26 febbraio 2008
Documento non votato sulla 194, Dino Boffo (Avvenire): "In quell'impeto di titoli forti un deficit di buon giornalismo". Da leggere assolutamente...
Vedi anche:
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DOCUMENTO ORDINE MEDICI: AMCI MILANO, NON RAPPRESENTA "IL PENSIERO DELLA MAGGIORANZA”
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L’ALTRO EDITORIALE
CONFORMISMO INCOMPRENSIBILE NEL CASO ORDINE DEI MEDICI
IN QUELL’IMPETO DI TITOLI FORTI UN DEFICIT DI BUON GIORNALISMO
Di fronte alle opposte versioni di uno stesso fatto (esiste o no un pronunciamento, in tema di aborto, democraticamente votato da parte dell’Ordine nazionale dei medici), che cosa fa un giornalismo minimamente serio?
Abbandona le tracce fin troppo comode delle dichiarazioni di agenzia e si mette a caccia delle fonti, si procura i documenti – se ci sono, e nel nostro caso ci sono eccome – interpella i protagonisti più prossimi e presenta il tutto al libero giudizio dei lettori. Ebbene, sulla vicenda del presunto testo relativo all’aborto e dintorni, diffuso sabato mattina dalle agenzie di stampa come espressione del consiglio della Fnomceo (la Federazione degli Ordini dei medici), Avvenire, quotidiano dei cattolici, si premura di segnalare, domenica, un’incongruenza che era risultata dal suo normale lavoro di verifica sulle notizie: quel testo era una delle 14 relazioni semplicemente inserite in cartella; il documento votato e approvato è un altro, di natura del tutto diversa; e presentarlo come espressione del Consiglio è 'sostanzialmente falso'. A quel punto pensavamo di non aver lasciato spazio al conformismo imperante. A partire dal sasso gettato in piccionaia da Avvenire, c’era tutta intera la possibilità di affinare la ricerca.
Invece, soltanto un quotidiano, il Secolo XIX della famiglia Perrone di Genova, dopo un titolo sbagliato in vetrina, compie il titanico sforzo di procurarsi i documenti del caso: il primo, votato e non diffuso, intestato «Consiglio nazionale Fnomceo»; e il secondo, non votato ma diffuso, intestato «Dottor Antonio Panti, Firenze ».
Agli altri giornali è sufficiente denunciare a caratteri cubitali «l’attacco della Cei ai medici» o, meglio ancora, «I vescovi contro i medici». Cosa di più scontato (e sbagliato) di quel «contro»? In compenso, nessuno interpella alcuno dei 103 presidenti provinciali dell’Ordine, molti dei quali presenti ai lavori e testimoni-protagonisti dei fatti. Nessuno dei grandi direttori dei grandi giornali iper-democratici, sempre pronti a scattare per un nonnulla, che compia lo sforzo di un gesto rivoluzionario, qual è la fattura di un pezzo semplicemente fedele ai fatti e titolato a dovere.
Piccoli capolavori di malainformazione.
La Stampa, quotidiano della famiglia Agnelli e della Fiat, merita il trofeo: titolo guerresco in prima e dentro pubblica un’intervista al presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco («Mai detto che ci siano state votazioni »), che però non condiziona per nulla il testo del valente collega, che preferisce buttarsi sull’ira dei medici (contro chi?): «Accusa offensiva e balzana».
Anche il Corriere della sera, quotidiano delle grandi banche, riporta l’ammissione di Bianco («Non c’è stato voto»), eppure titola: «Il giallo del documento». Quale giallo, se l’interessato ammette lui che non fu votato?
La Repubblica, quotidiano di Carlo De Benedetti, dopo aver a sua volta sparato in prima, cita Bianco solo nel punto in cui assicura che «nessuno aveva niente da eccepire» e censura l’assenza del voto.
In conclusione: il voto non c’è stato e Avvenire, che avrebbe detto una cosa vera, ha torto lo stesso. Ha dato un contributo alla verità smascherando una bugia, sì, vabbè, però è meglio scrivere la solita tiritera, che il suo è un attacco, un’offensiva, una crociata. Anzi non suo, ma dei suoi padroni, i vescovi.
Perché tutto ciò? Per ideologia o faciloneria, sottile perfidia o banale conformismo? Ognuno decida da sé. Quanto a noi, il titolo alla vicenda lo rubiamo a una vecchia commedia di Luigi Comencini: «Dio mio, come siamo caduti in basso». Carolina Invernizio e dintorni, il livello è quello. (d.b.)
P.s. D’ora in poi anche noi di Avvenire chiameremo gli altri giornali col nome dei rispettivi editori. Chissà che qualcuno intenda.
© Copyright Avvenire, 26 febbraio 2008
Semplicemente grandioso!
Che ne dicono i giornaloni? Diranno finalmente la verita' o dobbiamo affidarci solo ad Avvenire, Libero ed il Giornale?
Bene...ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza anche in quella campagna elettorale per cui certa stampa si sta agitando come non mai...
R.
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3 commenti:
Ebbene si, Raffaella. Possiamo solo affidarci a Libero, Giornale, Avvenire e aggiungerei Il Foglio. Ad aprile, in sede di voto, ne trarremo le conclusioni.
Cara Raffaella, puoi aggiungere alla lista anche il “Il Foglio.it” di cui riporto solo uno stralcio:
«Sabato e domenica scorsi nuova montatura che si ritorce contro chi la fa, dopo il caso dell’aborto terapeutico di Napoli. Stavolta è la falsificazione di una inesistente posizione ufficiale degli Ordini dei medici, denunciata per tempo da Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani che ci onora della sua stima ed esprime laicamente le sue perplessità, comprensibili, sull’iniziativa della lista pazza per un voto di cultura e di coscienza.»
Per leggere l’articolo completo:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/14
Grazie della segnalazione :-)
Peccato che Il Foglio non sia piu' consultabile online...
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