20 dicembre 2007
Natale, pace per il mondo: appello del Papa all'udienza generale
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Benedetto XVI ha chiesto «che si realizzino le speranze di salvezza e giustizia»
«Natale, pace per il mondo»
L’appello del Papa all’ultima udienza del 2007
Fausto Gasparroni
CITTÀ DEL VATICANO
Il Natale dev’essere «per tutti la festa della pace», quella in cui tendere verso un mondo in cui «la violenza sia vinta dalla forza dell’amore». Ma con un’avvertenza: «Se non si riconosce che Dio si è fatto uomo che senso ha festeggiare il Natale?». Senza la sua verità cristiana, infatti, esso «diventa vuoto». Ieri, nell’ultima udienza generale di quest’anno, dinanzi ai circa cinquemila fedeli riuniti nell’Aula Paolo XVI (oltre 624mila quelli che hanno partecipato alle 44 udienze tenute nel 2007), Benedetto XVI ha invitato nuovamente a vivere il vero significato del Natale, con un nuovo augurio affinché esso porti pace e giustizia nel mondo.Avvicinandosi al Natale, ha detto il Papa, «la preghiera della Chiesa si fa più intensa, affinché si realizzino le speranze di pace, di salvezza, di giustizia, di cui ancora oggi il mondo ha urgentemente bisogno». «Chiediamo a Dio - ha proseguito - che la violenza sia vinta dalla forza dell’amore, le contrapposizioni cedano il posto alla riconciliazione, la volontà di sopraffazione si trasformi in desiderio di perdono di giustizia e di pace». Il suo auspicio è che «l’augurio di bontà e di amore che ci scambiamo in questi giorni raggiunga tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano. La pace sia nei nostri cuori perché si aprano all’azione della grazia di Dio». La pace invocata dal Papa riguarda «le famiglie», le quali, ha detto «possano trascorrere il Natale unite davanti al presepe e all’albero addobbato di luci». Inoltre «il messaggio di solidarietà e accoglienza che proviene dal Natale» deve contribuire «a creare una più profonda sensibilità verso le vecchie e le nuove forme di povertà, verso il bene comune a cui tutti siamo chiamati a partecipare». «Tutti i membri della comunità familiare, soprattutto i bambini, gli anziani le persone più deboli - ha sottolineato - possano sentire il calore di questa festa che si dilati poi per tutti i giorni dell’anno». L’augurio del Pontefice è che «il Natale sia così per tutti festa della pace della gioia, gioia per la nascita del Salvatore, principe della pace».Benedetto XVI ha quindi ricordato che oggi «vediamo tante ingiustizie nel mondo, sia nel nostro piccolo mondo della casa e del quartiere, sia nel grande mondo degli Stati e delle società, e aspettiamo che ci sia giustizia». Ma questo non deve spingere solo a pregare Dio come «il giudice che crei la giustizia nel mondo». Aspettare giustizia nel senso cristiano, ha spiegato, significa infatti soprattutto «che noi stessi cominciamo a vivere realizzando giustizia nella nostra vita».Nella preparazione alla venuta di Gesù, quindi, «l’attesa del credenti si fa interprete delle speranze dell’intera umanità. L’umanità anela alla giustizia - ha osservato -, e così, benché spesso inconsapevole, il mondo aspetta Dio, aspetta la salvezza che solo Dio può donarci».
Papa Ratzinger ha riconosciuto che la fede e la speranza legate a quest’attesa «appaiono oggi purtroppo lontane dalla realtà della vita vissuta ogni giorno, pubblica e privata. Questa verità appare troppo grande. Dobbiamo arrangiarci noi stessi secondo le possibilità che troviamo. Ma in questo modo - ha avvertito - il mondo diventa sempre più caotico e violento. Lo vediamo ogni giorno. Se la luce di Dio, la luce della verità si spegne - ha detto il Pontefice -, la vita diventa oscura e senza bussola».«Se non si riconosce che Dio si è fatto uomo - ha chiesto Benedetto XVI -, che senso ha festeggiare il Natale? Diventa vuoto. Dobbiamo innanzitutto noi cristiani riaffermare con convinzione profonda e sentita la verità del Natale di Cristo per testimoniare di fronte a tutti la consapevolezza di un dono inaudito che è ricchezza non solo per noi ma per tutti». Da qui, per Papa Ratzinger, anche «il dovere dell’evangelizzazione» ribadito recentemente con la Nota dottrinale pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della fede.
© Copyright Il Cittadino, 20 dicembre 2007
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