12 luglio 2008

Le riflessioni sulla 23.ma GMG di Sydney del card. Rylko, di padre Lombardi e di padre Atanasio Gonelli (Radio Vaticana)


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Le riflessioni sulla 23.ma GMG di Sydney del cardinale Stanislaw Rylko, di padre Federico Lombardi e del missionario, padre Atanasio Gonelli

Per riscoprire le radici cristiane, la Giornata mondiale della gioventù è un dono provvidenziale per la Chiesa dei nostri tempi, un invito a riscoprire, nella propria vita, lo Spirito Santo. E’ questa la convinzione del cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, intervistato da Pietro Cocco:

R. - Le GMG sono eventi ecclesiali che riguardano la Chiesa in tutte le sue componenti. La diffusione di un cristianesimo stanco, scoraggiato, ci fa sentire forte il bisogno della testimonianza di fede piena di slancio e di entusiasmo, che parte proprio dalle Giornate mondiali della gioventù. In questo senso, esse sono veramente un dono provvidenziale per la Chiesa del nostro tempo.

D. - Qual è l’obiettivo di questa GMG a Sydney?

R. - Questa Giornata mondiale vuole essere come una nuova Pentecoste. Benedetto XVI invita i giovani a riscoprire, nella propria vita, lo Spirito Santo. Questa GMG si prefigge, soprattutto, di aiutare i giovani a capire l’importanza della Confermazione, il Sacramento mediante il quale lo Spirito Santo ci dà forza speciale per testimoniare la nostra fede nel mondo.

D. - Eminenza, le Giornate mondiali della gioventù possono aiutare ad arrivare al cuore dei giovani, anche a quelli che non si identificano con la comunità ecclesiale o che non si riconoscono pienamente in essa?

R. - Le Giornate mondiali della gioventù sono pensate anche, e non da ultimo, per i giovani lontani dalla fede, che non di rado vi arrivano seguendo degli amici, secondo la regola evangelica del “vieni e vedi”. Non è infrequente che la partecipazione alla GMG rappresenti per loro una svolta determinante per la vita. Non è raro che questo evento porti alla riscoperta della fede o perfino alla decisione di farsi battezzare.

D. - A suo avviso, cardinale Rilko, che cosa portano i giovani del mondo a Sydney e che cosa riporteranno a casa dall’Australia?

R. - I giovani portano, innanzitutto, la loro giovinezza che è la loro più grande ricchezza. Portano la loro fede giovane, da professare e celebrare con gioia. Portano le loro esperienze, gli interrogativi, i problemi che vivono nei loro rispettivi Paesi. Da Sydney, invece, porteranno a casa l’esperienza entusiasmante della Chiesa come popolo radunato dalla stessa fede in Gesù Cristo e animato dal suo Spirito. Riporteranno, come bussola sicura che indica la strada, la parola forte del Successore di Pietro. Per molti giovani cristiani, le GMG sono infine diventate un importante serbatoio di coraggio della fede: un efficace antidoto per non sentirsi più soli una volta tornati a casa a vivere la fede in Gesù Cristo.

Ma in Australia, come in altre parti del mondo, non sempre tra i giovani il seme della fede riesce ad attecchire saldamente. Il nostro inviato a Sydney, Roberto Piermarini ne ha parlato con padre Atanasio Gonelli, religioso Cappuccino da 58 anni cappellano degli emigranti italiani in Australia e in particolare a Sydney:

R. - Molti dei giovani perdono, o almeno trascurano, la fede, le cose di Dio. Quindi, la visita del Papa sarà anche per molti di loro un risorgere spiritualmente.

D. - Ma per quale motivo i giovani si allontanano dalla Chiesa: perché le famiglie non riescono a dare dei contenuti cristiani ai loro figli, oppure perché è la società australiana che li porta fuori dalla Chiesa?

R. - Gli italiani sono arrivati qui in Australia e si sono dedicati al lavoro anima e corpo per avere la possibilità di costruirsi una casa, una famiglia. Quindi, specialmente i papà, hanno trascurato le cose della fede, pur non avendo perso questo dono. I figli, quindi, vivono in questo ambiente. Le donne e le mamme, invece, sono rimaste generalmente ancorate ad una fede viva rivelandosi un buon esempio.

D. - Cosa si aspetta da questa Giornata mondiale della gioventù e dall’arrivo di Benedetto XVI a Sydney?

R. - C’è una gioia grande in tutti noi. Spero che sia proprio il momento di ripresa spirituale per tutti tanti, per tanti di questi giovani che magari vanno alla scuola cattolica, al collegio cattolico e poi, finito il collegio, trascurano le cose della fede.

Benedetto XVI lo ha sottolineato qualche ora fa sul volo che lo sta portando in Australia: i giorni della GMG sono solo l'ultimo capitolo di una lunga preparazione che parte da lontano e coinvolge le diocesi di ogni parte del mondo. E quella che tra anni fa, dopo l'ultimo raduno di Colonia, sembrava una scommessa anzitutto organizzativa difficile da vincere, è ormai a un passo dal diventare realtà. Una realtà che ha visto la Chiesa australiana profondere un inesauribile impegno, come afferma in questa nota il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:

Quando tre anni fa, dall’altare della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, Benedetto XVI annunciava che il prossimo incontro sarebbe stato a Sydney nel 2008, i giovani australiani scoppiarono in un applauso irrefrenabile, agitando bandiere e pupazzi di canguri. A noi sembrava un evento molto lontano, nel tempo e nello spazio. Ma ora ci siamo. I giovani e il Papa stanno arrivando, il volto della metropoli australiana si trasforma per diventare per una settimana la capitale mondiale della gioventù, cattolica, ma non solo.

E’ stato un atto di fede e di coraggio del cardinale Pell e della Chiesa australiana invitare a Sydney i giovani del mondo. E’ stato un atto di fede e di coraggio del Papa accettare. E’ un atto di fede e di coraggio delle Chiese locali mandare i loro giovani, nella misura delle loro possibilità, nonostante i costi e le fatiche di un lungo viaggio.

Ma nessun luogo nella Chiesa è distante. Lo Spirito conduce i discepoli ad annunciare il Vangelo fino ai confini della terra. E ogni luogo della terra è il centro quando vi si celebra l’Eucarestia. Moltissimi giovani, se non saranno presenti fisicamente a Sydney lo saranno “virtualmente”, in collegamento telematico, moltissimi soprattutto - ciò che più conta - lo saranno spiritualmente, uniti nella preghiera.

I giovani delle passate GMG oggi sono adulti e sanno quanto è stata preziosa nella loro vita l’esperienza fatta. I giovani di oggi, adulti domani, sapranno che anche Sydney è vicina, e che la speranza e l’amore nel futuro della Chiesa e dell’umanità intera dipende anche da loro.

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