25 febbraio 2008

Fumate bianche fra Vaticano e Chiesa russa: secondo Benny Lai possibile un incontro fra Benedetto XVI ed Alessio II nel 2008


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Fumate bianche fra Vaticano e Chiesa russa

Benny Lai

E' molto probabile, per non dire certo, come sostengono alcuni, che papa Benedetto incontri il patriarca russo Alessio II nel corso del 2008.
In Russia, s'intende, nazione che non ha mai visto i pontefici romani. Neppure Wojtyla, il quale nei suoi numerosi anni di governo della Chiesa ha compiuto oltre cento viaggi visitando quasi tutti gli angoli del mondo, tranne quello.
E la colpa non può essere attribuita soltanto al grande scisma d'Oriente del 15 luglio 1054 e al cristallizzarsi dell'inimicizia tra cattolici e ortodossi. Lo testimonia se non altro l'abbraccio di pace scambiato a Gerusalemme nella notte del gennaio 1964 tra Paolo VI e Atenagora, il patriarca ecumenico di Costantinopoli. Abbraccio ripreso, poi, a Roma e proseguito in diverse occasioni tra i successori dell'una e dell'altra parte.
Il problema è assai più complesso e riguarda anzitutto il campo ortodosso, in cui manca una figura simile al papa, dove il patriarca ecumenico di Costantinopoli è soltanto "primus inter pares", non ha alcun potere sugli altri patriarchi, ciascuno dei quali viene eletto all'interno del suo Paese. Se a questo si aggiunge l'enorme numero di ortodossi russi rispetto a quelli che vivono nei paesi dell'oriente cristiano, che Mosca fu definita da storici deferenti la Terza Roma e che il patriarca di Costantinopoli trascorre la sua vita nella Turchia musulmana, è facile comprendere i diversi motivi del mancato bacio di pace, anche senza considerare i trascorsi aspetti politici.
Ma adesso qualcosa è cambiato. Forse per via del modo di guardare alle cose del mondo, a una globalizzazione che sembra comportare una sorta di deserto spirituale; forse a causa del cambio del pontificato, della successione di Ratzinger a Wojtyla, del teologo a un itinerante comunicatore della fede.
Non è un caso che nello scorso dicembre Benedetto XVI abbia ricevuto il metropolita Kiril, seconda autorità del patriarcato di Mosca, e che ciò sia avvenuto dopo l'invio di una delegazione papale a Istanbul per la festa di Sant'Andrea. Una delegazione vaticana nella sede degli ortodossi di Costantinopoli in lite da tempo con i russi, che li accusano di proteggere le Chiese poco disposte a riconoscerne il primato.
Un'udienza, dunque, quella papale, da cui traspare l'equidistanza del Vaticano tra i due patriarcati molto gradita a Kiril, al punto di fargli dichiarare in un'intervista all'Osservatore Romano come il patriarca Alessio annetta molta importanza al dialogo con Roma.
Del resto l'imputazione che, dopo la caduta del comunismo, ha tenuto lontano dalla Russia sia Paolo VI che Giovanni Paolo II è stato il proselitismo. Il Patriarcato di Mosca, con il suo campo da arare, non gradiva la presenza dei coltivatori cattolici, i quali, per la verità, non esitarono a gettarsi su terreni considerati incolti o seminati da "erbacce da estirpare". Ci fu il ritorno in forze degli ortodossi cattolici, soprattutto in Ucraina; ci fu la ricerca di conversioni a opera di parecchi ordini religiosi cattolici.

Il più duro scontro tra Vaticano e Chiesa russa si è verificato appunto quando papa Wojtyla volle formalizzare la presenza del cattolicesimo nell'ex patria dei sovietici sostituendo con quattro diocesi le amministrazioni apostoliche. Un provvedimento normale per Roma dettato dalla necessità, creando nuove strutture, di fornire la dovuta assistenza ai cattolici russi. Un atto giudicato da Mosca così poco amichevole da indurre Alessio a rifiutare l'incontro con Wojtyla.

Adesso tutto ciò non sembra avere importanza. Dicono che le autorità ortodosse abbiano compreso che i cattolici in Russia sono pochi e tali resteranno; dicono che i problemi di un mondo in via di secolarizzazione siano più importanti; dicono che non si può non essere vicini a un Benedetto XVI che combatte in favore del matrimonio tradizionale e delle varie questioni connesse con la sessualità e la bioetica. Posizioni, queste ultime nettamente condivise dalla Russia cristiana.

Da qui la preparazione della "Dichiarazione comune" che dovrebbe precedere l'incontro tra papa Benedetto e il patriarca Alessio. Da qui il caldo sostegno del patriarcato di Mosca all'Opus Dei che ha aperto una sua sede nella capitale russa: organizzazione apprezzata dagli ortodossi - come hanno precisato - per la sua fedeltà ai valori cristiani.

Benny Lai è giornalista vaticanista e autore di libri sulla Chiesa.

© Copyright Il Secolo XIX, 25 febbraio 2008

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