2 settembre 2007

Aria di nomine in Vaticano: Ravasi e Marini


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RAVASI Nuovo ministro della cultura in Vaticano

di Andrea Tornielli

L’annuncio è atteso per domani a mezzogiorno: il Prefetto della Biblioteca Ambrosiana lascia Milano per diventare il nuovo «ministro della Cultura» del Vaticano. Monsignor Gianfranco Ravasi, nato a Merate, classe 1942, sacerdote dal 1966, biblista, autore di numerosissimi libri e apprezzato commentatore televisivo (seguitissimo il suo commento alle letture della domenica su Canale 5) sarà il successore del dimissionario cardinale francese Paul Poupard nell’incarico di Presidente del Pontificio Consiglio per la cultura. Ma avrà anche la delega della presidenza delle commissioni per i Beni culturali della Chiesa e per l’Archeologia sacra. Grazie a questo accorpamento, al sacerdote ambrosiano verrà affidato un super-dicastero culturale. Ravasi sarà consacrato vescovo da Benedetto XVI, nella prima delle ordinazioni episcopali da lui presieduta dopo l’elezione, che si svolgerà in Vaticano il prossimo 29 settembre e vedrà tra i neo-vescovi anche un altro Prefetto, quello dell’Archivio segreto vaticano, e pure quello di un altro prete ambrosiano, Vincenzo Di Mauro, nuovo segretario della Prefettura degli affari economici della Santa Sede.
Ravasi conosce il greco (incominciò a studiarlo dopo la quinta elementare, da solo, attirato «da quelle 64327 parole che compongono i quattro Vangeli in lingua orientale») e l’ebraico, oltre a una dozzina di altre lingue antiche e moderne. È un grande studioso della Sacra Scrittura che ha sempre saputo unire la competenza e la profondità alla capacità divulgativa, riuscendo a farsi capire da tutti. Per questo i suoi libri e i suoi articoli hanno sempre riscosso un grande successo. Collaboratore fisso del quotidiano cattolico Avvenire, dove scrive il corsivo quotidiano «Mattutino», è arrivato alla guida della Biblioteca Ambrosiana nel 1989, contribuendo a esaltarne il ruolo e la visibilità con iniziative di altissimo livello culturale.
Il suo ultimo contributo dato alle stampe è dedicato a Le parole di Paolo (San Paolo Edizioni) e si compone di due parti: una firmata da lui, la seconda scritta dal teologo Raimond Pannikar, esperto di religioni orientali. Nelle ultime settimane qualcuno ha fatto notare sulla stampa che talune posizioni espresse da Ravasi in merito all’interpretazione della Scrittura non erano in passato state ben accolte da tutti, in Vaticano. Ma Benedetto XVI conosce bene il Prefetto dell’Ambrosiana e il suo importante curriculum : quest’anno aveva affidato proprio a lui l’incarico di scrivere i testi della Via Crucis del Venerdì Santo, al Colosseo. Tra i biblisti, Ravasi è infatti tra quelli che oggi sostengono la necessità di parlare del Nazareno senza separare l’uomo da Dio, il Gesù della storia dal Cristo della fede: «L’evento pasquale - ha ricordato descrivendo la resurrezione di Gesù - è al tempo stesso storia e mistero».

© Copyright Il Giornale, 2 settembre 2007


Il nuovo cerimoniere sarà un altro Marini

di Andrea Tornielli

Dopo Marini? Marini. Se davvero così avverrà, la scelta all’apparenza non potrebbe apparire più soft. Da oltre due anni si parla infatti del cambio del cerimoniere pontificio, l’arcivescovo Piero Marini, che per vent’anni ha affiancato nei riti Giovanni Paolo II e ora Benedetto XVI. A sorpresa spunta ora un nuovo candidato per la successione: quello di un altro Marini, Guido, 46 anni, cancelliere della diocesi di Genova e cerimoniere dell’arcivescovo Bagnasco. Il Marini più giovane è stato segretario dei cardinali Canestri, Tettamanzi e Bertone. È professore di Diritto in seminario, per formazione sempre molto attento alla corretta celebrazione della Messa, potrebbe essere «strappato» a Bagnasco e alla curia genovese per dirigere l’Ufficio delle celebrazioni liturgiche papali. Un posto cruciale, perché è noto quanto Ratzinger tenga a questo aspetto. Un ruolo delicato, dopo l’entrata in vigore del Motu proprio «Summorum Pontificum» che liberalizza l’antico messale preconciliare. Proprio in queste ore si rincorrono voci sempre più insistenti sulla possibilità che il Papa stesso, nelle prossime settimane, dopo l’entrata in vigore del documento prevista per il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, possa celebrare un pontificale in San Pietro con l’antico rito. L’attuale maestro delle cerimonie, Piero Marini, dovrebbe essere nominato Presidente del comitato per i congressi eucaristici, sostituendo nell’incarico il cardinale Jozef Tomko. Marini, nonostante la dignità arcivescovile ricevuta dalle mani di Giovanni Paolo II, avrebbe declinato l’invito a prendere la guida di una diocesi italiana, preferendo un ruolo anche se molto più defilato, nella Curia vaticana, dov’è arrivato appena diventato sacerdote come segretario di monsignor Annibale Bugnini, il factotum della riforma liturgica. Marini non soltanto ha curato le liturgie papali introducendo alcuni cambiamenti, ma ha anche «inventato» le grandi liturgie per le esequie del Pontefice, il conclave e l’inizio del ministero del nuovo Papa. Ha adattato le Messe papali alle esigenze della regia televisiva, in quanto a tempi, musiche, colori.

© Copyright Il Giornale, 2 settembre 2007

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