11 settembre 2007

Scienza, fede ed etica: i commenti del cardinale Tonini e del genetista Vescovi


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RICERCA E SOCIETÀ

«Sugli ibridi una grande mistificazione»

Da Milano Andrea Lavazza;

Sabato Benedetto XVI, durante il suo pellegrinaggio in terra austriaca, ha pronunciato un'articolata omelia in cui si esprime, tra l'altro, un accorato e fermo richiamo alla scienza nel suo complesso, perché non perda di vista il riferimento a Dio e alla verità, senza il quale viene meno la fondamentale distinzione tra bene e male. In tale condizione di spaesamento morale, infatti, la stessa ricerca potrebbe trasformarsi in una minaccia per l'uomo e la natura.
Un'analisi che ha trovato consensi (ad esempio il genetista Bruno Dallapiccola, intervistato da «Avvenire» sull'edizione di domenica), ma anche suscitato voci discordanti. In particolare, sul «Corriere della Sera», Umberto Veronesi ha parlato di «sorpresa» e di «dolore» per le parole del Pontefice.
Il noto oncologo ha affermato che «la scienza cerca la verità e si basa sul rispetto di valori etici comuni molto forti: a partire dall'universalismo delle scoperte e dagli obiettivi che sono sempre nell'ottica di un progresso della civiltà in un senso benefico. Rischiamo di tornare all'epoca di Galileo Galilei». Veronesi ha poi difeso la creazione di ibridi uomo-animale, l'utilizzo delle cellule staminali embrionali, il ricorso all'eutanasia sul modello olandese, la diagnosi preimpianto e la soppressione selettiva degli embrioni, per cui rifiuta il termine di "eugenetica". E ha concluso auspicando la riforma della legge 40 sulla fecondazione assistita.


il cardinale Tonini

«Ripugnano alla coscienza la gente non vuole questo»

«La scienza ci ha dato moltissime cose buone. Ma c’è bisogno di limiti e di sanzioni per evitare ciò che va contro l’uomo e la sua dignità» «Veronesi dice che non c’è rischio di eccessi? Dopo l’esperienza nazista abbiamo visto che possiamo cadere in abissi infiniti»

Mi meraviglio nel leggere quanto sostiene Umberto Veronesi. Afferma che tutti gli scienziati cercano la verità e si basano sul rispetto di valori etici comuni molto forti? Sa Veronesi quello che sta accadendo in molti laboratori? Sa che l’Authority britannica sta per autorizzare la fecondazione di ovuli animali con Dna umano, la creazione di un uomo-bestia?». Il cardinale Ersilio Tonini è accorato nella sua analisi, condotta da uomo di fede che ha grande competenza in tema di bioetica.

Eminenza, il riferimento è proprio agli esperimenti britannici...

È questo l’aspetto più preoccupante. Veronesi deve decidere se l’embrione merita rispetto o no. La questione capitale sta qui. L’embrione è l’inizio della vita, lo dice la stessa parola di etimologia greca: «en bruo» significa «crescere, moltiplicarsi dentro», mentre blastocisti viene da «blastano», «dilatarsi». Fin dalla grande tradizione di Atene il concepito è qualcosa di vivente. E a Roma i diritti del nascituro comprendono quelli di successione, il feto è un soggetto di legge. Un’alta concezione cui il messaggio cristiano dà motivazioni ancora più forti. La dignità umana è la più grande conquista: si vale per quello che si è, non per quello che si ha o che si fa. È la differenza tra tradizione occidentale – greco-romana, ebraica e cristiana –, che considera l’uomo un essere progettato, e altre culture, che invece ritengono casuale la nostra origine. Di qui lo stupore e la meraviglia di Platone di fronte a qualcosa di così ben congegnato.

La scienza quindi può essere libera da ogni vincolo?

Se la scienza è solo la ricerca dell’utile – Benedetto XVI lo ha spiegato nella sua omelia austriaca –, qualsiasi risultato utile giustificherà il processo operativo. Oggi sappiamo di avere le potenzialità – terribili – di modificare e distruggere la natura. Non possiamo mai dimenticare che l’uomo è libero ed è capace di bene e di male: non è in grado di garantire che ogni sua azione abbia un fine positivo.

Qual è allora il retto atteggiamento verso la ricerca?

La scienza ci ha dato moltissime cose buone, nate dal dono dell’intelligenza umana. Ma non dobbiamo dimenticare il motivo per cui sono nati il diritto e l a politica. C’è bisogno di limiti e di sanzioni per evitare ciò che va contro l’uomo. La libertà di ricerca non può dunque essere assoluta. Il grande filosofo tedesco Hans Jonas ci ha ammonito con un’opera fondamentale, Il principio responsabilità. Del resto, quando si clonò la prima pecora, Clinton e Blair dissero immediatamente no alla clonazione umana; posero dei vincoli agli scienziati, e nessuno si scandalizzò.
Eppure, dice qualcuno, con gli ibridi uomo-animale non si fa che ricercare mezzi con cui alleviare le sofferenze dei malati...
C’è una miopia spaventosa in queste posizioni. Si apre la strada a un’eugenetica di cui non si vedono i confini. Durante un convegno tenutosi alla Royal Society di Londra nel settembre 2004, uno scienziato affermò che se domani un imprenditore vorrà avere un figlio dedito alla sua stessa professione e non, ad esempio, musicista, farà compiere un’analisi genetica e selezionerà gli embrioni che daranno maggiori garanzie in quel senso. E se non riuscirà con la sua progenie naturale, tenterà con una banca del seme. Nella stessa sede si sostenne che certi termini dogmatici, "illecito", "immorale", "insulto alla dignità umana", sono ormai da scartare; dovremmo invece dare importanza a parole che esaltano la grandezza dell’uomo. Ma la coscienza comune si ribella soltanto a sentire parlare di tutto ciò.

Si cerca però di far passare nell’opinione pubblica la convinzione che vi sia il diritto a un figlio sano e, di conseguenza, alla selezione degli embrioni.

Per la mia esperienza tra la gente posso affermare che la gran parte della popolazione si oppone. Nel caso specifico, ritiene che non si possa produrre un ibrido, un incrocio tra uomo e animale. La classica "graduatoria" dei valori, che va dalle cose alle piante agli animali fino all’uomo, rimane valida. È un’eredità intuitiva che non è andata persa. Veronesi dice che non c’è rischio di eccessi? Guardiamo a cosa è accaduto in Olanda. Prima è stata legalizzata la soppressione dei malati adulti, poi si è abbassata l’età, infine si è arrivati all’eutanasia pediatrica, l’uccisione di bambini di pochi anni. Dopo l’esperienza nazista abbiamo visto che possiamo cadere in abissi infiniti. Il principio della dignità dell’uomo deve restare intangibile».


il genetista Vescovi

«Si tratta di clonazione umana embrioni distrutti senza scopo»

«L’Authority britannica non ha dato ancora il via libera definitivo Anzi, ha detto che è consapevole di una sensibilità contraria»«Le critiche dell’oncologo? Da laico dico: ben vengano le affermazioni del Papa visto che molti rifiutano i limiti alla ricerca»

Per qualcuno sembra che tutto, o quasi, sia lecito. E anche molti media non fanno che confondere le acque, accreditando notizie false». Angelo Vescovi, genetista di fama internazionale, attivo al Centro Brain Repair di Terni sulle cellule staminali, è un fiume in piena. Vuole precisare e chiarire i veri termini della questione degli ibridi e replicare ai commenti che ne sono seguiti.
Qual è la mistificazione principale?


Innanzitutto, non c’è stato alcun via libera definitivo. L’Authority britannica ha detto semplicemente che non vede motivi specifici per bloccare quel tipo di sperimentazione, tuttavia è consapevole che esista una sensibilità popolare contraria agli ibridi uomo-animale, per cui si riserva di decidere entro novembre sui due progetti che le sono stati sottoposti. In secondo luogo, ed è la cosa più grave, il possibile esperimento che coinvolgerebbe una cellula che ha una parte, preponderante, umana e una parte bovina configura a tutti gli effetti una clonazione di uomo. E la clonazione è vietatissima in ogni parte del mondo.

D’altra parte, se non fosse clonazione umana, a che cosa servirebbe una sperimentazione di questo tipo?

Nell’intervista pubblicata ieri, Umberto Veronesi sembra riferirsi all’ibrido cellulare come semplice fonte di staminali, che non raggiungerebbe lo status di embrione.
Anche questa affermazio ne mi pare, se il pensiero di Veronesi è stato riferito correttamente, un grande fraintendimento, per non dire un vero errore. Le cellule staminali compaiono e si possono estrarre a livello di blastocisti, e la blastocisti costituisce un embrione a tutti gli effetti. Quando si produce e si avvia uno zigote in gran parte umano, tutti gli stadi sono per definizioni embrionali
.

Il problema, nelle parole di Veronesi, è che si considera vita umana soltanto quella che si ha alla nascita oppure dopo un periodo di tempo arbitrariamente stabilito a partire dal concepimento. Detto in parole semplici, il bambino lo vediamo direttamente solo dopo il parto, ma c’è anche dentro la pancia della madre. Chi sostiene il contrario, va contro i dati della scienza stessa.

Si afferma che quelli ibridi sarebbero embrioni naturalmente abortiti...

Il fatto che muoia presto, non elimina l’aberrazione che si è compiuta. In questo modo, si elimina la paura che nasca un mostro, ma non viene rimosso il problema. È il trionfo della valutazione sulla base dell’apparenza. Ma l’etica si basa sulla sostanza.

E si tace sul fatto che tali embrioni non darebbero garanzie di essere la strada per nuove, rivoluzionarie cure.

Anche qui si ribalta completamente la realtà dei fatti. Con l’ibrido si creerebbe una cellula, per dirla con un’immagine, dotata di una sala macchine bovina e di un capitano umano, ovvero composta di strutture non in grado di comunicare tra loro, con il rischio altissimo di sviluppare proprio quelle malattie neurodegenerative che dovrebbero contribuire a curare. Per paradosso, avrebbe più senso scientifico ricorrere direttamente alla clonazione umana. Senza parlare del fatto che non abbiamo risolto tutti gli altri problemi legati all’uso delle staminali embrionali.

Perché, allora, si è enfatizzata la notizia?

A mio avviso, si vuole vedere come reagisce la gente: se non scoppia una rivolta, arriverà poi l’approvazione finale. Ma non dimentichiamo che alcuni Paesi sono assai meno trasparenti della Gran Bretagna. Temo che qualcuno si sia già incamminato su questa strada. E si dimentica, colpevolmente, che la sperimentazione con staminali cerebrali tratte da feti morti in modo naturale non solo risulta possibile, bensì è da tempo avviata negli Stati Uniti. Le staminali somatiche (o adulte) hanno 64 protocolli clinici in corso, le staminali embrionali forse ne avranno uno fra qualche mese. Si indirizzano i fondi sul fronte sbagliato: si sopprimono embrioni e si prendono in giro i pazienti.

Ha quindi ragione il Papa quando richiama la scienza a non diventare minaccia per l’uomo?

Da laico, dico che le affermazioni di Benedetto XVI sono quasi ovvie, ma ben vengano visto che molti si stracciano le vesti di fronte all’idea di porre limiti alla ricerca. Ragioniamo sempre per paradosso: perché non fare sperimentazione sui pazienti terminali colpiti da Alzheimer, dopo tutto sono incoscienti di quello che accade... La scienza deve rispettare le stesse norme che valgono per tutta la società. La verità è che il Papa potrebbe dire "due più due fa quattro" e qualcuno lo contesterebbe ugualmente. Per principio.

© Copyright Avvenire, 11 settembre 2007

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