25 febbraio 2008

Ferrara bacia l'anello di Benedetto. «Io ho molta fede» (Corriere della sera)


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Ferrara bacia l'anello di Benedetto. «Io ho molta fede»

Lorenzo Salvia

ROMA — «Tu sei la mia vita altro io non ho. Tu sei la mia strada, la mia verità...». Il coro sta cantando Symbolum '77 quando Giuliano Ferrara entra nella chiesa di Santa Maria Liberatrice. Otto e venti del mattino, all'arrivo del Papa manca più di mezz'ora. Il candidato premier della lista «Aborto? No grazie» non voleva far tardi. Viene a piedi da casa, 300 metri da questa piazza che è il cuore di Testaccio, quartiere rosso di Roma un tempo popolare, oggi chic. Passa dal retro attraversando la sagrestia, al braccio la moglie Anselma. E si va a sistemare proprio lì, in prima fila, vicino al corridoio centrale dove tra poco passerà Benedetto XVI. Il parroco don Manfredo, che lo conosce bene, sembra non aver lasciato nulla al caso. È stato lui ad invitarlo per questa messa, festa per i 100 anni della consacrazione della chiesa.
L'attesa è lunga. Ferrara si slaccia il giaccone color cammello e parla con la moglie che resta chiusa nel suo cappotto scuro mentre fuori le vecchiette fanno la fila davanti ai metal detector.
Poi si avvicina Camillo Ruini. «Cardinale, come sta?», stretta di mano calorosa. «Devo andare a Reggio Emilia — dice il direttore del
Foglio —, mi farebbe piacere rivedere sua sorella».
Chiacchiere fra amici. Nemmeno un cenno alla lista antiabortista lanciata da Ferrara. Neanche una parola su quell'intervento del direttore di Avvenire, il giornale della Cei, che parla di progetto che «rischia di sottrarre voti importanti ad altre liste già affermate». In compenso grandi sorrisi.
Il brusio aumenta, il Papa sta arrivando. Ferrara si sporge dal suo banco, come si fa quando là in fondo sta entrando la sposa. Benedetto XVI attraversa lentamente la navata centrale: sorride, benedice, stringe mani. Ma continua sempre a camminare.
Si ferma solo quando arriva davanti a Ferrara: «Oh, finalmente — dice il Papa —, è la prima volta». Il candidato premier si china a baciare l'anello. «Sono molto felice di incontrarla, Santo Padre. Le presento mia moglie ». Nemmeno un minuto, ma anche nei film la scena madre non deve durare per forza un'eternità. «Nel nome del Padre, del Figlio...».
Niente segno della croce per Ferrara. Non recita le parole della liturgia, a differenza della moglie non fa nemmeno la Comunione.
Al momento della Consacrazione è l'unico a non inginocchiarsi nelle prime cinque file riservate agli invitati. China il capo però, sguardo rivolto verso terra. Si unisce all'applauso della chiesa, piena ma non gremita, alla fine dell'omelia.
Dieci minuti in cui Ratzinger ha invitato i fedeli a «pregare per la famiglia » e li ha messi in guardia dal «rischio di una religiosità non autentica ».
Batte di nuovo le mani quando la messa è finita e dai banchi in fondo un ragazzo urla «Viva il Papa». Ma c'è ancora tempo per un altro incontro ravvicinato. Benedetto XVI gli passa di nuovo davanti prima di uscire e si ferma anche stavolta. Parlano del libro di Ratzinger, ma è davvero un sussurro. Un altro baciamano.
Ferrara lascia sfollare, poi guadagna l'uscita incassando due strette di mano con incoraggiamento («Continua così»). Sul sagrato si accende una Ms, si infila il cappello di lana anche se oggi a Roma sembra primavera. E poi entra nel Bar Testaccio per un caffè. «Sì, mi sono emozionato. Era la prima volta che lo vedevo faccia a faccia, anche se così, per pochi istanti...». Non male per un ex comunista oggi considerato ateo devoto. «Macché! Io sono credente, un uomo di molta fede. Anzi, dopo aver schivato gli scogli del cinismo adesso devo schivare quelli del fanatismo ». Però niente Comunione, niente segno della croce... «Credo di non essermi mai confessato. Assisto con deferenza alla messa ma non partecipo, per farlo bisogna saper pregare e io non sono capace. Quando tutti si mettono in ginocchio mi sento pure in imbarazzo». Anche lui dice che qui della lista antiaborto non ha parlato con nessuno: «Questa non era un'occasione per cercare sponsorizzazioni. Sono venuto perché mi ha invitato il mio amico don Manfredo, il parroco».
Il caffè è finito, si torna nella piazza piena di sole. Dice Ferrara che questo per lui non è un debutto: «A parte i funerali, praticamente tutti quelli del terrorismo a Torino, alla messa ho assistito ma non partecipato diverse volte. E poi la figura del Papa mi ha sempre affascinato. Ricordo da ragazzino a Ponte Milvio. C'era Paolo VI, avrò avuto 16 anni, quelle bellissime Mercedes nere di una volta... ». Ecco, anche Papa Benedetto è appena salito su una Mercedes nera. Nuova, lucida, targa Scv 1. I finestrini sono aperti, Ratzinger saluta con la mano aperta. Ferrara ha già preso la strada del Foglio: «Ma il giornale non c'entra. Devo lavorare per le candidature della mia lista».

© Copyright Corriere della sera, 25 febbraio 2008

Molto poetico soprattutto quando si paragona il Papa ad una sposa...
Strano che la chiesa non fosse gremita, a me e' parso il contrario e anche al Messaggero che addirittura parla di migliaia di persone...

R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco un uomo coerente che pur non essendo un grande cattolico ha rispetto della figura del Santo Padre.
Un esempio per tante persone che invece di rispetto non ne hanno affatto.
Comunque se ci pensiamo ci sono molti atei a cui B16 piace (un altro esempio era Oriana Fallaci che alcuni mesi prima di morire era stat ricevuta in udienza privata dal Papa)

brustef1 ha detto...

Il vero handicap di Benedetto è che piace troppo alle persone intelligenti!