3 luglio 2008

La chiamata di Vallini conferma l'indirizzo complessivo del Pontificato di Papa Ratzinger: la Chiesa stia lontana dalla politica (Pugliarello)


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di Francesco Pugliarello

Giornate di grandi movimenti in Vaticano in funzione di nuovi equilibri interni. Con l’avvicendamento del cardinale Agostino Vallini a Vicario del Papa per la diocesi di Roma al posto di Camillo Ruini che passa a dirigere il ''Progetto Culturale della Cei'', sua vecchia passione, Benedetto XVI avrebbe inteso mettere a tacere le insistenti critiche di settarismo e di politicismo rivolte al suo pontificato. Un progetto, a detta degli esperti vaticanisti, che Papa Ratzinger accarezzava da tempo.

Il cardinale Vallini è originario di Poli, un paesino a pochi chilometri da Roma situato su un'altura tra i monti Prenestini, dove è nato il 17 aprile 1940. Suo padre, maresciallo dei Carabinieri, fu deportato nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale. La famiglia Vallini si è quindi trasferita a Napoli, dove il futuro porporato divenuto cardinale nel 2006 per volontà dello stesso Ratzinger, ha vissuto gli anni dell’adolescenza e del seminario (fino al 1964), e dove è poi tornato prima da professore, poi da Rettore del Seminario Maggiore, quindi da vescovo ausiliare e vicario generale (al fianco del cardinale Michele Giordano). Tra un periodo napoletano e l’altro, Agostino Vallini ha prestato la sua opera a Roma, prima come studente, laureandosi alla Lateranense in “Utroque Iure”, poi come docente di Diritto pubblico ecclesiastico. Dopo undici anni di servizio come ausiliare a Napoli, nel 1999 è stato chiamato a guidare la Chiesa di Albano, dove è stato vescovo per cinque anni, finché nel 2004 Giovanni Paolo II lo ha nominato prefetto del Supremo Tribunale Apostolico, incarico che ha ricoperto fino ad ieri.

Il nome di Vallini, assieme a quello di Fisichella circolava da mesi negli ampi corridoi del Vicariato, tra conferme e smentite. Su di lui pare ci sia stata la convergenza sia dell’ex presidente della Cei Camillo Ruini, sia del Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, ma soprattutto la ferma decisione del Papa, che lo ha “convinto” ad accettare questo incarico che il porporato inizialmente intendeva rifiutare. A Rino Fisichella, elevato in pari tempo alla dignità di arcivescovo, è stata riservata la presidenza della prestigiosa “Accademia per la Vita”. Con queste nuove nomine si è chiuso un periodo di tensioni politiche che avevano avuto ripercussioni interne al Vaticano. Il cardinale Agostino Vallini, chiamato a prendere il posto di Ruini, raccoglie un “testimone” importante. Il porporato emiliano infatti, non solo è stato una figura di primo piano della Chiesa e della società italiana degli ultimi vent’anni, ma ha anche retto la diocesi del Papa per ben oltre 17 anni. L’eredità è consistente sotto ogni punto di vista, da quello pastorale a quello economico, dal sociale al politico. Ma più che difficile, il compito del nuovo Vicario è semplicemente impegnativo. Il messaggio che lascia in eredità Ruini al suo successore è sostanzialmente questo: “Guardiamo alla grande sfida, quella contro la tentazione della sfiducia verso la Chiesa che oggi dobbiamo affrontare, rendiamocene conto, non nascondiamoci davanti a lei, cerchiamo di coglierla nella sua forza, spessore, pervasività, capacità di penetrazione, quella capacità e quell’attrattiva che essa esercita specialmente verso le nuove generazioni. Ma guardiamola con occhio disincantato e a sua volta penetrante, con l’occhio della fede, che è necessariamente diverso e anche più penetrante rispetto a uno sguardo soltanto umano”.

La chiamata di Vallini alla terza carica vaticana sembra confermi l'indirizzo complessivo della Chiesa di Ratzinger: una linea già esplicitata nella sua prima enciclica, secondo cui essa “non può e non deve mettersi al posto dello Stato, non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica”.

Diversamente dall’impressione che dava Ruini, più volte criticato per le sue incursioni in campo politico, mettono a tacere queste ipotesi infondate sulla dottrina di Benedetto XVI che lo aveva sostenuto riconfermando per un anno quella carica, nonostante i superati limiti di età previsti dal canone.

Pochi avevano compreso che la formula Ruini invece rispondeva al compito di operare nel dopo-concilio una "svolta antropologica", cercando una mediazione sul terreno dei valori con le culture differenti dalla cattolica, ma anche con opzioni intese a foggiare nuovi modelli di una identità cristiana con i supporti legislativi e concordatari, per fare argine alla società secolarizzata ed alla pressione laicista.

In sintonia con Benedetto XVI, il suo scopo era di fare della religione un elemento sociale diffuso con il quale tutti i soggetti politici sono chiamati a fare i conti e che, proprio per questo, non produce scelte politiche unitarie. La personalità del suo successore, Agostino Vallini, connotato da esperienza pastorale e incarichi giuridici nel governo centrale, ma estraneo a incursioni politiche, rafforza il senso generale di questa misura che investe la terza carica per ordine di importanza nella compagine ecclesiastica e assume quindi rilievo negli equilibri vaticani.

Con queste mosse Papa Ratzinger ha inteso avocare definitivamente alla Segreteria di Stato i rapporti intrattenuti dalla Cei con lo Stato e con i partiti, e di invitarla ad impegnarsi esclusivamente delle questioni pertinenti all'ordine spirituale e pastorale.

© Copyright L'Occidentale, 3 luglio 2008

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