18 luglio 2008

Noi bergamaschi nel vento di Sydney (Don Falabretti)


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Noi bergamaschi nel vento di Sydney

Don Michele Falabretti

Il saluto degli aborigeni, poi l'abbraccio di oltre 150 mila ragazzi. Così ieri ha preso il via l'incontro della Giornata mondiale della gioventù con Benedetto XVI. Il Pontefice, nel suo discorso, ha parlato del relativismo della nostra società che porta alla violenza contro l'uomo e contro il creato. «Come può essere – ha detto il Papa – che lo spazio umano più bello e sacro, il grembo materno, sia diventato luogo di violenza indicibile?». Questo l'inno alla vita proclamato di fronte ai giovani radunati nella baia di Barangaroo, a Sydney.
L'oceano ci ricorda che «nessuno può attraversare il mare tempestoso di questi tempi, se non è afferrato alla croce di Cristo» (lo diceva Sant'Agostino – già ai suoi, di tempi). Quell'uomo, su quella grande barca in mezzo al mare sembra proprio piccolo. Troppo piccolo per la barca. Troppo piccolo per il mare. Ce la farà?

Il vento di dio la forza per la vita

Da queste parti il vento è un amico. Ti fa volare sulle onde con i piedi appoggiati a una tavola di plastica. Ti fa correre sul mare anche se la barca sulla quale stai non è piccola. Persino il monumento più famoso della città, proteso sul mare aperto, sembra affidarsi totalmente al vento e le sue vele, anche se vele di pietra, si gonfiano per godere di tutta la forza di cui il vento le può riempire. Siamo così fuori di testa, da credere che il vento di Dio possa essere la forza per la vita di ciascuno.

«Bergamasco batti le mani»

Per quel piccolo uomo vestito di bianco che sta sulla grande barca e a cui è affidato il governo della Chiesa. E per ogni uomo, infinitamente piccolo anche quando pensa di essere il padrone del mondo. Ci credete? Migliaia di giovani in questi giorni stanno anche solo tentando di scoprire che il Vento di Dio, il suo Spirito è forza per ognuno. Sarà anche grande, la barca. Ma un uomo solo ce la può fare quando viaggia con il Vento di Dio.
Arriva il Papa: abbracciato dai giovani del mondo che non smettono un momento di cantare, di salutare e di mostrare i colori di cui il mondo è fatto. «Bergamasco batti le mani»! sorridono tutti: spagnoli, rumeni e persino italiani. E nessuno può fare a meno di unirsi ai saluti e al battimani, mentre don Alfio tenta di spiegare la polenta taragna e il «Branzi cheese» ai coreani. Sydney è anche la scoperta che lo straniero non è una minaccia, ma la possibilità di costruire insieme nuove progettualità sociali. Il Papa sarà anche piccolo per il grande mare del mondo, ma questo pezzo di Chiesa gli sta facendo vedere che i giovani ci sono ancora. Lo stanno accogliendo con tutto l'entusiasmo di cui sono capaci: per loro la vita non smette mai di essere la sorpresa di una promessa che ci precede da sempre.

Da qui pensiamo ai cre

In questi giorni non smettiamo di tornare a casa con il pensiero: i Cre ancora aperti, i campi scuola che si preparano, le comunità con la testa un po' in vacanza e un po' in programmazione. Non si smette mai di portare il proprio mondo con sé. Ci sentiamo dei privilegiati a essere qui a respirare l'aria del mondo. Lo facciamo pregando con il Papa, i vescovi e i giovani del mondo: che sia davvero questa comunione, questa voglia di aprirsi, il significato più profondo della Pentecoste? Se così fosse, preghiamo – semplicemente – perché lo Spirito non passi mai invano nella vita di nessuno e a tutti venga dato di abbandonarsi, protesi senza paure sul mare della vita, al dolce soffio dello Spirito.

Il grande rispetto per gli italiani

Da queste parti i cristiani guardano agli italiani con un profondo senso di rispetto: «Siete la Chiesa di Pietro e Paolo, regalateci un po' della vostra fede». L'ha detto il cardinal Pell alla Messa di apertura, e ce lo ripetono anche i parroci delle parrocchie di qui. Il nostro sguardo è un po' perplesso, ma poi sorridiamo. In fondo al cuore sappiamo che ce n'è rimasta ancora un po' di quella fede.

© Copyright Eco di Bergamo, 18 luglio 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

anche nel freddo vento "invernale" di Sidney noi "orobici" abbiamo accolto il messaggio del santo padre: "ricevi la forza dello spirito santo". Forza che abbiamo accolto durante la magica atmosfera della veglia.