26 ottobre 2008

Sinodo, allarme Terra Santa «Persecuzioni in Iraq e India» (Accornero)


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Il Papa: "Auspico che i Responsabili civili e religiosi di tutti i Paesi, consapevoli del loro ruolo di guida e di riferimento per le popolazioni, compiano dei gesti significativi ed espliciti di amicizia e di considerazione nei confronti delle minoranze, cristiane o di altre religioni, e si facciano un punto d’onore della difesa dei loro legittimi diritti" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus)

Benedetto XVI annuncia per marzo il suo primo viaggio in Camerun e Angola. Nell'ottobre del 2009 a Roma il Sinodo dell'Africa

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Il Papa ai Padri sinodali: "Il Sinodo è stato anche una scuola dell'ascolto. Abbiamo ascoltato gli uni gli altri. È stato un ascolto reciproco. E proprio ascoltandoci gli uni gli altri abbiamo imparato meglio ad ascoltare la Parola di Dio" (Discorso del Santo Padre al termine del pranzo con i Padri sinodali)

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J. Ratzinger: "La liturgia è il centro della mia vita e della mia ricerca teologica" (dalla Prefazione all'Opera Omnia)

SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

OMELIE, DISCORSI E MEDITAZIONI IN OCCASIONE DEL SINODO DEI VESCOVI 2008

Sinodo, allarme Terra Santa «Persecuzioni in Iraq e India»

Vescovi preoccupati per l'escalation di violenze anticristiane nel mondo «Dialogo con ebrei e Islam». «Anche le donne annuncino la Parola di Dio»

Pier Giuseppe Accornero

Città del Vaticano

I cristiani della Terra Santa – che Paolo VI definiva «il quinto Vangelo» – e del Medio Oriente «hanno bisogno della comunione e dell'aiuto di tutti i cristiani» in questi tempi «di conflitto, povertà e paura». È l'appello che i 253 vescovi dei cinque continenti rivolgono in una delle 55 «propositiones» che concludono il Sinodo sulla Parola di Dio: sono state rese pubbliche – non sempre è avvenuto – e vengono consegnate al Papa per l'esortazione postsinodale che sarà pubblicata da Benedetto XVI, che ieri ha pranzato con i «padri sinodali» e che questa mattina presiede in San Pietro la Concelebrazione conclusiva.
E la situazione dei cristiani in Iraq e in India «è un caso di emergenza gravissima, che richiama l'attenzione e la solidarietà della Chiesa».
Lo afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in un editoriale della «Radio Vaticana» della quale è direttore: «È tutto il popolo iracheno, e non solo le comunità cristiane, a soffrire le conseguenze di decenni di regime oppressivo, di una guerra infausta, del disordine politico e sociale, ma le antichissime comunità cristiane sono sottoposte a una pressione sistematica e intenzionale, in una sequenza impressionante di violenze e minacce».

«Cristiani, condizioni disumane»

Nelle tre settimane di Sinodo numerosi vescovi hanno denunciato le condizioni disumane dei cristiani in molti Paesi: minacce, persecuzioni, uccisioni. Una violenza che si perpetua nel tempo. Un vescovo della Lituania ha raccontato che, prima della caduta del comunismo, la polizia voleva che calpestasse la Bibbia, lui si chinò e la baciò, un gesto che gli costò dieci anni di gulag in Siberia. Quando tornò, alzò la Bibbia e disse: «La Parola di Dio mi ha dato la forza di sopportare dieci anni di carcere duro».
Le 55 «proposizioni» si articolano in tre parti. La prima descrive «la Parola di Dio nella fede della Chiesa»; parla della «predilezione di Dio per i poveri, i primi ad aver diritto all'annuncio del Vangelo perché bisognosi non solo di pane ma anche di parole di vita». Tra le grandi sfide «lo sviluppo della scienza» e il rapporto con la legge naturale «scritta nel cuore di ogni persona: fare il bene ed evitare il male».
La seconda parte «La Parola di Dio nella vita della Chiesa» chiede «di formare lettori e lettrici in grado di proclamare la Parola in modo chiaro e comprensibile»; invita «a non sostituire mai nella Messa la lettura della Scrittura con altri testi di spiritualità e letteratura»; sollecita la stesura di un «Direttorio sull'omelia». I vescovi «riconoscono e incoraggiano il servizio dei laici nella trasmissione della fede. Le donne hanno un ruolo indispensabile nella famiglia e nella catechesi, sanno suscitare l'ascolto della Parola e comunicare il senso del perdono e della condivisione evangelica. Auspicano che il ministero del lettorato sia aperto anche alle donne e che nella comunità sia riconosciuto il loro ruolo di annunciatrici della Parola». Molte comunità, non avendo la possibilità della Messa domenicale, «trovano nella celebrazione della Parola cibo per la fede e la testimonianza». Vanno incoraggiati gruppi biblici e piccole comunità; va intensificata la catechesi e la pastorale biblica. Altre proposte riguardano la ricerca esegetica; il dualismo fra esegesi e teologia; il dialogo tra esegeti, teologi e pastori.
La terza parte analizza «la Parola di Dio nella missione della Chiesa». L'azione dei credenti impegnati nella vita politica e sociale deve essere ispirata «alla ricerca del vero bene di tutti e nel rispetto della dignità di ogni persona, per quanti soffrono e sono vittime delle ingiustizie».
Il Sinodo chiama alla «mobilitazione generale» per la traduzione della Bibbia nelle varie lingue e per la sua diffusione, rifuggendo dalla «lettura fondamentalistica che ne fanno le sétte».
Il Sinodo insiste sul «dialogo tra cristiani ed ebrei che appartiene alla natura della Chiesa» e sul dialogo con l'Islam ma ribadisce «l'importanza del rispetto della vita, dei diritti dell'uomo e della donna», sottolinea «la distinzione tra l'ordine socio-politico e l'ordine religioso nella promozione della giustizia e della pace nel mondo», ribadisce «il dovere della reciprocità e della libertà di coscienza e di religione».
Affermazioni importanti in vista dell'incontro del 5- 6 novembre in Vaticano tra musulmani e cristiani.

Islam, le condizioni del dialogo

L'editoriale di padre Lombardi si augura che «il dialogo con il mondo musulmano, nella scia aperta da Giovanni Paolo II e continuata da Benedetto XVI, contribuisca ad affermare decisamente che nel nome di Dio non si può uccidere e odiare, ma amare e rispettare ogni persona. Occorre che i gruppi fanatici vengano combattuti con decisione, che tutti gli uomini di pace, anche nel mondo musulmano, si oppongano con forza e chiarezza a questa orribile violenza contro i diritti fondamentali della persona».

© Copyright Eco di Bergamo, 26 ottobre 2008

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