17 settembre 2008
Messa in latino, ricchezza che non deve dividere (Muolo)
Vedi anche:
SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"
Il Papa in Francia: consenso largo e inatteso (nota Sir)
Il viaggio trionfale di Benedetto XVI in Francia. E Ratzinger conquistà la patria dell'illuminismo (Agnetti)
Il Papa ripercorre il viaggio in Francia: "Autentica laicità non è prescindere dalla dimensione spirituale, ma riconoscere che proprio questa, radicalmente, è garante della nostra libertà e dell’autonomia delle realtà terrene" (Udienza generale, 17 settembre 2008)
Al Papa in dono libro "Ratzinger professore" di Gianni Valente
Il fascino del Papa in Francia. Bisogno nuovo dopo il fallimento degli idoli (Cardia)
Il Papa saluta la Francia. Il premier Fillon: ci ha dato emozione e speranza (Mazza)
Il motu proprio Summorum Pontificum è un'efficace risposta alla sfida della secolarizzazione? Risponde Roberto de Mattei sull'Osservatore Romano
Il Papa ripercorre il viaggio in Francia, "ricco di doni spirituali"
Il Papa ai vescovi d'Oltralpe: «Liberazione spirituale per la Francia» (Muolo)
Il Papa in Francia: sfida alla ragione (Valiante)
Messa in latino, fronte del no (Lorenzoni)
Il Papa convince i francesi sul terreno che gli è più caro: la laicità (Fontana)
Il Vaticano accusa i vescovi: boicottano il rito antico (Tornielli)
Benedetto conquista la Francia (Valli)
Il Papa conquista la Francia, bagno di folla alla messa di Parigi: il commento di Politi
Henri Hude: "Cambia la laicità repubblicana francese" (Il Sole 24 Ore)
Prof Durand (Università di Lione): "Il Papa ha evitato le trappole del dibattito franco-francese per riflettere sul senso della cultura europea" (Sir)
Carlo Di Cicco: "La Francia e il mondo visti da Lourdes con gli occhi e il cuore di Papa Ratzinger" (Osservatore Romano)
Il timore di Papa Ratzinger: “Le mie leggi inapplicate” (Galeazzi)
Convegno a Roma sul Motu Proprio Summorum Pontificum: l'intervento di don Nicola Bux (Radio Vaticana)
Mons. Perrier: "Durante le celebrazioni del Papa a Lourdes un silenzio assoluto" (Mazza)
D’Ormesson: «Il Papa ha conquistato il cuore e la ragione. Entusiasmo popolare, rispetto e ammirazione dagli intellettuali» (Zappalà)
La denuncia di Mons. Perl: La messa in latino viene di fatto ostacolata dagli stessi vescovi. Sulla mia scrivania si accumulano le proteste dei fedeli
Tutti per Benedetto: folla in strada e nelle piazze, i francesi «cercano» il Papa. Sconfitti i pregiudizi e gli stereotipi dei media
«Parla Ratzinger e scardina gli stereotipi» (Luciano Lanna)
Da Parigi e da Lourdes, la lezione del Papa "liturgo": splendida sintesi di Sandro Magister
Il furore giacobino ormai resiste solo alla Sapienza (Volontè). Sotto l'articolo il mio commento...
E sottovoce Papa Ratzinger conquista la roccaforte del laicismo. In quattro giorni caduti i pregiudizi sul Pontefice (Tornielli)
VIAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA (12-15 SETTEMBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
DISCORSI MESSAGGI ED OMELIE DEL PAPA IN FRANCIA
Messa in latino, ricchezza che non deve dividere
DA ROMA MIMMO MUOLO
La celebrazione della Messa, secondo il nuovo o l’antico rito, non deve diventare motivo di divisione tra i fedeli. L’invito, che riecheggia le parole del Papa durante il recente viaggio in Francia, è venuto ieri dal cardinale Dario Castrillòn Hoyos nel corso di un convegno sul Motu Proprio Summorum Pontificum, organizzato dall’associazione 'Giovani e Tradizione', con il patrocinio della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, che fu istituita da Giovanni Paolo II.
Il simposio si ripromette di stilare una sorta di bilancio a un anno dalla pubblicazione del documento di Benedetto XVI che consente e regola l’uso del rito di San Pio V, secondo il Messale varato da Giovanni XXIII. Un bilancio che nell’indirizzo di saluto del cardinale presidente della Commissione è divenuto un appello all’unità, evitando in ogni modo posizioni 'estremiste'. «Sono arrivate richieste per dedicare la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, in modo esclusivo al rito antico – ha detto Castrillòn Hoyos –Ma ciò è ovviamente impossibile. Non bisogna essere insaziabili ». Il medesimo invito al rifiuto di ogni intransigenza è venuto anche da don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina della fede. «A un anno dalla pubblicazione del Motu Proprio, se ci mettiamo tutti in umile ascolto della voce del Papa, capiremo meglio la ricchezza di grazia contenuta in questo atto del Pontefice». In particolare, secondo don Bux, «anche il nuovo rito ha bisogno dell’antico, così come è vero che ci è data oggi un’occasione formidabile per 'recuperare' i cosiddetti tradizionalisti e aiutarli ad aprirsi al rito della Sacrosanctum Concilium.
La vera ecclesiologia di comunione è quella che ci fa camminare tutti insieme, l’uno in ascolto delle ragioni dell’altro». Quanto alla situazione attuale, monsignor Camille Perl, segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha parlato di una situazione «aperta», dunque «né positiva, né negativa», lamentando però che «gran parte dei vescovi italiani» avrebbe «posto ostacoli » e che in Germania «le direttive della Conferenza episcopale renderebbero difficile l’applicazione del Motu Proprio».
Le diocesi, comunque, si stanno attrezzando per rispondere alle richieste dei fedeli. E queste richieste giungono soprattutto da Francia, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti e Australia.
Del Motu Proprio ha parlato nei giorni scorsi anche il Papa. Venerdì mattina, interpellato sull’argomento dai giornalisti mentre si trovava sull’aereo che lo portava in Francia, aveva negato («è una cosa assolutamente infondata ») che la pubblicazione del documento fosse un passo indietro rispetto al Concilio.
«Si tratta piuttosto – aveva spiegato – di un atto di tolleranza e di carità pastorale verso un gruppo di persone che si sono formate con l’antico rito, lo amano, lo conoscono e vogliono continuare a viverlo». Benedetto XVI aveva anche sottolineato che «non vi è contrapposizione » tra il Messale di Giovanni XXIII e quello promulgato nel 1970 da Paolo VI.
«I Padri Conciliari celebrarono ogni giorno con il vecchio rito, ma questo non gli impedì di concepire la riforma».
Nel discorso di domenica pomeriggio ai vescovi francesi, Papa Ratzinger è tornato sul tema, ricordando che «alcuni frutti di queste nuove disposizioni si sono già manifestati, e io spero che l’indispensabile pacificazione degli spiriti, sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi».
In Francia, infatti, non sono mancate polemiche e malcontenti in seguito all’entrata in vigore del Motu Proprio. «Misuro le difficoltà che incontrate – ha aggiunto il Pontefice – ma non dubito che potrete giungere, in tempi ragionevoli, a soluzioni soddisfacenti per tutti, così che la tunica senza cuciture del Cristo non si strappi ulteriormente. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, deve potersi sentire a 'casa sua'». I vescovi, dunque, si sforzino di essere «sempre servitori dell’unità». Un invito, che ovviamente non vale solo per la Francia.
© Copyright Avvenire, 17 settembre 2008
Posso dirlo? Questo articolo mi lascia molto perplessa...
R.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
7 commenti:
A chi lo dici...... Cara Raffaella!
Condivido la tua perplessità Raffaella, l`opinione peesonale del giornalista, dunque la perdita dell`oggettività, si intravde ad esempio laddove Muolo mette dei condizionali allorquando mons. Perl è stato molto affermativo, ha detto:
"In Italia la maggioranza dei vescovi» hanno posto ostacoli all’applicazione del motu proprio di Benedetto XVI che nel 2007 ha liberalizzato l’uso dell’antico messale preconciliare."
Non ha detto: "avrebbe posto ostacoli"....
Io non vedo problemi, anche se omette di sottolineare per bene che proprio in Italia molti vescovi lo censurano. Ma d'altronde Avvenire è dei vescovi italiani... Marco
Avete capito perfettamente dove sono le mie perplessita' :-)
R.
Giusto Marco...ben visto!
Avvenire è dei vescovi italiani !
Del resto quanto spazio Avvenire ha consacrato al Motu Proprio? Quanto ai fedeli che ne domandavano invano l`applicazione?
Quanto agli interventi dei prelati che si sono espressi sul soggetto ?
IL SP è stato soggetto tabù, finalmente si è rotto il silenzio.
Sperando che si vada nel senso auspicato da Benedetto XVI.
Persino Muolo (assieme a Galeazzi, Rodari e Tornielli) chiama ancora Mons. Perl "Segretario" della Commissione Ecclesia Dei, quando da mesi ne è il Vice-Presidente (il segretario essendo Mons. Mario Marini) .
Credo che al di là di tutte le perplessità peraltro più che motivate che questo articolo provoca, quello che conta come possiamo tutti constatare è che finalmente se ne parla. L'argomento Motu Proprio con tutti i se e con tutti i ma sta venendo fuori. Ora però, io mi auguro che quanto prima, vengano rispettate le direttive di Sua Santità lascindo perdere il conflitto tra tradizionalisti e non e le impuntature peraltro assai discutibili e fuori luogo di alcuni, sullo spirito preconciliare e postconciliare. Il Motu Proprio Summorum Pontificum è stato promulgato da Benedetto XVI per favorire l'unità nella chiesa e non la sua divisione " nessuno è di troppo nella chiesa c'è posto per tutti" questo dovrebbero stamparsi nella mente certi vescovi ed evitare non solo di lacerare ulteriormante la tunica di Cristo ma, soprattutto, la loro talare. In tempi più remoti qualcun altro si stracciò le vesti ricordate chi?
Posta un commento