27 ottobre 2008
L’appello del Papa: «Difendete i cristiani in Irak e India» (Tornielli)
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Il Papa: "Auspico che i Responsabili civili e religiosi di tutti i Paesi, consapevoli del loro ruolo di guida e di riferimento per le popolazioni, compiano dei gesti significativi ed espliciti di amicizia e di considerazione nei confronti delle minoranze, cristiane o di altre religioni, e si facciano un punto d’onore della difesa dei loro legittimi diritti" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus)
Benedetto XVI annuncia per marzo il suo primo viaggio in Camerun e Angola. Nell'ottobre del 2009 a Roma il Sinodo dell'Africa
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L’appello del Papa: «Difendete i cristiani in Irak e India»
di Andrea Tornielli
Benedetto XVI torna con forza a richiamare l’attenzione del mondo sulla «tragedia» delle persecuzioni in corso contro i cristiani in Irak e in India, appellandosi questa volta direttamente alle autorità politiche e religiose di quei Paesi perché forniscano protezione e ristabiliscano la legalità e la convivenza civile.
Il Papa ha parlato dei cristiani perseguitati all’Angelus, dopo aver celebrato la solenne conclusione del Sinodo dei vescovi dedicato alla Parola di Dio e dopo aver annunciato che nel marzo 2009 compirà il suo primo viaggio in Africa, visitando Camerun e Angola.
Ratzinger ha fatto proprio l’appello lanciato dai patriarchi delle chiese orientali al termine del Sinodo «per richiamare l’attenzione della comunità internazionale, dei leader religiosi e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà sulla tragedia che si sta consumando in alcuni Paesi dell’Oriente, dove i cristiani sono vittime di intolleranze e di crudeli violenze, uccisi, minacciati e costretti ad abbandonare le loro case e a vagare in cerca di rifugio».
«Penso in questo momento - ha aggiunto - soprattutto all’Irak e all’India». Nel primo Paese, tra il 2004 e il 2008 le famiglie cristiane sfollate dalle città irachene sono state 50mila. Così come non cessano le violenze e le sopraffazioni nello stato indiano dell’Orissa.
«Sono certo che le antiche e nobili popolazioni di quelle nazioni - ha continuato il Papa - hanno appreso, nel corso di secoli di rispettosa convivenza, ad apprezzare il contributo che le piccole, ma operose e qualificate, minoranze cristiane danno alla crescita della patria comune. Esse non domandano privilegi, ma desiderano solo di poter continuare a vivere nel loro Paese e insieme con i loro concittadini, come hanno fatto da sempre».
Poi Benedetto XVI si è rivolto ai governi e ai leader religiosi: «Alle autorità civili e religiose interessate chiedo di non risparmiare alcuno sforzo affinché la legalità e la convivenza civile siano presto ripristinate e i cittadini onesti e leali sappiano di poter contare su un’adeguata protezione da parte delle istituzioni dello Stato. Auspico poi che i responsabili civili e religiosi di tutti i Paesi, consapevoli del loro ruolo di guida e di riferimento per le popolazioni, compiano dei gesti significativi ed espliciti di amicizia e di considerazione nei confronti delle minoranze, cristiane o di altre religioni, e si facciano un punto d’onore della difesa dei loro legittimi diritti».
Già nel corso dell’omelia pronunciata in San Pietro durante la messa concelebrata con i padri sinodali, il Papa aveva annunciato il suo prossimo viaggio nel continente nero.
Lo ha ripetuto ai pellegrini presenti in piazza San Pietro per l’Angelus: «Nel mese di marzo, è mia intenzione recarmi in Africa, visitando dapprima il Camerun e quindi in Angola».
In Camerun consegnerà il documento di lavoro per l’assemblea speciale del Sinodo per l’Africa, in Angola celebrerà 500 anni di evangelizzazione del Paese.
© Copyright Il Giornale, 27 ottobre 2008 consultabile online anche qui.
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