20 settembre 2007

Battuta del Papa sulle tasse: gli articoli del Corriere della sera


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Il Papa e la «rivolta» antitasse: la storia si ripete

Ratzinger evoca la Ribellione delle statue, nel 387 ad Antiochia: alcuni corsi non cambiano

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — Forse il Papa teologo ha avuto qualche sentore dell'agitazione della Lega Nord contro le tasse e della protesta del presidente Prodi contro la minaccia dello «sciopero fiscale»: sta il fatto che ieri mattina, all'udienza generale, trattando di Giovanni Crisostomo che ebbe a che fare con una rivolta popolare contro le tasse ad Antiochia, nel quarto secolo, ha improvvisato una battuta sulle vicende umane che si somigliano a distanza di secoli e millenni: «Si vede che alcuni corsi della storia non cambiano ».
Benedetto XVI sta svolgendo il mercoledì una serie di catechesi sui «padri della Chiesa ». Di Giovanni di Antiochia, detto Crisostomo (344-407), cioè «bocca d'oro» a motivo della straordinaria eloquenza, quest'anno ricorre il sedicesimo centenario e il Papa ieri gli ha dedicato un primo profilo.
Arrivato a narrare del periodo in cui il Crisostomo fu prete ad Antiochia (sarà poi arcivescovo e patriarca di Costantinopoli), il Papa ha così accennato alla rivolta delle tasse: «Il 387 fu l'"anno eroico" di Giovanni, quello della cosiddetta "Rivolta delle statue". Il popolo abbattè le statue imperiali, in segno di protesta contro l'aumento delle tasse. In quei giorni di Quaresima e di angoscia a motivo delle incombenti punizioni da parte dell'imperatore, egli tenne le sue 22 vibranti «Omelie sulle statue », finalizzate alla penitenza e alla conversione».
La sua battuta improvvisata Benedetto l'ha buttata là, alzando gli occhi dal foglio, dopo aver letto la parola «tasse». Il Papa non ha detto nulla sugli insegnamenti del Crisostomo al popolo in rivolta fiscale. Erano state abbattute le statue dell'imperatore Teodosio I e della sua famiglia ed erano stati compiuti «atti violenti » contro le autorità. Nelle sue omelie il santo predicatore cercò di convincere il popolo a sottomettersi all'imperatore che descriveva come un «filantropo», mentre il vescovo Flaviano era corso a Costantinopoli per trattenere la mano dell'imperatore che aveva minacciato di distruggere la città. L'azione congiunta del vescovo e del predicatore riuscirono — pare — a riconciliare l'imperatore con i suoi sudditi antiocheni.
Il Papa non ha citato il contenuto delle «Omelie sulle statue » forse per non sbilanciarsi nell'attuale disputa italiana ed europea sulla politica fiscale.
Ma che saprà il Papa tedesco delle tasse italiane? O di quelle tedesche, o di quelle dell'Austria dove è appena stato in visita? Sappiamo che a volte segue il «Tg1» durante la cena e dunque un'idea del dibattito nostrano dovrà pure averla.
Le Chiese dell'Austria e della Germania hanno perso molti fedeli lungo l'ultimo decennio anche a motivo della «tassa ecclesiastica» che si paga alla rispettiva Chiesa dichiarando di essere cattolici o protestanti. Nel «Catechismo della Chiesa cattolica» (1993) — di cui è stato l'ultimo responsabile — viene condannata la «frode fiscale» (paragrafo 2409).
Dai telegiornali visti all'ora di cena — e forse da qualche colloquio con il cardinale Bertone o con l'arcivescovo Bagnasco — il Papa sarà anche informato della querelle sulla Chiesa cattolica italiana che non sempre paga l'Ici per attività «anche» commerciali e sulla battuta agostana del presidente Prodi che lamentava come la domenica nelle prediche si ascoltino raramente «inviti » a pagare le tasse. Sa dunque abbastanza papa Benedetto per evitare di entrare nel merito di una materia così scottante e per cavarsela con un divertito paragone tra l'attuale protesta leghista e quella degli antiocheni di sedici secoli addietro.

© Copyright Corriere della sera, 20 settembre 2007


SILVIA RONCHEY

La storica: così il Pontefice «sostiene» Prodi-Teodosio

Alessandro Trocino

MILANO — «Ha dato ragione al popolo? No, dal punto di vista filologico, l'unica ricostruzione corretta, se vogliamo fare un parallelo con il presente, è che il Papa si è schierato con Prodi ». Tesi affascinante, soprattutto perché riguarda un Pontefice che non è mai stato molto tenero con il governo ulivista. Ma la storia è storia e Silvia Ronchey ( nella foto) la conosce bene, visto che è professore di Civiltà bizantina all'Università di Siena.

Possibile che Benedetto XVI appoggi Prodi?

«Credo che sia stato un intervento fuori fuoco. L'imperatore Teodosio aumentò le tasse ad Antiochia, città prospera, per motivi militari: doveva difendere l'Impero dai goti».

E Crisostomo? Si schierò con il popolo contro l'oppressione fiscale?

«Niente affatto, si schierò apertamente dalla parte dell'imperatore. Nelle sue omelie, insiste sull'importanza del rispetto dell'autorità costituita».

Avevano abbattuto solo delle statue.

«Ma Crisostomo spiega che abbattere le statue è come mettere in discussione il potere e non si deve mai. L'imperatore vuole una buona immagine. Le statue di allora sono come la tv di oggi».

Crisostomo, insomma, media per riportare la calma ma sta con Teodosio.

«Sì. E questa sua presenza è importante. Non è così scontato che il vescovo abbia voce in politica a quell'epoca. Invece la sua biografia è la dimostrazione della liceità e della necessità dell'intervento della Chiesa nei fatti di Stato ».

Tema attuale, l'accusa di ingerenza della Chiesa.

«E infatti non è un buon segnale che Ratzinger abbia ricordato questo episodio ».

Il Papa ricorda che le tasse non sono mai piaciute. Alludendo implicitamente alla rivolta fiscale di oggi.

«Se ha voluto usare Crisostomo per simpatizzare con il popolo ha sbagliato, perché lui è il più filostatale degli ecclesiastici. Avrebbe potuto citare, invece, Ambrogio ».

Prodi-Teodosio ne esce bene.

«Mica tanto. Teodosio era un fanatico cristiano, persecutore degli altri culti e baciapile. Ed era famoso per le sue repressioni. Tre anni dopo la rivolta delle statue ci fu il terribile massacro del popolo di Tessalonica».

© Copyright Corriere della sera, 20 settembre 2007

Temo che il Corriere della sera abbia, come sempre, tentato di caricare politicamente la battuta del Papa. Errore! Tentare di imbrigliare la vena ironica di Joseph Ratzinger e' uno scivolone grossolano (cara Ronchey qui non e' il Papa che ha sbagliato citazione!).
Pensare che il Papa, quando fa battute, pensi all'orticello italiota (rinsecchito in verita') dell'Italietta fa solo sorridere chi conosce bene l'intelligenza sottile di Benedetto XVI
:-)
Raffaella

6 commenti:

mariateresa ha detto...

si, cara Raffaella, al Corriere sono letteralmente dei fissati
A ogni frase del Papa corrono dall'esperto per un commento,anche se non c'entra niente e non era quella volta lì.
E a volta cadono nel ridicolo.

Marco ha detto...

E' davvero strano pensare che in occasione di una battuta tranquilla sulle tasse del papa ci sia questo movimento sui giornali(megaarticolo più intervista alla storica), mentre per una splendida messa e processione del Corpus Domini, con la presenza di migliaia di persone, non si è fatto cenno. Forse perchè il papa ha parlato di storia collegata all'attualità, così può interessare a tanti laici... Mah, almeno c'è da dire che il papa ha attirato l'attenzione su di sè e sulle sue splendide catechesi! speriamo che qualcuno si interessi di più e le segua... Ciao

Luisa ha detto...

Scusatemi se dalla mia piccola Svizzera mi intrometto in un dibattito italo-italiano!
Ma è possibile che i media italiani pensino che il Papa si rivolga solo all`Italia ?
Io che ho seguito l`udienza comodamente seduta nella mia poltrona, quando Papa Benedetto ha pronunciato quella frase mi sono messa a ridere! Perchè è una semplice verità di tutti i tempi....chi ama pagare le tasse ?? Chi non giudica che sono troppo onerose?
È mai possibile che i media debbano stravolgere tutte le parole del Papa, persino una battuta?
È mai possibile che il Santo Padre debba misurare,calcolare, girare la lingua 10 volte in bocca prima di parlare.... sapendo che ogni sua parola sarà passata al setaccio della stampa?
È mai possibile che non possa nemmeno permettersi di scherzare, già che lui stesso ammetteva nell`intervista alla Tv tedesca ,che non era molto abile nelle barzellette, allora per una volta che fa un abattuta, dobbiamo proprio "cercargli delle pulci nei capelli"?
Luigi Accattoli poi mi delude particolarmente, non apprezzo affatto il tono saccente e ironico che usa verso il Santo Padre, sotto le sue dita il Santo Padre diventa un povero ignorante che si informa con il TG1 e Bertone,lontano dalla realtà italiana.
Ieri il Santo Padre ha fatto la sua battuta in italiano perchè questa è la lingua delle udienze, fosse stato in Svizzera o in Germania o in Inghiltera avrebbe probabilmente detto la stessa cosa e avremmo riso.....punto e basta.

mariateresa ha detto...

"girare la lingua 10 volte in bocca prima di parlare." Questa non l'avevo mai sentita, anch'io imparo qualcosa Luisa, mi piace molto, eheheehe...
io credo semplicemente che Accattoli non sapesse cosa dire, cioè doveva evidentemente parlarne e allora si è incartocciato in un discorso che non ha nè capo, nè coda, nè interesse.
Se ero in lui pittosto mi mettevo in malattia.

Anonimo ha detto...

Povero Papa, non può neanche dare un colpo di tosse senza che qualcuno si interroghi se in quel mentre si è girato a destra, sinistra o è rimasto nel centro...della politica italiana naturalmente! Ma quanto ignoranti sono! Dotati di una piccola piccola intelligenza!
Alby

brustef1 ha detto...

Silvia Ronchey è una bizantinista. Appunto.
Quanto alle tasse, le paghino innanzitutto le coop, che per ragione sociale vendono a scopo di lucro pannolini e salsicce e non mi risulta abbiano missioni nel Terzo Mondo, né che assistano poveri, anziani e malati.