4 settembre 2007

Il portavoce della Conferenza episcopale austriaca: Pietro è un faro per la società


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Intervista al portavoce Paul Wuthe: ‘’Pietro è un faro per la società’‘

di Barbara Marino

Dal 7 al 9 settembre Benedetto XVI compirà il viaggio apostolico in Austria. Dall'edizione di sabato 25 agosto "L'Osservatore Romano" ha iniziato la pubblicazione di "pagine speciali" per presentare i contenuti del Viaggio in Austria.

Nelle "pagine speciali" de L’Osservatore Romano pubblicate a partire da sabato 25 agosto in preparazione al viaggio apostolico del Santo Padre in Austria, in occasione dei 850 anni della fondazione del santuario di Mariazell, troviamo innanzitutto una presentazione dell’evento da parte del curatore delle "pagine speciali", il redattore Giampaolo Mattei e interviste a personalità di spicco della Chiesa cattolica in Austria.Su Korazym.org - per gentile concessione de L’Osservatore Romano - alcuni di questi testi preparativi. Proseguiamo oggi con l’intervista al portavoce della Conferenza episcopale austriaca e Incaricato per i rapporti con i mass media in occasione del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Austria.

Pietro è un faro per la società

Intervista al dott. Paul Wuthe
Portavoce della Conferenza episcopale austriaca


di Giampaolo Mattei
per gentile concessione de L’Osservatore Romano

"I mass media in Austria stanno presentando con grande ampiezza e attenzione i contenuti fondamentali del viaggio del Santo Padre e sembra proprio che il messaggio centrale, che è Cristo, stia raggiungendo il cuore di ogni persona". A parlare è Paul Wuthe, incaricato per i rapporti con i mass media in occasione del viaggio e portavoce della Conferenza episcopale austriaca.

Qual è il significato del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Austria?

La prima idea, l'idea fondamentale, di questo viaggio è il santuario di Mariazell con il suo giubileo: 850 anni dalla fondazione. Siamo rimasti tutti sorpresi quando abbiamo saputo che il papa sarebbe personalmente venuto in pellegrinaggio al santuario. Probabilmente egli tiene ancora vivo nel suo cuore il ricordo della visita che ha compiuto il 2 ottobre 2004 a Mariazell e di cui ha poi parlato con grande affetto.

Che cosa ha da dire Mariazell all'umanità del Terzo Millennio?

Mariazell è senza dubbio un luogo ideale per il papa che parla della bellezza della fede. È un luogo ideale non solo per la sua collocazione geografica, è in una regione bellissima, ma anche per la sua storia europea. Qui la bellezza della fede si esprime mirabilmente nella bellezza dell'arte e nella bellezza della natura. I pellegrini di tanti popoli che continuano a venire a Mariazell contribuiscono a rendere questo santuario sempre più espressione della bellezza della fede. È evidente che il santuario è un luogo di devozione mariana. In questo senso, sotto ogni punto di vista, il motto scelto per il viaggio apostolico è ottimamente rappresentato da Mariazell: "Guardare a Cristo". Sì, i pellegrini salgono su queste montagne per cercare Cristo, per guardare a Lui. E qui trovano Maria, la Madre, ad accoglierli. L'Immagine di Mariazell è molto espressiva: è l'Odighitria, Colei che indica suo Figlio agli uomini e in Lui la Via, la Verità e la Vita. Il "linguaggio" dell'Immagine è molto chiaro ai pellegrini. Da secoli. Contiene, si può dire, l'insegnamento della Chiesa. Mariazell è anche un simbolo di come la Chiesa definisce se stessa. Penso ai Documenti del Concilio Vaticano II. Qui i fedeli vivono l'esperienza di una Chiesa pellegrinante nel tempo che va incontro a Cristo.

A Mariazell saranno presenti anche pellegrini di tutta l'Europa centrale e orientale?

Mariazell è, in tutta evidenza, anche un luogo di riconciliazione e di pace. Lo si vede, innanzitutto, dalle numerose Confessioni. Dunque è un luogo di riconciliazione tra Dio e l'uomo, nel cuore stesso della Chiesa. È un luogo di penitenza e di perdono. Un luogo di conversione.
Di più. Per la sua grande storia di unità Mariazell è anche un luogo di riconciliazione tra i popoli dell'Europa centrale e orientale. Conosciamo bene la triste storia del ventesimo secolo: pensiamo solo alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Ecco che Mariazell non ha mai smesso di essere un punto dove tutti si possono incontrare, dove le distanze e le differenze possono essere annullate perché qui c'è Qualcosa di più grande. La storia stessa ci dice che Mariazell è un luogo di pace vera. Qui si vede che cosa significa essere "cattolico", cioè universale. Si tocca con mano la forza di una fede che unisce tutte le persone e che supera tutte le possibili barriere frapposte dagli uomini.

Come si sta preparando la Chiesa che è in Austria ad accogliere Benedetto XVI?

La Chiesa in Austria ha accolto festosamente la notizia del viaggio del papa ed è iniziata una intensa preparazione spirituale che ha coinvolto tutte le realtà, con entusiasmo. Sicuramente c'è molta consapevolezza del dono che stiamo per ricevere. In Austria i cattolici hanno compiuto una scelta chiara e decisa, non vivono infatti la loro fede solo per tradizione o per abitudine.

I mass media come stanno presentando il viaggio del Santo Padre?

I mass media hanno un grandissimo interesse per la visita del papa. Ovviamente si va dalle notizie di curiosità ai temi di grande spessore spirituale e anche culturale. Senza dubbio le parole di Benedetto XVI sono molto attese. Anche i non credenti sanno benissimo che il papa ha qualcosa di significativo da dire e che vale la pena starlo a sentire. Il mondo culturale e intellettuale ha una profonda stima verso il papa: lo hanno definito, sui giornali, come una luce nel mare, un faro che illumina i popoli e anche quanti non sono cristiani. In più, qui in Austria non è un fatto da poco, il Santo Padre parla la nostra stessa lingua. Quindi c'è davvero tantissimo interesse: è chiaro che per l'Austria non c'è evento più importante della visita del papa, e non solo per questo 2007.

Qual è l'attesa della gente?

La gente attende con trepidazione di incontrare il papa sulla piazza "Am Hof", a Santo Stefano e, certamente, soprattutto a Mariazell. Gli austriaci vogliono ascoltare la parola del Santo Padre e anche vederlo da vicino. Senza dubbio i momenti più attesi sono l'incontro a Hofburg, il Pellegrinaggio a Mariazell e la Santa Messa nel Duomo di Vienna quando, con il papa, si potrà riaffermare il valore della domenica nella vita di ogni persona. Nelle parrocchie la preparazione è molto intensa. Sono stati protagonisti i Consigli parrocchiali che il papa saluterà a Mariazell. Questi Consigli hanno un ruolo di grande spessore nella vita della Chiesa che è in Austria. Da parte nostra, cerchiamo di informare e di coinvolgere tutti con messaggi semplici, diretti, chiari sull'essenzialità del viaggio apostolico. Ad esempio questo è il senso dell'iniziativa di inviare messaggi "sms" sulla visita. Possiamo dire che in tutto il tempo della preparazione, e poi in quello della visita, la Chiesa ha un solo obiettivo: "Guardare a Cristo" con il papa. È Cristo il centro, il senso di tutto. Il resto è secondario. Il vero successo della visita ci sarà se quando il papa tornerà a Roma, nella serata di domenica 9 settembre, la nostra gente in Austria sarà più vicino a Cristo.

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