26 febbraio 2008

Aborto, così è nato il falso dei medici (Santambrogio per "Libero"...un articolo da incorniciare)


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Il falso dei medici affonda nel bagno Turco

di LUIGI SANTAMBROGIO

Nemmeno più dei medici ci si può fidare.

A volte usano il loro bel camice bianco per nascondere una bugia grande come una casa, anzi come un plesso ospedaliero. Il fatto è noto: sabato esce un documento che sembra scritto dal professor Viale, il doctor Morte di Torino: si avverte la classe politica di non toccare la legge 194, si fa l'elogio dell'aborto e si mette in scena uno spottone a favore della Ru486, la pillola abortiva, il pesticida chimico ammazza feti.

Ma cosa c'entrano i vescovi?

Bene, anzi male. Ma il peggio deve ancora venire: il documento è firmato dalla Federazione degli Ordini dei medici e viene spacciato come approvato all'unanimità dal Consiglio nazionale. Già è strano che i medici, tenuti per giuramento alla difesa della vita, sottoscrivano un documento che parla solo di morte (manca solo l'eutanasia).

Ma la truffona degli Er pataccari sta nel fatto che tale dichiarazione non è mai stata votata da nessuna assemblea. Il solo documento votato è una sorta di generico pro-memoria della categoria per il prossimo governo.

Ad accorgersi del falso è il quotidiano Avvenire: il solo a fare il dovere giornalistico di informare, avvisando che il sedicente documento dei medici italiani non lo è affatto.

Semmai, è quello di una parte. Dunque, chi l'ha diffuso deve avere il naso lungo come Pinocchio e il pelo di un bisonte sullo stomaco.

Così, sono i vescovi della Cei a fare casino contro gli innocenti medici. Ma qui i prelati non c'entrano un micco: semmai c'entrano i giornalisti che si limitano a passare le veline gradite ai direttori senza fare uno straccio di verifica.

Epperò, la suddetta stampa, pur di non fare penitenza e ammettere l'errore, la butta in caciara e ne fa una bega clericale.

La più lesta a non capirci nulla e a scambiare, ancora una volta, lucciole per lampioni, è stata la ministra Livia Turco. Con il suo solito stile, con la lingua più svelta del pensiero, ha definito il documento farlocco, come «di prestigio per la fonte e il contenuto».

Livia è fatta così: non riflette, non si informa, non verifica: dichiara, sentenzia, urla e a volte pure, quando non riesce a spiegarsi, piange. Lascia libero pascolo ai sentimenti, ma di ragionare proprio nisba. Fortunatamente al governo c'è stata soltanto un anno e mezzo. E, dichiarazioni a parte, di lei ricordiamo solo la bella infermierona dall'aria un po' scemotta, ma tanto bonazza, dei manifesti ideati da Toscani per menare il turibolo sulle meraviglie della nostra Sanità.

Torniamo alla truffa mediatica. Ieri i soliti quotidiani indipendenti (dalla verità) titolavano su un epocale quanto inesistente scontro vescovi-medici. Stregoni dell'anima contro scienziati del corpo, Cei versus i figli di Ippocrate. Sui giornali, festa di titoli tutti uguali come fotocopie: "Aborto, i vescovi in campo contro i medici". Assurdo, ma soprattutto giornalisticamente un filino vigliacco e cialtronesco.

È come se, mettiamo, La Stampa (di proprietà degli Agnelli) pubblicasse uno scoop su un traffico di sangue e il giorno dopo tutti gli altri quotidiani titolassero: "La Fiat contro l'Avis". Oppure: "La famiglia Agnelli denuncia i donatori di sangue" Il presidente pataccaro

Beh, ieri è successa la stessa cosa. E questa la dice lunga sulla nostra informazione. Che, anziché indagare, lascia pagina bianca ai pareri della ministra Turco. «Sono stupita del fatto che i vescovi», dice la Turco, «abbiano minato l'autenticità del documento sulla base di una cultura del sospetto che è immotivata». Conclusione spiritosa: «Forse la Cei non vuole misurarsi in un dibattito pacato».

Beh, comprendiamo che è difficile far capire alla ministra la differenza tra un articolo di giornale e una enciclica, ma berciare di «cultura del sospetto» e tentativo di «minare» la credibilità dei medici, significa non avere tutte le rotelle che girano nel verso giusto. Ma le bugie han le gambe corte e il falso documento unitario, sia pur velato e profumato dai fumi del bagno Turco, rivela subito tutta la sua ruffianaggine.

I fatti raccontano un'altra storia.

Eccola. I presidenti degli Ordini riunitisi sabato a Roma hanno approvato e discusso un documento in cui erano contenute richieste al mondo politico, sull'organizzazione della sanità, in vista delle prossime elezioni. Il presidente Amedeo Bianco aveva fatto distribuire le relazioni dei lavori di varie Commissioni della Federazione, fra cui quella di Bioetica.

Le relazioni di tali Commissioni non sono state discusse né vi era accenno nel documento finale, approvato per acclamazione, di alcun contenuto relativo a tematiche di rilevanza bioetica. Ed ecco che si consuma il misfatto: una delle bozze , quella appunto su aborto e Ru486 viene "passata" alla stampa. Che fa il resto.

Ora, sul tavolo del presidente furbino si stanno accumulando le proteste e le diffide di diversi Ordini provinciali e di associazioni che non vogliono farsi carriolare da chi porta il camice Bianco ma vota rosso. I medici di "Medicina e Persona" affermano che «il presidente ha scambiato il proprio ruolo istituzionale di rappresentanza di una categoria in un pulpito elettorale. E non è la prima volta».

Un sonoro schiaffone a Bianco viene anche dalla Federazione dei medici cattolici (Fiamc) e dai presidenti degli Ordini dei medici della Lombardia che erano presenti al Consiglio nazionale.

In una nota, questi affermano «che non è mai stato messo in votazione, e quindi neanche approvato, il documento oggetto del comunicato poi diffuso alla stampa» e chiedono la riconvocazione urgente del Consiglio per dibattere seriamente i temi di aborto e pillola abortiva. Beh, anche a costoro Bianco dovrà dare spiegazioni.

E la nostra madame Turco, verifichi subito chi propala bufale abusando della Federazione medica. E poi dichiari pure tutta la sua indignazione.

Non prima però, di aver chiesto scusa a una bella parte di medici italiani e ai vescovi tutti.

Accusati dalla imprudente ministra lingua-lunga di mentire. E dissolva, almeno per una volta, il sospetto di usare l'aborto solo per raccattare il voto delle femministe più becere e ideologiche.

© Copyright Libero, 26 febbraio 2008

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