9 settembre 2007

Il Papa in Austria: gli articoli de La Stampa e Il Messaggero


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L’Europa «Ha paura di credere: è diventata povera di bambini.
Forse non si fida troppo del futuro»


Il Papa sfida la scienza atea

MARCO TOSATTI

INVIATO A MARIAZELL (Austria)
«Il mio viaggio vuole essere soprattutto un pellegrinaggio al Santuario di Mariazell», disse ieri sull'aereo che lo portava in Austria Benedetto XVI; e aggiunse: «Vorrei semplicemente confermare gli elementi essenziali della fede in questo momento della storia». Non si può dire che non abbia tenuto fede alla parola: da quello che ritiene il cuore del continente ha tenuto una «lezione magistrale» all'Europa, spiegandole ragioni e rimedi del suo declino. Ieri ha parlato della scienza (ma non solo); è certamente casuale che il suo discorso, preparato da lungo tempo, sia pronunciato pochi giorni dopo che la Gran Bretagna ha autorizzato la creazione di possibili mostruosità, con gli embrioni chimera; ma è una casualità che sceglie bene il suo tempo.
«Di fatto, la nostra fede si oppone decisamente alla rassegnazione che considera l’uomo incapace della verità - come se questa fosse troppo grande per lui», ha detto durante la messa celebrata all'aperto, in condizioni di tempo estreme. «Questa rassegnazione di fronte alla verità è il nocciolo della crisi dell’Occidente, dell’Europa. Se per l’uomo non esiste una verità, egli, in fondo, non può neppure distinguere tra il bene e il male». E' una tesi che ha espresso molte volte, ma ieri l'ha messa in rapporti diretto i rischi e i pericoli di una conoscenza che non tiene conto della morale: «E allora le grandi e meravigliose conoscenze della scienza diventano ambigue: possono aprire prospettive importanti per il bene, per la salvezza dell’uomo, ma anche - lo vediamo - diventare una terribile minaccia, la distruzione dell’uomo e del mondo. Noi abbiamo bisogno della verità».
L'Europa ha paura di credere, e ha paura del futuro: «L’Europa è diventata povera di bambini: noi vogliamo tutto per noi stessi, e forse non ci fidiamo troppo del futuro. Ma priva di futuro sarà la terra solo quando si spegneranno le forze del cuore umano e della ragione illuminata dal cuore - quando il volto di Dio non splenderà più sopra la terra. Dove c’è Dio, là c’è futuro».
Il maltempo ha obbligato il Pontefice a rinunciare all'elicottero, e a raggiungere Mariazell in auto e i fedeli l’hanno atteso per ore sotto la pioggia. Due persone anziane sono morte, per problemi cardiocircolatori. Benedetto le ha ricordate nella preghiera: «Possiamo stare sicuri che la Madre di Dio li condurrà direttamente davanti al Signore poiché erano giunti in pellegrinaggio da Lei per incontrare con lei Gesù», ha detto.

© Copyright La Stampa, 9 settembre 2007


Tullio Regge

Un muro antico di diffidenza

Giunge, non del tutto inattesa, un’esternazione del Papa verso la scienza che solleva dubbi e perplesità non tanto per il contenuto quanto per l’enfasi che la pervade.
I rapporti tra Chiesa e Scienza non sono mai stati facili, fin dal tempo di Galileo esiste un muro storico di diffidenza difficile da superare. La scienza mi interessa, anzi mi appassiona perché apre orizzonti sconfinati alla nostra conoscenza, mi preoccupa perché ha messo in mano a sconsiderati e fanatici strumenti di morte orrenda.
La scienza apre nuovi orizzonti e si dà nuovi strumenti che devono essere usati per il bene dell’umanità ma raramente possiamo anticipare a tempo le conseguenze di una scoperta scientifica. Rilevo in vasti settori della opinione pubblica un rifiuto categorico apriori della ricerca scientifica in toni ben più duri di quelli del Papa. Ricordo una conversazione che ho avuto al Parlamento europeo con un collega che riteneva impossibile la cura di malattie genetiche. Proprio in quegli anni si scoprì una terapia che ha posto fine all’immunodeficienza congenita, un errore nel genoma umano che costringeva dei poveri esseri a vivere sigillati in una bolla di plastica. Il collega la liquidò con la storica frase: «Non si sa cosa possa fare l’ambiente». Pietà umana era scomparsa.
Unanime ma vaga potrebbe usare forse la stessa tecnologia per uccidere e occorre stare comunque attenti. Il progresso della scienza deve essere usato sia per ampliare la nostra conoscenza, come accadde a Galileo, a Newton e a tanti geni della storia, sia per il bene dell’umanità e guarire gravi malattie. Compito non facile e che richiede la cooperazione di tutti. Diamoci da fare.

© Copyright La Stampa, 9 settembre 2007


Filippo Di Giacomo

Un richiamo alle radici

Nel 1600 esistevano nel mondo più di cento atenei, tutti situati nell'Occidente cristiano. Le prime accademie non europee sono state quelle dell'America Latina, opera di religiosi e di credenti. La Spagna musulmana ed ebrea fu un centro di alta, altissima cultura, ma non fece nascere alcuna Università.. Perché entrasse nello spirito degli uomini l'idea di fondare uno Studium occorreva una fede radicale nella ragione e nel sapere.
Nel cristianesimo Dio ha creato un mondo distinto da lui, un mondo conoscibile, accessibile all'uomo. Quando Benedetto XVI parla di verità, ci ricorda che l'agire cristiano deve essere demistificante per ogni apparato, anche per quelli sacralizzati a colpi di dogmi laicistici, perché sa distinguere il sacro dal temporale. Anche l'idea di performance, di sfida all'interdetto è tipicamente cristiana. L'Ulisse di Dante non avrebbe proferito parola se non avesse appreso dalla teologia cristiana medievale l'ebbrezza del razionalismo e il desiderio di sistemare i saperi accumulati. Se l'Europa è pietra angolare di civiltà, tolleranza e pace, se è il continente dell'affermazione dei diritti umani, lo deve al fondamento dell'eredità classica su cui ha messo radici ed è andato consolidandosi il Vangelo, con quella somma di valori che l'hanno fatta diventare il «continente dal volto umano», secondo una bella definizione di Giovanni Paolo II.
Anche Benedetto XVI pensa che la nuova Europa vada aiutata a costruire se stessa rivitalizzando le radici cristiane. Ma sino ad ora, e probabilmente anche dopo Vienna, la mano tesa della Chiesa verso la scienza moderna viene considerata una specie di insulto alle coscienze ed agli intelletti, un attentato alla laicità dello Stato e dell'Unione Europea, un ostacolo al dialogo interreligioso.

© Copyright La Stampa, 9 settembre 2007


Il Papa: «La scienza senza Dio è una minaccia per l’umanità»

FRANCA GIANSOLDATI dal nostro inviato

VIENNA – Trentamila pellegrini corredati di ombrelli, impermeabili gialli e paziente eroismo, hanno ascoltato sotto secchiate di pioggia e raffiche di tramontana, il grido di Papa Ratzinger contro una scienza atea, sorda a Dio e priva di limiti. Non solo è «ambigua» ma rischia di trasformarsi in una «terribile minaccia» per l'umanità. Parlava dal grande palco coperto, a Mariazell, attento a scandire bene ogni parola, mentre un sacerdote, al suo fianco, gli reggeva di sbieco un ombrello bianco per difenderlo dagli schizzi. Sullo sfondo di queste parole gli scenari inquietanti sollevati dagli esperimenti sulla clonazione umana e la corsa dei laboratori per sfruttare gli embrioni chimera. Ha tuonato dalla piccola cittadina della Stiria, meta del suo viaggio in Austria, per farsi sentire dall’Europa intera. Il piccolo santuario mariano è conosciuto per essere un luogo altamente simbolico: un po' gotico e un po' barocco, mix di stili sovrapposti, dall'undicesimo secolo racconta di quanto la storia sia impregnata di cristianesimo. Davanti ad una piccola statuetta di legno di tiglio raffigurante la Vergine e il Bambino, è transitata la speranza di milioni e milioni di persone provenienti dai paesi slavi, da quelli balcanici, dalla Germania, dall'Italia del Nord; vecchi e giovani, principi e contadini, affrontando scomodi pellegrinaggi nel segno della fede. Durante la cortina di ferro Mariazell è stato un luogo di incontro e ai tempi della rivolta d'Ungheria nel 1956, si organizzavano processioni per la libertà. Il cardinale Mindszenty, coraggioso vescovo di Budapest, imprigionato dai comunisti cechi e morto nel 1975 volle essere sepolto lì. Caduto il Muro le sue spoglie fecero poi ritorno a Budapest per essere tumulate in patria. Benedetto XVI ha utilizzato anche il secondo giorno di trasferta in Austria per parlare a tutto il continente. La crisi in cui versa l’Occidente è legata all'ateismo, all'incapacità di scegliere la «verità»: «la nostra fede – ha spiegato - si oppone decisamente alla rassegnazione che considera l'uomo incapace della verità, come se questa fosse troppo grande per lui». Conciliare fede e ragione è il filo rosso della predicazione ratzingeriana. Rassicurante ha ribadito che accogliere Dio non conduce «all'intolleranza»: «Se Dio è mediatore della salvezza valido per tutti e del quale, in definitiva, tutti ne hanno bisogno, non significa affatto disprezzo delle altre religioni, né assolutizzazione superba del nostro pensiero, ma solo l'essere conquistati da colui che ci ha interiormente toccati». L’amore verso Dio, la difesa della famiglia e della vita, la solidarietà, il rispetto delle altre persone sono il terreno d’azione sul quale si muove il cristiano. Davanti alla Madonna di Mariazell vengono poi elencate le sofferenze dell'infanzia che, unite al declino demografico di un'Europa povera di bambini e con poca voglia di sorridere al futuro, fanno esclamare al Papa che «la terra sarà senza futuro quando si spegneranno le forze del cuore umano e della ragione illuminata dal cuore, quando il volto di Dio non splenderà più sopra la terra. Dove c'è Dio, là c'è futuro».

© Copyright Il Messaggero, 9 settembre 2007


Severino: «I cattolici si rassegnino, la fine della tradizione è inevitabile»

di CARLO MERCURI

Professore Emanuele Severino, il Papa dice che la scienza senza Dio è una minaccia per l’umanità. Quali considerazioni le suggerisce l’affermazione di Benedetto XVI?

«La scienza senza Dio: sono decenni che rifletto su questo problema. Direi che si tratta di un processo inevitabile. Un processo inevitabile che conduce a una scienza-sapere filosofico che porta a dire addio al passato, a dire addio a Dio. Il Papa dice che la scienza senza Dio è una minaccia mortale? E’ vero, ma la scienza illuminata dalla filosofia è un prodotto inevitabile, ripeto. E’ tempo che il mondo cattolico faccia i conti con questa inevitabilità».

Quali sono questi conti, professore?

«E’ un discorso complesso. E’ come spiegare la formula della relatività in un articolo di giornale. Non si può».

Ci provi.

«Occorre fare i conti con la potenza del discorso che ha condotto alla scienza senza Dio. E’ la potenza stessa del pensiero contemporaneo che porta a concludere che Dio è morto. Possiamo definire tutto ciò come relativismo? No, è qualcosa di più sostanziale. Invito tutti i lettori di buona volontà ad andare a leggere i miei libri su quest’argomento».

Lei vede tuttavia pericoli in una “scienza senza Dio”?

«Dio è morto e questo sentire si ripercuote nelle masse. La gente crede sempre di meno e ciò genera certamente disordine sociale. Le conseguenze potrebbero essere tragiche. Si è perduto l’aggancio all’attrezzo della tradizione e bisogna ancora vedere come ci si ancorerà al nuovo».

Professore, il Papa ha anche affermato che l’Occidente è in crisi perché «rassegnato a considerare l’uomo incapace di verità». Lei che ne pensa?

«E’ una questione connessa alla precedente. Non è l’Europa che ha rinunciato alla verità. Tante teste pensanti dell’Occidente hanno parlato dell’impossibilità della verità».

© Copyright Il Messaggero, 9 settembre 2007

Altrettante teste pensanti la pensano in maniera opposta, caro professore. Rassegnarci? E' esattamente il contrario di cio' che ci ha chiesto il Papa. Non possiamo ritirarci e piangere!
R.

7 commenti:

gemma ha detto...

non ho capito...è la potenza dei suoi libri, che ci invita poco umilmente a leggere, che ci convincerà della definitiva morte di Dio?
Lei non mi convince professore e grazie a Dio le masse non sono tutte omologate in un unico pensiero illuminato dalla filosofia del momento
La grandezza di un uomo di cultura credo stia anche nella capacità di spiegare grandi concetti con poche, semplici parole. Anche la teoria della relatività, perchè no?
Il pensiero e le motivazioni del Papa le si vogliono semplificare in quattro discorsi, ma lor signori, grandi pensatori, per essere capiti ci rimandano sempre alla lettura dei loro libri

Anonimo ha detto...

E pensare che il Papa ci ha invitati piu volte a leggere non i suoi libri ma quelli del cardinale Martini!
Inoltre non si e' mai sottratto ad una domanda, ne' da cardinale ne' da Papa.
Ecco perche' in molti attribuiscono al Papa un certo anticipo di simpatia che, francamente, non mi suscita il prof. Severino: un po' troppo lapidario nelle sue affermazioni.

lapis ha detto...

Insomma, questo sapere filosofico sarebbe un patrimonio arcano custodito da un elite di pochi iniziati (ai quali ovviamente il prof. Severino si pregia di appartenere) e che nessuna intervista o articolo di giornale è in grado di disvelare, nemmeno a grandi linee, a noi poveri ignorantoni.
Gurada caso anche il significato dell'Incarnazione o della presenza reale di Cristo nell'Eucaristia sono concetti molto difficili da spiegare, eppure Papa Benedetto nei suoi discorsi e nelle sue omelie cerca di fare esattamente questo, di rendere accessibili a tutti i concetti della teologia alta. E se non sbaglio, in una delle sue catechesi ha messo in chiaro che non esiste alcuna dottrina segreta o arcana, ma che tutti, indistintamente, possiamo essere partecipi dell'incontro con Dio così come Gesù Cristo ce lo ha rivelato. Sarà per questo che i fedeli lo ascoltano attentamente senza perdere una parola di quello che dice?
E poi sono proprio certi intellettuali pieni di boria a supponenza a dire che è la Chiesa a comportarsi come una casta!
Ma per aggiungere una battuta: che Dio è morto lo sappiamo tutti, solo che il terzo giorno è risorto.
Buona domenica a tutti.

gemma ha detto...

bentornata lapis :-)

lapis ha detto...

Grazie! Mi siete mancati! A risentirci presto ; )

Anonimo ha detto...

Ciao Lapis, bentornata :-)

Utnapishtim ha detto...

Per una idea anche vaga sul pensiero di Severino, che è oggi considerato tra i più importanti filosofi viventi, vi invito alla conferenza che terrà gratuitamente per il festival della filosovia a Carpi, domenica 16 alle 11.30
http://www.festivalfilosofia.it/festival/Viewer?cmd=protagonisti&id=243
Insieme a lui ci saranno altri che forse vorrete ascoltare, come Galimberti (discepolo di Severino ma, diversamente da lui, cristiano) ed altri.
Io ci sarò :)