2 aprile 2008

Mons. Fisichella: "Strumentale contrapporre Benedetto XVI a Giovanni Paolo II" (Tornielli)


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Wojtyla, quegli occhi fissi su Gesù

Roma - «Ricordo ancora quando mi definì... un combattente».

Monsignore Rino Fisichella, vescovo, rettore della Pontificia università lateranense, l’ateneo del Papa, nonché cappellano di Montecitorio sorride rievocando il primo incontro con Giovanni Paolo II. Oggi ricorre il terzo anniversario della morte del grande pontefice, del quale è in dirittura d’arrivo la causa di beatificazione: il postulatore, monsignor Slawomir Oder, ha completato il lavoro della Positio, e si prevede che entro il 2009 Papa Wojtyla possa essere elevato all’onore degli altari. Il Giornale ha chiesto al vescovo Fisichella qualche ricordo personale sui suoi incontri con il pontefice polacco.

Come definirebbe Giovanni Paolo II?

«Un Papa che ha segnato la storia della Chiesa con il suo carisma, un apologeta. Uso questa parola nel suo significato più importante e positivo: ha presentato la ricchezza della fede cristiana facendo guardare e tenere gli occhi fissi su Gesù. Ha presentato la fede in modo adeguato per gli uomini del nostro tempo, con una grande forza comunicativa».

Un apologeta. Immagine combattiva...

«Il primo incontro con lui avvenne quando io ero un prete trentenne e lui da poco era stato eletto Papa. Mi avvicinai per salutarlo, gli dissi che insegnavo alla Gregoriana, mi chiese di quale materia mi occupassi. Risposi che insegnavo teologia fondamentale. E lui: “Ah, benissimo! Colui che combatte”».

Lei ha avuto poi modo di collaborare, per ragioni di ufficio, con il pontefice. Che cosa la colpiva di più del suo atteggiamento?

«La capacità di ascolto. Giovanni Paolo II sapeva ascoltare. E sapeva interessarsi di tutto. Aveva anche un modo simpatico di far notare certe cose, perché fosse la persona stessa a capire... ».

A che cosa si riferisce in particolare?

«Penso a un episodio personale. Dopo la mia nomina a vescovo ausiliare di Roma, la sua diocesi, io continuai a insegnare, al contrario di quanto solitamente succedeva. Accompagnando insieme al cardinale Ruini il Papa verso la macchina, lui gli disse: “Eminenza, monsignore Fisichella è l’unico vescovo che continua a insegnare”. Lo disse col sorriso sulle labbra. Dopo due settimane, in occasione di un altro incontro, al quale era presente anche allora il cardinale Ruini, Giovanni Paolo II ripeté la stessa frase, con tono ironico. Allora io mi feci avanti e chiesi: “Santità, posso farlo? Posso continuare a insegnare?”. Lui, sorridendo, mi disse di sì. Gradiva però che io gli chiedessi il permesso di farlo».

È giusto parlare di «Papa mistico»?

«Credo proprio di sì. Tutte le volte che incontravamo il Papa per pranzo, prima di sederci a tavola facevamo una visita in cappella. Per noi tutti era appunto una visita, lo spazio di una breve preghiera. Per lui no. Giovanni Paolo II, quando pregava, non si rendeva conto del trascorrere del tempo, si immergeva completamente in Dio».

Ha colpito molto la sua accettazione della sofferenza e il modo con cui ha vissuto la malattia.

«Posso testimoniare che nonostante malattia e sofferenza si sottoponeva a veri e propri tour de force per non deludere le attese dei fedeli. Ricordo che durante la sua visita a Lodi, nella diocesi in cui sono nato, il Papa stava male. Nonostante tutto ha voluto rispettare alla lettera il programma».

Oggi c’è chi contrappone Benedetto XVI a Giovanni Paolo II. Che cosa ne pensa?

«Contrapporre le due figure è strumentale. Giovanni Paolo II ha sempre nutrito una grande stima nell’allora cardinale Ratzinger. L’ho sentito più volte, mentre parlava di lui, dire: “L’ho voluto io a Roma. L’ho voluto io!”. Ci teneva. Oggettivamente mi sento di poter dire che Joseph Ratzinger è stato davvero il principale collaboratore di Papa Wojtyla, il quale aveva la certezza di aver affidato alle mani più competenti e sicure un settore decisivo ed essenziale per la vita della Chiesa qual è la Congregazione per la dottrina della fede».

© Copyright Il Giornale, 2 aprile 2008 consultabile online anche qui.

5 commenti:

mariateresa ha detto...

Monsignor Fisichella ha ragione da vendere: la contrapposizione tra papi è strumentale e in modo a tratti infantile.
Non è che in sede storica sia un'assurdità paragonare due pontificati, soprattutto consecutivi, ma qui la curiosità dello storico non c'entra un tubo. E perchè, grazie a Dio, uno dei due è vivente, e quindi è un po' prestino , e perchè un quarto di secolo di pontificato è un fatto assolutamente straordinario nella vita della Chiesa e infine perchè questo confronto è cominciato subito, dal primo giorno in cui il nostro Benedetto si è affacciato al balcone. E perchè, me ne dimenticavo una,questa contrapposizione è usata per bassi fini di politica interna ed ideologica. Si mistificano anche i fatti per questa bella operazione e noi, che ne faremmo volentieri a meno,ne siamo testimoni.
Non che tutti quelli che fanno confronti siano in malafede, questo non lo credo, ma un gruppettino di irriducibili c'è.

euge ha detto...

Cara mariateresa inizio con darti pienamente ragione e soprattutto, ancora una volta, ringrazio di cuore Mons. Fisichella per queste sue dichiarazioni. Questa è una giornata triste........ triste perchè ricordiamo la scomparsa di un Papa che innegabilmente, è entrato nella storia ma, è ancora più triste perchè la sua memoria che dovrebbe essere oggetto di devozione, di ringraziamento per tutto quello che con l'aiuto del Signore è stato il suo pontificato, viene in maniera ignobile ed inaccettabile, usata ed abusata per attaccare e denigrare il suo successore Benedetto XVI. Da cristiana e da fedele sono inorridita per l'atteggiamento tenuto non solo da certi giornali e giornalisti anche vaticanisti, di cui era facile capire l'intenzione ma, ancora di più sono schifata per l'atteggiamento che viene tenuto da certi rappresentanti del mondo della chiesa; un comportamento da far venire la pelle d'oca e sicuramente contrario a tutto ciò che la figura di Giovanni Paolo II ha significato o avrebbe dovuto significare veramente, per 26 anni.
L'unico, perchè fino ad adesso sono le uniche dichiarazioni che leggo è stato Mons. Fisichella che ha definito giustamente strumentale ed addirittura infantile la contrapposizione di Giovanni Paolo II a Benedetto XVI e definito a torto proprio in un post da me letto in questa sede al quale ho risposto, oltransista.
Mi rendo sempre di più conto vedendo certi episodi e leggendo certi articoli, che la sporcizia della chiesa a cui fece riferimento l'allora Cardinale Ratzinger, non solo fa del tutto per non essere spazzata via ma, aumenta di giorno in giorno il suo disgustoso fetore.
Mi scuso per il tono forse un pò colorito che ho usato ma, non si può sempre per quieto vivere, mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi........ il 19 Aprile ho fatto una scelta precisa quella di seguire Benedetto XVI..... sapevo benissimo a cosa sarei andata in contro ma, ero anche cosciente che il tesoro che in quel giorno Dio ci donava dopo Giovanni Paolo II, era immenso e come tale, meritava tutta la mia fiducia, la mia stima e la mia devozione e vicinanza spirituale.
Ricordo ancora, le parole che una signora disse durante la messa che Benedetto XVI, celebrò in suffragio del suo predecessore:
" Benedetto XVI è il regalo più grande che Giovanni Paolo II ha fatto ai fedeli ...... che Dio ha fatto a tutti noi!" Mi rivolgo quindi a tutte quelle anime in pena che trovano la pace solo nel scagliare due amici uno contro l'altro o per giochi di potere all'interno della chiesa, o per disgustosi teatrini politici...... leggete queste parole e se vi riesce, trattenetele nel vostro cuore se ne avete uno! Ricordatevi che Giovanni Paolo II, non saprebbe cosa farsene di gente che attacca e denigra in questo deprecabile modo il suo successore usando la sua memoria.
Grazie.

Anonimo ha detto...

Questa gente non ha più nessun ritegno, Eugenia, neanche ad usare per i propri fini un Santo come Giovanni Paolo (a tale proposito, mi torna in mente che certi giornali cercarono di far passare le ultime strazianti ore di agonia di Giovanni Paolo, con il suo rifiuto del ricovero, e le sue ultime parole "lasciatemi andare alla casa del Padre" addirittura come una sua "apertura" all'eutanasia!). Tutto ciò inizia a farmi paura, perchè intuisco, anzi no, vedo chiaramente come lo vedono tutti, che tutta questa ostilità viene anche dall'interno della Chiesa. Sono quindi molto impaurita ed avvilita, non posso fare a meno di pensare a cosa stia provando dentro di sè adesso Papa Benedetto...

euge ha detto...

cara Carla, purtroppo, devo darti ragione....... è lo stesso avvilimento, la stessa paura e lo stesso chifo che provo io proprio nei riguardi di coloro che dall'interno della chiesa, manifestano ad ogni piè sospinto ostilità verso Benedetto XVI anche a costo, di usare come ho detto nel mio post ed abusare della sua memoria.
Però cara Carla, noi che vogliamo bene a Benedetto, non dobbiamo indietreggiare davanti a questi lupi come egli stesso non indietreggia davanti a loro; sò benissimo che non è facile ma, dobbiamo noi per primi da fedeli, continuare senza paura a difendere il nostro Papa con tutti i mezzi che abbiamo anche i più piccoli.
Preghiamo per il nostro Papa ed anche per quei meschini che come ho detto in precedenza nel mio post e non me ne pento, per quelle anime in pena, che, trovano la " pace" solo nell'odio e nel rancore.
Che Dio abbia pietà di loro visto che la maggioranza sono ministri della chiesa.

euge ha detto...

Errata corrige : ovviamente la memoria è quella di Giovanni Paolo II

Scusate ma la foga di scrivere molto spesso gioca brutti scherzi.