19 febbraio 2008
Gli uomini d'oggi avvertono un forte richiamo spirituale,ma sono pronti a seguire solo chi testimonia con coerenza la propria adesione a Cristo
Clicca qui per leggere il bellissimo discorso tenuto dal Santo Padre ai membri del Consiglio per i Rapporti tra la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e le Unioni Internazionali dei Superiori e delle Superiore Generali.
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3 commenti:
ogni discorso, anche il più istituzionale, è sempre una chicca.
"Ed è interessante notare che sono ricchi di vocazioni proprio quegli Istituti che hanno conservato o hanno scelto un tenore di vita, spesso molto austero, e comunque fedele al Vangelo vissuto "sine glossa"
La crisi delle vocazioni non sembra toccare questi ordini, e lo stesso vale per le vocazioni femminili, per es. in Francia ,certi monasteri sono obbligati di rifiutare nuove entrate per mancanza di posto!
Allora sursum corda, fiducia e speranza nei nostri giovani, forse pochi, forse meno numerosi, ma convinti, forti nella loro fede, una fede esigente!
Cara Luisa io ho sempre pensato che chi decida di intraprendere la vita religiosa, lo debba fare perchè convinto del suo amore e dedizione totale a Dio; è questo sinceramente che io mi aspetto da sceglie la vita consacrata. Molti, forse invece, la intendono come un'altro tipo di sbocco a cui si può ricorrere se non si sa cosa fare della propria vita e allora li cominciano i veri pasticci. Allora, mal si sopporta il doversi attenere alle regole dell'ordine che si è scelto e facilmente credo, si cade nella conraddizione o nell'incapacità di resistere ai richiami del mondo esterno; allora si scelgono o si creano comodità, allora l'operato religioso verso i fedeli, non si sente più come missione ma, come un lavoro, che può carantire comunque, un tetto sulla testa, un piatto caldo e come è successo di recente, qualche diversivo con qualche parrocchiana. Cara Luisa, l'amore verso Dio non può essere diviso con altri osi sceglie Dio in tutto e per tutto e si ama fino in fondo, oppure, si sceglie di vivere una vita normale cioè non consacrata ovviamente, senza impedire di manifestare attraverso la solidarietà ed altre forme, la propria fede e la dedicazione verso gli altri. Se ci pensiamo bene, basterebbe cominciare dalla propria famiglia che è il primo esempio di comunità o di piccola chiesa come la definisce il Concilio Vaticano II
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