19 settembre 2008

Il Papa: «Pio XII difese gli ebrei. Si ristabilisca la verità storica» (Accornero)


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«Pio XII difese gli ebrei. Si ristabilisca la verità storica»

Pier Giuseppe Accornero

Pio XII difese gli ebrei e «non risparmiò sforzi per tutelarli dalle persecuzioni del nazismo e del fascismo».
È ora di sfatare la sciagurata e ingiusta «leggenda nera», che lo accompagna dal 1963, e di ristabilire la verità storica.
Questo il senso dell'intervento di Papa Benedetto che ieri ha parlato ai partecipanti a un convegno nel 50º della morte di Pacelli, avvenuta il 9 ottobre 1958 a Castel Gandolfo, e che sarà ricordata il prossimo 9 ottobre in San Pietro con una Messa presieduta dal Pontefice e concelebrata dai «padri» che dal 5 al 26 ottobre parteciperanno al XII Sinodo dei vescovi sulla «Parola di Dio».
Nel convegno sono stati presentati documenti inediti che hanno ridisegnato e chiarito il profilo di un Pontefice controverso ma anche sottoposto a un'infamante condanna e a un immeritato ostracismo. Nel simposio, promosso dalla «Pave the way foundation», sono state presentate testimonianze che riscuotono il plauso di Ratzinger: «Quando ci si accosta senza pregiudizi ideologici alla nobile figura di questo Papa, oltre a essere colpiti dal suo alto profilo umano e spirituale, si rimane conquistati dall'esemplarità della sua vita e dalla straordinaria ricchezza del suo insegnamento. Si apprezza la saggezza umana e la tensione pastorale che lo hanno guidato nel lungo ministero, in modo particolare nell'organizzazione degli aiuti al popolo ebraico».
Il Papa teologo sa che «tanto si è scritto e detto di lui in questi cinque decenni, e non sempre sono stati posti nella giusta luce i veri aspetti della sua multiforme azione pastorale».
Poi l'affondo: Pacelli «non risparmiò sforzi, ovunque fosse possibile, per intervenire direttamente oppure attraverso istruzioni impartite a singoli o a istituzioni della Chiesa cattolica in favore degli ebrei, interventi spesso compiuti in modo segreto e silenzioso proprio perché, tenendo conto delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, solo in tale maniera era possibile evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei».
Poi un altro tassello alla verità storica: «Questa sua coraggiosa e paterna dedizione è stata riconosciuta e apprezzata durante e dopo il tremendo conflitto mondiale da comunità e personalità ebraiche, che non mancarono di manifestare la loro gratitudine per quanto il Papa aveva fatto per loro». Basta ricordare l'incontro di Pio XII il 29 novembre del 1945 «con gli 80 delegati dei campi di concentramento tedeschi, i quali, in una speciale udienza in Vaticano, vollero ringraziarlo personalmente per la generosità dal Papa dimostrata verso di loro, perseguitati durante il terribile periodo del nazifascismo».
Parole inequivocabili come quelle pronunciate da Ratzinger venerdì 12 settembre alla nunziatura di Parigi nell'incontro con la comunità ebraica francese: «La Chiesa si sente impegnata a rispettare l'Alleanza conclusa dal Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Essa ripete con forza le parole del grande Papa Pio XI: "Spiritualmente, noi siamo semiti".
E si oppone a ogni forma di antisemitismo, di cui non v'è alcuna giustificazione. Il teologo Henri de Lubac, in un'ora "di tenebre", come diceva Pio XII, comprese che essere antisemiti significava essere anticristiani. Rendo un commosso omaggio a coloro che sono morti ingiustamente e a coloro che si sono adoperati perché i nomi delle vittime restassero presenti nel ricordo».
I due interventi potrebbero preludere alla promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di Pacelli nel 50º della morte, perché «si giunga alla piena verità superando ogni pregiudizio».
Il convegno ha riunito accademici, studiosi, giornalisti, personalità cattoliche ed ebraiche di Stati Uniti, Europa, Israele. Sono stati presentati e illustrati numerosi documenti che contestano alla radice le accuse di indifferenza, antisemitismo e connivenza con i regimi totalitari. Una «leggenda nera» contro Pacelli che esplode con la rappresentazione in Germania, il 20 febbraio 1963, dell'opera teatrale «Il Vicario» di Rolf Hochhuth. Molte testimonianze documentano l'impegno del «Pastor angelicus» per salvare gli ebrei su due piani: istituzionale e pubblico con interventi e dichiarazioni contro ogni persecuzione; personale e segreto che spingeva ad accogliere e salvare ebrei e perseguitati nei conventi, negli edifici extraterritoriali, nel palazzo pontificio di Castel Gandolfo. Una sollecitudine e un interesse manifestati già da cardinale segretario di Stato di Pio XI e cresciuti via via che aumentavano le minacce nazifasciste contro gli ebrei fino all'esplicita condanna «di ogni atto di persecuzione e di violenza antisemitica» in vari discorsi pubblici in cui Pio XII difese «i fratelli di stirpe semitica». Altro che «complice silenzio». Salvò migliaia di vite. È un'offesa alla verità e alla storia il fatto che l'effige di Pio XII sia esposta a Gerusalemme nel Museo dedicato ai capi di Stato antisemiti: il suo posto è nel «Giardino dei Giusti fra le Nazioni» tra coloro che salvarono gli ebrei.

© Copyright Eco di Bergamo, 19 settembre 2008

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