11 ottobre 2008
Sinodo dei vescovi: sintesi degli interventi dei cardinali Antonelli e Sepe (Avvenire)
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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
OMELIE, DISCORSI E MEDITAZIONI IN OCCASIONE DEL SINODO DEI VESCOVI 2008
ANTONELLI
«Dobbiamo diffondere l’ascolto nelle famiglie»
Pubblichiamo una sintesi dell’intervento del cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia alla settima Congregazione generale
Raccomandare e promuovere con appropriati sussidi l’ascolto comunitario della Parola di Dio nelle famiglie e la condivisione delle esperienze vissute. Per poter collegare più facilmente le parole scritte con Gesù Cristo, la Parola vivente, seguire l’anno liturgico attraverso il Vangelo del giorno o almeno quello della domenica, sottolineando in esso una frase da ricordare e da vivere durante la giornata o durante la settimana. Non occorre molto tempo; pochi minuti bastano per pregare e ascoltare insieme, per prendere un impegno comune da attuare nelle attività e relazioni quotidiane e da ricordare al momento opportuno nel dialogo familiare spontaneo. Se invece si fa un solo incontro settimanale di ascolto della Parola, esso può essere più prolungato e può costituire una preparazione o una continuazione e applicazione della Messa domenicale in parrocchia. NelI’Instrumentum laboris si dice che i misteri del Rosario sono «forma semplice e universale di ascolto orante della Parola» (parte I, Cap. III, n. 26). Per accentuare e rendere più consapevole questo ascolto sarebbe opportuno aggiungere ufficialmente all’enunciazione di ogni mistero una breve citazione biblica appropriata: ad es., al primo mistero gaudioso (l’Annunciazione) aggiungere «Eccomi sono la serva del Signore» (Lc 1,38).
© Copyright Avvenire, 11 ottobre 2008
Sepe: traduciamo la Scrittura in opere di carità concreta
Pubblichiamo una sintesi dell’intervento tenuto dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli alla Settima Congregazione generale.
Incarnare la Parola di Dio nel tempo e nella storia che ci troviamo a vivere, poiché solo in questo modo la si rende efficace e creatrice di conversione e di carità.
Osservare la Parola significa innanzitutto, come ci ha insegnato la predicazione di Gesù, testimoniarla con la propria vita e tradurla in opere di carità. Anche i tanti approfondimenti esegetici, le molteplici iniziative catechetiche e tutti gli sforzi rivolti a una maggiore conoscenza rischiano di non portare frutto se la Parola non viene vissuta con coerenza nella vita quotidiana.
Per superare il dramma della separazione tra fede e vita e per fare in modo che dalla Parola scaturiscano gesti e opere di carità, occorre andare alle sorgenti, ossia alla carità: solo essa, se vissuta e praticata, può cementare il tessuto ecclesiale e aprire la strada alla concretezza dell’amore. I tanti malati nel corpo e nello spirito, i poveri che affollano le strade delle nostre città, i luoghi di sofferenza, come gli ospedali, le carceri rappresentano altrettante prove concrete della fedeltà alla Parola e della nostra capacità di conformare la nostra esistenza su quella del «Vangelo vivente», più eloquente di tante parole perché è diventato «carne e sangue».
«L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni», ha scritto Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi (n. 41).
Questa verità elementare, ma di frequente ignorata, deve essere ribadita affinché i vescovi, ma anche i sacerdoti, i diaconi e i catechisti avvertano sempre più l’urgenza di confrontarsi seriamente con la Parola di cui sono servitori.
Immagine perfetta dell’Incarnazione è la Vergine Maria, la donna del «sì» che ha concepito il Verbo nel suo cuore, prima ancora che nel suo seno.
Il Mistero dell’Incarnazione della Parola di Dio deve continuare a realizzarsi nell’oggi della Chiesa attraverso il «sì» dei suoi figli che incarnano, nella vita, la Parola salvatrice di Dio.
© Copyright Avvenire, 11 ottobre 2008
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