7 novembre 2007

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Fausto Gasparroni

CITTÀ DEL VATICANO
L'auspicio per «una giusta soluzione» al conflitto fra israeliani e palestinesi, una «menzione» – da parte vaticana – della «presenza positiva e operosa dei cristiani» in Arabia Saudita, e una inedita sottolineatura sul «valore della collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei» per la promozione della pace, della giustizia e dei valori spirituali. Questi i punti del colloquio di 30 minuti svoltosi ieri tra Benedetto XVI e re Abdullah, primo incontro in assoluto tra un Papa e un sovrano saudita.
Un evento in qualche maniera «storico» per quanto lo stesso Abdullah, ora 84/enne, avesse già incontrato Giovanni Paolo II in Vaticano il 25 maggio del 1999, in veste però di vice ministro della Difesa e comandante della Guardia nazionale, oltre che principe ereditario del fratellastro, il re Fahd. Né quest'ultimo, né il predecessore re Feisal avevano mai incontrato il capo del cattolicesimo mondiale.
L'udienza papale al «custode delle due Sante Moschee» della Mecca e di Medina era stata preceduta, il 6 settembre scorso a Castel Gandolfo, dalla visita del ministro degli Esteri, principe Saud Al Faisal, che già negli anni passati, a sua volta, era stato ricevuto in tre occasioni da Papa Wojtyla.
Il comunicato diffuso ieri dalla sala stampa vaticana afferma che «si sono ribaditi l'impegno in favore del dialogo interculturale ed interreligioso, finalizzato alla pacifica e fruttuosa convivenza tra uomini e popoli, e il valore della collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei per la promozione della pace, della giustizia e dei valori spirituali e morali, specialmente a sostegno della famiglia».

Se il riferimento al dialogo tra cristianesimo e Islam poteva essere nelle previsioni della vigilia, non altrettanto si può dire di quello alla collaborazione con gli ebrei. Analogamente atteso, poi, il richiamo al Medio Oriente (il comunicato parla di «uno scambio di idee») e alla «necessità di trovare una giusta soluzione ai conflitti che travagliano la regione, in particolare quello israeliano-palestinese».

Un tema che il Papa ricorda a ogni piè sospinto, con i suoi ripetuti appelli per la pace in Terra Santa, e sul quale il re wahabita si è particolarmente speso, con la volontà di rilanciare il progetto che prevede la pace dei Paesi della Lega Araba con Israele in cambio del ritiro dai territori occupati nel 1967 e una giusta soluzione per Gerusalemme e i profughi palestinesi. Lo stesso viaggio europeo in cui Abdullah Bin Abdulaziz Al Saud è attualmente impegnato (dopo Londra, Ginevra e Roma, andrà anche in Germania e in Turchia) è diretto a sostenere i diritti dei palestinesi in vista della conferenza di Annapolis, voluta dal presidente americano George W. Bush. Sulla situazione della minoranza cristiana in Arabia Saudita, il comunicato della Santa Sede spiega che «nell'augurio di prosperità a tutti gli abitanti del Paese da parte delle Autorità vaticane, si è fatto menzione della presenza positiva e operosa dei cristiani».
In serata, Romano Prodi ha incontrato, a sua volta, a Villa Madama, re Abdullah. L'Italia – ha sostenuto Prodi – si oppone «a qualsiasi soluzione militare» in Iran perché «oltre a non risolvere il problema, aprirebbe ulteriori scenari destabilizzanti in tutta la regione».

© Copyright La Gazzetta del sud, 7 novembre 2007

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