14 novembre 2007

Nuovo lezionario liturgico: il commento de "Il Messaggero", "Il Mattino" e "Libero"


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La riforma del Lezionario: modificato anche il Padre Nostro

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO - Un po’ per rendere meno ostrogoti certi termini, un po’ per aggiornare il linguaggio delle sacre scritture ai tempi moderni, fatto sta che la Cei ha mandato in soffitta Mammona così come il saluto dell’arcangelo Gabriele alla Vergine: «Ave o Maria, piena di grazia» dopo il lavoro minuzioso di revisione linguistica apportato all’Annunciazione, si trasforma in: «Rallegrati o Maria, piena di grazia, il Signore è con te». Ovviamente questo non comporterà nessuna modifica alla più diffusa tra le preghiere mariane, quella che i bambini imparano subito al catechismo assieme al Padre Nostro. L’obiettivo che ha mosso la Cei a rivedere il Lezionario - vale a dire il librone dei brani della Scrittura che viene letto durante la messa - è di avvicinare la Parola alla gente comune. Il pool di liturgisti, dopo un lungo iter intrapreso nel maggio 2002, ha tradotto termini obsoleti e poco usati. La parola aramaica «Mammona» contenuta in uno dei passi evangelici più noti, Matteo 6,24, per secoli simbolo dell’attaccamento al denaro e al potere («Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona») viene sostituito con da un più comprensibile: «ricchezza». Cambiamenti persino per il Padre Nostro ma solo nella proclamazione della lettura biblica: da «non ci indurre in tentazione» si passa ad un meno equivoco «non abbandonarci nella tentazione». Il passaggio del capitolo 28 di Matteo che dice «andate e ammaestrate tutte le nazioni» viene modificato con «andate e fate discepoli tutti i popoli». «Sapeva troppo di circo equestre» ha spiegato monsignor Giuseppe Betori, segretario della Cei. Nel libro di Amos, invece, la famosa «orgia dei buontemponi» si trasforma «nell’orgia dei dissoluti» mentre nel libro di Samuele i «cembali e i timpani» si trasformano in «cimbali e tamburelli», più agevoli da suonare in processione, ha aggiunto Betori. Secondo quanto stabilito dal Vaticano il Lezionario potrà essere usato a partire dal mese prossimo anche se diverrà vincolante entro il 2010. Parrocchie, oratori e comunità religiose dovranno provvedere entro quella data a cambiare i volumi ora in uso. Per certi anche una grande operazione editoriale.

© Copyright Il Messaggero, 13 novembre 2007


Liturgie e parole cambia l’Ave Maria

ALCESTE SANTINI

Città del Vaticano. La nuova edizione del «Lezionario liturgico della Chiesa italiana» in tre volumi per il ciclo domenicale e festivo, presentata ieri dal Segretario della Cei monsignor Giuseppe Betori e da monsignor Felice Di Molfetta nella Sala Marconi della Radio Vaticana, fa risaltare, rispetto al precedente, alcune novità finalizzate a rendere più aderenti alla Sacre Scritture i testi riguardanti l'esposizione della «Parola di Dio». Si tratta di un lavoro iniziato nel 2002 che ha impegnato vescovi, biblisti, teologi e traduttori per una revisione critica della precedente edizione, dato che i testi originali sono in ebraico, in aramaico e in greco. Cio vuol dire che fino alla pubblicazione del nuovo Messale, cambiano i testi ma non le preghiere. Solo così, secondo monsignor Betori, è stato possibile «ricollocare la Parola di Dio al cuore della vita della Chiesa», eliminando forzature interpretative, con «un'aderenza maggiore al tono e allo stile delle lingue originali, orientandosi verso una traduzione che fosse comunicativa, comprensibile ma anche più letterale». Ai tre volumi ne seguiranno altri sei che saranno pubblicati nel 2008. Mammona. Ricorre nel Nuovo Testamento con l'espressione «Dio e mammona» per far rimarcare il contrasto. Ora, per rendere più chiaro il significato, viene detto ai fedeli: «non potete servire Dio e la ricchezza» per indicare ai cristiani che occorre fare una scelta privilegiando Dio. Annunciazione. Secondo il racconto dell'Annnunciazione, l'Angelo si rivolgeva così a Maria: «Ti saluto piena di grazia, il Signore è con te». Tenuto conto che il termine «Kairé» esprime molto di più, ora l'inizio è: «Rallegrati piena di grazia». Padre Nostro. Nei versetti di Matteo in cui si parla della remissione dei peccati, va ora detto: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione». Anziché dire «non ci indurre in tentazione e liberaci dal male». Dio e l'uomo. Nel Salmo 8 eravamo abituati a leggere rivolti a Dio: «Hai fatto l'uomo poco meno degli Angeli». Ora, rispettando una maggiore fedeltà al testo originale, bisogna leggere: «Hai fatto l'uomo poco meno di un Dio». Risalta, così, l'avvicinamento degli esseri umani a Dio nella scala dei valori. Spirito Santo. Con la nuova edizione lo Spirito Santo non viene più definito soltanto «consolatore», ma, soprattutto, «Paraclito» che vuol dire «avvocato», ossia difensore, patrocinatore, epiteto attribuitogli da Gesù secondo il Vangelo di Giovanni. I buontemponi. Nel Libro di Amos, i «buontemponi» ora diventano «i dissoluti» con un significato più pregnante, mentre i «cembali e timpani» sono «cimbali e tamburelli». Evangelizzazione. L'esortazione di Gesù ai discepoli «Andate e ammaestrate tutte le nazioni» viene ora sostituita con «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli». Viene, così, reso più vivo e dinamico il rapporto tra Dio e le diverse popolazioni. È stato recepito, secondo mons. Betori, un suggerimento di Benedetto XVI per cui, nella Lettera agli Efesini, dobbiamo leggere «fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo», e non più la «maturità» come nel precedente Lezionario.

© Copyright Il Mattino, 13 novembre 2007


L'Ave Maria è invecchiata La Chiesa rinnova le parole

di CATERINA MANIACI

ROMA Tanti, tantissimi termini nuovi, molti altri cancellati o modificati, più spazio alla musica e una rinnovata "committenza" per opere d'arte. Così cambia la liturgia delle celebrazioni della Chiesa. Le molte novità inserite nel Nuovo Lezionario liturgico, adottato dalla Conferenza episcopale italiana, sono state presentate ieri nella sede della Radio Vaticana dal segretario della Cei, monsignor Giuseppe Betori. Tre volumi (per i tre anni liturgici - A, B, C) che arriveranno nelle librerie fra una decina di giorni, al costo complessivo di 150 euro e per una tiratura iniziale di 30mila copie. Qualche esempio tra i tantissimi: «Sono diverse decine di migliaia», ha spiegato infatti monsignor Betori «i cambiamenti apportati nel nuovo Lezionario liturgico. Forse più di 100mila». Il termine "mammona" viene cancellato e sostituito con "ric chezza", il saluto dell'Angelo a Maria per l'Annunciazione diventa "Rallegrati Maria" e non più "Ave Maria". La preghiera del "Padre Nostro" resterà quella attuale, anche se nel testo di Matteo 6,12-13 si leggerà: «...e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione», invece di: «...e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione». Lo Spirito "consolatore" si trasforma in "paraclito". Tutto questo per dare «un'aderenza alle lingue originali», «rendere il testo di buona lingua italiana», «eliminare sviste e proporre una traduzione più fedele e, al tempo stesso, di più facile ascolto», essendo questi i "principi" che hanno guidato il lungo e lavoro compiuto intorno al nuovo Lezionario. E la Messa in latino, come si inserisce in questa riforma liturgica? È in contrasto oppure no? «I vescovi italiani sono obbedienti alla Santa Sede in tutto, sia quando chiede di applicare il Concilio Vaticano II e la riforma liturgica, sia quando chiede in spirito di comunione di aprirci alla liturgia precedente alla riforma», ha risposto il segretario della Cei, sottolineando che il Lezionario della Chiesa Italiana rappresenta appunto un'attuazione della Riforma. «Non c'è», ha tenuto a puntualizzare, «nessuna contrapposizione tra i due riti, il Papa lo chiarisce molto bene nella "Summorum pontificum" e soprattutto nella lettera di accompagnamento del documento».

© Copyright Libero, 13 novembre 2007

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