28 febbraio 2008
Avvenire stia al suo posto. Non rispetta il ruolo assegnatogli, lanciare anatemi, pretende di dare notizie (un articolo del Foglio da non perdere!)
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Aspettavamo dei chiarimenti dai giornaloni, forse anche le scuse ad Avvenire, ma sul documento non votato dai medici, la stampa, oggi, tace...
Su segnalazione di Eufemia, che ringraziamo sempre, leggiamo:
AVVENIRE STIA AL SUO POSTO
Non rispetta il ruolo assegnatogli, lanciare anatemi, pretende di dare notizie
Questa volta Dino Boffo, direttore dell`Avvenire, quotidiano della Conferenza episcopale italiana, se l`è proprio presa, e non si può dire che non abbia avuto buone ragioni per farlo.
All`origine c`è un`assemblea della Federazione degli ordini dei medici, che, a leggere i titoli dei maggiori giornali italiani, avrebbe votato un documento a sostegno della legge sull`aborto e della pillola del giorno dopo.
Avvenire si informa e viene a sapere che in realtà il documento votato parlava di tutt`altro, e che quello sparato in prima pagina era solo uno dei testi contenuti nelle cartelle distribuite agli intervenuti.
Però quando scrive che si sta discutendo sulla base di un equivoco, viene investito da una raffica di polemiche. "I vescovi attaccano i medici", si spiega, si commenta, si analizza, si proclama, mentre sul fatto in sé, il documento che nessuno ha votato, scende il silenzio o l`occultata ammissione.
Ma che cosa voleva Boffo? Che i grandi giornali ammettessero di aver preso una cantonata? E allora che fine avrebbero fatto tutti i loro sdegnati commenti? Dovrebbe pur sapere che la regola, non precisamente anglosassone, vigente da noi è che il commento crea la notizia. Se il commento verte su un attacco "dei vescovi" alla categoria dei medici, questo diventa l`oggetto di tutte le discussioni.
Boffo, poi, pretende addirittura che le opinioni e, come in questo caso, le notizie diramate da un giornale cattolico siano lette per quel che sono e non come una direttiva episcopale. Per ritorsione ha deciso che, d`ora in poi, gli articoli anche degli altri giornali saranno riferiti ai loro editori.
E` convinto che anche i giornalisti dell`Avvenire abbiano il diritto di essere giudicati per quel che scrivono e non come passacarte di Curia. Pretende cioè che si riconosca che esiste una cultura, un pensiero cattolico, che comporta libertà (e responsabilità) di giudizio. Qui esagera proprio.
Un giornalista della Stampa si offenderebbe a essere considerato un portaordini della Fiat, ma che uno dell`Avvenire possa pensare con la sua testa e informare su fatti e non solo echeggiare prediche pare una stravaganza.
La fede è ammessa, da qualcuno persino apprezzata, come sentimento.
Se invece si fa ragione, informazione, cultura, sembra voglia invadere campi che le sono preclusi. Joseph Ratzinger parla (anche) da professore, Boffo fa il giornalista, ma questo agli "oscurantisti" non è concesso. Possono pronunciare solo anatemi e, anche se fanno il contrario, vengono ricondotti, con le buone o con le cattive, al ruolo che il pensiero unico laicista attribuisce loro.
© Copyright Il Foglio, 27 febbraio 2008
GRANDIOSO!
I giornaloni prendano nota e, magari, traggano insegnamento da Avvenire e dal Foglio...
R.
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