3 settembre 2007

Il Papa a Loreto: Si è fatto conoscere. E li ha sedotti


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Serata che scava una traccia

Si è fatto conoscere. E li ha sedotti

Francesco Ognibene

Si sono conquistati l'un l'altro, amici che d'improvviso si scoprono capaci di una confidenza del tutto imprevedibile. Il Papa e i giovani: lui sul palco, loro sin sulla cima della conca che dà verso il mare, quasi un chilometro di distanza, eppure tutti vicinissimi in un clima che difficilmente chi ha avuto la fortuna di esserci vedrà scolorire dentro di sé.
Quella di Loreto è una serata che scava una traccia, una pagina che si apre ed è ora tutta da scrivere, un dialogo aperto che conoscerà altri capitoli, d'ora in avanti ispirati da questo straordinario incontro. Forse è perché tra le braccia di Montorso, nel quieto tramonto di ieri, c'era aria di Casa, la stessa che i ragazzi hanno respirato lungo i giorni di questa Agorà alla fine sorprendente, come sempre accade quando la loro strada incrocia quella di Pietro. Un'onda di affetto è scesa dalla collina dove spunta il profilo del Santuario, il Papa se n'è lasciato conquistare e l'ha restituita ai giovani moltiplicandone la forza e seducendo definitivamente la generazione rappresentata dai 400 mila che lo ascoltavano con emozione crescente via via che quel padre così semplice e diretto scioglieva ogni ipotetica freddezza, accorciava le distanze, apriva la mano lasciandosela afferrare dalla folla che sembrava non aspettare altro.
Sotto lo sguardo della Vergine di Loreto è nato un legame tutto nuovo e originale, lo stile sobrio e avvincente del Papa con la passione giovanile pronta a prorompere quando riconosce la voce di cui potersi fidare. I giovani hanno capito che possono poggiare sogni e fragilità dei loro anni, insieme alla paura di soccombere a un mondo che parla una lingua suadente ma fasulla, su questo Papa intellettuale che sa essere pastore e amico al punto da raccontare aneddoti, come un parroco che vuol farsi capire bene.

Cos'è successo? Che Benedetto ha semplicemente mostrato se stesso, si è fatto conoscere dai giovani, e questo è bastato. Nelle sue risposte a braccio e nel discorso per la veglia ha fatto vedere che conosce il codice della loro anima e che ci legge dentro meglio di chiunque altro, persino di loro stessi. Non è stato difficile scorgere sui volti di chi l'ascoltava i segni di una scoperta, e alla fine della commozione che ti afferra quando non ti aspettavi tanta grazia.

Venuti per ritrovarsi e sostenersi per un altro tratto di strada - ogni incontro giovanile vive anche di questa gratificazione reciproca - i ragazzi riportano a casa la certezza di aver trovato chi li capisce e li ama davvero. Se il male che li sgretola è la percezione di scoprirsi al dunque soli dentro il labirinto indecifrabile di una vita senza direzione, il Papa che dice di condividere "le vostre gioie e le vostre pene" e che confronta le loro paure con il tremore di Maria alle parole dell'Angelo - l'eco risuona ancora, qui a Loreto - fa cadere anche l'ultimo anfratto e diventa "uno di noi", come diceva qualcuno a fine serata, senza trovare parole migliori di queste così ricorrenti tra loro. I ragazzi l'avevano accolto con la gioia che sempre riservano al Papa, ma forse nemmeno immaginavano che Benedetto li avrebbe felicemente vinti, prendendo a tal punto sul serio il dialogo da scendere dentro ogni domanda senza fretta, sereno nei gesti e nel volto, in piena sintonia con quel che ciascuno di loro ha portato con sé a Loreto dentro un bagaglio stipato di domande.
Sapendo infatti di salire alla Santa Casa - casa loro, adesso più che mai - nello zaino hanno infilato tutti i nodi che complicano il cammino di un'età a ostacoli: la Madre di Nazareth sa capire, e i giovani che in questi giorni hanno fatto ressa per entrare in quell'angolo di silenzio perfetto che l'Italia ha la grazia di ospitare non hanno fatto altro che affidarsi a Lei. Ora sanno di poter contare anche su un Papa che li ha ascoltati davvero, e poi ha parlato dritto alla loro vita.

© Copyright Avvenire, 2 settembre 2007

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