19 dicembre 2007
Una cappella ecumenica nella basilica papale di San Paolo (Osservatore Romano)
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L'importante iniziativa annunciata dal cardinale Cordero Lanza di Montezemolo in vista dell'anno paolino
Una cappella ecumenica nella basilica papale di San Paolo
Giampaolo Mattei
Una cappella ecumenica nella basilica papale di San Paolo fuori le mura è la grande novità che ha già portato l'anno paolino, sei mesi prima del suo inizio. Sta per essere realizzata nell'antica struttura, a croce greca, che finora ha ospitato il battistero. È un fatto di enorme portata nel dialogo tra i cristiani. Lo annuncia, nell'intervista a "L'Osservatore Romano", il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica ostiense costruita sulla tomba dell'apostolo delle genti.
"La porta paolina - spiega il cardinale - sarà aperta il 28 giugno 2008 e il Papa darà inizio all'anno che ha voluto dedicare al bimillenario della nascita di san Paolo. La porta paolina non è una porta santa; l'anno paolino non è un anno santo. Abbiamo pensato però che una delle cinque porte della basilica ostiense potesse restare sempre aperta ed essere chiamata appunto porta paolina. È quella simmetrica alla vera porta santa, dunque è la seconda da sinistra. Una porta di legno, semplicissima. E per l'occasione faremo una decorazione altrettanto semplice".
Il cardinale Montezemolo ha appena presentato il programma di massima dell'anno paolino a Benedetto XVI, che lo ha ricevuto in udienza nella mattina di lunedì 17 dicembre. Un progetto che il cardinale ha illustrato anche nel recente concistoro.
"Il Papa - afferma - mi ha detto che questa iniziativa sta ricevendo una buona accoglienza nel mondo, anche tra i non cattolici. Mi ha spinto ad andare avanti con entusiasmo, incoraggiandomi a studiare e sviluppare il calendario degli eventi. E, intanto, prima dell'apertura dell'anno paolino, il Papa lo aspettiamo in basilica già a gennaio a conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani".
Per l'anno paolino è il momento del passaggio dalla fase di impostazione a quella operativa.
Nell'intervista il cardinale presenta le iniziative spirituali, culturali e di restauro della basilica di San Paolo (lui che ha lavorato come giovanissimo architetto nello studio di Pierluigi Nervi). Dice: "Nel quadriportico metteremo una fiamma, affidata alla custodia dei monaci benedettini. Arderà, accanto alla porta paolina, tutto l'anno; sarà alimentata dalle fiammelle che accenderanno i fedeli. E poi c'è la grande novità assoluta per la basilica a conferma della sua vocazione: la cappella ecumenica".
Come e dove sarà la nuova cappella ecumenica?
Una cappella ecumenica nella basilica di San Paolo è davvero un fatto importantissimo. Sarà realizzata dove adesso c'è il battistero che era, a sua volta, una parte di un'antica cappella a croce greca, poi rimaneggiata dall'architetto Arnaldo Foschini nel 1928-1930. Daremo la possibilità a comunità cristiane non cattoliche di poter venire in basilica a pregare, a celebrare la liturgia.
Quali caratteristiche avrà la cappella ecumenica?
L'altare, risistemato, sarà quello che abbiamo trovato e rimosso durante i recenti lavori accanto alla tomba di Paolo, quando l'abbiamo resa visibile ai pellegrini. Quell'altare era proprio accanto al sarcofago e contiene le reliquie di Timoteo di Antiochia, martirizzato nel 311, da non confondere con il discepolo di Paolo, e un'altra piccola cassa che, secondo la dicitura, custodisce i resti di martiri ignoti della stessa epoca.
Che cos'è l'anno paolino?
È un anno speciale dedicato a san Paolo nel bimillenario della nascita, anche se non si conosce esattamente la data esatta: gli esperti dicono che sia nato tra il 7 e il 10 dopo Cristo. Ma non è un anno santo vero e proprio come quelli che, secondo la tradizione, il Papa indice ogni venticinque anni o per ricorrenze speciali. Per intenderci, il Papa non aprirà né chiuderà una porta santa.
Quali sono gli obiettivi?
Il Papa ha indicato due punti fondamentali. Innanzitutto far conoscere meglio san Paolo, questo gigante dell'evangelizzazione. Oggi, purtroppo, anche molti cattolici sanno poco di lui e non conoscono fino in fondo la forza travolgente della sua parola e della sua testimonianza. La seconda dimensione è quella ecumenica e Benedetto XVI ci tiene tantissimo. Ecco il senso della nuova cappella che darà alla basilica ostiense un valore ecumenico ancora più grande. Quindi i benefici spirituali che sono nel cuore del Papa per l'anno paolino possiamo riassumerli così: una riflessione e una riscoperta della forte testimonianza di san Paolo e un maggiore impegno ecumenico.
Il centro sarà la basilica ostiense?
La basilica avrà un ruolo centrale e privilegiato: c'è la tomba di san Paolo. Ma non tutte le attività dell'anno paolino si devono concentrare nella basilica. È importante che nel mondo si viva il fervore spirituale di questo anno. Penso alle diocesi che portano il nome di Paolo, alle cattedrali, alle parrocchie, ai santuari a lui dedicati. L'anno paolino ha una dimensione universale.
Con quale veste si presenterà la basilica ai pellegrini?
Stiamo procedendo a un riordinamento generale. Abbiamo appena finito di restaurare il trono papale e stiamo ora iniziando i lavori sul baldacchino di Arnolfo di Cambio che copre l'altare papale. Stiamo anche terminando la ripulitura del quadriportico e rimettendo a posto i marmi del pavimento. Infine chiuderemo il chiostro e le sale intorno in un'area museale, controllata e ordinata.
Per i pellegrini che verranno in basilica il punto focale sarà la visita alla tomba di Paolo che, dopo i recenti lavori, è in parte visibile. Vedranno anche le catene che lo hanno tenuto prigioniero.
Abbiamo dato visibilità a un fianco del sarcofago, non è una vera risistemazione. Attorno al sarcofago, che da venti secoli è lì e nessuno lo mette in dubbio, era stato costruito un muro di mattoni. Probabilmente tra il IV e V secolo. Il muro, che ricopriva interamente il sarcofago, era una logica protezione contro le frequenti inondazioni del Tevere. Inizialmente si pensava di tirare fuori il sarcofago, ma era un'operazione che richiedeva tempi lunghi e lavori complessi. Così abbiamo semplicemente reso visibile, attraverso una finestra, una parte del sarcofago. Per far questo abbiamo rimosso l'antico altare che, come ho detto, verrà ora collocato nella nuova cappella ecumenica.
L'aver reso visibile la tomba di Paolo ha avuto ripercussioni sullo stile dei pellegrinaggi?
Tantissime persone si inginocchiano nello spazio davanti alla finestra che mostra il sarcofago. Proprio lì raccogliamo le intenzioni di preghiera, con o senza offerta. Abbiamo pensato di fornire le spiegazioni in otto lingue. Il numero delle intenzioni scritte dai pellegrini è enorme e noi facciamo fronte a tutte. L'iniziativa è stata accolta con fervore.
Come saranno accolti i pellegrini? Oggi ne arrivano quattromila al giorno. Un numero che nell'anno paolino salirà vertiginosamente.
I pellegrini accenderanno una candela e alimenteranno la fiamma paolina nel quadriportico, passeranno attraverso la porta paolina e faranno un percorso spirituale di riconciliazione e di comunione nella basilica. Riguardo le celebrazioni: la basilica non ha altari laterali lungo le navate, ma nel transetto ci sono quattro cappelle. I gruppi piccoli, fino a cinquanta persone, potranno celebrare nelle cappelle. Se, poi, il gruppo conta fino a cinquecento persone la celebrazione potrà avvenire all'altare dell'abside. Per un pellegrinaggio ancora più folto si dovrà ricorrere alla grande navata. Cercheremo di organizzarci con un servizio di prenotazioni. Abbiamo anche aperto un sito internet: www.annopaolino.org
Esiste un calendario delle iniziative?
Lo stiamo preparando. Avremo ovviamente liturgie fisse. Ne pensiamo una solenne al mese: inviteremo un cardinale e stabiliremo un tema particolare di riflessione. Poi dipenderà anche dai pellegrinaggi che arriveranno. Per dare un forte respiro ecumenico, i monaci hanno deciso, nei vespri del venerdì, di invitare una comunità cristiana non cattolica per pregare insieme. È un'iniziativa molto importante. I benedettini svolgeranno come sempre il loro servizio di accoglienza e di preghiera. Ci saranno a disposizione più monaci per le confessioni nelle diverse lingue. Quella della penitenza è una significativa realtà della basilica: si può lucrare l'indulgenza plenaria, secondo le regole stabilite dalla Chiesa. Così per l'anno paolino non devono essere istituite forme nuove.
Tra le iniziative già approvate ci sono incontri "per categorie" e itinerari spirituali.
Gli incontri saranno dodici: a luglio con i religiosi, ad agosto con i missionari, a settembre con le parrocchie, a ottobre con i vescovi (in occasione del Sinodo), a novembre con i carcerati, a dicembre con gli studenti. Quindi, nel 2009, a gennaio con tutti i cristiani, a febbraio con i malati, a marzo con le nuove comunità, ad aprile con i giovani, a maggio con le famiglie e a giugno con i sacerdoti e i diaconi. I particolari li renderemo noti più avanti.
Abbiamo poi individuato sedici luoghi di Roma che hanno un significato paolino. Di alcuni si conosce il legame per via di una tradizione che ha un certo fondamento. Si va dalla chiesa di San Paolo alla Regola al Carcere Mamertino, dalle catacombe di San Sebastiano alle Tre Fontane fino al luogo, non lontano dalla basilica, dove secondo la tradizione Pietro e Paolo si abbracciarono per l'ultima volta prima del martirio, benedicendosi a vicenda. L'Opera Romana Pellegrinaggi assicurerà un servizio di collegamento: in ogni punto dell'itinerario passerà un bus ogni venti minuti.
Si prevedono iniziative culturali e artistiche?
Avremo conferenze, incontri di studio e, a ottobre, un importante Colloquio ecumenico per esperti paolini. Organizzeremo anche alcuni concerti di livello internazionale. Uno lo offriremo ai vescovi che, in ottobre, saranno in Vaticano per partecipare al Sinodo. La basilica ha un'ottima acustica, ma non la trasformeremo in sala da concerto. Sta poi per uscire, in un formato innovativo, la prima guida della basilica. Inoltre stiamo preparando un manuale per il pellegrino, un vero e proprio vademecum. Infine stiamo pensando una pubblicazione, insieme con le Edizioni paoline, che proponga gli Atti degli Apostoli e le Lettere di Paolo.
(©L'Osservatore Romano - 19 dicembre 2007)
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