7 luglio 2007

Messa tridentina: le reazioni del card. Karl Lehmann (Germania) e di Mons. Kurt Koch (Svizzera)


Vedi anche:

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO (in italiano)

LA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI PER PRESENTARE IL MOTU PROPRIO.

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO CHE LIBERALIZZA LA MESSA IN LATINO (articoli e commenti precedenti la pubblicazione del motu proprio).

Il motu proprio "Summorum Pontificum", qualche riflessione (di Raffaella)

Messa tridentina: il commento di Padre Lombardi

SERVIZIO DI SKYTG24

Messa tridentina: la reazione del cardinale Ricard e di Bernard Fellay (lefebvriani)

I primi commenti al motu proprio "Summorum Pontificum"

Oggi la pubblicazione del motu proprio "Summorum Pontificum" sulla Messa tridentina (1)

Oggi la pubblicazione del motu proprio "Summorum Pontificum" sulla Messa tridentina (2)

Dal libro intervista "Il sale della terra": il prete non e' un presentatore

CARD. LEHMANN: MESSA LATINO NON CONTRO CONCILIO VATICANO II
Nota del presidente dei vescovi tedeschi sul Motu proprio

Roma, 7 lug. (Apcom) - Il Motu proprio del Papa 'Summorum pontificum' sulla messa in latino non smentisce il Concilio vaticano II. Lo ha scritto Benedetto XVI nella lettera di accompagnamento al provvedimento pubblicato oggi, ma tiene a precisarlo anche il cardinale Karl Lehmann, presidente dei vescovi tedeschi.
"Chi legge con attenzione i nuovi documenti", scrive il porporato in una nota di "spiegazioni", "noterà velocemente che il Papa non mette in discussione né le decisioni del Concilio né la validità della riforma liturgica. Nella sua lettera appare chiaro che in linea di principio nessuno che voglia vivere in piena comunità con la Chiesa deve escludere la celebrazione fondata sui libri liturgici rinnovati". Il cardinal Lehmann è stato tra i prelati invitati in Vaticano la settimana scorsa per una presentazione del Motu proprio.
Lehman ribadisce che "Papa Benedetto vuole dare anche un contributo alla riconciliazione nella Chiesa" e sottolinea che, "anche laddove non ci sia la richiesta di celebrare messa col messale del 1962, il nuovo Motu proprio è un buon motivo per promuovere con nuova attenzione una celebrazione degna dell'eucaristia e delle altre messe".
I vescovi tedeschi discuteranno del Motu proprio ad una riunione del Consiglio permanente della Conferenza episcopale tedesca del 27 agosto e ad un'Assemblea generale che si svolgerà a Fulda dal 24 al 27 settembre.


MONS. KOCH: LATINO, NON SOTTOVALUTARE RISCHIO DIVISIONI
Nota a commento di Motu proprio 'Summorum pontificum'

Roma, 7 lug. (Apcom) - Il rischio che il Motu proprio del Papa sulla messa in latino crei divisioni all'interno della Chiesa cattolica, tra tradizionalisti, da una parte, e comunità parrocchiali, dall'altra, "non è da sottovalutare": lo afferma il presidente dei vescovi svizzeri, monsignor Kurt Koch.

"Questo pericolo in effetti non è da sottovalutare", afferma il presule in un passaggio-chiave di una lunga nota in tedesco a commento del provvedimento papale. "Uno sguardo alla storica della Chiesa mostra, d'altro canto, che questo rischio non per forza si verificherà". Il presule sottolinea, d'altronde, che, come afferma il Papa, non sono mancati eccessi ed arbitrii liturgici dopo il Concilio vaticano II. Con il Motu proprio, ad ogni modo, il Papa "non vuole affatto scatenare una polemica sulla liturgia. A lui interessa piuttosto la riconciliazione all'interno della Chiesa", spiega Koch.

Nella nota di otto cartelle, il presidente dei vescovi svizzeri commenta il Motu proprio papale, spiegandone i contenuti e approfondendo, in particolare, le tre obiezioni alle quali lo stesso Benedetto XVI risponde in una lettera allegata al Motu proprio: il rischio di tradire il Concilio vaticano II, il rischio di cancellarlo, e, appunto, il rischio di ingenerare una divisione all'interno della Chiesa. "Papa Benedetto", spiega il presidente dei vescovi svizzeri dopo aver obiettato ad ogni rilievo, "è convinto che la Chiesa con la liturgia romana cresciuta nel corso di secoli, così come la si trova nel messale del 1962, è in possesso di un tesoro che non deve andar perso, ma che deve essere valorizzato per il futuro della Chiesa cattolica". La conferenza episcopale elvetica discuterà del Motu proprio nella assemblea d'autunno (10-12 settembre).

1 commento:

mariateresa ha detto...

avevo appena letto questi due interventi, ma tu ci avevi già pensato, fulminea come la folgore. Credo che a causa tua i vaticanisti nostrani, e non solo, andranno a zappare per passarsi il tempo, per manifesta inferiorità come nel rugby.. Tutto questo è affettuoso, naturalmente. Credo che queste prese di posiione siano importanti, perchè sono tra le presidenze episcopali più toste o più acide che dir si voglia.
C'è un senso di lealtà, a me sembra.
e non è poco.