10 settembre 2007
Il Papa in Austria: Politi e la biancheria sexy viennese
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MARCO POLITI
DAL NOSTRO INVIATO
VIENNA - «Senza Dio il tempo libero diventa un tempo vuoto». Sotto le volte gotiche della cattedrale di Santo Stefano Joseph Ratzinger richiama i fedeli all´osservanza del giorno del Signore. La domenica, lamenta, è diventata week-end. E certamente il tempo libero è bello e necessario, ma se non ha un centro, se non è dedicato all´incontro con Cristo, l´uomo rimarrà disorientato. «Dai all´anima la domenica, rendi alla domenica la sua anima», esclama il pontefice. I cattolici austriaci si sono già messi in moto. Con i sindacati, gruppi di imprenditori ed esponenti delle altre Chiese cristiane hanno formato una «Alleanza per la libera domenica» con lo scopo di «contrastare la tendenza a ridurre il tempo dell´esistenza al lavoro e al consumo».
Benedetto XVI predica e predica. Stretti intorno al piccolo altare della cattedrale, il Papa, il cardinal Bertone e i vescovi austriaci nei loro paramenti verdi sembrano un drappello di apostoli spersi nella giungla urbana. La cattedrale è piena, il piazzale antistante è pieno, ma tutto intorno la vita della metropoli viennese scorre placida, ignara e allegramente affaccendata in altro. I viennesi nei caffè, i turisti giapponesi, italiani e spagnoli correndo da un angolo all´altro, i maxischermi sull´evento papale, che nell´elegante spianata del Graben si rispecchiano in una boutique dove un trionfo di manichini esibisce biancheria sexy. In tre giorni non si sono riuniti più di sessantamila fedeli.
Dentro la cattedrale risuona impetuosa la musica di una messa solenne di Haydn. La musica sì, unisce tutti gli austriaci a prescindere, ma il messaggio papale arriva solo al piccolo gregge. In terra di lingua tedesca Ratzinger si sente a casa. La voce non ha niente della meccanica durezza del suo italiano: in tedesco il suo linguaggio è mite, sonoro, arriva all´intimo. E sino al fondo di ogni anima Benedetto XVI vorrebbe penetrare per diffondere la sua buona novella. È importante, dice, «creare oasi di amore disinteressato in un mondo dove sembrano contare solo il potere e il denaro». È importante donarsi a Dio, predica, perché troppe volte la frenetica ansia di vivere dell´uomo moderno finisce nel deserto di un´esistenza persa. È importante pregare, dirà nel pomeriggio ai teologi nell´abbazia di Heiligekreutz, perché la teologia fuori dalla fede cessa di esistere. La liturgia deve essere orientata a Dio e non a logiche di estetismo mondano.
Prima di partire il pontefice si incontra con gli operatori delle organizzazioni assistenziali. «Voi volontari - dichiara con passione - non siete tappabuchi nella rete sociale, ma contribuite al volto umano e cristiano della nostra società». Le prestazioni sociali dello Stato non possono sostituire l´amore per il prossimo. Anzi, è essenziale che lo Stato crei condizioni favorevoli affinché con il volontariato continui ad esserci un «aiuto non spersonalizzato». Il volontariato, elogia, rompe le regole dello scambio utilitaristico dell´economia di mercato, perché esprime una «gratuità» che supera lo stretto dovere di ciascun cittadino.
Spingere i credenti a unire fede e ragione, cuore e mente, vita e pensiero è la missione che Benedetto XVI si è assegnato. Le sue parole in questo pellegrinaggio austriaco disegnano il suo profilo di padre spirituale con una nettezza come non mai. Eppure spesso i suoi interventi sembrano muoversi in una dimensione astrale. Si può invitare alla «ubbidienza alla Chiesa», senza alcuna riflessione retrospettiva, in una città che si è vista imporre negli anni Novanta dal Vaticano un arcivescovo (il defunto cardinale Groer) poi allontanato a furor di popolo cattolico per i suoi trascorsi omosessuali? Si può parlare di castità dinanzi al clero, dimenticando l´enorme scandalo dei computer scoperti pochi anni nel seminario di St. Poelten, imbottiti di materiale pedopornografico?
Spesso Benedetto XVI sembra parlare rivolto solo alla «storia della salvezza» come se la storia concreta degli uomini fosse abissalmente lontana. E gli può anche capitare - è successo il primo giorno al ricevimento di stato alla Hofburg - che a complimentarsi con lui per la difesa della cellula familiare venga una ministra della famiglia già divorziata due volte. E tuttavia il viaggio ha mostrato un Ratzinger felice dell´aria di casa. Il vento che gli ha scompigliato i capelli all´Angelus in piazza Santo Stefano lo ha fatto sorridere quasi spensierato.
© Copyright Repubblica, 10 settembre 2007
Ieri ho visto il Papa talmente felice e gli Austriaci cosi' entusiasti che le polemiche, piccine piccine, dei nostri giornaloni non mi fanno, francamente, ne' freddo ne' caldo.
E' un vero peccato che sia piovuto durante tutta la visita del Papa in Austria e che gli spazi scelti per gli incontri fra Benedetto ed i fedeli fossero, in fondo, molto ristretti.
Vi dico in tutta onesta' che, forse, nemmeno io avrei sfidato la pioggia per vedere il Papa su un maxischermo. Molto meglio, a mio avviso, rimanere a casa, nel silenzio, ad ascoltare le parole del Pontefice.
Qualche osservazione: che cosa c'entra la durezza dell'italiano del Papa? Politi, si impressiona per cosi' poco? Vada in Trentino e sentira' lo stesso, identico, meraviglioso, accento! Non vedo perche' sprecare una riga dell'articolo per queste buffe considerazioni. E tralasciamo le tre righe sprecate per decantare la biancheria sexi viennese.
Secondo Politi il Papa avrebbe dovuto fare il solito mea culpa per gli errori della Chiesa austriaca. Non solo: il Papa sembra vivere sulle nuvole, vero Politi?
Non e' cosi'! Abbiamo visto anche a Loreto come il Papa abbia ben presente i problemi dei fedeli. Anche nel discorso al corpo diplomatico di Vienna Benedetto ha usato parole di grande comprensione per le donne, gli anziani ed i malati.
Semplicemente il Papa non ha la testa rivolta all'indietro. I suoi occhi guardano avanti, al futuro! Che senso ha pensare sempre al passato? Basta! E' ora di guardare avanti con gioia, speranza e serenita'! Ecco la lezione che, anche in Austria, il Papa ci ha insegnato.
Ancora una volta il Pontefice ha seminato, spetta a noi, ora, far crescere "l'orticello" :-)
Raffaella
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15 commenti:
Hai ragione cara Raffaella, non sprechiamo ulteriori parole su Politi e la sua rigida ideologia anti-ratzingeriana.
C`è di tutto in questo articolo, si passa da quella che potrebbe sembrare un` osservazione quasi positiva,al solito ritornello che, con diverse sfumature, suona come un disco rotto...no comment!
Sì solo una cosa .. Politi parla della durezza dell`italiano del Papa...a parte che ciò rivela certi pregiudizi di cui Politi non dovrebbe andare fiero, vorrei solo dire che alle mie orecchie arriva il suono di un italiano non solo dolce, ma anche musicale....tout sauf dur...mon cher Politi!
Per finire , mi sembra che se c`è una persona che avanza con lo sguardo fisso sul retrovisore, costui non è Papa Benedetto ma Politi !
Sottoscrivo in pieno il tuo ragionamento, cara Luisa :-))
Il pregiudizio antitedesco non fa onore a Politi! Sara' che io adoro il suo della lingua tedesca, ma io trovo che l'italiano del Papa sia musicale oltre che perfetto :-)
cara Raffaella, quando ho letto il tuo titolo di commento all'articolo di Politi ho creduto a uno scherzo. Ma non è da te. E infatti è vero.
Beh, lascia che dica. Questa storia dell'italiano duro è la stessa che ha provato a rifilarci l'inviato del TG3 che ha farfugliato qualcosa del genere. si vede che gli inviativanno tuttiinsieme a mangiare i maccheroni e si scambiano le impressioni o decidono la linea o cercano delle idee da mettere nelle loro (in qualche caso) zucche vuote.
Vi consiglio caldamente lo strillone di Korazym. Anche questa volta questi ragazzi hanno centrato con efficacia il problema; hanno anche sempre inviatato la Sala Satmpa vaticana a darsi una mossa per evitare incidenti e incomprensioni inutili, ma oggi hanno messo le carte sul tavolo e la loro analisi io la condivido anche nelle virgole.
Papa Benedetto "astrale"? Beh, a un non credente può apparire così, ma non è un insulto. Dopo tutto noi crediamo nell'invisibile se vogliamo restare in termini generali. E non è detto che questo sia motivo di incomprensione con la gente, anzi i discorsi veramente splendidi di questo viaggio possono sembrare più vicini alla vita dell'uomo che , per esempio, la bislacca politica italiana, così cara a Politi. Una politica coì vacua che oggi la Stampa web titola "Grillo spaventa il Palazzo", ma vi rendete conto?
Pochi o molti che fossero a Vienna, ricordo che gli apostoli erano 12 e hanno smosso il loro mondo.
Circa le folle presenti facciamo un discorso definitivo : se sono molti si dice che sono mega spettacoli per far veder i muscoli che non servono a niente; se sono pochi si dice che la gente continua la sua vita e va a comprare gli slip sporcaccioni. Insomma non va mai bene, quindi arrivederci.Così è ragionare per finta.
Comunque "padre spirituale" non è un riconoscimento da poco.
Ciao Mariateresa, grazie della segnalazione dello strillone di Korazym! Condivido in tutto e per tutto le considerazioni dei ragazzi e li ringrazio perche' se abbiamo potuto leggere quasi in tempo reale i discorsi del Papa in Austria lo dobbiamo proprio a Korazym e non certo, purtroppo, al sito internet della Santa Sede, fermo all'omelia di sabato!
Credo che Politi abbia un rapporto ambivalente con il Papa: e' capace di fargli un complimento bellissimo (padre spirituale) per poi dargli un calcio :-))
Bella la riflessione sui maccheroni mangiati allo stesso tavolo eheheheheheh
Ancora una cosuccia.
Anche sapendo che il Santo Padre offrirà sempre l`ospitalità e ancor più a chi sembra essergli ostile, io ,che sono nettamente meno buona, mi domando e domando a Politi: caro Politi, dal momento che lei non sembra amare la Barca di Pietro e ancor meno il suo timoniere, quando avrà la decenza per i suoi viaggi al seguito del Papa, di viaggiare individualmente ,invece di salire sull`aereo del Successore di Pietro, con il biglietto immagino graziosamente offerto?
La Barca no.....l`aereo sì....senza dubbio una banale questione di comodità!
Quanta banalità,quanta pochezza,quanta poca preparazione come se la storia degli uomini non fosse inscritta nella storia della salvezza e che triste mestiere quello di chi per vile pecunia è costretto a scrivere di una persona che detesta e che lo sovrasta e di una chiesa e della sua storia che non conosce,nè si sforza di farlo e se ignoranza non fosse,ma solo demagogia o servilismo al proprio editore,peggio ancora Paola
Caro Politi mi disturbo ancora una volta a farle notare che l'accento che lei definisce duro dell'italiano del Papa è duro solo per le sue orecchie!!!!!!! e per il suo partito preso di dichiarare sempre e in ogni modo guerra a Papa Benedetto; questa cosa non le fa onore e non è divertente e sinceramente non è di questa informazione che abbiamo bisogno. Non so e non voglio sapere non mi interessa da che cosa le proviene questo odio incontenibile e viscerale contro Benedetto XVI ma, per colpa di questo suo partito preso e di questo suo odio lei sta perdendo di vista non solo la grandezza di Benedetto XVI come teologo ma, la sua innegabile dolcezza, umiltà e fermezza nel conquistare i cuori, risvegliare le menti ed arricchire gli animi di tanta gente. Lo sò che è inutile dirle tutto ciò ma, si renda conto che ora sta veramente rasentando il ridicolo ed il cattivo gusto.
Grazie
qui si rasenta il razzismo.
va bene criticare il papa per le sue idee ma parlare del suo accento duro perchè tedesco vuol dire raschiare il barile.
vanessa
sono ancora qui che rido per il titolo..
Lella sei grandiosa :-)
Vorrà dire che al prossimo articolo positivo gli regaleremo un "completino" :-) (non di marca tedesca, naturalmente, sarebbe un modello troppo freddo)
Cara Gemma, bello e divertente il tuo post........ già un completino di marca tedesca non solo risulterebbe freddo ma, forse per usare la stessa espressione che lui ha usato nei confronti dell'accento italiano del Papa, un pò duro da indossare!!!!!!!!
:-)))))))))
Una cosa occorre ammetterla: Politi riesce ad ispirarmi come pochi ehehehehhehe
Sulla Repubblica di oggi, sotto l'articolo di Politi che a me è sembrato piuttosto conciliante, c'è quello di Tarquini sull'ultima puntata delle memorie di Kung. Ho comprato lo Spiegel per leggere bene e in effetti Kung se la prende col papa per avergli rovinato la carriera e lo accusa di doppio gioco. Non so come siano andate le cose, ma mi sembra, come si dice a Roma, un rosicone. Quello che è¨ più triste è accusare il papa di essere rigido perchè figlio di un gendarme e non di un ricco commerciante come lui. Perchè molti progressisti sono così razzisti? Cordiali saluti, Eufemia Budicin
Ciao Eufemia, non ho pubblicato l'articolo perche' mi pare che Kung confonda qualche data: e' stato privato della cattedra nel 1979, quando Joseph Ratzinger era arcivescovo di Monaco e non Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Mi pare,inolte, che Kung sia accomodante con il Papa quando viene ricevuto e critico quando ha voglia di finire sui giornali...meglio lasciarlo perdere.
ciao
a me, mooolto onestamente, tra uno che gira in bicicletta e un'altro che fa lo "strafigo" in alfa romeo (già allora i radical progressisti erano chic ) :-) viene da preferire di gran lunga il primo, di chiunque sia figlio. Non è poi molto cristiano come atteggiamento chiedere un incontro di dialogo e riconciliazione e quando vedi che l'altro comunque continua a non pensarla come te cercare vendetta in simili dichiarazioni, vere o false che siano. Comincio a capire perchè quella vecchia volpe (in senso buono, naturalmente) di Giovanni Paolo II ha sempre evitato di incontrarlo, dato il veleno che ha sempre rivoltato anche addosso a lui. Non capisco poi perchè se con le tue dichiarazioni ti poni contro la chiesa ufficiale, questa debba permetterti di continuare a insegnare a nome suo. Se in Senato voti in maniera contraria al tuo partito, capita (anche in ambito ideologicamente vicino a Kung) che, quando non ti dimetti, finisci nel gruppo misto :-)
Io credo che Fania, che scrive su Liberazione, sia si schierato ma meno fazioso e più conciso di Politi. Se ritiene opportuno pubblicare i suoi articoli, li trovo abbastanza interessanti. Invece Gentiloni,pur rispettabile, sul Manifesto, è sempre ripetitivo. Ora sui discorsi del papa in Austria, nessuno trova niente da ridire, nemmeno quelli di Wir sind Kirke, e allora dai a riproporre vecchie lagne. Ieri sul giornale berlinese di sinistra Taz, c'era un bell'articolo di Isolde Charim che spiegava come il papa piace proprio perché "reazionario" e che è inutile attaccarlo per questo.
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