3 aprile 2008

Khaled Fouad Allam: "Ratzinger è un costruttore, un "muratore", un uomo di grande profondità" (Libero)


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CONVERSIONE DI MAGDI CRISTIANO ALLAM: ARTICOLI, INTERVISTE E COMMENTI

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Un altro Allam convertito: Pd razzista, vado nel PdL di BARBARA ROMANO

ROMA

Veltroni? «Un razzista». Il Pd: «È grasso che cola se arriva al 34%».

È arrabbiato nero Khaled Fouad Allam con i compagni che lo hanno scaricato dopo un giro di valzer parlamentare durato nemmeno mezza legislatura. Arruolato nella Margherita come "co lomba" dell'islam moderato in antitesi al "falco" Magdi Allam, forse anche per la sua vena ambientalista (è stato nell'esecutivo dei Verdi), il deputato musulmano non è stato ricandidato da "Uolter". E ha trovato asilo politico nella fondazione Magna Charta, anticamera del suo passaggio al centrodestra. Un passaggio lampo: così lo immagina lui, che spera di entrare nel PdL dalla porta principale: «Vorrei fare il sottosegretario all'immigrazio ne». La sua discesa in campo sarà domani, alla manifestazione organizzata a Siena dal presidente di Magna Charta, il senatore Gaetano Quagliariello, contro la costruzione della moschea di Colle Val d'Elsa.

Ha aderito a Magna Charta. Cos'è, il suo ingresso diplomatico nel PdL?

«È un percorso. Sicuramente parteciperò al congresso del PdL. A Magna Charta arriverà altra gente di sinistra».

Perché non è stato ricandidato dal Pd?

«Perché il criterio utilizzato è l'appartenenza al gruppo. E io non appartengo a nessun clan. Trovo assurdo che Veltroni abbia voluto rappresentare nel Pd qualunque categoria, dall'imprenditore all'operaio, e abbia sottovalutato il plusvalore che potrebbe dare uno come me. Nel presepe del Pd è totalmente assente l'islam moderato. Io valgo meno di un portaborse».

Come mai, secondo lei?

«Considero questa una forma di razzismo nascosto. Per gente come noi, la cosa peggiore è trovarsi davanti al razzismo che non dice il suo nome. È una ferita molto forte che ho subìto».

Ha ricevuto segnali di solidarietà?

«Il primo che mi ha chiamato è stato Gianfranco Fini».

Per proporle una candidatura?

«No. Ma il bello è questo, che non l'ha fatto per sfruttare l'occasione politica. È un gesto che gli è venuto dal cuore».

Se il centrodestra le proponesse una candidatura in futuro, accetterebbe?

«Al governo sì, non ho preclusioni». Sogna addirittura da ministro? «Ministro no. Mi piacerebbe fare il sottosegretario all'Immigrazione o impegnarmi in un dicastero sul Maghreb-Mashrek. Sarebbe interessante introdurre un sottosegretariato al Medio Oriente».

Lei sta per diventare editorialista dell'Osservatore romano. Fa parte di un suo percorso di conversione?

«Assolutamente no».

Anche Magdi Allam ha aderito a Magna Charta, che ha fatto un po' da viatico alla sua conversione.

«Per me è diverso. Durante la guerra in Iraq, vedendo le stragi di chi sgozzava allegramente la gente al nome di "Dio è grande", più volte ho pensato che avrei voluto cambiare religione».

E perché non lo ha fatto?

«Perché dal profondo del cuore mi sento musulmano. Per i riferimenti culturali che ho ricevuto, quando imparavo a memoria le prime sure del Corano con mia mamma. Quello era un islam completamente diverso da oggi. E poi, io preferisco lottare dall'interno i soprusi dell'integralismo».

E da musulmano come fa a partecipare a una manifestazione contro la costruzione di una moschea?

«Lo faccio per porre il problema di chi c'è dentro le moschee, di chi sono gli imam. La soluzione non passa attraverso la moltiplicazione delle moschee, ma attraverso la costruzione di uno spazio europeo dell'islam».

Che idea si è fatto lei della conversione di Magdi Allam?

«Penso che non sia stato facile, per un uomo che ha più di 55 anni, passare a un'altra religione. Per quel po' che lo conosco, immagino che abbia fatto un lungo percorso interiore».

Se si fosse convertito, anche lei l'avrebbe fatto a San Pietro, alla vigilia di Pasqua, per mano del Papa?

«No, perché sono un po' più discreto. Averlo fatto in mondovisione appartiene alla logica di Magdi Allam. Molti hanno detto che era spettacolo. Io invece in quel gesto provocatorio ho colto un segno della lotta politica che lui conduce alla luce del sole. Magdi non aveva bisogno di esibirsi. Non si utilizza il Papa per un show».

L'islam ha duramente criticato il Papa per aver battezzato Magdi, leggendo in quel gesto una "seconda Ratisbona".

«Il discorso di Ratisbona è stato totalmente frainteso dal mondo islamico. Karol Wojtyla era un comunicatore, un artista, Ratzinger è un costruttore, un "muratore", un uomo di grande profondità. Ed è per questo che non è capito in questo mondo in cui c'è poco spazio per l'analisi».

È vero, come dice Magdi, che l'islam moderato non esiste?

«Non è vero, ma non mi piace la parola "moderato". Esiste l'islam democratico, io ne sono la prova. Ma sono rimasto solo in Italia».

© Copyright Libero, 3 aprile 2008

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"un uomo di grande profondità.... Ed è per questo che non è capito in questo mondo in cui c'è poco spazio per l'analisi". Splendide parole! E viene spontaneo chiedersi da che cosa è occupato attualmente tutto il restante spazio del mondo....Ciao

Anonimo ha detto...

Leggo che quest'anno si celebra il centenario della nascita de Maestro von Karajan. Nel libro di Alessandra Borghese "sulle tracce di Joseph Ratzinger ,c'è scritto che alla locanda vicino al Monastero di Maria Eck, nei pressi di Salisburgo, i due fratelli Ratzinger si sono ritrovati più di una volta vicini di tavolo di Von Karajan, che dopo le fatiche dei concerti amva ritirarsi nella pace di questo luogo. Il teologo amante della musica ed il grande Maestro, chissà se si sono mai parlati, penso ne avrebbero avuti di spunti....Buona serata.

Anonimo ha detto...

Se l'islam democratico significa fare carriera per cooptazione allora è da molti anni che in italia siamo pieni ....