26 febbraio 2008
Medici. Chieste le dimissioni di Amedeo Bianco. Basta con l’uso politico della rappresentanza della professione medica
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Il Presidente di FNOMCEO, Amedeo Bianco, insieme al cosiddetto “gruppo ristretto”, di cui membro influente è il dr. Panti, Presidente dell’Ordine di Firenze, ha ancora una volta dato prova di come interpreta il ruolo di rappresentante della professione medica.
Il documento trasmesso alla stampa al termine della assemblea dei Presidenti di Ordine riuniti a Roma, che ha trovato ampia e “calorosa” eco su tutti i giornali italiani, in difesa della 194, dell’utilizzo della RU 486, a favore della prescrizione del Norlevo e della diagnosi preimpianto, non è mai stato sottoposto alla discussione dei Presidenti degli Ordini, ma solo fatto circolare come “bozza” di lavoro di una commissione in margine ad una riunione che aveva a tema tutt’altro.
Non ci sorprende questo ennesimo tentativo, condotto contro ogni regola di democrazia, contro il contenuto stesso del Codice Deontologico della professione, di trasformare i desideri di Bianco, Panti ed altri amici, nel pensiero dei Medici italiani.
Già analoga operazione era stata costruita in merito alla questione del testamento biologico.
E’ evidente che questo esecutivo è delegittimato e non rappresenta più autorevolmente i Medici italiani.
Ricordiamo per tutti i fatti: i Presidenti degli Ordini riunitisi a Roma hanno approvato e discusso un documento in cui erano contenute richieste al mondo politico, sull’organizzazione della sanità, in vista delle prossime elezioni.
Bianco, Panti e gli altri amici, avevano fatto distribuire a tutti i Presidenti le relazioni dei lavori di varie Commissioni della Fnomceo, fra cui quella di Bioetica. Le relazioni di tali Commissioni non sono state discusse né vi era accenno nel documento finale, approvato per acclamazione, di alcun contenuto relativo a tematiche di rilevanza bioetica. In seguito una delle bozze di relazione della Commissione di Bioetica è stata “passata” alla stampa.
E’ gravissimo scambiare il proprio ruolo istituzionale di rappresentanza di una categoria professionale, in un pulpito elettorale, soprattutto quando si tenta di farlo sottraendosi, con espedienti di vecchia scuola, al confronto serio ed approfondito, culturale e scientifico con coloro che si pretende di rappresentare.
Ma come già successo a Udine per il Testamento biologico, anche questa volta il Presidente Bianco dovrà riconoscere che la maggioranza dei medici italiani non la pensa come lui, e
soprattutto che non condivide l’uso politico degli Ordini.
Invitiamo pertanto il Presidente Fnomceo, non nuovo a rilasciare dichiarazioni personali spacciandosi come interprete del pensiero dei medici italiani, a desistere da questa prassi quantomeno antidemocratica.
Invitiamo il presidente A. Bianco a riflettere sul valore della professione esercitata con coscienza e libertà fuori da ogni interesse politico e all’interno di un rapporto di cura che ha il suo unico scopo nel bene della persona e nel rispetto della vita, dal concepimento sino alla sua fine naturale, come il nostro Codice tuttora sancisce.
Ufficio Stampa Medicina e Persona
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