11 ottobre 2008

La riunione a Creta del Comitato misto di coordinamento: "Un nuovo passo in avanti nei rapporti fra cattolici e ortodossi" (Osservatore Romano)


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La riunione a Creta del Comitato misto di coordinamento

Un nuovo passo in avanti nei rapporti fra cattolici e ortodossi

di Eleuterio F. Fortino
Sottosegretario del Pontificio Consiglio
per la Promozione dell'Unità dei Cristiani

Nell'impervio cammino del dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme è stato fatto un nuovo passo in avanti.
Il Comitato misto di coordinamento si è incontrato a Elounda, nell'isola di Creta, dal 27 settembre al 4 ottobre, in esecuzione delle decisioni della x sessione plenaria (Ravenna 2007) della Commissione mista internazionale incaricata di questo dialogo. In quella sessione era stato pubblicato un documento su Comunione ecclesiale, collegialità e autorità ed era stato deciso il nuovo tema da affrontare, così formulato: Il ruolo del vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio.
Per questo nuovo studio si è seguito il metodo di lavoro concordato fin dal 1980, quando la Commissione mista si incontrò a Rodi per la prima sessione plenaria.
Nella prima parte di quest'anno le due sottocommissioni hanno studiato ed elaborato le loro proposte parallelamente, incontrandosi due volte: quella di lingua inglese nei mesi di febbraio e di giugno, quella in lingua francese nei mesi di aprile e di luglio. Il Comitato di coordinamento a Creta, nel recente incontro ha elaborato una sintesi organica dei due testi prodotti dalle sottocommissioni, come documento di lavoro che sottoporrà alla sessione plenaria nel prossimo anno.
Il documento di lavoro risultato contiene la seguente complessa e ampia tematica: la Chiesa di Roma, prima sedes; il vescovo di Roma come successore di Pietro; il ruolo del vescovo di Roma in tempi di crisi nella comunione ecclesiale; influssi di fattori non teologici.
Sono state esaminate le testimonianze più significative attinenti a queste tematiche, come la Lettera di Papa Clemente ai Corinzi, la Lettera di sant'Ignazio ai Romani, la visione di sant'Ireneo, vari interventi del vescovo di Roma e diversi appelli a Roma, nonché il ruolo svolto dai Papi per la difesa dell'ortodossia nei momenti di crisi (arianesimo, monofisismo, monotelismo) e per l'approvazione dei concili ecumenici. In particolare è stato studiato il ruolo del Papa nel settimo concilio ecumenico di Nicea II (787), relativo alla condanna dell'iconoclasmo e all'affermazione della legittimità della venerazione delle immagini.
L'analisi è giunta fino alle soglie del secondo millennio, con l'individuazione di convergenze e di problematiche che restano aperte. Ne è risultato un denso documento valido appunto per essere sottoposto all'esame della sessione plenaria della Commissione mista internazionale.
Il decreto del concilio Vaticano II sull'ecumenismo (Unitatis redintegratio, 14) aveva segnalato la problematica, e l'enciclica di Giovanni Paolo II l'aveva menzionata nei termini seguenti: "Per un millennio i cristiani erano uniti dalla fraterna comunione della fede e della vita sacramentale, intervenendo per comune consenso la sede romana, qualora fossero sorti fra loro dissensi circa la fede e la disciplina" (Ut unum sint, 95).
Ciononostante, il progressivo allontanamento fra Oriente e Occidente, con i loro differenti linguaggi, culture, evoluzioni storiche e opzioni politiche, ha prodotto un serio estraneamento reciproco che ha portato all'interruzione della concelebrazione eucaristica e alla progressiva divisione. La lettura comune e più oggettiva della storia porterà a una purificazione della memoria, indispensabile per una visione condivisa anche della varietà di tradizioni liturgiche, teologiche e disciplinari, spesso non contrapposte ma complementari (cfr. Unitatis redintegratio, 17).
I giorni dell'incontro a Creta sono trascorsi in un'atmosfera distesa e cordiale e di intense conversazioni. L'incontro è stato ospitato, in questa occasione, dalla parte ortodossa. La Chiesa di Creta è semiautonoma nella giurisdizione del Patriarcato ecumenico. L'accoglienza calorosa e fraterna del metropolita Nektarios di Petra, degli altri vescovi di Creta, del clero, delle autorità civili e del popolo, ha sostenuto positivamente i lavori del Comitato misto e il dialogo nella carità alla ricerca della verità.
La delegazione cattolica, domenica 28 settembre, è stata presente alla concelebrazione della divina liturgia da parte degli ortodossi, presieduta dal Metropolita del luogo, nella cattedrale dedicata alla Dormizione della Theotokos a Neapoli.
I cattolici, da parte loro, hanno celebrato la messa nella chiesa ortodossa di San Charalambos che la metropolia di Petra da oltre vent'anni ha messo a disposizione della locale piccola comunità cattolica e dei molti turisti cattolici, per l'uso liturgico.
Il Comitato misto di coordinamento è composto da dieci membri per parte ed è diretto da due co-presidenti - il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e il metropolita di Pergamo Joannis Zizioulas - coadiuvati da due co-segretari, Gennadios di Sassima (Patriarcato ecumenico) e da chi scrive.
I membri cattolici erano tutti presenti. Oltre al co-presidente e al co-segretario hanno partecipato all'incontro: l'arcivescovo Ioannis Spiteris di Corfù (Grecia), il vescovo Gérard Daucourt di Nanterre (Francia), il vescovo Brian Farrell (segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani), il vescovo di Carcabia Dimitrios Salachas, esarca di Grecia, monsignor Piero Coda, presidente dell'Associazione teologica italiana (Italia), monsignor Paul McPartlan (Università Cattolica di America, Usa), il reverendo Frans Bouwen (Missionari d'Africa, Sant'Anna, Gerusalemme), Theresia Hainthaler (Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen, Frankfurt am Main, Germania). Da parte ortodossa, oltre al co-presidente e al co-segretario soprannominati, erano presenti: il metropolita Makarios del Kenya (Patriarcato di Alessandria), l'archimandrita Demetrios Charbak (Patriarcato di Antiochia), il vescovo Ignatije di Branitsevo (Patriarcato di Serbia), il vescovo Petroniu di Salaj (Patriarcato di Romania), il metropolita Georgios di Paphos (Chiesa autocefala di Cipro). Erano assenti i rappresentati del Patriarcato di Russia e di Alessandria.
Il Comitato ha discusso anche il proseguimento del dialogo. Ha accolto con gratitudine la proposta di tenere la prossima sessione plenaria della Commissione mista internazionale a Cipro nel mese di ottobre del 2009, ospite della Chiesa ortodossa. Il Comitato ha espresso gratitudine a tutti coloro che sostengono il dialogo cattolico ortodosso "con la preghiera e con la solidarietà spirituale". Ha raccomandato "il futuro cammino delle Chiese d'Oriente e di Occidente verso la riconciliazione e la pace all'intercessione dell'intero popolo di Dio". I due co-presidenti in apertura della sessione hanno "espresso la loro gioia e riconoscenza a Dio" per la continuazione del dialogo e ne hanno ribadito lo scopo, concordato all'inizio di questo importante dialogo e che rimane fermo all'orizzonte: "Lo scopo del dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa è il ristabilimento della piena comunione tra di esse. Tale comunione, fondata sull'unità della fede, nella linea dell'esperienza e della tradizione comuni della Chiesa antica, troverà la sua espressione nella comune celebrazione della santa eucaristia".

(©L'Osservatore Romano - 11 ottobre 2008)

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