13 novembre 2007

Creazionismo ed Evoluzionismo: le riflessioni di Benedetto XVI durante il seminario a Castel Gandolfo


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Il libro

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Che sia un caso? Ovviamente sì, ma a volte anche dalle coincidenze traspare un certo clima, un certo spirito dei tempi. Nelle librerie inglesi e americane è arrivato da pochi giorni There is a God: How the World’s Most Notorious Atheist Changed his Mind, («C’è un Dio: come il più famoso ateo del mondo ha cambiato parere», edizioni HarperOne) il libro scritto dal filosofo britannico Antony Flew, colui che fu negli anni ’60 e ’70 fra i più riveriti esponenti del materialismo ateo, e che spiega in questa opera la genesi e il significato della propria conversione al teismo, annunciata nel 2004. Una confessione la cui portata non fu probabilmente colta da tutti, in particolare da chi non aveva fatto esperienza in passato della tempra intellettuale di Flew. Diciamo che sarebbe un po’ come se Richard Dawkins fra una ventina d’anni riconoscesse la mano di un Creatore intelligente nell’evolversi della natura.
Questo accade nelle librerie d’Oltre Atlantico. In Italia arriva invece in questi giorni Creazione ed Evoluzione. Un convegno con Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo (Edizioni Dehoniane Bologna in collaborazione con la Libreria Editrice Vaticana, a cura di Stephan Otto Horn e Siegfried Wiedenhofer), già apparso in tedesco, che raccoglie gli Atti del consesso a porte chiuse tenutosi nella residenza estiva papale dal 1° al 3 settembre 2006. Si trattava dell’incontro annuale del «Ratzinger­Schülerkreis», il gruppo di ex dottorandi del professor Ratzinger alle università di Bonn, Münster, Tubinga e Regensburg, che dal 1978 si riunisce regolarmente con il proprio antico maestro. Un gruppo che raccoglie quelli che oggi sono diventati prelati, teologi, editori, abituati a dialogare con una certa discrezione, fuori dall’attenzione occhiuta della stampa. Mentre l’anno scorso si sono trovati al centro di un’attesa internazionale, con cronisti a far la ronda di fronte alle guardie svizzere, con amici dell’attuale Pontefice abituati a pesseggiare in incognito per Roma, vedi il gesuita americano Joseph Fessio, braccati nella loro ora d’aria fra i Colli Albani, in cerca di qualche indiscrezione.
La curiosità era dovuta al dibattito innescato nel luglio 2005 da un ormai celebre articolo del cardinale Christoph Schönborn sul New York Times, in cui l’arcivescovo di Vienna invitava a ripensare la spiegazione darwiniana dell’evoluzione (articolo definito da Benedetto XVI come «provvidenziale»). Ma l’interesse andava, in quel settembre romano, soprattutto a cosa avrebbe detto lo stesso Papa riguardo all’intelligent design, alla selezione naturale, alla creazione, ecc. Bene, la risposta si può dire contenuta in questo volume stampato dalle Edb, che segue fedelmente lo svolgersi dei lavori nella tre giorni di Castel Gandolfo. Vi si trovano infatti gli interventi dei tre relatori ospiti: Peter Schuster, professore di chimica teorica all’Università di Vienna e presidente dell’Accademia austriaca delle scienze, su «Evoluzione e disegno»; Robert Spaemann, professore emerito di filosofia alla Ludwig-Maximilians­Universität di Monaco di Baviera, su «Discendenza e disegno intelligente»; il gesuita Paul Erbrich, professore emerito di filosofia naturale alla Hochschule für Philosophie di Monaco, su «Il problema della creazione e dell’evoluzione»; il cardinale Schönborn su «Fides, ratio, scientia»; quindi la discussione collettiva e le riflessioni di Benedetto XVI, di cui qui a lato pubblichiamo un estratto.
A tutto ciò bisogna aggiungere una postfazione di Siegfried Wiedenhofer, professore di teologia dogmatica alla Goethe-Universität di Francoforte, su «Fede nella creazione e teoria dell’evoluzione», ma anche la lunga prefazione a firma ancora una volta di Schönborn, in cui viene tracciata una sintesi tra le più efficaci del pensiero del Papa su evoluzione ed evoluzionismo. Ripescando per l’occasione testi poco noti, come la trascrizione di una trasmissione radiofonica che il teologo Ratzinger tenne nel 1968 sulla Sueddeutsche Rundfunk.

© Copyright Avvenire, 13 novembre 2007

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