19 febbraio 2008

Giovedi' il cardinale Bertone parte per Cuba: intervista al Segretario di Stato e programma della visita (Avvenire e Radio Vaticana)


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DI GIANNI CARDINALE

Quest’anno ricorrono i dieci anni della visita di Giovanni Paolo II a Cuba. Per ricorda­re lo storico avvenimento domani il cardinale Segretario di Sta­to Tarcisio Bertone parte per una vi­sita che lo tratterrà nell’isola carai­bica per una settimana, fino al 26 febbraio. Alla vigilia del viaggio il porporato ha accettato di risponde­re ad alcune domande di 'Avveni­re'.

Eminenza, c’è molta attesa per que­sta sua visita a Cuba. Come la spie­ga?

Ho notato anch’io questa particola­re attenzione. Soprattutto da parte dei mass media. E confesso che un po’ mi ha sorpreso. È naturale che il Segretario di Stato vada «in missio­ne » in vari Paesi del mondo.

Forse è meno naturale che dedichi un viaggio di una settimana a un Paese geopoliticamente molto in­teressante, e mediaticamente mol­to appetibile, ma ecclesialmente non di grandissimo peso...

Come ho già detto in passato, con­cepisco la mia attività non in chiave geopolitica, ma ecclesiale. E questo viaggio non fa eccezione, come non lo farà quello che farò poco dopo in Armenia e Azerbaigian. A Cuba va­do a visitare soprattutto la Chiesa lo­cale, che, nonostante le note diffi­coltà, gode di una grande vitalità. Questo viaggio poi è legato alla ri­correnza del decimo anniversario della storica visita che fece Giovan­ni Paolo II nell’isola. Ovviamente la visita si svolge su invito, particolar­mente caloroso, delle autorità civi­li, oltre che della Conferenza epi­scopale.

Come sono le relazioni tra Cuba e Santa Sede?

Adesso sono relativamente buone, come è riconosciuto da ambo le par­ti.

In passato non è stato sempre così...

Nessuno nega che in passato ci sia­no state delle difficoltà. Va però sem­pre ricordato che, a differenza di al­tri casi analoghi, tra Cuba e Santa Se­de non c’è stata mai una rottura dei rapporti diplomatici. E qui mi viene in mente la bella figura del Nunzio Cesare Zacchi che tanto fece in tal senso, e con successo! Cuba è la pro­va che il dialogo, se è sincero, dà sem­pre frutti. Allo stesso modo va ricor­dato che la Santa Sede ha goduto sempre della dovuta libertà nella scelta dei propri pastori.

Permangono però delle difficoltà ri­guardo ad alcuni punti come l’ac­cesso ai media, l’afflusso del clero da altri Paesi o la libertà di educa­zione...

Su alcune di queste questioni sono stati fatti dei passi in avanti, su altre meno. Ma mi permetta di non scen­dere in particolari, sarebbe indeli­cato e inopportuno farlo prima del­la visita.

Come permangono delle difficoltà riguardo al rispetto dei diritti uma­ni…

Ogni Paese ha le sue difficoltà. E la Chiesa non manca e non mancherà mai di far sentire la sua voce. Con tutti.

Questo non è il suo primo viaggio a Cuba.

Ci andai già come segretario della Congregazione per la dottrina della fede, e poi come arcivescovo di Ge­nova. Su invito del vescovo di Santa Clara, infatti, aprimmo una missio­ne diocesana in collaborazione con la diocesi di Chiavari.

In quella occasione ebbe modo di parlare anche con Fidel Castro.

È stato il Presidente a chiedere di in­contrarmi. Fu un colloquio molto lungo. Si parlò di molti argomenti. Della fame e della povertà diffuse nel mondo, e della necessità di una maggiore solidarietà tra i popoli e i governi. Si parlò anche delle guerre in corso.

Rimasi colpito dal modo con cui Fidel Castro parlò del nostro papa Benedetto XVI: «È un Papa che mi piace – mi disse –, è una brava persona, l’ho capito subito guar­dando il suo volto, il volto di un an­gelo ». Fidel Castro poi mi chiese an­che di invitare il Papa a visitare Cu­ba. Finora non è stato possibile. In futuro si vedrà.

È vero che Castro chiese che venis­se subito beatificato papa Wojtyla?

È vero, lo fece, paragonando la figu­ra di Giovanni Paolo II a quella di Madre Teresa di Calcutta.

Quel suo viaggio venne un po’ cri­ticato, anche in ambito ecclesiasti­co, perché lei sembrò troppo ac­condiscendente verso il lider maxi­mo...

Mi sono arrivate queste voci. Ovvia­mente con Castro si parlò, nei do­vuti modi, dei rapporti con la Chie­sa locale e dei suoi bravi vescovi. E devo aggiungere che un mese dopo la mia visita i vescovi locali e il nun­zio vennero ricevuti dal presidente per un lungo colloquio. Ed era mol­to tempo che questo non avveniva.

Incontrerà di nuovo Fidel Castro? O verrà ricevuto da suo fratello Raul?

Per ora è stata predisposta dal mini­stero degli Esteri un’accoglienza uf­ficiale ed è già fissato un incontro di lavoro con una delegazione gover­nativa. Per il resto si vedrà durante la permanenza sul posto.

© Copyright Avvenire, 19 febbraio 2008


Pubblicato il programma della prossima visita del cardinale Bertone a Cuba

Reso noto stamane il programma di massima, dell’imminente visita a Cuba, dal 21 al 26 febbraio, del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano. Emozione per l’arrivo del porporato nel decimo anniversario del viaggio apostolico di Giovanni Paolo II nell’isola caraibica. Il servizio di Roberta Gisotti:

Sarà come rivivere i “momenti di grazia” della “storica e indimenticabile visita” di Giovanni Paolo II a Cuba, a 10 anni esatti da quell’evento che ci ha lasciato “una Chiesa più viva, più vicina alla realtà del nostro popolo e della nostra società”: con parole entusiaste il cardinale Jaime Ortega, arcivescovo de L’Avana, ha anticipato alla Televisione cubana il clima di attesa per il prossimo arrivo del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano.
Un “programma intenso e pieno di momenti particolari” aspetta il porporato che la mattina di giovedì 21 incontrerà la Conferenza dei vescovi cubani nella Casa Sacerdotal. Quindi nel pomeriggio visiterà il Seminario San Carlos y San Ambrosio, per poi presiedere la Santa Messa nella cattedrale de L’Avana.
La giornata di venerdì 22 si aprirà al mattino presto con la Celebrazione eucaristica nel Monastero delle Carmelitane, cui seguirà l’incontro con le Claustrali, le Monache Carmelitane e Domenicane, quindi l’incontro presso il Carmelo con la presidenza della Conferenza cubana dei religiosi e con i religiosi de L’Avana. Nel pomeriggio a Santa Clara, scambio di saluti da parte dei rappresentanti del clero, dei religiosi e del personale che lavora nel Vescovado.
Sabato 23, sempre a Santa Clara, il cardinale Bertone celebrerà al mattino la Santa Messa ed inaugurerà il monumento dedicato a Giovanni Paolo II. Nel pomeriggio a Santiago de Cuba il porporato reciterà il Santo Rosario nel Santuario della “Virgen de la Caridad del Cobre”, con giovani e fedeli, in occasione del X anniversario dell’Incoronazione della Vergine. Domenica 24 a Guantanamo, vi sarà la Santa Messa nella piazza Pedro Agustín Pérez y Pérez, per i 10 anni della diocesi e poi la Benedizione dell’Episcopio diocesano. In serata a L’Avana, il segretario di Stato vaticano cenerà nella nunziatura con le autorità cubane ed il Comitato permanente dei vescovi.
Nella mattinata di lunedì 25, ancora a L’Avana, l’incontro di lavoro al Ministero degli Affari Esteri, quindi il ricevimento offerto dallo stesso dicastero al Corpo Diplomatico. Nel pomeriggio, conferenza del cardinale Bertone nell’Università de L’Avana sul tema “La cultura e i fondamenti etici del vivere umano”.
Martedì 26 ultimo giorno della visita, il cardinale Bertone, al mattino a celebrerà a Peñalver la Santa Messa ed incontrerà i Salesiani e le Salesiane de l’Avana; quindi visiterà la Scuola di Medicina Latinoamericana. Non è ancora certa la data di un incontro il 25 o il 26 pomeriggio con le autorità civili.
Da rilevare che la popolazione cristiana a Cuba raggiunge il 42 per cento, la quasi totalità cattolica. Per quanto riguarda la situazione politica, la guida del Paese è di fatto passata da circa un anno e mezzo nella mani di Raul Castro, fratello di Fidel, in condizioni precarie di salute, che dal 1959 è capo di Stato e di Governo.

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