4 ottobre 2008

Monito severo del Papa e del Presidente Napolitano: rispettare la dignità dell'uomo (Asca)


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(ASCA) - Roma, 4 ott

Rispetto della dignita' umana.
Lo chiedono con forza il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e papa Benedetto XVI al termine del loro colloquio questa mattina al Quirinale, avvenuto nell'ambito della visita ufficiale del Pontefice al Capo dello Stato italiano.
Un appello che assume ancora piu' forza perche' arriva all'indomani di episodi a sfondo razzista avvenuti nel nostro Paese.
Il termine 'razzismo' e' usato direttamente solo da Napolitano (che pero' cita frasi recenti del Papa su questo tema) ma e' di tutta evidenza come anche Benedetto XVI, pur non utilizzando oggi quella parola, vi faccia riferimento quando parla di ''educazione'' come ''chiave indispensabile'' per ''un futuro ispirato ai perenni valori dell'umanesimo cristiano''. Oppure quando chiede ''particolare attenzione verso i poveri e gli emarginati'' in una societa' ''solidale realmente animata dal senso della legalita'''. Comunque, al di la' delle parole usate o meno nei loro rispettivi discorsi, il Capo dello Stato e il Papa partono da un comune e forte concetto: quello del rispetto dell'uomo. Napolitano fa suo ''l'insegnamento e l'impegno della Chiesa'' e sostiene che ''il valore supremo che ci deve guidare e' il rispetto della dignita' umana, in tutte le sue forme e in tutti i suoi luoghi''. Un valore che implica, dice ancora il Presidente della Repubblica, anche ''la coscienza e la pratica della solidarieta'''.
Di analogo peso il passaggio del Pontefice: ''La Chiesa, nell'epoca attuale di profonde e spesso sofferte mutazioni, continua a proporre a tutti il messaggio di salvezza del Vangelo e si impegna a contribuire all'edificazione di una societa' fondata sulla verita' e la liberta', sul rispetto della vita e della dignita' umana, sulla giustizia e sulla solidarieta' sociale''. Il rispetto della dignita' umana, aggiunge dal canto suo Napolitano riproponendo ma facendo anche proprie le parole pronunciate recentemente dal Papa a Castelgandolfo, ''si e' tradotto nella grande conquista del ''superamento del razzismo'': di qui l'allarme - avverte il Capo dello Stato - ''per il registrarsi in diversi paesi di nuove manifestazioni peroccupanti'', mentre nulla puo' giustificare ''il disprezzo e la discriminazione razziale''. A questo punto il Capo dello Stato lega chiaramente alla riflessione sull'emergenza razzismo un pensiero sull'''emergenza educativa''. Una questione della cui esistenza e' consapevole anche il Papa, che parla di ''problema dell'educazione''.
Napolitano sostiene che rispetto ''a rischi e fenomeni di oscuramento di valori fondamantali, quello della dignita' umana insieme ad altri, noi sentiamo di trovarci di fronte ad una 'emergenza educativa' anche nel nostro Paese''. Superare questa emergenza, dice Napolitano coinvolgendo Benedetto XVI, ''e' nostra comune responsabilita', pur su terreni diversi''. Il Papa afferma come la Chiesa avverta ''particolare responsabilita' nei confronti delle nuove generazioni: con urgenza infatti emerge oggi il problema dell'educazione, chiave indispensabile per consentire l'accesso ad un futuro ispisrato ai perenni valori dell'umanesimo cristiano''. La formazione dei giovani e' pertanto ''impresa nella quale anche la chiesa si sente coinvolta, insieme con la famiglia e la scuola. Essa infatti e' ben consapevole - sottolinea il Pontefice - dell'importanza che l'educazione riveste nell'apprendimento della liberta' autentica, presupposto necessario per un positivo servizio al bene comune''. Benedetto XVI non ha dubbi, ''solo un serio impegno educativo permettera' di costruire una societa' solidale, realmente animata dal senso della legalita'''. L'auspicio del Papa e' che le comunita' cristiane sappiano formare in modo speciale i giovani, dando il loro contributo per ''costruire il bene comune del Paese'' prestando ''particolare attenzione verso i poveri e gli immigrati''.

Asca

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