11 novembre 2007
Vian: il "mio editore" (Il Papa) vuole un buon giornale, migliorare la diffusione e dare più spazio alle donne
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«Il Papa mi ha chiesto di vendere più copie»
Vian, nuovo direttore dell’Osservatore Romano: cerchiamo maggiore respiro internazionale
di FRANCA GIANSOLDATI
CITTA’ DEL VATICANO - Il nuovo corso all’Osservatore Romano, con la nomina dello storico Gian Maria Vian, ha già prodotto vistosi cambiamenti. Grafica sobria, meno paludato di prima, stile anglosassone. L’obiettivo è di sprovincializzarlo, ridando al giornale del Papa respiro internazionale. Sono sparite le pagine sull’Italia e la cronaca di Roma ed è stato ampliato l’orizzonte sui grandi fatti politici del mondo. Ma c’è di più.
Il giornale di Papa Ratzinger riserverà uno spazio speciale alle collaborazioni femminili. «E’ una priorità». Nei giorni scorsi ha debuttato Lucetta Scaraffia e oggi ospita una analisi sulle espulsioni forzate dei palestinesi nel 1948-1949, firmata da una ebrea, Anna Foa, docente di storia moderna all’università della Sapienza, figlia di Vittorio Foa e nipote del rabbino capo di Torino.
Direttore qual è il mandato che ha ricevuto dal suo editore?
«Il mio editore, cioè il Papa, mi ha chiesto di fare un buon giornale. Ovviamente cercando di migliorare anche la diffusione che è il vero punctum dolens, sin dai tempi di Montini».
Quanto vende l’Osservatore?
«Non ci sono dati aggiornati. Posso dire che nel 1994 l’edizione quotidiana tirava 12 mila copie. C’è stata una piccola flessione, sicchè siamo scesi. 50 mila, invece, per l’edizione settimanale».
Di lei dicono che è un teocon. Si ritrova in questo abito?
«Rido. Solo perchè in passato ho collaborato con Il Foglio di Ferrara, un giornale che ha arricchito il dibattito culturale italiano. Ma poi ho collaborato pure con Europa sicchè, nella logica delle etichette, dovrei essere anche teodem. Francamente penso che i clichè non aiutano mai e impoveriscono sempre».
Sulla sua scrivania però è difficile non notare vicino al suo computer la statuetta di un guerriero crociato..
«Non vuol dire niente. E’ il regalo che mi ha fatto un amico. E poi non è un crociato ma un templare».
Perchè ha abolito la pagina dedicata all’Italia, non ci saranno più le note sulle vicende politiche?
«I fatti più importanti dell’Italia, politica inclusa, non sono affatto scomparsi. Continueremo ad informare i nostri lettori solo che gli articoli saranno all’interno della politica internazionale. Lo stesso dicasi per i fatti romani, quelli riguardanti la vita della capitale. Se saranno rilevanti da un punto di vista internazionale è ovvio che li pubblicheremo. In buona sostanza non smetteremo di diffondere notizie romane».
La parola d’ordine sembra essere quella di sprovincializzare il giornale del Papa...
«Semmai di dargli un respiro internazionale. Per la Chiesa ogni nazione e ogni popolo hanno lo stesso peso».
Il tema dell’Islam avrà spazio?
«Tra le richieste dell’editore c’è anche quella di dare spazio alle Chiese orientali, a quelle non cattoliche, alle altre confessioni cristiane e alle altre religioni. Il confronto col mondo islamico, del resto, è una delle priorità del pontificato. Vorrei che diventasse il giornale dove scrive la migliore intellighenzia cattolica del mondo».
Ha arruolato anche tante donne...
«Seguendo una esplicita richiesta del mio editore farò scrivere il fior fiore delle intellettuali cattoliche».
Anche lei pensa che nel 2040 non ci saranno più giornali?
«Come i libri non sono stati superati dalla tv, anche i giornali non spariranno per effetto della rete».
L’Osservatore Romano sarà visibile integralmente on line?
«Stiamo studiando questa possibilità. Magari seguendo l’esempio di La Croix e del New York Times».
© Copyright Il Messaggero, 11 novembre 2007
Il Giornale del Papa è stato fondato nel 1861 per volere di Pio IX. E’ redatto in italiano ma i testi pontifici si trovano anche in latino e nelle diverse lingue in cui sono pronunciati. Viene pubblicato tutti i giorni nel pomeriggio, con la data del giorno successivo. E’ tra i giornali più famosi al mondo anche se senza dubbio il più esile, con sole dieci pagine e quello che tira meno copie. E’ una delle fonti più preziose per la storia della Chiesa in età moderna.
© Copyright Il Messaggero, 11 novembre 2007
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5 commenti:
Io personalmente mi batterei per migliorare la diffusione del giornale stesso...... visto che in certi quartieri di Roma come il mio EUR TORRINO nelle edicole l'Osservatore Romano eè introvabile!!!!!!!! Mentre, secondo me, dovrebbe avere una distribuzione al pari di tutti gli altri quotidiani.
Sono felice dei cambiamenti del giornale, chissà che non arrivi nelle varie edicole e venga venduto come un qualsiasi quotidiano...
Raffaella, ho dato un'occhiata al blog di Accattoli e vedo che sei molto conosciuta, ma purtroppo c'è qualcuno che non apprezza i tuoi commenti a certi articoli. Non voglio biasimare quelle persone, ma voglio farti sentire il mio supporto (ancora una volta) per il tuo utile e ben organizzato blog. Certo, a volte si alzano un po' i toni nel criticare qualche giornalista, nella misura in cui questi vogliono portare avanti pensieri preconcetti e sbagliati. E' giusto smascherare e far presente le amenità. Non posso accettare che venga detto che manipoliamo le parole del papa. Anzi, le approfondiamo leggendo le opinioni di tutti!
C'è ancora qualcuno peraltro che critica la Lectio di ratisbona. Forse la citazione del Paleologo non è delle migliori, ma si deve andare oltre e vedere che cosa ha voluto dire nell'insieme. Si dice che il Papa non si è distanziato dalla citazione... Secondo loro il papa poteva veramente prenderla per buona? Ricordo che aveva semplicemente detto che era "brusca", ma da lì partiva un discorso molto importante al fine del dialogo tra musulmani e cristiani (e dopo qualche mese, finita la burrasca abbiamo cominciato a vederne i frutti). Devo ringrazioare anche Luisa che sul blog di Accattoli ha ben risposto a quanti criticavano la Lectio.
Noi continuamo a leggere ed approfondire il Magistero e la stampa aperti alle opinioni di tutti, ma in un clima di dialogo franco e sincero, per usare le parole del nostro amato Papa. Ciao Raffaella! marco
se la conosco un pò, non saranno certe critiche a mettere fuori uso Raffaella e la sua voglia di dire quel che pensa. Non apprezzo mai molto, per principio, chi disprezza o emette giudizi su chi non è presente, quindi evito di fare altrettanto con chi partecipa ad un blog che non frequento
riguardo al Paleologo, mi pare che le cose andassero male anche quando nessuno lo aveva ancora citato e in molti ignoravano non solo quella frase ma anche la sua esistenza
Ciao Marco, grazie della solidarieta' ma non preoccuparti: non si puo' piacere a tutti e le critiche, purche' rispettose, sono sempre utili.
Il blog non ha alcuna pretesa ne' ha ricevuto alcuna benedizione. Vuole essere solo un momento di incontro, di commento e di riflessione :-)
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