27 febbraio 2008

Dopo l'accordo fra PD e radicali: "Pasticcio veltroniano in salsa pannelliana" (Famiglia Cristiana)


Vedi anche:

Aborto: «Nota mai votata. Convocare il Consiglio». «Pessima figura». «Bufala creata ad arte»

Joseph Ratzinger andò al Concilio con la mente a Bagnoregio (Mons. Amato per l'Osservatore Romano)

Senza tradizione la teologia è un albero sradicato dal suolo: presentata l'edizione aggiornata del libro di J. Ratzinger su San Bonaventura

Vian: da domenica 2 marzo l'Osservatore uscirà con l'Eco di Bergamo

Massimo Introvigne: “Siamo nella fase del relativismo aggressivo” (Zenit)

Il Papa ai medici: rispettate la vita. Plauso dei sindacati sulla proposta dei congedi parentali (La Stampa e L'Eco di Bergamo)

Mezzi «ordinari» e «straordinari» di preservazione della vita: dal Papa una distinzione che interpella «scienza e coscienza»

«Aiuto concreto alle famiglie nel calvario della sofferenza». Benedetto XVI auspica una innovazione del welfare

La strana storia del documento «fantasma». Appunti su 194 e legge 40 trasformati in nota ufficiale. Bianco: un errore di ingenuità

Documento non votato sulla 194, Folena (Avvenire): "Quando la verità non va in pagina. E prevale l’ideologia con i titoli fotocopia"

Documento non votato sulla 194, Dino Boffo (Avvenire): "In quell'impeto di titoli forti un deficit di buon giornalismo". Da leggere assolutamente...

Aborto, così è nato il falso dei medici (Santambrogio per "Libero"...un articolo da incorniciare)

Giovanni Maria Vian: «Famiglia e no all’aborto per noi cattolici son valori irrinunciabili» (Tornielli per "Il Giornale")

Finalmente la verità!Il presidente Bianco (FNOMCEO) alla fine ammette: "Documento mai votato". Aspettiamo che media e politici si scusino con Avvenire

LA REAZIONE DEI CATTOLICI DEL PD ALL’ACCORDO CON I RADICALI

PASTICCIO VELTRONIANO IN SALSA PANNELLIANA

La gara che si profila sull’orizzonte della campagna elettorale tra chi è più cattolico e chi è più laico rischia di far male al Paese. Bisognerebbe, invece, sgomberare subito il campo da ogni equivoco e ambiguità. Non ci sono politici cattolici e politici laici. Ci sono cattolici che fanno politica e laici che fanno politica. L’identità non è il fine, anche se non si può prescindere da essa per battere le strade del realismo, sforzandosi di conseguire il bene comune e ragionando sulla sua utilità per l’intero Paese. Vale per la pace e per la vita, ma vale anche per l’economia e la sicurezza. Altrimenti si torna al solito schema per cui i pacifisti sono di sinistra e chi si batte per la libertà di non abortire è di destra.
Se si ripercorre nella storia repubblicana e soprattutto nel dibattito dentro l’Assemblea costituente il ruolo dei cattolici, è del tutto evidente che mai essi hanno fatto della religione un uso ideologico. La Democrazia cristiana non è mai stata un "partito cattolico", cioè confessionale, non ha mai preteso di fronteggiare la scristianizzazione della società. Oggi invece l’idea della resistenza attorno a moralismi di varia natura e dogmatismi ideologici viene assunta come punto di partenza da molti.

I cattolici che hanno deciso di fare politica nel Partito democratico giudicano severamente la scelta di Veltroni di imbarcare nelle liste i radicali di Marco Pannella e di Emma Bonino e si pongono pure qualche dubbio circa la scelta di candidare a Milano il professor Umberto Veronesi, autore di una sorta di manifesto per la «libera scelta di morire», cioè l’eutanasia, anche se lui ha detto che si occuperà solo di migliorare la sanità in Italia.

I radicali hanno una concezione "confessionale" della loro identità. Ogni scelta, ogni nome ha valore simbolico. La squadra di candidati, negoziata con Walter Veltroni, ha una forte fisionomia radicale, connotata su battaglie che, come ha detto Emma Bonino, «non si interrompono affatto».

È facile dire quali siano: aborto, eutanasia, depenalizzazione della droga. E poi c’è l’abolizione del Concordato e dell’8 per mille, e sopra ogni cosa un’ideologia libertaria, in salsa pannelliana, alternativa alla storia e ai princìpi etici, economici e sociali di questo Paese. Basta ascoltare Radio radicale dove quasi ogni giorno sono costantemente attaccati e messi alla berlina Papa, Chiesa e i valori cattolici. Lo stesso padre Bartolomeo Sorge, direttore di Aggiornamenti sociali, ha definito l’accordo un «errore», perché «non si può conciliare la cultura dei radicali con il Pd».

Avrebbe ragione Beppe Fioroni, che invita a non preoccuparsi della pattuglia di radicali nelle liste del Pd, se si potesse esercitare il voto di preferenza.

Ma siccome le liste sono bloccate un candidato o un altro fa la differenza, perché comporta da parte del partito l’assunzione di un progetto ideologico. Per questo occorre più chiarezza per rendere lineare il rapporto tra chi vota e chi chiede di essere votato.

Nel Pd i cattolici non hanno intenzione di dar vita a una corrente confessionale. Chiedono però chiarezza sull’antropologia e i valori di riferimento. E visto che la loro preoccupazione riguarda il bene comune, esercitata con l’arte della mediazione e non con quella del conflitto, come Aldo Moro ha insegnato e come hanno fatto lealmente in tutta la storia repubblicana, giustamente chiedono di non essere mortificati all’interno del Pd, come ha sollecitato a fare il cardinale Bertone nella recente intervista a questo giornale.
A maggior ragione in un momento in cui il dibattito di questi ultimi tempi ha fatto diventare l’aborto una «questione civile», come ha scritto Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, in una lettera aperta a tutti i partiti. Così è il realismo che, faticosamente, sta mettendo al centro della questione economica e fiscale la famiglia italiana, come ha suggerito il "Forum delle famiglie". Occorre trovare un rimedio allo sfilacciamento del Paese, come denunciato dal presidente della Cei Bagnasco, senza disarticolare la propria storia e identità.

© Copyright Famiglia Cristiana n. 9/2008


QUELLE CANDIDATURE "IMBARAZZANTI" DEI RADICALI NEL PD

MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI

Beppe Del Colle

L’accordo tra Pd e Radicali significa l’accettazione di una compagnia che rappresenta l’esatto contrario di quanto i cattolici impegnati in politica e i loro elettori hanno sempre sostenuto.

Detto in parole semplici: il Partito democratico deve stare molto attento alle candidature per le elezioni del 13/14 aprile. L’accordo con i radicali negoziato dal segretario Veltroni ha messo in crisi i cattolici che simpatizzano per il Pd e che, per sottolineare il significato politico di quella adesione, hanno votato alle "primarie" per la segreteria le liste di Rosy Bindi e di Enrico Letta, personalità di primo piano nella disciolta Margherita e, in precedenza, della Dc e poi del Ppi.

Veltroni aveva presentato la propria strategia elettorale con un’immagine efficace: «Correremo da soli». La solitudine è durata poco: interrotta con l’Italia dei valori di Di Pietro, la replica è stata l’accordo con i radicali. Un accordo che significa l’accettazione di una compagnia che rappresenta l’esatto contrario di quanto i cattolici impegnati in politica e i cittadini loro elettori hanno sempre sostenuto, in opposizione, fra l’altro, proprio con i radicali.

Si badi bene. I radicali propongono oggi quello che hanno sempre proposto (e, purtroppo, spesso ottenuto) in tema di argomenti considerati dai cattolici «eticamente non negoziabili», dal divorzio all’aborto, dalla manipolazione genetica sugli embrioni alla fecondazione artificialmente assistita, anche con seme di persona estranea alla coppia, alle unioni di fatto, fino al matrimonio omosessuale; ma vi aggiungono ora l’indebolimento programmatico del welfare e l’insistenza sulle liberalizzazioni, propositi che dovrebbero dispiacere anche e soprattutto ai simpatizzanti della sinistra ex e post comunista che si riconosce nel Partito democratico.

Ma per restare alla contrarietà "cattolica", va ricordato che l’eventuale candidatura nel Pd del ginecologo torinese Guido Viale, noto per la sua annosa sperimentazione della pillola abortiva RU486 (per la quale è tuttora oggetto di procedimento giudiziario), è stata accolta come una vera e propria provocazione, per di più nel momento in cui si sta decidendo a livello governativo sull’ammissione di quel farmaco, sul quale la stampa scientifica internazionale ha già dato giudizi piuttosto severi per quanto riguarda gli effetti collaterali (almeno sei donne morte negli Stati Uniti, dove è utilizzata da anni).

Sull’argomento specifico della legislazione sull’aborto, ha suscitato sbalordimento un comunicato dell’ufficio stampa della Federazione nazionale degli Ordini dei medici relativo a un documento che sarebbe stato approvato dal Consiglio nazionale della medesima Federazione, favorevole non soltanto alla legge 194, ma anche alla RU486 e alla "pillola del giorno dopo".

Rilanciato con rilievo sui quotidiani di domenica 24 febbraio, quel documento ha provocato una precisazione – su Avvenire – da parte di Valerio Brucoli, del comitato deontologico di quella Federazione: esso risulta essere stato solo una delle 14 relazioni presentate al Consiglio della Fnomceo, non votate, quindi non approvate. Non rappresenta, perciò, la posizione ufficiale dei 103 Ordini provinciali dei medici italiani.

Se l’aborto suscita, dunque, giustificate contrarietà fra i cattolici del Partito democratico, la parte opposta, cioè il Popolo della libertà, in cui pure figurano esponenti del Partito radicale, non se ne emoziona per nulla.

Berlusconi ha detto che su questi temi etici lascia libertà di coscienza ai suoi parlamentari e non ha accolto le richieste di alleanza elettorale con la lista "Aborto? No grazie" di Giuliano Ferrara. Risolto con grande abilità diplomatica il "caso Sicilia", il Cavaliere non ha più alcun dubbio: la vittoria gli appare ormai ampiamente a portata di mano.

© Copyright Famiglia Cristiana n. 9/2008

Nessun commento: