosse vero, ma non e' questo il punto: come mai Ingrao e' convinto che questi cardinali abbiano ragione mentre il Papa ha sempre torto?
Qui si prospetta che alcuni porporati (uno dei quali, Ricard, nominato cardinale dallo stesso Benedetto XVI) si siano in qualche modo alleati contro il Pontefice saldandosi con i Protestanti (con gli Ortodossi c'e' una rinnovata intesa anche se a Ingrao non conviene parlarne). Lasciamo perdere Melloni che si commenta da solo e leggiamo i nomi scritti in pompa magna da Ingrao:
Cardinale Jean-Pierre Ricard
Vorrei ricordare ad Ingrao che la nota della Congregazione della dottrina della fede non e' stata scritta per rispondere a Ricard...stiamo scherzando? Mi risulta che, dopo le critiche, i vescovi francesi stiano ottemperando in modo magnifico alle disposizioni del motu proprio Summorum Pontificum.
Cardinale Walter Kasper
Mi risulta che il cardinale Kasper abbia dichiarato che l'ecumenismo di abbracci e coccole non serve a nulla.
Cardinale Dionigi Tettamanzi
Cardinale Cormac Murphy O’Connor
Mi risulta che, dopo le critiche, il motu proprio Summorum Pontificum sia stato accettato senza drammi anche in Gran Bretagna.
Caro Ingrao, il viaggio del Papa in Austria fu programmato ben prima della riunione a Sibiu. Pensi che fu invitato il cardinale Ratzinger per l'850° anno di fondazione del santuario di Mariazell!
Papa Benedetto ha solo mantenuto la sua promessa. Inoltre non risulta la presenza di alcun Papa a queste riunioni ecumeniche o sbaglio?
Cio' che trovo strano, caro Ingrao, e' questa sua determinazione a indicare certi cardinali come buoni ed il Papa come cattivo.
Mi e' sembrato, comunque, giusto riportare questo articolo a futura memoria per due ragioni: innanzitutto per dare l'ennesima prova del pregiudizio di Ingrao verso Benedetto XVI. In secondo luogo, terremo "d'occhio" i nomi citati da Ingrao perche' nei loro confronti sono state avanzate accuse molto, ma molto, gravi che nei prossimi mesi cercheremo di smontare.
Raffaella
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8 commenti:
Come al solito c`è l`informazione, la realtà dei fatti, ciò che è realmente successo e c`è....l`interpretazione che certi giornalisti ne fanno.
E sappiamo tutti che cosa diventa la verità una volta passata attraverso il mixer delle idee personali ....è contorta....ridotta...falsata....
Come se il giornalista mettesse nel mixer tutti gli ingredienti, poi aggiunge la sua salsa, mischia il tutto a grande velocità e ne esce un poltiglia, al colore, sapore voluto dal suo autore e creatore ma che nulla ha conservato della consistenza originale.
Sì questi articoli sono vere e proprie creazioni, invenzioni, che nulla hanno conservato della verità .
Per es. una radio protestante ha detto che il Card. Kasper era contro il documento della CDF, una volta letto il suo intervento, ci si rende conto che si è solamente detto dispiaciuto per le sofferenze provocate, non ha detto NIENTE che andasse contro il documento, al contrario!
Allora, prendiamo l`abitudine di informarci alla sorgente, fuggiamo dalle sintesi mediatiche, diventiamo critici e vigilanti come lo ha chiesto Benedetto XVI ai giovani a Loreto !
Cara amica, le tue osservazioni sono acute e questo giornalista è proprio come lo descrivi tu. Mai, dico mai, ha scritto un articolo in positvo, non solo con riferimento al viaggio in Brasile, ma anche a quello in Polonia (continuava e ripetere che il Papa era stato accolto con ferddezza e lo ripeteva in evidente orgasmo , finchè tutti i giornali registrarono le presenze record alla messa e non gli restò che andare in un cantuccio a uggiolare) , su tutto, insomma, vigila per dare un'immagine in negativo. Soltanto si è fermato sbigottito, lo ricordo, dopo il viaggio in Turchia, qui non ha potuto non riconoscere il successo (dopo precedenti articoli in cui prevedeva sfracelli e catastrofi), non sapendo come spiegarselo si è rifugiato nella categoria del "miracolo", era accaduto cioè un fatto prodigioso e inspiegabile. Non dandogli io la minima credibilità perché prevedbile, fazioso e assai strabico a giudicare gli avvenimenti, non credo a una parola sulla "fronda". Semplicemente questa è la sua interpretazione , o meglio, la sua speranza in relazione a Sibiu, l'interpretazione della cosiddetta (sic, sic, sic) sinistra ecclesiale, quella del settimanale Adista per intenderci, dove sono apparsi interventi pressochè identici.
E' vero che a Sibiu si è parlato con grande franchezza, ma questo è un bene ed è anche merito della nuova stagione aperta dal Papa stesso; il cardinale Kasper ha parlato anche di altre cose, per chi va a leggere il suo intervento completo, ha detto "il tempo delle coccole è finito", ora si passa alle questioni serie e le questioni serie sono che abbiamo una differente idea di Chiesa e di eucarestia. E che non sono brustolini. Per quello che so sull'avvenimento, ho seguito anche sul giornale La Croix, francese e progressista, si è trattato di un bell'incontro, serrato e fuori dai denti e l'intervento di Kasper è stato applauditissimo. L'operazione di questo giornalista, non molto originale per la verità, è di cogliere con libidine le criticità , mescolarne e farne un minestrone pro domo propria, in completa ottusità sul resto. Io non so certa "sinistra" ecclesiale dove creda di andare in questo modo, se non a un continuo riconfermarsi, in autismo, delle proprie gabbie ideologiche.
Coosa ci faccia a Panorama , me lo sono chiesto anch'io e può darsi che se lo chieda anche lui.
Notate anche, mi viene da aggiungere , che solo le posizioni di un certo tipo sono riportate, solo quelle che possono entrare nel suo brodo senza distorcerne il sapore. A un certo mondo il riavvicinamento della Chiesa cattolica agli ortodossi dà un fastidio quasi fisico e anche se in Europa la Chiesa protestante non è certo messa bene, si enfatizza spesso il suo ruolo per motivi di bassa cucina politica. Inoltre il mondo protestante è così variegato che è facile semplificare e sostenere "i protestanti dicono così" anche se non è vero o non è vero a livello maggioritario. Chi va a controllare? E poi c'è UNA Chiesa protestante?
Quanto agli anglicani, mi risulta e da fonte progressista e americana, National Catholic Reporter per la precisione, che sono assai vicini a uno scisma e proprio perché parte della chiesa non condivide l'atteggiamento di apertura sulla bioetica, sulle ordinazioni alle donne e sull'omosessualità, questioni che tanto ingrifano il nostro giornalista. L'essere così al passo coi tempi, come direbbero tanti editorialisti, non ha salvato la Chiesa anglicana da un lento e progressivo declino; infatti perché andare in Chiesa a sentire le stesse cose che posso sentire da un telegiornale o su qualsiasi media?
Tutto questo conferma secondo me che la strategia di riavvicinamento agli ortodossi da parte di papa Benedetto sia lungimirante. Ci sono ancora problemi in sospeso, è vero, e non da ieri, dal 1054 !, ma un terreno comune c'è e soprattutto c'è un interlocutore. Ma se questo cammino di incontro con i fratelli ortodossi procede in modo positivo, vuol dire che il mondo protestante, in Europa si intende, è destinato a diventare irrilevante e con questo mondo tutto l'indotto delle elites culturali che tanto posto e affetto trovano sui mass media. Io la vedo così.
Concordo al cento per cento! I media non parlano mai dei passi avanti compiuti con la Chiesa ortodossa, anzi, enfatizzano ogni piu' piccolo motivo di attrito perche' un'alleanza fra oriente ed occidente da' molto fastidio. Sappiamo bene della crisi delle comunita' protestanti e del fatto che hanno piu' successo quelle piu' legate alla dottrina cattolica.
Qui non si tratta di dialogo a due velocita': e' ovvio che fra Ortodossi e Cattolici ci siano piu' punti in comune. Perche' perdere la possibilta' di un riavvicinamento?
Vorrei fare una domanda: ma questo malcostume giornalistico c'è solo in Italia? Secondo me si.
Alby
Non credo che ci sia solo in Italia, almeno, lo spero.
C'è dove imperversa una lettura ideologica del fatto religioso.
Se tu leggi gli articoli di informazione religiosa di El Pais ne hai un bel saggio, considera che tra l'altro la situazione tra la Chiesa spagnola e il governo non è esattamente affettuosa.
Però devo dire che se voglio leggere per esempio il punto di vista "progressista" cattolico (che schifezza di termine) senza le sbrodolature nostrane, leggo il National Catholic Reporter, liberal, e anche se ci sono spunti critici, non leggo le incredibili bubbole e la sgangherata faziosità che ci propinano quelli della sinistra ecclesiale italiana, vedi Adista. Su Adista non trovi un articolo in positivo nemmeno se lo evochi con la seduta spiritica.
E di autodefiniscono "settimanale cattolico".
Non c'è niente che vada bene,solo disgrazie, disubbidienze,scismi, abiure; hanno organizzato un dossier contro GP II e uno contro Ruini e mi venga un colpo se fanno mai cenno ai tanti poveri disgraziati, missionari e laici cristiani, che vengono ammazzati nel mondo. Se c'è un qualche successo da segnalare, tipo Loreto o la visita del papa in Turchia, la notizia non la danno e basta.
Ho aspettato a farmi un'opinione, osservando la rivista per lungo tempo , anche perchè io leggo di tutto, ma che il Signore li aiuti, non sono mai usciti da questi binari. Hanno un impegno militante contro la Chiesa odierna (e non solo contro questo papa)perchè ne vogliono un'altra, moderna, che liberi i poveri dalla miseria e se è socialista è meglio perchè , fanno capire, Gesù era socialista.
Se ci sono dei saggi, sono sempre di teologi della liberazione.
I punti di vista diversi sono o stigmatizzati o ignorati. Hanno criticato Benedetto sotto tutti i profili con toni da lite condominiale, persino che abbia accettato in dono una macchina a un'udienza. Non hanno pubblicato l'enciclica perchè aveva il copyright e anche perchè li metteva in imbarazzo, dico io. Infine per commentare il Gesù di Nazareth del papa hanno intervistato per primo don Franco Barbero che è stato sospeso a divinis da GP II perchè ha sposato due gay. Non so se hanno pubblicato altri commenti , non mi sembra, ma da allora non li seguo più con attenzione perchè le malattie inguaribili vanno riconosciute per quelle che sono. Insomma sembrano il Soviet supremo.
Ma se non mi credete, controllate di persona.Diversi giornalisti nostrani pescano le notizie da Adista. Se vuoi sentire delle disgrazie sul mondo cattolico, è un riferimento sicuro.
Confermo, quello che scrive Mariateresa.
In Svizzera come in Francia, l`informazione religiosa quando è data, ed è rarissimo, è sempre una lettura distorta e critica di Benedetto XVI e della Chiesa cattolica in generale. Ad ogni volta scrivo alla tv svizzera, o ai giornali, se i giornali pubblicano le lettere, la tv non sempre risponde e quando lo fa si veste di abiti candidi e non capisce le critiche. Per Loreto la corrispondente svizzera, ha in 10 secondi parlato dell'incontro e preso diversi minuti per parlare dello scandalo delal Chiesa che non paga le tasse!
Il vaticanista del giornale "le Monde" è ridicolo nella sua antipatia estrema verso Benedetto XVI, i suoi articoli sono dei capolavori di malafede.
Adista ha una sorella gemella,in francese,Golias, che si dice cattolica ma che è l`esempio tipico di una rivista anti-cattolica, agressiva, più a sinistra non si può!
È da tempo che non perdo più tempo per leggerle, ad ogni volta uscivo da quelle letture, arrabbiata o con la voglia di vomitare, un`energia brutta e negativa fatta di odio, preferisco evitare .
In generale l`informazione religiosa è in mano ai post-sessantottini o in ogni caso di tendenza "progressista".....termine che sempre mi fa ridere.....basta vedere dove questo meraviglioso progresso ci ha portato e quali suoi frutti spesso amari stiamo mangiando.
L'attenzione che i giornali italiani tributano costantemente al cattolicesimo è un fatto tutto italiano. L'Italia è l'unica nazione in cui i giornalisti danno più importanza politica alle frasi del papa che a quelle dei rappresentanti del proprio governo.
Questo non sorprende, ma almeno non vi indignate che il giornalismo tratti il cattolicesimo alla stregua di una ideologia, alla stregua del capitalismo, marxismo, fascismo o alla ideologia democratica. In effetti il cattolicesimo E' una vera e propria ideologia e, da un punto di vista prettamente giornalistico, non dovrebbe meritare una maggiore o minore attenzione se non in relazione all'influenza che esercita sulla società. Che poi esista e prosperi il cattivo giornalismo su questo siamo tutti daccordo, ma vi garantisco che questo è un male trasversale che diffonde disinformazione in maniera spesso nemmeno consapevole.
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