28 febbraio 2008

Card. Bertone: "Il Papa prepara un´enciclica sociale" (Politi per "Repubblica")


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Grazie alla nostra fonte inesauribile, Eufemia, che ringraziamo di cuore, leggiamo questa intervista di Politi al cardinale Bertone:

"Il Papa prepara un´enciclica sociale"

Il cardinale Bertone: "Il Vaticano saprà riavvicinare il mondo a Cuba"

E´ in corso un dialogo vero con passi concreti. Ci sono già stati scambi e sono previsti incontri
Con Pechino procediamo con concretezza, ci sono delle riflessioni reciproche


MARCO POLITI

ROMA - Il cardinale Bertone torna da Cuba estremamente soddisfatto. Quando l´aereo, ieri pomeriggio, è atterrato per uno scalo a Madrid e il solito gruppo di turisti si è messo ad applaudire il pilota, anche il cardinale - con salesiana allegria - ha fatto la mossa di un applauso. «Ho potuto vivere a Cuba magnifiche giornate pastorali», è il suo giudizio.
Facendo il suo giro dall´Avana a Santa Clara, al santuario nazionale della Virgen del Cobre, a Santiago de Cuba, a Guantanamo, il porporato ha toccato con mano la vitalità della Chiesa cubana a dieci anni dallo storico viaggio di papa Wojtyla.
Appena arrivato, il Segretario di Stato è già in partenza. Il 2 marzo si recherà in Armenia e Azerbaijan, poi ad aprile Benedetto XVI volerà a Washington e alle Nazioni Unite a New York.

E intanto papa Ratzinger sta terminando la sua terza enciclica. A Repubblica il porporato anticipa che sarà focalizzata soprattutto sui «problemi sociali internazionali, con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo».

E durante il viaggio a Cuba si è lasciato sfuggire anche un´altra preziosa indiscrezione storica: Giovanni Paolo II sul finire della vita voleva assolutamente scrivere un´enciclica sulla legge naturale.

Cardinale Bertone, alla fine con il presidente Raul Castro si è parlato di amnistia, vero?

«Come ho detto prima di lasciare l´Avana, tante persone che soffrono nel corpo e nello spirito manifestano le loro aspirazioni ed ansie alla Chiesa cattolica sia a Cuba che a Roma. Ricevendo queste petizioni, e nel massimo rispetto per la sovranità del Paese e dei suoi cittadini, ho espresso al presidente Raul Castro la preoccupazione della Chiesa per i prigionieri e i loro familiari».

Per lei ed il Papa si prospettano molti viaggi. Qual è il disegno della Santa Sede?

«La Chiesa si muove nelle varie situazioni, che siano semplici o difficili, nello spirito del dialogo. Cuba, ad esempio, aveva una sua peculiarità. In Armenia e Azerbaijan, due nazioni facenti parte dell´ex impero sovietico, siamo dinanzi a problemi ecumenici. Abbiamo forti rapporti con l´Armenia cristiana. Anche se nel Paese i cattolici sono presenti solo con una piccola minoranza, il Katholikos (patriarca, ndr) della Chiesa armena è molto vicino alla Chiesa cattolica».

Sulla scena internazionale le grandi sfide per la Santa Sede sono rappresentate dall´Islam e dalla Cina. Come procede il confronto?

«Direi positivamente. Con passi di avvicinamento e di realismo. E´ in corso un dialogo vero. Basti vedere, per quanto attiene all´Islam, al confronto che è scaturito dalla lettera al Papa dei centotrentotto saggi musulmani. Ci sono già stati scambi e sono previsti incontri».

E con il governo di Pechino?

«Con la Cina procediamo in un cammino di concretezza. Hanno luogo dei contatti, riflessioni reciproche.

Recentemente ho salutato l´ambasciatore cinese presso lo Stato italiano, che lasciava Roma, e direi che anche questo rappresenta un segno positivo».

C´è molta attesa per la terza enciclica di Benedetto XVI. Si dice che sarà dedicata alla tematica sociale.

«Sì, il Papa sta preparando un´enciclica sociale, che avrà, io credo, un impatto significativo sui grandi problemi socio-economici del mondo contemporaneo. E si riferirà particolarmente alle questioni del Terzo e del Quarto mondo».

Oggi il Segretario di Stato si recherà a relazionare papa Ratzinger. Certo non si aspettava di essere testimone del primo giorno del dopo-Fidel. Il cardinale ha letto attentamente l´intervento di Raul Castro all´assemblea nazionale e lo ha trovato un «discorso attento, politico». In particolare, come ha confidato al Sir, considera Raul un leader che «conosce bene le difficoltà del popolo». Ecco perché nei suoi interventi - andando al di là delle parole pronunciate da Wojtyla nel 1998 - Bertone ha voluto trasmettere a Washington e all´Unione europea il segnale che la comunità internazionale deve aiutare la transizione cubana.
Nelle parole d´addio che martedì notte il Segretario di Stato ha pronunciato all´aeroporto dell´Avana, prima di imbarcarsi, spicca una frase chiave: «Con il presidente Raul Castro ho confermato l´impegno della Santa Sede a promuovere l´avvicinamento del mondo a Cuba».
Nei suoi incontri con l´episcopato, il clero e i fedeli cattolicidell´Isola Bertone ha lavorato per persuadere tutti affinché ferite e rancori del passato non condizionino l´attività della Chiesa nella fase attuale. «Non lasciamoci attanagliare dal peso delle offese - ha detto nella sua ultima messa all´Avana, celebrata tra le suore salesiane - né accecare da pretese egoistiche». Un viatico preciso per il futuro.

© Copyright Repubblica, 28 febbraio 2008

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