1 aprile 2008

Secondo Paolo Francia Benedetto sta dewojtylizzando la Chiesa e non cita più il predecessore. Dubbio: si omaggia un Papa offendendone il successore?


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Su segnalazione di Gemma, leggiamo questo articolo in cui non si omaggia Giovanni Paolo II ma si attacca Benedetto XVI.
Dopo l'articolo il mio commento...

R.

LA FRETTA DELL’OBLIO

di Paolo Francia

Tre anni soltanto per la dewojtylizzazione della Chiesa. E forse anche meno, perché non sarà da martedì 2 aprile, terzo anniversario di quel triste sabato sera dell’annuncio al mondo della scomparsa di Giovanni Paolo II, che si toccherà con mano l’affievolirsi del ricordo del Grande Papa.
In un’epoca che brucia eventi e personaggi alla velocità della luce anche di Karol Wojtyla sembra non esserci più traccia: nelle persone dei suoi collaboratori, perché i vertici della Curia romana e i vescovi residenziali di diocesi importanti sono stati in larga parte rinnovati da Benedetto XVI, anche per stato di necessità per l’età avanzata di molti presuli, di fatto congelati negli incarichi negli ultimi anni del Papa polacco; ma anche nelle opzioni di chi siede ora sul soglio di Pietro.
Ratzinger ad esempio non ama i viaggi, finora pochi, di breve durata e talvolta con scelte singolari, come i giorni consumati in Baviera senza altre tappe in Germania (perché non a Berlino capitale, ad esempio, prima volta di un Papa) o in Brasile, limitati a San Paolo e Aparecida, in un Paese di grande tradizione cattolica ma anche, purtroppo, di fede assopita.
E perché ignorare, l’11 febbraio, i 150 anni della prima apparizione della Madonna di Lourdes a Bernadette, evento di straordinaria rilevanza per il cristianesimo? La doverosa attenzione per l’età di Benedetto XVI non cancella i dubbi che la prossima andata a Washington, il viaggio estivo nella lontana Australia per le Giornate della Gioventù e il tardivo pellegrinaggio d’autunno a Lourdes non siano il massimo per l’opera di rinnovata evangelizzazione che si chiedeva al successore di Giovanni Paolo II.

Ma sono soprattutto scomparsi dagli interventi di Benedetto XVI i richiami alla figura e all’opera di Wojtyla che avevano caratterizzato i suoi primi mesi. Né si accelera, anzi, il cammino della sua ipotizzata beatificazione.

Come se il Papa polacco fosse un ingombro sulla strada dell’auspicato viaggio a Mosca e di un avvicinamento all’ortodossia; e la sua contrastata inclinazione ai raduni e alle celebrazioni congiunte con rappresentanti delle più svariate religioni un errore per una Chiesa che sembra ora prediligere i rapporti con le confessioni cristiane e con l’Islam.

E come se fossero fuori del tempo i suoi appelli, ancorché inascoltati, alla pace e le sue denunce delle sopraffazioni, ovunque e sempre.
Sì, Giovanni Paolo II è stato un Papa ‘politico’, ma anche e soprattutto pastore. E la Chiesa, in questo suo momento molto difficile, può permettersi di allontanarne la considerazione e il ricordo?

© Copyright Il Resto del Carlino, 31 marzo 2008

Non spendero' molte parole per questo articolo, fra i piu' offensivi che abbia mai letto.
Noto con dispiace che la stampa non riesce a fare a meno di cadere nel solito tranello: non ce la fa proprio a rendere omaggio a Papa Giovanni Paolo II senza contestare, mettere in dubbio, sminuire il Magistero di Benedetto XVI.
Non mi pare che questo sia il modo migliore per esaltare il Pontificato di Papa Wojtyla il quale, probabilmente, sarebbe il primo a rattristarsi per certe offese nei confronti del suo successore.
Quando si vuole bene ad un Pontefice e giustamente lo si vuole ricordare, non e' necessario parlare male di un altro Papa.
O forse mi sbaglio?
Anche il blog ricordera' la figura di Giovanni Paolo II ma per quanto ha fatto e non per cio' che lo differenzia dal suo successore.
Nell'articolo ci sono poi moltissime contraddizioni.
Innanzitutto se c'e' un Papa che non perde occasione per citare il suo predecessore, questi e' Benedetto XVI!
Francia non e' nemmeno molto fortunato perche' il suo articolo e' stato pubblicato ieri, cioe' all'indomani di un Regina Coeli completamente dedicato a Giovanni Paolo II ed alla Divina Misericordia.
Perche' Francia non ha preso spunto, per parlare di Wojtyla, dalle frasi di Benedetto XVI?
Enno'! Piu' che omaggiare il Papa polacco, Francia voleva attaccare il suo successore.
Questo intento traspare da ogni punto e virgola del suo scritto.
Il protagonista dell'articolo infatti e' Papa Ratzinger, non il suo predecessore!
Peccato...non si ricorda Giovanni Paolo II ma lo si strumentalizza per criticare un'altra persona e con argomenti facilissimi da contestare visto che domani Benedetto XVI presiedera' personalmente la Messa di suffragio per Papa Wojtyla (trasmessa anche da raiuno) ed e', fra l'altro, autore del testo "Giovanni Paolo II. Il mio amato predecessore"(San Paolo 2007).
Vorrei inoltre ricordare a Francia che l'11 febbraio il Papa non avrebbe potuto andare a Lourdes perche' in ritiro per gli esercizi spirituali della Quaresima.
Benedetto XVI non e' andato solo in Baviera ma anche a Bonn e Colonia e rammento che Berlino e' una citta' in cui il sessanta per cento dei cittadini si proclama non credente e, fra i cristiani, sono i Protestanti ad "avere la meglio".
Visto che il Papa non e' il parroco del mondo, ma il Capo della Chiesa Cattolica e' sacrosantamente giusto che abbia dedicato piu' tempo alla visita in Baviera ed in particolare a Monaco, citta' di cui e' stato arcivescovo.
Non commentero' la frase sugli Ortodossi perche' parla da sola...
Se non erro e' stato proprio Benedetto XVI ad autorizzare la deroga dei cinque anni previsti dal diritto canonico per il processo di beatificazione del suo predecessore.
Come la mettiamo, caro Francia? L'iter ora deve procedere "normalmente" per evitare critiche e contestazioni future soprattutto da parte dei media che oggi sono dalla tua parte, domani chissa'...
Quanto agli appelli per la pace, mi pare che Benedetto XVI si ponga in assoluta continuita' con Giovanni Paolo II.
Non e' certo colpa sua se la stampa (TUTTA LA STAMPA!) non si e' occupata dell'appello per l'Iraq formulato durante l'Angelus della Domenica delle Palme per lasciare posto alle polemiche sul Tibet.
Ed il messaggio "Urbi et Orbi"? Ignorato da tutti i giornali, completamente occupati a dare addosso a Benedetto per il battesimo di Magdi Cristiano Allam.
E sono solo due esempi...
Mi auguro che quello di Francia non sia il primo di una serie di articoli e commenti dello stesso tenore in corso di pubblicazione sui vari quotidiani: questo modo di parlare "a nuora perche' suocera intenda" e' decisamente avvilente e soprattutto non rende giustizia al Pontificato di Giovanni Paolo II che e' stato molto di piu' di viaggi e "riunioni con le piu' svariate religioni".

R.

26 commenti:

mariateresa ha detto...

cara Raffaella, hai perfettamente ragione. L'articolo di Francia è sbilenco e anche assurdo in qualche punto. Manipola i fatti e dà delle intepretazioni molto personali e , per quel che mi riguarda, sbagliate. Noi amiamo entrambi i pontefici e questo gioco alla contrapposizione ci ha completamente rotto gli zebedei.
L'evangelizzazione si fa in molti modi e non solo viaggiando. Questo un credente lo sa bene. pensate , a proposito di evangelizzazione, cosa ha fatto una santa come Teresa di Lisieux e allora non c'era nemmeno la televisione. Una monaca morta a 24 anni che ha vissuto chiusa in un monastero, pensate al bene che ha fatto la sua Storia di un'anima, un diario spirituale affidato a un quadernetto.
Inoltre la Chiesa non può identificarsi solo con un pontefice. Prende il buono che c'è in tutti i pontefici.
Il riferimento agli ortodossi fa pena, come il resto dell'articolo.
Resto dell'idea che molti commentatori siano buone braccia rubate all'agricoltura.
Infine esprimo a Luisa tutto il mio apprezzamento per come ha tenuto testa ai cattolici adulti nel sito della Croix.
Luisa, chapeau.

mariateresa ha detto...

quanto al fatto che l'anniversario possa essere usato come pretsto per i soliti confronti tra papi e polemiche, mettiamoci l'animo in pace, care amiche.
Sarà così senz'altro. Magari non tutti saranno mossi dalla stessa motivazione, ma il risultato finale sarà così.Io non ho dubbi, ma se misbaglio sarò onorata di offrirvi a tutte il cappuccino. e anche la brioche.

Anonimo ha detto...

Che dire, Raffaella. Non è la prima volta che il malmostoso e velenoso Paolo Francia si produce in questi exploits. Comunque, come hai giustamente evidenzia punto per punto, si contraddice e sbaglia.
Non credo che l'articolo sia ispitato da affetto per Papa Wojtyla, se così fosse il tenore sarebbe diverso. In questo articolo in ravviso soltanto pessimo giornalismo e amara bile.
Alessia

brustef1 ha detto...

I soliti luoghi comuni del genere "morto un papa se ne fa un altro". A queste insulsaggini si può solo rispondere che il mondo cambia e quindi devono anche cambiare le risposte e le priorità della Chiesa (certamente non la sua natura intrinseca). Rispetto a tre anni fa, quanto è cambiato l'assetto geo-politico? In altre parole, e con tutto il rispetto, la Polonia oggi non è più il centro del mondo

Anonimo ha detto...

Saluti a tutti i frequentatori di questo blog da Maria

Anonimo ha detto...

Direi che non vale la pena a soffermarsi a considerare “analisi” del genere. Parlano da se. In tre anni certe persone non si sono prese a briga di tentare almeno di comprendere d’una parte la “novità” straordinaria di questo pontificato che si inserisce pienamente nella grande tradizione di grandi Pontefici (Pio IX, Pio X, Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II) e che al contempo fa una precisa richiesta a tutti gli uomini e donne della chiesa: dovete essere in grado di imparare, di professare la fede con ragionevolezza e con la forza presa dall’insegnamento dei secoli, dei padri, delle grandi figure di teologi degli ultimi decenni. Al contempo diventa visibile un limite del pontificato di Giovanni Paolo II: esso permise agli ignoranti o a coloro che non volevano e non vogliono imparare (che in fondo non hanno alcun interesse al messaggio del cristianesimo) e fare un duro lavoro “intorno al concetto” di fermarsi a guardare, di vivere nell’immediatezza dell’vissuto in quanto tale senza interrogarsi, senza andare avanti, senza pensare. Ricordo a tutti solo un fatto: i testi di Giovanni Paolo II (encicliche, discorsi, innanzitutto la “grande trilogia” die Veritatis splendor, Evangelium vitae e Fides et ratio) non sono mai stati “letti” attentamente, non sono mai stati vera guida, neanche all’interno della Chiesa, e innanzitutto non per i cosiddetti cattolici moderni. Insomma: molti si limitavano a guardare senza faticare. Benedetto XVI invece esige il lavoro, esige una fede che scaturisce dalla conversio continua, vuole far comprendere ciò che Giovanni Paolo II profeticamente ha indotto. Avete notato l’omelia straordinaria della veglia di Pasqua, un testo-Ratzinger doc? Conversi ad Dominum!
A quando questo cappuccino con le brioches?
Cordiali saluti!
SERAPHICUS

mariateresa ha detto...

ehi, Seraphicus, non ho ancora perso. Aspettiamo di leggere gli articoli dei nostri vaticanisti e commentatori.
Intanto forse un'eccezione c'è, Andrea Tornielli
http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2008/04/01/in-memoria-di-papa-wojtyla/
Ma Tornielli è Tornielli. Su questo è difficile dissentire.
Ricordo ,e mi vien da sorridere, alla prima messa in ricordo di GPII, sempre celebrata da papa Benedetto, e mi sembra che fosse un giorno in mezzo alla settimana, una cronaca incredibile di Politi. La gente presente infatti non era una massa oceanica e lui, tutto indispettito, sembrava quasi dare la colpa nell'articolo al papa regnante e celebrante.Un papa che non cercava l'applauso, me lo ricordo ancora. Ah, quanti ricordi, amici. Una delizia.
Era un articolo tormentato, ma guarda un po'.
E vedrete come sarà tormentato questa volta.Da strapparsi i capelli a mazzetti dalla testa.
Meno male che ci sono quelli che si preoccupano della sorte della Chiesa con tanto equilibrio e obiettività.Gente come Francia e Politi. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli.
Sì, sono d'accordo con il fatto che gli scritti di GPII non sono entrati nel capoccione di tanti, sono passati in secondo piano.
Per tante ragioni.
Ma la musica è cambiata,come poi è normale che cambi.

Anonimo ha detto...

Grazie per i commenti, cari amici :-))
Concordo con Seraphicus sulla necessita' di conoscere il Magistero di Giovanni Paolo II!
Cara Mariateresa, come ho potuto dimenticarmi di Politi? eheheheheheh
Ma tu guarda la memoria quanto e' selettiva!
Il Nostro disse che da quel momento (3 aprile 2006) Benedetto avrebbe dovuto "camminare da solo" e smetterla di "vivere di rendita".
Ricordo che fui particolarmente perfida nel far notare che all'udienza generale del mercoledi' successivo c'erano piu' di 50mila persone.
Ci fu poi la Pasqua che coincise con il compleanno del Papa.
Ovviamente Politi non commento' la presenza di quei 100mila fedeli :-)

Anonimo ha detto...

Ma chi pensa di essere costui? Le critiche al viaggio in Baviera e i riferimenti alle tappe del viaggio in Brasile hanno del surreale. Inoltre, il fatto che persone come lui non hanno letto e/o apprezzato nemmeno una riga delle più grandi Encicliche di Giovanni Paolo (per tutte la "trilogia" citata da Seraphicus) dimostra l'ostilità che nutrono verso Benedetto XVI: queste opere (come è stato riconosciuto da molti), hanno un'evidente impronta Ratzingeriana. Se questi signori le avessero lette, avrebbero dovuto "naturalmente" apprezzare il pensiero di papa Benedetto.

Anonimo ha detto...

Non mi pare che in questo articolo ci fosse un omaggio a qualcuno!
Francia si arrabbia perche il Papa non fa tanti viaggi come GPII.
L' aveva amesso lui stesso che data la sua età (quasi 81) non se la sentiva di fare molti lunghi spostamenti e non ostante questo ha già fatto moltissime visite estermamente importanti e altre tante sono in programma.
Inoltre Ben non ha mai nascosto la sua ammiarazione per GPII e ha più volte ribadito di voler contnuare sulle sue orme ma con un suo personaliisimo tocco, il che mi sembra alquanto doveroso.
Ognuno ha il suo carattere e il suo modo di porsi di fronte ai fedeli.
Mi sembra cretino rimpiangere un pontificato quanto ce ne sta di fronte uno altrttanto perfetto.
Un ultima considerazione, sul fatto che secono questo giornalista il processo di betificazione si è fermato. Può anche darsi ma ricoradiamecelo che ha già avuto la dispensa papale dei cinque anni canonici dalla morte e che già da un anno è terminato il processo diocesano a Cracovia, quindi siamo piuttosto avanti e poi mi chiedo se la cerimonia di beatificazione non sia solo una formalità.
Molti lo considerano già Santo, incluso forse il Papa che nell' omelia per i funerali di Karol ha detto (parole testuali): Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice.
Scusate la lunghezza del commento.
Se vuoi Raffa puoi tagliarlo qua e la.

euge ha detto...

Fermo restando il fatto che torno a ripetere fino alla noia che il confronto fra due persone siano essi due Papi ( per di più legati da amicizia, rispetto e fiducia reciproca da tantissimi anni vissuti uno accanto all'altro), sia fra due persone normalissime denota non solo un livello scarsissimo di rispetto e di sensibilità ma, denota anche la non capacità di comprendere la complemtarietà che esiste fra due persone caratterialmente differenti. Si carissimi amici del blog e non, perchè a parte la differenza naturale ed ovvia nel carattere e nel modo di presentarsi e di porsi con le persone, per il resto, nulla è cambiato. Infatti, la linea seguita da Benedetto XVI è la stessa seguita dal suo predecessore; sia riguardo la dottrina in generale sia ancora più nello specifico, per quanto riguarda i valori non negoziabili che sappiamo tutti quali sono. Del resto, basta leggere le varie Encicliche di Giovanni Paolo II, per comprere quello che ho appena detto. Di fatto, la maggioranza delle persone che si divertono con questi paragoni che non giovano a nessuno, molto spesso non hanno neanche la benchè minima idea, di ciò che stanno dicendo perchè evidentemente, non conoscono fino in fondo, i contenuti delle encicliche e degli scritti di Giovanni Paolo II. Vorrei sottolineare che adottando questo modo di agire non solo si manca di rispetto al Papa attuale e quello è già grave sapendo che il Papa è comunque il Vicario di cristo in terra ma, si manca di rispetto anche a colui che lo ha preceduto e vorrei ricordare fortemente voluto, come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, rifiutando e questo non è un mistero, di volta in volta le richieste di dimissioni avanzate dall'allora Card. Ratzinger. Pertando, andando sicuramente contro corrente, ringrazio Giovanni Paolo II, per aver fortemente voluto oltre ogni limite al suo fianco l'allora Card. Ratzinger ora Benedetto XVI e mi auguro che questi irrispettosi confronti per entrambi i Papi, cessino per una questione di rispetto, di intelligenza e di buon gusto e non ultima per la rottura di zebedei già evidenziata da mariateresa.
Grazie.

Luisa ha detto...

Carissimi, arrivo solo ora a leggere e l`articolo e i vostri commenti.
Io non conosco questo Francia e certo non spenderò una parola per commentare questo straccio RIDICOLO che si autodistrugge.... Raffaella ha detto tutto....poverino mi fa quasi pena un giornalista che è ridotto a scrivere scemenze di questo genere.
Mariateresa, grazie, continuo su La Croix, ancora oggi è partito un mio commentino...ma sono lenti a pubblcare!

Anonimo ha detto...

Non posso che condividere le analisi da voi fatte..la malafede e gli interessi di parte imperano sempre..cosi va il mondo!
Non temere piccolo gregge! Il Santo Padre sta lavorando molto bene e i frutti si vedono!! E poi: meglio contestati che insignificanti!!!! Andiamo avanti! Con carità, con umiltà ma anche con fede e determinazione!
frodo

Anonimo ha detto...

Paolo Francia appartiene a quella folta schiera di commentatori per i quali, parafrasando i film western e gli indiani, "l'unico Papa buono è quello morto"...
Mi dispiace solamente che Paolo Francia sia bolognese come me:speriamo che la Santa Vergine di San Luca lo illumini.
Federico

Anonimo ha detto...

Avete evocato Politi.
Eccovi una news che tanto fresca non è:
Nel terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II esce "Papa Wojtyla. L'addio", libro di Marco Politi che, come ha dichiarato l'autore, "e' il racconto di un'emozione, il ricordo di un sentimento collettivo che ha afferrato e trascinato milioni di uomini e donne fra il febbraio e l'aprile del 2005. Queste pagine sperano soltanto di rievocare l'atmosfera di quelle ore, perche' ciascuno non perda il ricordo di quanto, irrepetibilmente, ha provato".

A presentare il volume il 2 aprile alle ore 17 presso la sala conferenze Elea in via della Conciliazione di Citta' del Vaticano, ci saranno i cardinali Giovanni Battista Re e Leonardo Sandri (che si sono succeduti nel ruolo di 'sostituto della segreteria di Stato', vivendo da vicino il pontificato di Giovanni Paolo II) e il direttore del Tg1 Gianni Riotta, mentre l'attore Giulio Base leggera' alcuni brani del libro sulle note eseguite dal maestro Stelvio Cipriani, autore di "Tema di Karol", composizione eseguita in anteprima nel 2003 a Cracovia, davanti all'allora cardinale Joseph Ratzinger.

Il brano sara' accompagnato dalle sequenze del giorno dei funerali del pontefice in un video di Alessandro Franconetti realizzato con le immagini concesse dal Centro Televisivo Vaticano. Introdurra' l'incontro Piero Schiavazzi, direttore degli ''Eventi di Elea''.
Lo so, sono malignissima, ma non posso non pensare che il "nostro" abbia problemi di vendita. Se non sbaglio è almeno la terza volta che lo presenta, senza contare che se lo porta dietro ad ogni comparsata TV.
Alessia

Anonimo ha detto...

francamente non posso che vederlo positivamente il buon senso dimostrato da parte della Chiesa nel non cadere nella trappola di una beatificazione precipitosa. Non perchè si voglia negare la santità di Giovanni Paolo II, percepita quasi all'unanimità, ma per evitare recriminazioni e illazioni fra santificazioni di serie A e di serie B. Forte sarebbe, da parte di chi sta all'esterno, la tentazione di gridare alla raccomandazione o alla fretta di creare un nuovo modello per i fedeli di una chiesa percepibile, allora si, in affanno.
D'altronde, se non ricordo male, anche per madre Teresa Giovanni Paolo II ha ridotto i tempi ma rispettato le regole

euge ha detto...

Condivido in pien0o la tua opinione passante...... infatti, se ci fosse stata una beatificazione diciamo così precipitosa, anche chi ora si smanica, ad invocarla avrebbe sicuramente pensato ad una beatificazione di comodo fatta ad arte per coprire magari i molti come li hai tu giustamente definiti, affanni della chiesa.

Anonimo ha detto...

nessuno ha notato che francia ha recriminato anche sulle nomine di ratzinger?
in tanti avevano amici nella corte precedente.
ora non ci sono più.
sarà per questo che in televisione non si parla mai di benedetto xvi?
aspettatevi mille programmi su wojtyla e non uno su ratzinger.
Ale

Anonimo ha detto...

Beh caro/a anonimo/a pittosto che vedere buffonate piene di veleno su Ratzinger preferisco non vederli proprio certi tipi di programmi.

brustef1 ha detto...

Condivido la saggezza del Passante, mai slogan fu più inopportuno (e anche un po' ridicolo) di "santo subito", non per niente subito copiato dai tifosi delle curve sud

brustef1 ha detto...

Aggiunta un po' maligna: ma quelli come Politi perché non hanno scritto libri agiografici sul Pontefice ai tempi di Solidarnosc?

Anonimo ha detto...

Per brustef1 a dire il vero è una domanda che spesso di fronte a certi articoli illegibili come questo, anch'io mi sono posto la stessa domanda! Ma dove erano tutti?????????

gemma ha detto...

dopo aver letto questo articolo, la cui necessità ancora mi sfugge, ho deciso di chiudere i giornali e di aprire i libri di Giovanni Paolo II. Il modo migliore per conoscere qualcuno con cui non si ha avuto la fortuna di camminare insieme, come è accaduto a me, è provare a immergersi nei suoi pensieri scritti. E chi ha avuto la fortuna di seguirlo, il grande Papa, è questo che dovrebbe tramandare: la gioia di averlo incontrato e amato per ciò che lui è stato. Non per ciò che un altro ai suoi occhi oggi non è. Possibilmente, per chi ha compiti informativi e divulgativi, non solo per l'empatia ma anche per il messaggio. Le emozioni e le immagini vanno e vengono, il senso profondo resta. E nella Chiesa il senso profondo, da tramandare tra successori di Pietro, è Cristo. I cuori dei fedeli poi, certo, dicono il resto e sono loro che mantengono vivo il ricordo e la memoria di chi hanno amato, non certo la continuità di un pastore fotocopia

Scenron ha detto...

Sapete cosa dico a questo punto?..ERA ORA! Sono tre anni che ci sfiniscono con questi stupidi e inutili parogoni...li amano tanto un pò tutti..ok, facciamolo anche noi, almeno per una volta... Wojtyla o Ratzinger? JOSEPH RATZINGER TUTTA LA VITA...neanche a paragone!

brustef1 ha detto...

E allora diciamola tutta: GPII ha svolto una missione eroica, paragonabile a quelle dei grandi papi medioevali, contribuendo ad abbattere un regime orribile e disumano che durava da settant'anni. Al costo, però, di una "questione morale" serpeggiante e sottaciuta negli ambienti ecclesiastici, originata prima dalla necessità di finanziare Solidarnosc e poi continuata come prassi ad opera di collaboratori troppo liberi e disinvolti...Ma i santi, si sa, sono superiori alle questioni economiche, e questo, visto il fine, è soltanto un peccato veniale. Sul piano dottrinale...ahimé, le cose non sono state seguite a dovere: il card. Ratzinger ha fatto quel che ha potuto, ma il timone -soprattutto negli ultimi tempi e a causa della lunga malattia del Pontefice- era sostanzialmente lasciato a se stesso, o meglio, in balia di frange curiali che avevano come ultimo pensiero la dottrina e la Tradizione. Insomma, il pontificato di GPII, al di là del consenso delle piazze, aveva esaurito da tempo ogni spinta propulsiva. So di dire cose sgradevoli per il popolo del "santo subito", ma conosco discretamente l'attualità e la storia recente della Chiesa, anche "in presa diretta". L'elezione di Benedetto è stata davvero il segno della Provvidenza: c'era e c'è assoluto bisogno di questo Papa grande, scomodo e coraggioso. I paragoni sono sempre relativi, perché il carisma e la Provvidenza si compenetrano con la storia, che cambia, oggi, più rapidamente che mai. Ma Benedetto XVI, anche e soprattutto per le reazioni rabbiose che suscita nei nemici della Chiesa e del Katéchon, specie se travestiti da dialoganti agnelli, lascerà un segno grandioso, oltre ad incarnare una santità serena e luminosa. I lupi di cui parlava appena eletto sono esterni ma anche interni alla Chiesa - questi ultimi lo detestano per la grande pulizia che ha intrapreso "in casa"-, ma io non dubito che con l'aiuto delle nostre preghiere li affronterà coraggiosamente fino all'ultimo.

euge ha detto...

Per Scernon :


SEMPRE CON BENEDETTO XVI