11 agosto 2008

Don Conte: "Una GMG grande, i giorni di Sydney hanno lasciato un forte segno. Scialbi i resoconti dei quotidiani italiani" (Libertà)


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La riflessione

Una GMG grande, i giorni di Sidney hanno lasciato un forte segno

di Don GIANCARLO CONTE

Io alla Giornata Mondiale della Gioventù non ci sono stato perché l'Australia è troppo lontana (il Papa, più vecchio di me, è stato più coraggioso) ma con il cuore ho potuto esserci vicino, soprattutto attraverso le splendide pagine di "Avvenire" e i bei resoconti puntuali del mio giovane parrocchiano Federico Frighi, che vi ha partecipato anche come corrispondente di "Libertà".

Gli anticlericali di tutto il mondo - italiani compresi - considerano da sempre la GMG come un'occasione per sparare sulla Chiesa. Anche questa volta all'inizio, particolarmente quelli dell'Australia, non hanno perso l'occasione, ma nello svolgimento del grande raduno giovanile sono stati presi in contropiede e hanno dovuto ricredersi, sorpresi da una gioventù che sa pregare e da una Chiesa che non è poi così antipatica come ama descriverla certa stampa.

I giovani partecipanti - sia gli australiani che quelli venuti da ogni parte del mondo (10.000 gli italiani, un centinaio i piacentini) - hanno dimostrato un grande coraggio nel manifestare la propria fede, un caloroso affetto alla Chiesa e al Papa e una gioia di vivere che fa veramente invidia ai tanti loro coetanei che cercano nello "sballo" il fine del loro essere al mondo.
È stata una grande festa della fede, importante anche per chi l'ha intensamente seguita da casa, durante manifestazioni stupende vissute in contemporanea nei più svariati luoghi d'Italia e del mondo. Una festa della "fede giovane" che ha contagiato tantissimi ragazzi - invitati dai Vescovi che li accompagnavano - a scegliere Gesù e la pienezza di vita che deriva dalla sua immortale proposta.
Fra i tanti messaggi che il Papa ha rivolto ai giovani spiccano quelli sul valore e la dignità della vita umana e sulla speranza: " Fatevi ambasciatori di speranza tra i vostri amici, dite loro che chi sbaglia è amato da Gesù. State con Cristo e lontani dai falsi dei."
Durante una straordinaria Via Crucis, aperta dal Papa e animata da oltre 500.000 giovani, Sidney è apparsa al mondo per qualche ora come una nuova Gerusalemme.

Umanamente parlando, trattando con i giovani è forte la tentazione di accattivarsene la simpatia con discorsi capaci di accarezzare orecchie e cuore. Il Papa è stato invece coraggioso e leale, proponendo una fede esigente e coraggiosa, nè annacquata nè banale.

Testualmente nella Veglia ha detto ai giovani: "Arricchiti dei doni dello Spirito, voi avrete la forza di andare oltre le visioni parziali, la vuota utopia, la precarietà fugace, per offrire la coerenza e la certezza della testimonianza cristiana."

Il Papa vuole dunque i giovani, profeti di una nuova era.

Qualcuno dice - ed è verissimo - che la vera GMG comincia adesso. Ora che i giovani sono tornati possono comunicare agli amici rimasti a casa che i giorni di Sidney hanno lasciato un forte segno nella loro vita perché vi hanno colto l'occasione di un arricchimento straordinario e hanno compreso meglio che essere cristiani vuol dire ascoltare e farsi guidare dallo Spirito.

Per chi non avesse avuto occasione di leggere sulla GMG qualcosa di bello (purtroppo, fatta eccezione per "Avvenire" e per noi piacentini "Libertà", nei loro scialbi resoconti i quotidiani italiani hanno brillato per brevità e leggerezza) offro qualche testimonianza su come l'Australia si è dimostrata capace di cambiare idea.

La GMG era partita male con l'intellighentia australiana un po' seccata di dover ospitare questa allegra "transumanza" di giovani di tutto il mondo, timorosa di offuscare il proprio liberalismo radicale e testardo.

Ci hanno provato i giornali australiani a fare spallucce, a leggere la GMG con l'indifferenza di chi mette Dio "da parte"… Ci hanno provato ad accogliere il Papa con le solite polemiche sui costi della GMG e con la frettolosa sicurezza che il Papa avrebbe taciuto sugli abusi sessuali… ma è andata a finire con le televisioni a macinare ore e ore di diretta e i quotidiani a strabuzzare gli occhi di fronte al mare di fede e di entusiasmo e con una montagna di prime pagine entusiaste per il Papa e i suoi ragazzi felici di credere in Gesù Cristo…

Ammirata dunque l'Australia per questo Papa che ha chiesto a chiunque abbia ancora un cuore di ragazzo di entrare nell'era della speranza, di edificare un mondo in cui la vita sia accolta e rispettata, di non mettere più da parte Dio…

Certo, per cambiare idea ci vuole molto coraggio, ma in Australia la GMG lascia dietro di sé un "santo stupore" da cui i laicisti europei - italiani in testa - dovrebbero farsi contagiare. Si potrebbe iniziare proprio dai giornali e dalle Tv, cambiando il linguaggio, iniziando a imparare qualche altra lingua oltre a quella del conformismo. Quanto bene ne verrebbe a tutti! Ci sarà qualcuno che saprà cogliere questa occasione?

© Copyright Libertà, 10 agosto 2008

Bellissima riflessione!
Purtroppo la stampa italiana non ha imparato proprio nulla e la prova sta nell'indifferenza assoluta nei confronti delle parole e dei gesti compiuti dal Papa a Bressanone.
Analizzeremo, a bocce ferme, l'ennesima occasione sprecata.
Per adesso basti segnalare il dispiacere verso l'atteggiamento conformista dei mass media che non sono assolutamente in grado di comprendere e di spiegare i messaggi di Benedetto XVI.
Ci dobbiamo arrangiare da soli e questo non puo' essere motivo di orgoglio per la nostra stampa e la nostra televisione.
Forse e' ora di darsi una bella svegliata, di smetterla di fare confronti improponibili e di proporre qualcosa di costruttivo

Il Papa ieri ha ringraziato gli operatori dei media...che abbia voluto, velatamente, prenderli in giro?
Non credo...pero'... :-)

R.

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