3 settembre 2007

Santa Messa del Papa a Loreto: gli articoli di Corriere e Gazzetta del sud


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«Salvate l'ambiente, prima che sia troppo tardi»

Il Papa ai giovani: andate controcorrente, siate umili. Nell'omelia il saluto a Rutelli

Luigi Accattoli

LORETO (Ancona) — Una folla enorme, che secondo la Questura di Ancona ha sfiorato le 500 mila presenze. Parole forti del Papa che ha invitato i giovani cattolici ad «andare controcorrente » e a battersi per l'ambiente e l'acqua come fattori decisivi per il «futuro del pianeta». Grande successo mediatico: 700 giornalisti accreditati e un'ottima audience ottenuta da RaiUno con la diretta del concerto di sabato (il 20.30 di share in prima serata).
La Cei e il Papa teologo possono essere soddisfatti di questo evento — titolo ufficiale: «Agorà (cioè piazza) dei giovani italiani» — in tutto simile alle «giornate mondiali della gioventù», ma che era solo italiano e come tale senza precedenti. La mattinata di ieri ha segnato anche il debutto come uomo delle folle per il presidente della Cei Angelo Bagnasco, che al termine della messa ha fatto accanto a Benedetto, sulla papamobile, un lungo giro tra i ragazzi in festa nella spianata di Montorso. Papa Ratzinger e l'arcivescovo Bagnasco sono uomini schivi. Il fatto che siano apparsi come i primi protagonisti di un tale evento di massa sta a indicare il metodo ormai collaudato con cui la comunità cattolica italiana riesce a radunare i giovani, nonostante il calo di consenso che la pratica della religione va registrando. Ne è consapevole Benedetto XVI che al termine del pranzo con i vescovi, nel Palazzo Apostolico di Loreto, ha lodato i suoi ospiti per il «lavoro veramente incredibile» svolto in preparazione dell'appuntamento.
Il forte del Papa tedesco sono i discorsi, si sa. Nell'omelia di ieri mattina ha chiamato i giovani a impegnarsi con un «sì deciso» per «la tutela del creato» e per invertire «quelle tendenze che rischiano di portare a situazioni di degrado irreversibile». Ha proposto questo impegno come «contributo all'edificazione di una società più giusta e solidale, dove tutti possano godere dei beni della terra». «Alle nuove generazioni — ha precisato — è affidato il futuro del pianeta, in cui sono evidenti i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura. Prima che sia troppo tardi, occorre adottare scelte coraggiose, che sappiano ricreare una forte alleanza tra l'uomo e la terra».
Il Papa ha ricordato la «giornata» che i cristiani d'Italia dedicano ogni 1˚ settembre alla «salvaguardia del creato» e che quest'anno ha riguardato il «bene preziosissimo dell'acqua» che — ha detto Ratzinger — domani potrebbe diventare «motivo di dure tensioni e aspri conflitti». Mentre il Papa parlava i ragazzi soffrivano sotto il sole cocente. Benedetto ha detto loro che la Chiesa li «guarda» con «immenso affetto» e li ha assicurati che la fede cristiana «non propone un insieme di divieti morali ma un cammino gioioso alla luce del sì di Dio».
La parola più viva detta dal Papa è stata forse questa: «Andate controcorrente, non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all'arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all'apparire e all'avere, a scapito dell'essere». Ha invitato i ragazzi ad avere il «coraggio dell'umiltà» e a essere «vigilanti e critici» riguardo ai messaggi dei media, evitando di «andare dietro all'onda prodotta da questa potente azione di persuasione».
Quella di Montorso è stata una specie di «notte bianca» cattolica. I ragazzi avrebbero dovuto dormire nei sacchi a pelo ma pochi hanno chiuso occhio, presi da canti, danze e ogni genere di animazione. Durante la celebrazione si è pregato anche per i politici «affinché ricerchino sempre la strada del dialogo, per costruire il fondamento della città sulla giustizia e la pace». In prima fila c'era il vicepremier Francesco Rutelli, che il Papa ha salutato nell'omelia dedicandogli «un ricordo particolare». Con Rutelli c'era la moglie Barbara Palombelli e ambedue hanno ricevuto la comunione dal Papa. Il discorso del Papa è stato lodato pal presidente del Consiglio e dal ministro Pecoraro Scanio. «Mi fa molto piacere l'appello sull'ambiente — ha detto Prodi — perché è un problema che deve coinvolgere tutta l'umanità: le decisioni non possono essere assunte separatamente».

© Copyright Corriere della sera, 3 settembre 2007


IL MOVIMENTO

E 100 mila neocatecumenali restano per il leader Kiko

A Loreto un pellegrino su 5 arriva dal «Cammino». Oggi sul palco salirà il loro fondatore

Gian Guido Vecchi

MILANO — Chissà se l'avrebbe mai immaginato quando all'inizio degli anni Sessanta, giovane pittore diplomato alla Reale Accademia San Fernando di Madrid, andò in crisi fino a non sapere che fare, «il mondo aveva per me il sapore della cenere, dentro di me mi dicevo ogni mattina: perché vivere? Per dipingere? E perché dipingere?».
Nel frattempo Francisco «Kiko» Argüello ha trovato la sua strada. Non ha l'aria ieratica, nelle rare apparizioni pubbliche mostra la faccia normale, barba rada e capelli ingrigiti, di un uomo che tutto sommato porta bene i suoi sessantotto anni. Solo che alle tre di questo pomeriggio salirà sullo stesso palco dal quale Benedetto XVI ha parlato ai ragazzi e si rivolgerà ai «suoi» giovani, gli oltre centomila neocatecumenali che da mercoledì hanno invaso le diocesi delle Marche e dintorni in attesa di incontrare il Papa e, l'indomani, il fondatore del «Cammino» nella piana di Montorso.
È senz'altro vero ciò che diceva il vescovo Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, a proposito dei ragazzi di Loreto, «questi non sono giovani prefabbricati, non arrivano intruppati, il numero di adesioni individuali via internet è altissimo». Ma c'è poco da fare, a Loreto i neocatecumenali sbucavano euforici da tutte le parti, annunciati da nacchere e tamburelli, canti e danze. Tra qualche sorriso, «e ti pareva, eccoli!». Chi non li ama dice che fanno troppo chiasso, anche se in verità non è che gli altri, fra chitarre e bonghi, fossero più discreti. Però non c'era gara: centomila su mezzo milione, uno su cinque.
In tutt'altro contesto, al Family Day di maggio, era accaduto lo stesso: un milione di manifestanti e, tra questi, duecentomila seguaci del «Cammino» di Kiko. Del tutto impermeabili, come il loro fondatore, a ciò che si dice da decenni: quelli che si sposano solo tra di loro, che fanno gruppo a parte con riti stravaganti, che seguono un catechismo «segreto» e fondamentalista o, secondo la più colorita delle accuse, celebrano l'eucarestia usando focacce anziché ostie. «Ma quali focacce!», ha replicato il portavoce Giuseppe Gennarini, «è il messale romano a dire che il pane dell'eucarestia ne abbia l'apparenza...». L'essenziale, dicono, è la «riscoperta del battesimo», un itinerario che riprende formazione e prassi dei primi cristiani.
Si ricomincia da capo, e a quanto pare funziona: tra un accusa e l'altra, il Cammino si è diffuso in 900 diocesi nel mondo e conta seimila parrocchie, tremila preti e cinquemila religiose, 63 seminari e dalle venti alle venticinquemila comunità «di 30-60 persone»: solo in Italia sono cinquemila, almeno duecentocinquantamila fedeli più i loro (numerosi) figli. Niente male come esito della crisi di quel pittore ventenne che un bel momento, nel 1964, decise di andare a vivere tra i baraccati di Palomeras Altas, a Madrid, per «fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazareth» ed «annunciare il Vangelo». Fu lì, narrano le biografie, che incontrò Carmen Hernández e con lei pose le basi di quello che sarebbe diventato il «Cammino», nel '68 stavano già nel Borghetto Latino di Roma. Certo, le gerarchie li tengono d'occhio con l'attenzione che si riserva ai movimenti più giovani, e quarant'anni per la Chiesa sono un battito di ciglia. Risale al 29 giugno 2002 «l'approvazione "ad experimentum"» per cinque anni dei famosi «Statuti». E ormai la fase sperimentale è scaduta. Loro aspettano fiduciosi: fondatore e co-fondatrice, oggi pomeriggio, saranno sul palco assieme a padre Mario Pezzi, l' «équipe » che guida i neocatecumenali. «Ogni volta, dalla Gmg dell' 89, facciamo seguire all'incontro con il Papa una "giornata delle vocazioni" per raccoglierne i frutti», spiega Giuseppe Gennarini. «La novità, semmai, è che stavolta ci hanno lasciato il palco ».

© Copyright Corriere della sera, 3 settembre 2007


L'appello di Benedetto XVI ai 500 mila ragazzi accorsi sulla piana di Montorso a Loreto. Successo della diretta su Raiuno (share del 21,50%)

Andate controcorrente per seguire Cristo

«Diffidate dei modelli aggressivi votati al successo a tutti i costi, scegliete la strada dell'umiltà»

Fausto Gasparroni

LORETO (ANCONA)
Papa Ratzinger vince la sua scommessa: porta sulla piana di Montorso quasi mezzo milione di giovani, non facendo rimpiangere i grandi raduni con Giovanni Paolo II. E ai ragazzi dell'Agorà affida un preciso mandato a essere «infaticabili missionari del Vangelo tra i loro coetanei». Come indicazione di vita, li invita a diffidare dai modelli aggressivi proposti dai media, votati al successo a tutti i costi, optando invece per «il coraggio dell'umiltà».
Non è mancato, in occasione della seconda Giornata della Cei per la Salvaguardia del creato, un appello del Papa a difendere l'ambiente, prima che sia troppo tardi e prima che il «degrado diventi irreversibile».
Benedetto XVI ha concelebrato con 150 vescovi e duemila sacerdoti la grande messa, che davanti a una sterminata platea di ragazzi, chiudeva il maxi-raduno nella conca di Montorso. La cerimonia è stata introdotta dal saluto del presidente della Cei, mons. Angelo Bagnasco. Nell'uditorio anche numerosi politici, tra cui il vicepremier Francesco Rutelli.
«Non seguite la via dell'orgoglio, bensì quella dell'umiltà», è stato l'invito rivolto dal Papa ai giovani cattolici di ogni parte d'Italia. «Andate controcorrente – ha detto il Pontefice nell'omelia -: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all'arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all'apparire e all'avere, a scapito dell'essere». Il Pontefice ha ammonito ad essere «critici» e «vigilanti» sui messagi dei mass media, a non seguire «l'onda prodotta da questa potente azione di persuasione».
L'invito è a «preferire le vie "alternative" indicate dall'amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l'interesse profondo per il bene comune», e senza il timore «di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda». «Quella dell'umiltà – ha detto il Papa – non è la via della rinuncia ma del coraggio. Non è l'esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell'amore sull'egoismo e della grazia sul peccato».
Innumerevoli i messaggi positivi e di conforto per le ansie giovanili disseminati da Ratzinger nel suo discorso. «La nostra fede non propone un insieme di divieti morali, ma un cammino gioioso alla luce del sì di Dio», ha spiegato. La Chiesa «vi guarda con immenso affetto, vi è vicina nei momenti della gioia e della festa, della prova e dello smarrimento». E ancora: «Gesù ha una predilezione per i giovani» e «ne rispetta la libertà, ma non si stanca mai di proporre loro mete più alte per la vita: la novità del Vangelo e la bellezza di una condotta santa».
Fondamentale, per Benedetto XVI, tra gli impegni cui possono dedicarsi i giovani, quello per «la tutela del creato» e per arrestare il degrado del patrimonio naturale. Quello della conservazione dell'ambiente, anzi, è uno dei campi «nei quali appare urgente operare». «Alle nuove generazioni – è stato l'appello del Pontefice – è affidato il futuro del pianeta, in cui sono evidenti i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura. Prima che sia troppo tardi, occorre adottare scelte coraggiose, che sappiano ricreare una forte alleanza tra l'uomo e la terra». Secondo il Papa «serve un sì deciso alla tutela del creato e un impegno forte per invertire quelle tendenze che rischiano di portare a situazioni di degrado irreversibile». In particolare il «bene preziosissimo» dell'acqua, argomento della secondo Giornata promossa dalla Chiesa italiana, «se non viene condiviso in modo equo e pacifico, diventerà purtroppo motivo di dure tensioni e aspri conflitti».
È stato anche un grande successo mediatico l'incontro di Papa Ratzinger con mezzo milione di ragazzi delle diocesi italiane a Loreto. Ieri pomeriggio lo speciale di «A sua immagine» che ha trasmesso in diretta su Raiuno la veglia ha fatto registrare uno share del 21,50 per cento. E si è mantenuta sugli stessi livelli (20,30 per cento) anche «'La Notte dell'Agorà», cioè il successivo concerto che ha visto salire sul palco Dalla, Baglioni e Bocelli ma anche padre Giancarlo Bossi che ha proposto la sua testimonianza straordinaria, e attori come Bianca Guaccero, Giancarlo Giannini e Alessandro Preziosi che hanno letto testi spirituali.

© Copyright Gazzetta del sud, 3 settembre 2007

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