1 aprile 2008
Benedetto XVI presiederà domani la Messa in suffragio di Giovanni Paolo II. Domani sera, veglia di preghiera nelle Grotte Vaticane (Radio Vaticana)
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Benedetto XVI presiederà domani in Piazza San Pietro la Messa in suffragio di Giovanni Paolo II, nel terzo anniversario della morte. Domani sera, veglia di preghiera nelle Grotte Vaticane
La Chiesa si appresta a vivere domani un momento di grande intensità spirituale: ricorre, infatti, il terzo anniversario della morte di Papa Wojtyla. Benedetto XVI presiederà una Santa Messa in suffragio del suo amato predecessore in Piazza San Pietro alle ore 10.30. La celebrazione sarà seguita in radiocronaca diretta dalla nostra emittente, per la zona di Roma, con commento in lingua italiana. Domani sera, alla Grotte Vaticane, si terrà invece una Veglia di preghiera dei giovani, presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini. Anche questo evento sarà seguito in radiocronaca diretta in lingua italiana, a partire dalle ore 20.50. Sono passati dunque tre anni dalla morte dell’indimenticabile Papa polacco, che è tornato alla Casa del Padre proprio mentre la Chiesa già celebrava la Solennità della Divina Misericordia, istituita proprio da Giovanni Paolo II. Un culto, quello di cui fu apostola suor Faustina Kowalska, che ha contrassegnato tutto il Pontificato di Karol Wojtyla. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Come Karol Wojtyla, il culto della Divina Misericordia nasce nel cuore della Polonia. Per Apostola ha un piccola religiosa polacca, suor Faustina Kowalska a cui, nel 1931, all’età di 26 anni, Gesù appare in visione, risorto e benedicente. A Faustina chiede di far dipingere la Sua immagine, con due raggi che si irradiano dal Suo cuore, accompagnata dalla frase “Gesù confido in te!”. Un simbolo che accompagna la vita di Karol Wojtyla e che, 70 anni dopo, diverrà proprio grazie al primo Papa figlio della Polonia, culto della Chiesa universale:
“Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza”.
Già 20 anni prima del Giubileo del Duemila, Giovanni Paolo II dedica a questo Mistero l’Enciclica “Dives in Misericordia”. Il Papa ci insegna che l’uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma è anche chiamato ad usare misericordia verso gli altri. Misericordia e perdono, dunque, sono un binomio inscindibile. Il 30 aprile del Duemila, poi, canonizza Suor Faustina, a lui tanto cara, e istituisce, nella seconda domenica di Pasqua, la “Domenica della Divina Misericordia”:
“E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono della terra di Polonia a tutta la Chiesa, ottienici di percepire la profondità della Divina Misericordia, aiutaci a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e di speranza si diffonda in tutto il mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca le rivalità e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternità.
Anche l’ultimo messaggio di Giovanni Paolo II, letto in Piazza San Pietro dopo la sua morte, è un affidamento del mondo intero alla Divina Misericordia. Risuonano ancora oggi le parole di Karol Wojtyla, che ci incoraggia a non aver paura, a confidare in Gesù, nella sua Misericordia:
Noi oggi, fissando lo sguardo con te sul volto di Cristo risorto, facciamo nostra la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Gesù, confido in Te!”.
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