26 febbraio 2008

La strana storia del documento «fantasma». Appunti su 194 e legge 40 trasformati in nota ufficiale. Bianco: un errore di ingenuità


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ABORTO TESTO CHOC

Dal comunicato di sabato, con la presunta «posizione ufficiale» dei medici, alla parziale marcia indietro di ieri: così è crollato il castello di interpretazioni su un caso mediatico

La strana storia del documento «fantasma»

Appunti su 194 e legge 40 trasformati in nota ufficiale Il presidente Amedeo Bianco: un errore di ingenuità

DI FRANCESCO OGNIBENE

Qualcosa non quadra. Esiste un testo su temi come aborto e legge 40 inviato all’attenzione del Consiglio nazionale della Fnomceo – la Federazione naziona­le che riunisce gli ordini provinciali dei medici – sul quale «non c’è stato voto» (Corriere della sera di ieri), co­me riconosce il presidente dei cami­ci bianchi italiani Amedeo Bianco. Di più: «Mai detto che ci siano state vo­tazioni ». Dunque impossibile sapere quanti fossero d’accordo e quanti no. Eppure Bianco si dice convinto che «sicuramente l’elaborato dà voce al­la maggioranza» (intervista alla Stam­pa, sempre di ieri).

Tanto gli è basta­to per rubricare come posizione uf­ficiale di tutti i medici quello che era solo un contributo di riflessione per la due giorni – 22 e 23 febbraio – del Consiglio nazionale a Roma. Una spiegazione tanto fragile da apparire di dubbia sostenibilità, certo non suf­ficiente a costruirci sopra un’accalo­rata polemica come quella montata da quasi tutte le testate informative italiane tra domenica e ieri.

Sarebbe bastato pescare un solo testimone tra le decine di partecipanti al Consiglio per rendersi conto di quanto i fatti fossero distanti dalla loro dramma­tizzazione mediatica. Operazione fa­cile, per la verità.

Quando da poco erano passate le 11.30 di sabato mattina, e a lavori del Consiglio ancora in corso, giungeva infatti a sorpresa nelle redazioni di giornali, tg e agenzie di stampa un comunicato che sotto un titolo fatto apposta per non passare inosservato – «Tra scienza e coscienza» – affer­mava senza l’ombra di una sfumatu­ra: «Aborto, Pillola del giorno dopo, Procreazione assistita, Rianimazione dei neonati con bassa età gestazio­nale: la posizione della Fnomceo».

Caspita, i medici italiani si pronun­ciano nel pieno della campagna elet­torale: un boccone prelibato.

Ma «la posizione della Fnomceo» è defini­zione che mal si adatta a un testo mai messo ai voti durante il Consiglio, e giunto tra le mani dei componenti dell’organismo in una cartelletta in­sieme ad altri tredici testi sui temi più disparati, nella forma di uno spunto di riflessione firmato dal presidente dell’Ordine di Firenze Antonio Panti. Niente di ufficiale, e nemmeno di uf­ficioso. E infatti pochi tra i presenti hanno dedicato attenzione a quelle due paginette di appunti, visto che la discussione in assemblea era tutta centrata sul lungo e laborioso «Do­cumento conclusivo del Consiglio nazionale della Fnomceo», nove pa­gine fitte (che riassumiamo qui so­pra), concetti generalissimi sulla sa­nità in Italia che costituiscono l’uni­ca vera presa di posizione dei medi­ci italiani.

È dunque questo il solo testo passa­to per il voto del Consiglio e appro­vato «per acclamazione», come spie­ga il sito Internet della Fnomceo.

Si­to dal quale nella giornata di ieri è in­vece sparito il testo mai votato con la presunta «posizione della Fnomceo» su pillola del giorno dopo, Ru 486, dia­gnosi preimpianto, 194 e grandi pre­maturi.

La rimozione è coincisa con le dichiarazioni («Se c’è stato un er­rore è stata la nostra ingenuità») at­traverso le quali Bianco ha cercato di rimettere a posto una situazione che ieri si era fatta pesante, con numero­si ordini provinciali che smaschera­vano il documento-fantasma con­fermando quanto rivelato domenica da Avvenire e chiedendo energica­mente conto del suo operato al pre­sidente nazionale, il quale intanto a­veva tenuto a precisare che «i medi­ci italiani sono comunque per la vita».

Una bolla di sapone, dunque, esplosa dopo 48 ore di chiacchiere su un docu­mento della Federazione mai esistito.

© Copyright Avvenire, 26 febbraio 2008

E il dibattito s’infiamma

DA ROMA

PIER LUIGI FORNARI

Sempre al centro dell’attenzione il documento mai approvato dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici, eppure oggetto di un acceso dibattito.

Anzi, l’esponente del Prc Elettra Deiana accusa di «furore ideologico» chi ha sollevato dubbi fondati sull’auteticità del documento. Inutile dire che la parlamentare comunista «apprezza» e considera il fantomatico testo «un valido contributo scientifico scevro da ogni interesse particolare», mentre, a suo dire, «il dibattito aperto sull’aborto», sarebbe «inquinato da una campagna di odio e di criminilizzazione delle donne». Il suo leader Fausto Bertinotti, parla addirittura di «un’assunzione di responsabilità da parte di chi compie l’esperienza quotidiana», un testo che andrebbe «molto ponderato» perché, «fuori da ogni ideologia, è il riconoscimento di un elemento vitale per la salute in Italia, che è costituito dalla 194». Il ministro uscente della Salute, Livia Turco, considera le posizioni attribuite alla Federazione «assolutamente plausibili: sono di loro competenza e non c’è nessun arbitrio». Secondo un’altra esponente del Pd, Anna Finocchiaro, la presunta presa di posizione dell’Ordine avrebbe «rimesso» le cose a posto in materia di 194. Domenico Di Virgilio parlamentare del Pdl si dice, invece, «sconcertato» per le dichiarazioni attribuite alla Fnomceo «in merito all’aborto, alla Ru486 e alla diagnosi preimpianto, questioni che ogni medico ed operatore sanitario deve affrontare secondo propria coscienza e precise cognizioni scientifiche». Di Virgilio ricorda quanto riportato dal Codice deontologico approvato dalla Fnomceo nel dicembre 2006, «dove all’articolo 3 tra i doveri del medico riporta in primis quello della tutela della vita». Per il responsabile della Consulta etico-religiosa di An, Riccardo Pedrizzi, il documento non rappresenta la categoria, né «la base della comunità scientifica italiana». A meno di due mesi dal voto, commenta Pedrizzi, il documento rappresenterebbe «una clamorosa e inaccettabile ingerenza nella vita politica e nell’autonomia del Parlamento, che da qui a poco sarà chiamato a valutare la possibilità di modificare la legislazione sull’aborto sulla base delle sensibilità politiche di chi sarà eletto dai cittadini e non certo di pressioni esterne più o meno strumentali». Di fronte al presunto documento fatto passare per approvato il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, considera «stupefacente la superficialità» con cui «si liquida con un parere positivo, si noti bene: anche sotto il profilo morale, la legge 194, la pillola del giorno dopo, l’aborto, l’introduzione della Ru486 e la diagnosi preimpianto nella fecondazione assistita».

Partiti divisi sul testo Rifondazione «apprezza» Turco: «Posizioni plausibili» Arrivano, invece, critiche dal centrodestra: «Dichiarazioni sconcertanti»

© Copyright Avvenire, 26 febbraio 2008

Il vero testo? Parla di deontologia

Ilaria Nava

MILANO. Di argomenti come aborto, Ru486, linee guida, pillola del giorno dopo, neppure l’ombra. Il documento conclusivo del consiglio nazionale della Fnomceo, quello approvato per acclamazione dai presidenti degli Ordini nazionali, parla di tutt’altro. Gli argomenti, definiti per punti, affrontano e avanzano soluzioni su temi come la distribuzione delle risorse, il ruolo dei direttori generali all’interno dell’azienda sanitaria, la formazione universitaria pre e post laurea e abilitazione dei medici, la prevenzione e gestione del rischio professionale, il monitoraggio del fenomeno della malpractice e il ruolo delle figure professionali ausiliarie del medico. Temi importanti, che nulla hanno a che vedere con aborto e fecondazione, e che probabilmente sono maggiormente consoni al ruolo assunto dagli ordini professionali nei confronti della categoria. Un velato riferimento alla bioetica si trova solo laddove il documento afferma: «Vogliamo i nostri Ordini vicini ai cittadini, ai loro bisogni, alle loro inquietudini, capaci cioè di dare risposte forti ed equilibrate ai dubbi, alle incertezze tecniche, civili, etiche, che il travolgente sviluppo della medicina inevitabilmente propone, basta pensare all’esplosione delle questioni bioetiche su inizio e fine vita». Al contrario di quanto divulgato, nel documento, si evidenzia che gli Ordini vogliono essere «autori e custodi della deontologia professionale ed aventi lo scopo di tutelare la libertà, la dignità della persona e i diritti del cittadino promuovendo e valutando la qualità professionale, garantendo l’autonomia e la responsabilità dei professionisti, sollecitando la condotta professionale al perseguimento dei grandi principi morali di beneficialità, giustizia e rispetto dell’autodeterminazione dell’individuo». Un documento equilibrato e condiviso, che verrà inviato a tutti i candidati nelle prossime elezioni alla Presidenza del Consiglio e tutte le istituzioni.

© Copyright Avvenire, 26 febbraio 2008

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