10 settembre 2007

Il Papa in Austria: gli articoli del Corriere della sera


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Luigi Accattoli

DAL NOSTRO INVIATO

VIENNA — Evitare che la domenica anneghi nel «fine settimana» e si riduca a «tempo vuoto». Recuperarne il significato antico di «giorno del Signore» e valorizzarne la caratteristica di «festa della creazione» che bene si lega alla sensibilità moderna per l'ecologia: è stato questo il messaggio centrale della terza giornata passata dal papa in Austria, esposto durante la celebrazione nel duomo di Santo Stefano, al centro di Vienna, poche ore prima di ripartire per Roma.
La domenica, spiega papa Ratzinger, ricorda la «resurrezione » e «il mattino della creazione». «In un'epoca in cui - a causa dei nostri interventi umani - la creazione sembra esposta a molteplici pericoli, dovremmo accogliere coscientemente proprio anche questa dimensione della domenica». Quando è vissuta come «riposo che abbraccia tutti gli uomini» la domenica ci trasmette «qualcosa della libertà e dell'uguaglianza di tutte le creature di Dio». Alla messa sono presenti i rappresentanti della «Alleanza per la domenica », movimento che in Austria si batte — con la partecipazione dei sindacati — contro l'apertura domenicale dei negozi e contro i turni continuati di lavoro nei vari settori produttivi.
«La domenica nelle nostre società occidentali — ha detto ancora il Papa — si è trasformata in un fine-settimana, in tempo libero». Il tempo libero è «bello e necessario », ma esso rischia di rivelarsi un tempo senz'anima: «Se non ha un centro interiore, da cui proviene un orientamento per l'insieme, finisce per essere tempo vuoto che non ci rinforza e ricrea». Il «centro» per i cristiani — conclude il Papa — dovrebbe essere fornito dalla «celebrazione eucaristica», da proporre «non come precetto ma come necessità interiore ». Il Papa ha accennato alla «bellezza della liturgia» che a volte sembra «rendere presente sulla terra un pezzetto di cielo». Benedetto è contento di questa visita che si è svolta quasi tutta sotto la pioggia e con poche folle, rispetto a come siamo abituati in Italia. In diecimila ieri hanno partecipato alla messa dentro la cattedrale e fuori seguendo il rito davanti ai maxischermi. Il Papa conosce bene l'ambiente austriaco e la sua crisi religiosa, essendo nato nella bassa Baviera, poco oltre il confine. «Il vento oggi parla anche lui, ma ringraziamo che c'è almeno un po' di sole» ha detto a mezzogiorno, durante l'Angelus. Poco prima un gruppo di appartenenti al movimento «Noi siamo Chiesa» aveva svolto una protesta silenziosa davanti al Duomo con cartelli che dicevano: «Benedetto ascolta il popolo della Chiesa». Secondo il loro portavoce, Hans Peter Hurka, quelli del Papa «sono stati discorsi intelligenti ma generici» ed è «mancato il dialogo con i fedeli».
Nel pomeriggio gli ultimi due appuntamenti della visita papale: l'incontro con il mondo del volontariato e la visita ai monaci di Heiligenkreuz, il più antico monastero cistercense del mondo (fondato nel 1135 da Leopoldo III) che si trova a 30 chilometri da Vienna. Questo in Austria è stato il settimo viaggio internazionale di Papa Benedetto. Il prossimo appuntamento è con Napoli, il 21 ottobre.

© Copyright Corriere della sera, 10 settembre 2007


JAS GAWRONSKI

«Giusto, il giorno di festa sia meno consumistico»

Giovanna Cavalli

ROMA — «Sono per strada e vado di fretta, però mi dica pure», risponde un indaffarato domenicale Jas Gawronski, 71 anni. «Il ragionamento del Papa è giustissimo.
Cattolici o no, questo giorno andrebbe dedicato al profondo, non c'è mica soltanto Domenica In». Il monito di Benedetto XVI al momento lo coglie impreparato: «Purtroppo anche io finisco sempre per occuparmi di altre cose, oggi ho sbrigato qualche pratica, sono appena rientrato dalle vacanze», ammette l'ex giornalista e politico, preso da spicce incombenze materiali.«Però le sue parole mi fanno riflettere, stimolano a rendere questa giornata più utile e, mi passi il termine, meno fregnacciara. Almeno 5 minuti alla settimana andrebbero sottratti al consumismo. Concentrandoci su noi stessi o dedicandoli magari a qualcuno che è solo». Buoni propositi: «Cercherò di passare qualche ora della mia prossima domenica — è la promessa di Gawronski — in compagnia di alcune persone care piuttosto anziane che certo ne saranno contente. E per me sarà davvero un piccolo sacrificio».

© Copyright Corriere della sera, 10 settembre 2007


MARIO D'URSO

«Pensare allo spirito è bene ma non seguo il calendario»

Giovanna Cavalli

ROMA — «Mi richiami tra 5 minuti che sto seguendo il mio caro amico Carlo Rossella in tv dalla Ventura», rimanda Mario D'Urso.
Poco dopo. «Voglio leggermi meglio il discorso del Papa, certo che per noi cattolici la domenica è sempre un giorno di riflessione. Appuntamenti fissi non ne ho, perché sto molto in giro e per natura sono poco abitudinario. Stamattina ho fatto un bagno in mare a Venezia, ora mi trovo a Milano e più tardi vado a messa in Duomo».
Difficile che l'ex senatore, avvocato e bon vivant del jet set internazionale, 67 anni, possa davvero santificare il settimo giorno: «Per me alla fine è un giorno come altri. Pure se sono in casa spesso lavoro, metto in ordine delle carte. Una volta però vorrei provare a chiudermi nello studio a meditare, sarebbe un'eccezione piacevole». Ma ogni momento può essere quello buono per coltivarsi l'anima. «Il Santo Padre ha dato una regola generale che non va intesa rigidamente. Uno la spiritualità se la cerca quando vuole, senza calendari. A me capita di fare pensieri profondi magari quando sono in aereo o prima di dormire».

© Copyright Corriere della sera, 10 settembre 2007

Relativismo allo stato puro!
R.

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