2 aprile 2008

Il "passaggio di consegne" fra Giovanni Paolo e Benedetto nei commenti di Accattoli e Tosatti


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Cari amici, vorrei condividere con voi le belle ed interessanti riflessioni che i vaticanisti Luigi Accattoli e Marco Tosatti hanno scritto nei rispettivi blog in occasione del terzo anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II.
R.

Da Wojtyla a Ratzinger a parti rovesciate

Singolarità di una successione pontificale: al posto del missionario del mondo viene chiamato il cardinale teologo che per 23 anni l’aveva aiutato a cercare le parole per la missione. Forse in quella ricerca l’aveva anche trattenuto da qualche eccesso di zelo e ora quel dialogo su ogni questione si prolunga a parti rovesciate: dove una volta il cardinale teologo invitava alla prudenza, oggi il papa teologo avverte la spinta del papa apostolo. Che quel dialogo si prolunghi per molti anni in modo che la grande anima di papa Wojtyla possa restituire con misura traboccante quanto aveva ricevuto dall’amico fidato, come ebbe a chiamarlo.

Dal blog di Luigi Accattoli, clicca qui


Wojtyla, tre anni dopo

Il 2 aprile del 2005 moriva Giovanni Paolo II. Nei giorni seguenti milioni di persone giunsero da ovunque per l'ultimo saluto.

Tre anni fa la sua morte ha toccato molti cuori. Le vie della conoscenza interiore non sono razionali; “ho pianto, e ho creduto”: così racconta la sua conversione, nelle “Memorie d’oltretomba”, Francois René de Chateaubriand. Le lacrime, la commozione, aprono spesso spiragli, finestre sulle realtà non materiali; e così è stato allora, almeno a leggere le testimonianze che molte persone inviano al sito della Causa di beatificazione. Giovanni Paolo II nella sua parabola da pontefice atletico e vigoroso a immagine quotidiana dello sforzo e della sofferenza aveva piano piano conquistato la simpatia del mondo. La sua evidente fragilità smorzò avversioni e ostilità. E la battaglia combattuta contro la guerra in Iraq, mentre già si avviava alla fine, gli guadagnò anche la simpatia di chi da sinistra per la chiesa non dimostra tenerezza. Abbiamo tutti vissuto gli anni che andavano dal 2000 al 2005 in un eccesso di emozione, spiando ogni passo stentato, tremando quando sembrava barcollare. L’attenzione era focalizzata su di lui, più che sul suo messaggio. Che è rimasto lo stesso, senza sconti e cambiamenti, dal 1978 in poi, fino alla morte. E così si è ripetuto un fenomeno già visto in passato, specialmente per Paolo VI. Molte persone che adesso rimpiangono Giovanni Paolo II, e che assistevano attonite, ma silenziose, all’”eccesso” di umanizzazione provocato in lui dalla sofferenza, sembrano provare vergogna, adesso, e mostrano nei confronti della Chiesa una severità straordinaria. Quasi volessero farsi perdonare quei momenti di debolezza sentimentale dell’aprile 2005.

Ne fa le spese l’amico e la “spalla” teologica di Giovanni Paolo II: Joseph Ratzinger, che vivo Karol, si addossava l’amaro delle decisioni condivise, e il ruolo di “cattivo”. Adesso si trova a difendere il messaggio di prima, il messaggio di sempre della chiesa, senza lo schermo dell’umana simpatia di Karol. Anziano anch’egli, e, forse, sofferente anch’egli, sia pure in maniera diversa. Karol Wojtyla pensava che la sua malattia, esposta, fosse una forma di evangelizzazione. Joseph, più timido, ha una visione diversa dei ruoli, privato e pubblico, del Papa. Certo; ci manca, Giovanni Paolo II. Forse questo può essere lo spunto per riflettere su quanto sia fragile la nostra razionalità, se emozioni superficiali come simpatia o antipatia, ci nascondono il senso profondo dei messaggi.

Dal blog di Marco Tosatti, clicca qui

4 commenti:

mariateresa ha detto...

questi due commenti mi piacciono perchè fanno vedere bene la complementarietà fra i due pontefici, una sorta di divisione dei compiti per un quarto di secolo. Magari avrei preferito leggere queste cose non dopo tre anni di pontificato. Comunque queste considerazioni stanno venendo fuori. Inoltre Tosatti ha sommamente ragione quando fa riferimento alla guerra in Iraq e alla malattia per spiegare tanteadesioni. Che comunque sono venute nel tempo e non certo da subito.
Fa piacere sentire un po' di onestà intellettuale e non solo luoghi comuni.

Anonimo ha detto...

La condivisione delle profonde riflessioni di Accattoli e Tosatti mi hanno restituito un pò di fiducia, come una boccata d'ossigeno dopo tanta aria irrespirabile...Grazie, Raffaella, per averle pubblicate....Carla

euge ha detto...

Cara Raffaella un grazie anche da parte mia per la pubblicazione delle considerazioni fatte da Tosatti e da Accattoli. Come Carla anch'io mi sento di definirle come aria pura fra tanta sporcizia!

- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -

Scenron ha detto...

Uao...il commento di Marco Tosatti è la sintesi più giusta che abbia mai letto su ciò che accadde tre anni fa' e su ciò che accade ora...
Complimenti davvero a lui, e anche al grande vaticanista Accattoli!