27 novembre 2007
Diocesi di Savona: stop alle Messe tridentine!
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Savona ferma le messe in latino Ed è polemica
di Giovanni Buzzatti
(...) Il problema non è tanto lingua (il latino), quanto il rito pre-Concilio Vaticano II. Il Papa lo ha «liberalizzato» lo scorso settembre attraverso il Motu proprio. E a Celle Ligure, nella parrocchia di San Michele Arcangelo, domenica si è tenuta la prima messa nella diocesi di Savona con il rito antico.
Una celebrazione seguita da 150-200 fedeli, ma criticata dal parroco. Sulla questione ieri è intervenuta la diocesi. In assenza del vescovo (monsignor Calcagno è stato trasferito a Roma), l’amministratore diocesano monsignor Andrea Giusto ha dichiarato: «Non essendo ancora chiarite a sufficienza le condizioni che renderebbero lecita la celebrazione secondo il Messale di san Pio V (il rito pre conciliare, ndr), chiedo ai i sacerdoti della diocesi di non accordare il permesso a gruppi che domandassero la celebrazione e di vigilare affinché in nessuna chiesa del territorio diocesano si organizzino Messe secondo il rito pre-conciliare».
«Ma così si disobbedisce al Papa!» protestano i fedeli. In base alle disposizioni Benedetto XVI, i sacerdoti non devono più chiedere permessi per usare l’antico rito nelle messe fuori orario, mentre nel caso vi siano «gruppi stabili di fedeli» che chiedono al parroco il permesso per usare l’antica liturgia, questa dovrà essere concessa anche nelle celebrazioni domenicali nelle parrocchie. È il caso di Celle, dove la messa in latino è stata organizzata nell’oratorio vicino alla chiesa dall’associazione genovese «Una voce». Il parroco, don Piero Giacosa, non si è opposto alla celebrazione, che però ora critica duramente. «Perché l’ho autorizzata? Ho detto agli organizzatori che la questione non mi interessava - spiega -Pensavo bastasse a dissuaderli».
La messa invece c’è stata, con le letture in latino, il sacerdote (un italo-brasiliano di Verona) che dava le spalle all’assemblea e l’omelia in italiano. «Ho paura che l’Italia, giardino della Chiesa Cattolica, diventi il giardino dei pagani, dei musulmani - ha detto il celebrante- Benedetto XVI ha liberalizzato questo rito per farci ricordare che la messa non è un teatro, ma luogo per pregare». I presenti hanno apprezzato «il ritorno al passato, alle cose serie». Racconta Gianni Romolotti: «Ho visto persone di una certa età commosse. C’erano anche dei ragazzi, facce pulite. Non era difficile seguire la messa, nel libretto c’era la traduzione in italiano. Le critiche? Solo gelosie, l’8 dicembre replicheremo».
Curia permettendo. «Lo stop è giusto - ribatte don Giacosa- La messa in latino è stata una concessione del Papa, deve unire, non può diventare un modo per fare proselitismo o per accontentare dei nostalgici per lo più esterni alla parrocchia».
© Copyright Il Giornale, 27 novembre 2007
Esiste un motu proprio che rende lecita la celebrazione secondo il rito tridentino! Il problema e' l'arrivo di fedeli in una parrocchia non propria? Proselitismo? Fra Cattolici?
Altra materia per la circolare della Commissione Ecclesia Dei: e' lecito che i fedeli si spostino per assistere alla Messa tridentina? Per evitare problemi si possono costituire parrocchie personali secondo cio' che e' disposto dal motu proprio?
R.
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19 commenti:
ritengo che queste polemiche e questi "muri contro muri" non aiutino non tanto la Chiesa, ma soprattutto gli amanti autentici della tradizione tridentina...
la mia reazione (che sono uno che vede con simpatia il Summorum nonostante quello che pensano alcuni postatori!!!!) è che il documento non sta creando comunione nella Chiesa ma solo disobbedienza verso i Vescovi e i parroci... che è diventato soltanto l'occasione per denigrare e giudicare dei pastori legittimi della Chiesa nell'esercizio del loro governo...
e non mi sembra un buon ragionamento dire che sono i vescovi o i preti che non applicano il documento del Papa... è un argomento che lede la fama e la rettitudine di preti e vescovi: non è molto ispirato alla fede e all'amore per la Chiesa...
mah!
spero che le cose rientrino e che i veri amanti della tradizione tridentina sappiano mostrare amore e rispetto - come sicuramente l'hanno - ai loro pastori...
vescovi e preti obbediscano al papa per dare il buon esempio.
Mi perdoni Don Francesco, o io non riesco più a capire l’italiano, o forse Lei ha omesso qualcosa nel Suo post, perché se conferma quanto in parte riporto:
«la mia reazione (che sono uno che vede con simpatia il Summorum nonostante quello che pensano alcuni postatori!!!!) è che il documento non sta creando comunione nella Chiesa ma solo disobbedienza verso i Vescovi e i parroci... che è diventato soltanto l'occasione per denigrare e giudicare dei pastori legittimi della Chiesa nell'esercizio del loro governo...»
non so più cosa pensare…! Cosa intende per «disobbedienza verso i Vescovi e i parroci...»? Intende forse dire che sono i fedeli a disubbidire a Vescovi e parroci? Ma non è forse vero e molto grave il contrario e cioè che sono proprio i Vescovi e i parroci a disubbidire non tanto ai fedeli, ma direttamente al Santo Padre?!?
Chiarisca bene, La prego!!!
E l`amore dei pastori verso i fedeli?
E chi altri che i vescovi e preti non applicano il Motu proprio?
Chi lede la fama e rettitudine di preti e vescovi,se non loro stessi rifiutando di obbedire umilmente al Santo Padre?
In che cosa consisterebbe il legittimo esercizio del loro governo? nel disobbedire al Vescovo di Roma?
Non è un ragionamento dire che vescovi e preti non applicano il documento del Papa è una tristissima realtà .
Coloro che dovrebbero beneficiare del gesto generoso del Santo Padre, trovano rifiuti, sgarberie, si sentono considerati fedeli indegni d`attenzione e amore.
Chi non sta rispondendo alla domanda del Santo Padre di far prova di generosità con un cuore aperto?
Chi?
Chi provoca divisione e confusione?
Non capvolgiamo una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
ma cosa vuol dire "fedeli esterni alla parrocchia? Stiamo scherzando, vero???? Credevo che la casa di Dio fosse sempre aperta e per tutti, anche per chi è di passaggio. E se si concede l'oratorio ai musulmani, perchè non fare una concessione anche a chi ama un rito tradizionale, mai abolito e assolutamente non preconciliare, visto che il cambiamento liturgico non è avvenuto durante il Concilio ma dopo?
A me onestamente tutto questo mi pare solo un pretesto per l'ammutinamento di certi vescovi e sacerdoti contro il Papa. Infatti, chissà perchè taluni problemi si hanno solo in alcune sedi e non in altre, dove fin dal primo giorno si è avuto da ridire su ogni decisione o pronunciamento del Papa.
A Bologna è stata designata una parrocchia in cui ogni domenica sera viene celebrata la messa col rito antico. E' una celebrazione in più, che nulla toglie a chi abitualmente frequenta le altre messe e accontenta chi ne sentiva la mancanza. E vi affluiscono anche fedeli di altre parrocchie, naturalmente.
Mi pare assurdo che proprio da chi si riempie la bocca con la parola ecumenismo e unità dei cristiani dalla mattina alla sera, auspicando concessioni ai luterani, arrivino solo parole di disprezzo nei confronti di chi è cattolico da sempre. Come la si vuol fare l'unità dei cristiani, consegnando i cosiddetti tradizionalisti non scismatici (che sono più di quanti non si creda) ai lefebvriani?
Aggiungerei, che se fossi un sacerdote, vedendo la mia chiesa spesso vuota, prima di prendermela col Papa o coi fedeli, proverei molto umilmente a capire se il problema non dipenda anche da me. Ma l'umiltà pare essere una virtù non più di questo mondo.
Peccato poi che il latino, che in Italia viene così tanto disprezzato, sia lingua che in paesi esteri viene studiata e apprezzata e trattata alla stregua di un bene culturale. Non raramente mi è capitato di sentire fedeli dell'est, ma anche tedeschi, pregare in latino e non conoscere le preghiere italiane. La messa in latino in alcune occasioni, potrebbe diventare allora un motivo in più di unione e non di divisione.
VIGILARE perché non si celebri secondo l'antico rito! Cose da pazzi, questo amministratore apostolico parla come un questurino! Speriamo che venga mandato a vigilare ad un incrocio stradale, visto che sostituisce la carità verso i fedeli con l'intimidazione poliziesca
I sacerdoti e i vescovi, invece di criticare le persone (tra cui molti giovani) che partecipano alle Messe con il rito antico _seguendo il volere del Papa_, farebbero meglio a dissuadere quante persone vanno verso altri lidi, leggasi satanismo etc.
Diciamoci la verità: è più facile attaccare chi ha rispetto per sacerdoti e vescovi, ma non salta mai in mente di andare a evangelizzare giovani e meno giovani che non sarebbero facilmente "addomesticabili" con frasi come "rispetto per i pastori"...
Scusate l'intervento scritto di getto.
Saluto cordialmente, con rispetto e amore per vescovi e sacerdoti.
il Motu Proprio non divide un bel niente,
e' chi disobbedisce alle disposizioni del Papa che divide la Chiesa.
Il Motu Proprio si sta rivelando come il vero ago della bilancia sulla situazione e la salute della Chiesa intera. Basta poco per rivelare i veri sentimenti che covano sotto i sorrisi di circostanza. Meglio cosi' adesso ci si potra' guardare dritti negli occhi....
Quanta paura hanno certi nostri Pastori di perdere il potere sulle "pecore"affidate loro e che considerano proprietà privata, loro feudo! Guai a noi sempici fedeli che osiamo chiedere di rendere lode al Padre con la Sacra Liturgia di cui LA Chiesa si è nutrita per duemila anni! Questa è Apostasia; soft quanto volete ma apostasia. Se non erro Qualcuno ha detto a Pietro di pascere sia gli agnelli che le pecore; mi permetto di aggiungere anche i pecoroni! Dovete rassegnarvi (i pecoroni); il Mistero VIGILA sulla SUA Chiesa e non può più tollerare tutto lo scempio fatto dai "mercanti del tempio". Papa Benedetto VEGLIA ed è ben sveglio, per grazia di DIO! Con affetto Ruth
Caro Don Francesco, mi pare che situazioni di divisione si evidenzino non per colpa di coloro che chiedono di poter partecipare alla Messa tradizionale, ma dei vescovi o chi per essi, che si oppongono alla lettera e allo spirito del Motu proprio.
Se il papa avesse voluto affidare ai vescovi la valutazione delle condizioni per concedere l'autorizzazione, non ci sarebbe stato bisogno di un nuovo documento specifico, poiché già Giovanni Paolo II aveva provveduto in tal senso.
Dunque, per evitare la sistematica proscrizione dei fedeli legati alla tradizione e del loro giusto desiderio, il Motu proprio delega i parroci a valutare la situazione.
Spiegami quale giustificazione può avere un vescovo che pregiudizialmente invita o ordina al suo clero di non dare esecuzione al Motu proprio arrogandosi il diritto di valutare al posto dei parroci?
Io ho promesso obbedienza al mio vescovo, ma credo che ogni vescovo debba obbedienza al papa.
Se vedo che qualche vescovo non segue il papa (dato che non ho ancora dato il cervello all'ammasso)...ubi maior...
Grazie don Luigi, sapere che ci sono preti come te che ANCORA parlano di obbedienza al papa rincuora l'anima e fa rifiorire la speranza che la Santa Chiesa non sia ormai quasi tutta protestantizzata!Mi ricordo-anche se ero piccolina-che ci si vergognava persino a recitare il Rosario; non era moderno! La Madonna la pregavano solo le vecchiette e le donnette "bizzoche",i "capelloni beat" armati di chitarre rompevano i timpani (e anche qualcos'altro) ai poveri fedeli che subivano-per obbedienza ai Pastori presi dalla frenesia della" novità" - tale scempio. Era evidente che le cose erano state fatte male per millenni e bisognava rinnovare tutto. Non è questione di nostalgia preconciliare, la Novità,quella vera,è Gesù Cristo presente qui e ora! Siamo noi i Suoi seguaci non LUI che deve seguire noi e le nostre frustrate manie di novità. Ma roba da pazzi...Scusate lo sfogo ma quanno ce vò ce vò! Ruth
Buonasera Don Francesco, sono ormai le 19.00 e non si è ancora fatto vivo. Non ha tempo o non Le va di rispondere?!?
L'amministratore della diocesi di Savona ha perpretato un vero e proprio abuso di autorità dando disposizioni errate e poliziesche in attesa del nuovo vescovo. Sono un sacerdote obbediente al Papa Benedetto felicemente regnante! Questi vescovi che boicottano il Motu Proprio stanno mostrando la loro vera natura: non pastori santi, ma meschini burocrati senz'anima e senza carità. Signore salva la tua Chiesa in mano a questi lupi...
Perdonatemi ma sono gonfio al sentire certi discorsi di certa gente. VIVA Benedetto XVI!!!
Erata corrige (e chiedo scusa ai Santi Apostoli): ho attribuito il titolo di "amministratore apostolico" a quella specie di amministratore di condominio della Diocesi di Savona
sinceramente mi va poco di rispondere quando non si ha la capacità di comprendere, di ascoltare, ma si catalogano solo le persone... cmq
io penso che il giudizio verso l'operato di preti, Vescovi ecc. va fatto dalle competenti autorità e dove ci siano reali abusi o situazione che realmente necessitano di un intervento autoritativo... il dovere di noi fedeli (e anche confratelli) è quello di leggere tutto nell'ottica della comunione ecclesiale... che un vescovo che limiti l'uso delle facoltà date dal Papa nel territorio della propria diocesi è più che legittimo e non deve dare spiegazioni a nessuno (se non al Papa o a chi per lui se richiesto): questo è il principio della "comunione gerarchica"... se un fedele della tradizione tridentina vive questa comunione in maniera autentica non usa il Papa per criticare il proprio parroco o il proprio Vescovo... sennò siamo fuori dalla vera comunione ecclesiale...
e su queste cose, già ripetute e dette, sinceramente non mi va di ritornare più...
Sono stupito, don Francesco, del tuo atteggiamento verso i laici, ai quali, secondo te non spetta sindacare sull'operato dei Vescovi.
Ti ricordo che il Concilio Vat.II riconosce la stessa dignità ai vescovi e ai laici: (Lum. Gentium 32)"Quantunque alcuni per volontà di Cristo siano costituiti dottori, dispensatori dei misteri e pastori per gli altri, tuttavia vige fra tutti una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti i fedeli nell'edificare il corpo di Cristo."
S.Caterina da Siena faceva parte della Gerarchia, quando rimproverava il papa per la sua lontananza da Roma?
Se uno cerca pretesti contro il proprio vescovo o il papa certamente sbaglia, ma se richiama un superiore in spirito di carità e di verità, non solo non sbaglia ma compie un atto meritorio.
E allora, don Francesco: io sono fiero, da semplice fedele, di essere più obbediente al Papa di tanti despoti che, a suo avviso, nelle loro diocesi sono "legibus soluti". Bell'esempio di ecumenismo!
«sinceramente mi va poco di rispondere quando non si ha la capacità di comprendere, di ascoltare, ma si catalogano solo le persone... cmq»
Per il rispetto che ho, e che si deve avere per un membro del Clero, faccio finta di non aver visto il suo ultimo post, Don Francesco… e, comunque, grazie lo stesso!
Preghiamo perché il signore illumini chi, senza averla, si erge ad autorità suprema ponendosi fuori dalla comunione con il Successore di Pietro e fomentando divisioni. Laico, prete, vescovo o cardinale che sia, "chi si oppone a quanto previsto dal Motu proprio è uno strumento del diavolo" (S. E. Mons. A. M. Ranjith)
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