23 novembre 2007
Il Papa medita sulla speranza
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Nuova enciclica Il Papa medita sulla speranza
Il secondo «documento» dell’era Ratzinger sarà firmato il 30 novembre. Accantonato per ora l’atteso intervento sui temi sociali
Andrea Bertin
È pronta la seconda enciclica di Benedetto XVI: si intitola Spe Salvi («Salvi grazie alla speranza») e verrà pubblicata entro Natale. Si tratta, secondo le anticipazioni, di un documento sul tema della speranza, che dimostra una volta di più la volontà di Benedetto XVI di affrontare i problemi di fondo dell’uomo contemporaneo e della società. Il Papa la firmerà il prossimo 30 novembre, festa di Sant’Andrea, come ha annunciato ieri sera il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone.
Si era detto nei mesi scorsi che il Papa stava lavorando ad un testo sulla dottrina sociale, che evidentemente è ancora al di là da venire per il momento. Il documento sulla speranza, invece, avrà il tono di una meditazione, più congeniale forse allo stile di Benedetto XVI e prende spunto da un versetto della Lettera ai Romani, in cui san Paolo scrive: «nella speranza noi siamo stati salvati».
L’enciclica, come avviene tradizionalmente, uscirà in latino, italiano e, almeno inizialmente, in inglese, francese, spagnolo, tedesco. La prima enciclica scritta da Benedetto XVI, che porta la data di Natale, è uscita, il 24 gennaio 2006 e si intitola Deus caritas est.
Anche in quest’ultimo caso si trattava di una meditazione sul mistero positivo del cristianesimo che deve diventare azione di carità e accoglienza verso uomini e donne del nostro tempo.
Ieri intanto il Papa ha affrontato di petto il tema della fame e malnutrizione, parlando ai 400 delegati alla 34esima assemblea della Fao in corso a Roma. «Uno dei più preoccupanti paradossi del nostro tempo», ha esordito, «è la diffusione inesorabile della povertà, in un mondo che sta sperimentando una prosperità senza precedenti, non solo nella sfera economica ma anche nei campi in rapido sviluppo della scienza e della tecnologia».
«Conflitti armati, esplosioni di disastri, condizioni atmosferiche ed ambientali avverse e l’esodo forzato di massa dei popoli»: tutti questi ostacoli, secondo Benedetto XVI, sono motivo per «raddoppiare i nostri sforzi per assicurare ad ognuno il suo pane quotidiano», grazie a un «genuino spirito di cooperazione» tra tutti «gli uomini e le donne di buona volontà» e a partire dalla «intrinseca dignità di ogni persona umana ad ogni stadio della vita».
«Qualunque forma di discriminazione, e particolarmente quelle che ostacolano lo sviluppo agricolo», ha ammonito il Papa, «devono essere rifiutate, perché costituiscono una violazione del diritto di base di ogni persona di essere “libera dalla fame”». La Chiesa, da parte sua, è convinta che «la ricerca di soluzioni tecniche più efficaci in un mondo in perenne cambiamento ed espansione richiede programmi lungimiranti che comprendano valori perenni fondati sull’inalienabile dignità e sui diritti della persona umana».
© Copyright Brescia Oggi, 23 novembre 2007
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