29 febbraio 2008

Un'altra smentita al documento dei medici sull'aborto (Il Foglio)


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cronachette

28 febbraio 2008 - ore 20:15

Un'altra smentita al documento dei medici sull'aborto

Il 60 per cento circa (59,5 per cento) dei ginecologi italiani attivi in strutture che effettuano l'interruzione volontaria di gravidanza è obiettore di coscienza.
A ulteriore conferma dell’inattendibilità del documento della Fnomceo, arrivano i dati resi noti dall’Istituto superiore di sanità e inviati al ministero della Salute per la relazione sull’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Si riferiscono al 2005, e fanno capire come in tutta Italia – trasversalmente – vi siano già “piccole moratorie”: se è vero che la maggiore concentrazione di ginecologi anti aborto si trova al centro Italia (70,3 per cento), seguito dal nord (63,5), dal sud (52,9) e dalle Isole (44,3), il documento mostra che le due regioni con il numero più alto di ginecologi obiettori sono Basilicata (92,6 per cento) e Veneto (80,5), così come Calabria (meno del 40 per cento) e Valle d’Aosta (20) sono quelle con i numeri più bassi. Marche, Lazio e Puglia sono “ben piazzate”, con punte del 78 per cento di obiettori; qualche punto sotto il 50 per cento si trovano la provincia di Trento, l’Abruzzo, la Campania, la Sicilia, e la Sardegna (45,7). Per quanto riguarda i medici anestesisti e il personale non medico che esercitano obiezione di coscienza le cifre sono più basse: nell'Italia centrale lavorano il 56,3 per cento degli anestesisti e il 56 per cento del personale paramedico obiettori, al nord sono rispettivamente il 42,1 e il 28,4 per cento e al sud il 47 e il 36,2 per cento. In Valle d’Aosta la percentuale raggiunge lo zero per cento.

La Società italiana di ginecologia e ostetricia (la Sigo) non ha potuto confermare né smentire le cifre: non è infatti in possesso di alcun dato sulla presenza, tra le proprie file, di medici obiettori "perché sono informazioni considerate sensibili”.

di Piero Vietti

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